Le forme del rispetto

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
[MENTION=4905]Fiammetta[/MENTION] Ma perchè non date per scontato che alla correttezza debba essere abbinata la coerenza ? O quantomeno una persona come può essere corretto se è ( talvolta ) incoerente ?
perché per rispetto verso l'altro lascio da parte la coerenza.se mi basassi su quella , spesso mi ritriverei a fare ciò che è giusto solo x me. Non rispetterei l'altro
 

danny

Utente di lunga data
Entri in una spiaggia naturista autorizzata con tanto di cartello.
Il rispetto imporrebbe che tu ti metta nudo come gli altri, o che tu non acceda a un'area naturista.
La coerenza che tu resti vestito, in quanto non ti interessa stare nudo.
La (disis) stima che tu questi li consideri tutti sporcaccioni ed esibizionisti per cui ti metti a guardarli sentendoti autorizzato a farlo e se hai voglia ti metti pure a ravanarti nelle mutande che tanto loro son lì per quello.


Seconda e terza opzione le più frequenti in Italia e nei posti frequentati da italiani.
 
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Skorpio

Utente di lunga data
Entri in una spiaggia naturista autorizzata con tanto di cartello.
Il rispetto imporrebbe che tu ti metta nudo come gli altri,
La coerenza che tu resti vestito, in quanto non ti interessa stare nudo.
La (disis) stima che tu questi li consideri tutti sporcaccioni ed esibizionisti per cui ti metti a guardarli sentendoti autorizzato a farlo e se hai voglia ti metti pure a ravanarti nelle mutande che tanto loro son lì per quello.


Seconda e terza opzione le più frequenti in Italia e nei posti frequentati da italiani.
Forse la coerenza sarebbe andare in una spiaggia non di nudisti...

Ce ne son talmente tante :)
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Perché è umanamente impossibile, secondo me restare sempre coerenti
Ci sarà sempre quel momento o occasione per cui si dimostra incoerenza :)
Correttezza, a quel punto, è semplicemente ammettere di non essere stati coerenti e impegnarsi a comprendere, per come la vedo io :)

Credo che in mezzo ci sia l'idea perfetta e assoluta di coerenza e la concretezza della coerenza, come percorso in cui si sbaglia, in cui si impara a sbagliare e ad assumersi i propri sbagli senza cadere negli estremi del rifiuto dello sbaglio (pena la disgregazine dell'immagine di sè ai propri occhi) o della punizione sacrificale (con la caduta negli inferi del proprio tribunale interiore che giudica implacabile esattamente l'umanità che ci compone. )

Equilibrio dinamico interno...mica facile, eh in effetti

Quanto al rispetto...io rispetto la dignità "generale" di ogni individuo...dal barbone, al serial killer (sì, uso apposta questa immagine) a ltraditore...la dignità e il rispetto della dignità di ogni essere vivente, animali compresi.

Altro discorso è il rispetto che concedo ad un individuo con cui sono in relazione. Qui la questione è interattiva. E il rispetto è un percorso, non un raggiungimento. Ed è un percorso di scambio. Attivo da parte di entrambi.

La stima, è un altro livello ancora...e non è necessariamente legata al rispetto. Per come la vedo io.
La stima è uno di quei parametri che utilizzo nel percorso di costruzione di rispetto "particolare", nell'interazione fra due individui.

Ma io sento di rispettare anche chi non stimo.
Anche se poi, ovviamente, non mi ci mescolo in termini personali. Di investimento emotivo.

Ma il mio giudizio (la stima) non penso debba entrare nel rispetto per la dignità di ogni essere vivente. Dalla formica a dio.
 
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danny

Utente di lunga data
Forse la coerenza sarebbe andare in una spiaggia non di nudisti...

Ce ne son talmente tante :)
Io lo vedo più come forma di rispetto.
Visto che io nudista non posso venire da te perché devo rispettare il tuo pudore, tu non venire da me, che altrimenti ho sempre meno spazi dove andare.
In pratica, chiedo di rispettare una diversa visione del mondo anche se minoritaria.
Il rispetto non dovrebbe avere il conforto dei numeri.
 
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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Entri in una spiaggia naturista autorizzata con tanto di cartello.
Il rispetto imporrebbe che tu ti metta nudo come gli altri, o che tu non acceda a un'area naturista.
La coerenza che tu resti vestito, in quanto non ti interessa stare nudo.
La (disis) stima che tu questi li consideri tutti sporcaccioni ed esibizionisti per cui ti metti a guardarli sentendoti autorizzato a farlo e se hai voglia ti metti pure a ravanarti nelle mutande che tanto loro son lì per quello.


Seconda e terza opzione le più frequenti in Italia e nei posti frequentati da italiani.
La questione qui è che c'è già un giudizio e diversi pregiudizi, riguardo al naturismo. Specialmente in italia, come giustamente sottolinei.

Dove la nudità è considerata da un lato una performance e dall'altro solo ed esclusivamente finalizzata alla sessualità.

Quindi, dentro al giudizio sulla nudità, chi si spoglia è come minimo un depravato. A dir bello eh! :p

E il rispetto decade a priori...perchè di base si è assunto il comportamento dell'altro, lo si è riempito di significati che sono propri e poi lo si è proiettato fuori con comportamenti di risposta (dal ravanarsi nelle mutande perchè se sei nuda sei una puttana che questo chiede allo sdegno e allo schifo dello sguardo che si dirige verso quella spiaggia, o meglio, verso chi la popola).

Non esiste nessuna opzione del rispetto in una situazione come questa in cui a priori si è già stabilito che quel comportamento è una modalità per cui l'altro perde di dignità di rappresentanza sociale. (una minoranza appunto)

Non so se mi spiego

E non esiste rispetto dove la paura la fa da padrona. Che questo è. Paura. E incomprensione, di sè. Non dell'altro. Questo ci tengo a precisarlo. LA nudità è uno specchio potente...

E si oscilla fra quella falsa accettazione buonista e perbenista, veterocomunista fondamentalmente, ma che nasconde il piedistallo della comprensione concessa dall'alto del proprio piedistallo etico e morale e il rifiuto passivo o aggressivo.
 
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Skorpio

Utente di lunga data
E si oscilla fra quella falsa accettazione buonista e perbenista, veterocomunista fondamentalmente, ma che nasconde il piedistallo della comprensione concessa dall'alto del proprio piedistallo etico e morale e il rifiuto passivo o aggressivo.
Cioè vuoi dire un ragionamento del tipo:

"E dategli quella spiaggetta tutta x loro a quei disgraziati alla fine hanno diritto anche loro" (?)
 

danny

Utente di lunga data
La questione qui è che c'è già un giudizio e diversi pregiudizi, riguardo al naturismo. Specialmente in italia, come giustamente sottolinei.

Dove la nudità è considerata da un lato una performance e dall'altro solo ed esclusivamente finalizzata alla sessualità.

Quindi, dentro al giudizio sulla nudità, chi si spoglia è come minimo un depravato. A dir bello eh! :p

E il rispetto decade a priori...perchè di base si è assunto il comportamento dell'altro, lo si è riempito di significati che sono propri e poi lo si è proiettato fuori con comportamenti di risposta (dal ravanarsi nelle mutande perchè se sei nuda sei una puttana che questo chiede allo sdegno e allo schifo dello sguardo che si dirige verso quella spiaggia, o meglio, verso chi la popola).

Non esiste nessuna opzione del rispetto in una situazione come questa in cui a priori si è già stabilito che quel comportamento è una modalità per cui l'altro perde di dignità di rappresentanza sociale. (una minoranza appunto)

Non so se mi spiego

E non esiste rispetto dove la paura la fa da padrona. Che questo è. Paura. E incomprensione, di sè. Non dell'altro. Questo ci tengo a precisarlo. LA nudità è uno specchio potente...

E si oscilla fra quella falsa accettazione buonista e perbenista, veterocomunista fondamentalmente, ma che nasconde il piedistallo della comprensione concessa dall'alto del proprio piedistallo etico e morale e il rifiuto passivo o aggressivo.

Assolutamente d'accordo.
Se al posto del naturismo avessi usato per esempio il ramadan, sarebbe cambiato qualcosa?
Non credo.
Il meccanismo di base è lo stesso e funziona esattamente come descrivi tu.
A parole tutti pronti ad accettare le diversità, ma quando un bambino si trova in difficoltà perché sta seguendo il ramadan scatta immediato il giudizio negativo di noi occidentali verso i genitori islamici.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Cioè vuoi dire un ragionamento del tipo:

"E dategli quella spiaggetta tutta x loro a quei disgraziati alla fine hanno diritto anche loro" (?)
No, una cosa tipo "guarda (rivolto a se stessi) come sono buono, equilibrato, aperto e comprendo quelli lì che hanno queste esigenze"...:D

(della spiaggetta fotte poco e un cazzo...fondamentalmente..il discorso è più che altro rassicuratorio per la propria immagine di sè )
 

Skorpio

Utente di lunga data
No, una cosa tipo "guarda (rivolto a se stessi) come sono buono, equilibrato, aperto e comprendo quelli lì che hanno queste esigenze"...:D

(della spiaggetta fotte poco e un cazzo...fondamentalmente..il discorso è più che altro rassicuratorio per la propria immagine di sè )
Capito :up:
 

danny

Utente di lunga data
No, una cosa tipo "guarda (rivolto a se stessi) come sono buono, equilibrato, aperto e comprendo quelli lì che hanno queste esigenze"...:D

(della spiaggetta fotte poco e un cazzo...fondamentalmente..il discorso è più che altro rassicuratorio per la propria immagine di sè )
Sì.
Anche se poi... guai a chi esce dalla spiaggetta.
Perché io sono buono, ma fino a un certo punto.
Finché tu mi sei devoto e fai quello che ti dico io di fare...
 
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Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Correttezza, a quel punto, è semplicemente ammettere di non essere stati coerenti e impegnarsi a comprendere, per come la vedo io :)

Credo che in mezzo ci sia l'idea perfetta e assoluta di coerenza e la concretezza della coerenza, come percorso in cui si sbaglia, in cui si impara a sbagliare e ad assumersi i propri sbagli senza cadere negli estremi del rifiuto dello sbaglio (pena la disgregazine dell'immagine di sè ai propri occhi) o della punizione sacrificale (con la caduta negli inferi del proprio tribunale interiore che giudica implacabile esattamente l'umanità che ci compone. )

Equilibrio dinamico interno...mica facile, eh in effetti

Quanto al rispetto...io rispetto la dignità "generale" di ogni individuo...dal barbone, al serial killer (sì, uso apposta questa immagine) a ltraditore...la dignità e il rispetto della dignità di ogni essere vivente, animali compresi.

Altro discorso è il rispetto che concedo ad un individuo con cui sono in relazione. Qui la questione è interattiva. E il rispetto è un percorso, non un raggiungimento. Ed è un percorso di scambio. Attivo da parte di entrambi.

La stima, è un altro livello ancora...e non è necessariamente legata al rispetto. Per come la vedo io.
La stima è uno di quei parametri che utilizzo nel percorso di costruzione di rispetto "particolare", nell'interazione fra due individui.

Ma io sento di rispettare anche chi non stimo.
Anche se poi, ovviamente, non mi ci mescolo in termini personali. Di investimento emotivo.

Ma il mio giudizio (la stima) non penso debba entrare nel rispetto per la dignità di ogni essere vivente. Dalla formica a dio.
Perfetto :)
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Assolutamente d'accordo.
Se al posto del naturismo avessi usato per esempio il ramadan, sarebbe cambiato qualcosa?
Non credo.
Il meccanismo di base è lo stesso e funziona esattamente come descrivi tu.
A parole tutti pronti ad accettare le diversità, ma quando un bambino si trova in difficoltà perché sta seguendo il ramadan scatta immediato il giudizio negativo di noi occidentali verso i genitori islamici.
Credo di sì...

Ma penso che la questione sia ancora un po' più complessa, in particolare quando la diversità è profonda come profonda lo può essere la differenza culturale.

tutti comprendiamo molto bene la diversità in termini teorici. E siamo democratici e aperti alla diversità (va molto di moda, adesso, la diversità)

Poi, quando la diversità tocca da vicino e chiede di mettersi davvero in gioco alla pari...allora entra di tutto...

Dalla percezione del buon selvaggio (trasformata in termini moderni) alla percezione della cattivo selvaggio invasore...estremi entrambi necessari per muoversi all'interno di una forma di accettazione reale e non ideale.

E l'altro perde di concretezza e diventa una idea...e una passerella per costruire una immagine di sè del tipo che più risponde alle aspettative su di sè.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Sì.
Anche se poi... guai a chi esce dalla spiaggetta.
Perché io sono buono, ma fino a un certo punto.
Finché tu mi sei devoto e fai quello che ti dico io di fare...
Esattamente...la bontà e la comprensione han pur sempre un limite, no?

E vedi pure di essere grato (devoto) per la mia fatica!! :D

E' il casino che succede quando ci si relaziona, direttamente o indirettamente, per mantenere una immagine di sè ai propri occhi e chiedendo implicitamente all'altro di riconoscere lo sforzo e l'immagine stessa...

che è in effetti uno sforzo, essere comprensivi verso qualcosa o qualcuno che a livello istintivo provoca una qualche forma della distanza, che però non può essere accettata, la distanza intendo, perchè andrebbe a ledere l'immagine "buona" di se stessi...

Così, altrettanto implicitamente, si richiede all'altro di ri-cambiare attraverso il riconoscimento della bontà, dell'apertura etc etc

Quando il diverso si esprime per ciò che è, ossia diverso per davvero, allora si resta basiti e completamente esposti fra l'altro

che quando si parla di naturismo, vabbè...disgrasia fermet lè

Ma quando la questione riguarda differenza culturali che sono baratri per certi aspetti, i rischi si innalzano...
 
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brenin

Utente
Staff Forum
Correttezza, a quel punto, è semplicemente ammettere di non essere stati coerenti e impegnarsi a comprendere, per come la vedo io :)

Credo che in mezzo ci sia l'idea perfetta e assoluta di coerenza e la concretezza della coerenza, come percorso in cui si sbaglia, in cui si impara a sbagliare e ad assumersi i propri sbagli senza cadere negli estremi del rifiuto dello sbaglio (pena la disgregazine dell'immagine di sè ai propri occhi) o della punizione sacrificale (con la caduta negli inferi del proprio tribunale interiore che giudica implacabile esattamente l'umanità che ci compone. )

Equilibrio dinamico interno...mica facile, eh in effetti

Quanto al rispetto...io rispetto la dignità "generale" di ogni individuo...dal barbone, al serial killer (sì, uso apposta questa immagine) a ltraditore...la dignità e il rispetto della dignità di ogni essere vivente, animali compresi.

Altro discorso è il rispetto che concedo ad un individuo con cui sono in relazione. Qui la questione è interattiva. E il rispetto è un percorso, non un raggiungimento. Ed è un percorso di scambio. Attivo da parte di entrambi.

La stima, è un altro livello ancora...e non è necessariamente legata al rispetto. Per come la vedo io.
La stima è uno di quei parametri che utilizzo nel percorso di costruzione di rispetto "particolare", nell'interazione fra due individui.

Ma io sento di rispettare anche chi non stimo.
Anche se poi, ovviamente, non mi ci mescolo in termini personali. Di investimento emotivo.

Ma il mio giudizio (la stima) non penso debba entrare nel rispetto per la dignità di ogni essere vivente. Dalla formica a dio.
Penso che all'equilibrio di cui sopra si possa aggiungere anche quello " esterno " , nella misura in cui ritengo sia proprio " l'esterno " a poter condizionare - talvolta - il proprio equilibrio ( fragile o forte che sia ) in frangenti comunque, il più delle volte, apparentemente ingestibili ( e l'aggettivo " dinamico" rappresenta perfettamente questi diversi stati d'animo, a volte addirittura cmaleontici a secondo della situazione... ).

Sul rispetto ci sarebbe molto da scrivere... il mio rispetto verso persone che non stimo si manifesta nella più completa indifferenza ( anch'io non mi ci mescolo.... ); sulla dignità penso che sia "qualcosa" alla quale ogni essere vivente - alla nascita - abbia il diritto di possedere, diritto che però a mio avviso - nel percorso della vita - non deve essere "scontato" ma consolidato ogni giorno....
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Penso che all'equilibrio di cui sopra si possa aggiungere anche quello " esterno " , nella misura in cui ritengo sia proprio " l'esterno " a poter condizionare - talvolta - il proprio equilibrio ( fragile o forte che sia ) in frangenti comunque, il più delle volte, apparentemente ingestibili ( e l'aggettivo " dinamico" rappresenta perfettamente questi diversi stati d'animo, a volte addirittura cmaleontici a secondo della situazione... ).

Sul rispetto ci sarebbe molto da scrivere... il mio rispetto verso persone che non stimo si manifesta nella più completa indifferenza ( anch'io non mi ci mescolo.... ); sulla dignità penso che sia "qualcosa" alla quale ogni essere vivente - alla nascita - abbia il diritto di possedere, diritto che però a mio avviso - nel percorso della vita - non deve essere "scontato" ma consolidato ogni giorno....
Sono d'accordo...siamo sistemi aperti, non chiusi..l'interazione con l'esterno è fondamentale per creare una dinamica comunicativa che non ripeta all'infinito se stessa

Certo...dipende dall'apertura del sistema

Sono d'accordo anche sul fatto che la dignità sia un qualcosa che debba essere consolidato, e nutrito anche, ogni giorno...ma penso che sia un qualcosa che riguarda l'individuo stesso

Nel senso che io non mi sento di assumermi la responsabilità di valutare il grado di dignità dell'altro, è una cosa che penso riguardi il proprio sguardo nello specchio, per così dire

Preferisco la distanza, il non mescolarmi ecco...

Da giovane ero più free, in questi termini, non mi rendevo neanche ben conto dell'assunzione (mia percezione ovviamente) di responsabilità che attuavo e la cosa mi si rivoltava immancabilmente contro

Sono molto attenta adesso. E non per principi morali...per egoismo fondamentalmente. Il carico della responsabilità desidero deciderlo io, e non esserne schiava...finisce che poi mi sperdo io, lungo discorso anche questo :)

E' una forma della Cura, e del rispetto anche, di me
 

Orbis Tertius

Utente di lunga data
Non so, ho la sensazione che la parola "rispetto" sia stata usata male. Secondo me i commensali intendevano parlare di "accettabilità sociale" se non addirittura "successo sociale". Essere belli, essere forti, essere potenti, essere ricchi decretano una maggiore accettazione e un maggior successo sociale.
Se lo confondiamo col rispetto è normale che la risposta vada dal demagogico "rispetto tutti" ai più argomentati "rispetto chi è onesto (o coerente) (o ecc ecc)".
 

Skorpio

Utente di lunga data
Non so, ho la sensazione che la parola "rispetto" sia stata usata male. Secondo me i commensali intendevano parlare di "accettabilità sociale" se non addirittura "successo sociale". Essere belli, essere forti, essere potenti, essere ricchi decretano una maggiore accettazione e un maggior successo sociale.
Se lo confondiamo col rispetto è normale che la risposta vada dal demagogico "rispetto tutti" ai più argomentati "rispetto chi è onesto (o coerente) (o ecc ecc)".
Hai ragione

A sproposito o correttamente "rispetto" è stato usato nei termini che dici tu

"Considerazione - attenzione - timore - riverenza"

Proprio x questo ho trovato curioso l'utilizzo, e ho pensato di aprire un confronto fra noi.

Dirò di più: mi sembra anche strano che nessuno tra noi usi (o pensi) questo termine in quella modalità, magari impropriamente, magari involontariamente, magari automaticamente..
 

Divì

Utente senza meta
Distinguo rispetto e stima.
Rispetto per tutti, inclusi gli animali e le piante: per me significa accettare che siano ciò che sono, senza cercare di cambiarli in qualcos'altro, nelle idee o nei comportamenti. Significa rispettare la "storia" di ciascuno, anche e soprattutto se non la conosco. E significa riconoscerne diritti e doveri.

Stima: è il rispetto per le qualità e i valori, in genere condivisi, che vedo nella persona. E a questo si aggiunge l'apprezzamento per la coerenza della persona rispetto ai propri valori, in questo caso anche se del tutto diversi dai miei.
Stimo molto anche chi di fronte ad una propria incoerenza dedica energie a capire "perché".

E poi c'è l'amore.... e vabbè :D
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Distinguo rispetto e stima.
Rispetto per tutti, inclusi gli animali e le piante: per me significa accettare che siano ciò che sono, senza cercare di cambiarli in qualcos'altro, nelle idee o nei comportamenti. Significa rispettare la "storia" di ciascuno, anche e soprattutto se non la conosco. E significa riconoscerne diritti e doveri.

Stima: è il rispetto per le qualità e i valori, in genere condivisi, che vedo nella persona. E a questo si aggiunge l'apprezzamento per la coerenza della persona rispetto ai propri valori, in questo caso anche se del tutto diversi dai miei.
Stimo molto anche chi di fronte ad una propria incoerenza dedica energie a capire "perché".

E poi c'è l'amore.... e vabbè :D
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