Lettone e figli

Brunetta

Utente di lunga data
No :)

Questo bimbo non prende un po' di latte per dormire. Al grido di "tetta!" questo puffo, che mangia come un manzo, dotato di tutti i denti da latte, e' capace di ribaltare la madre ovunque si trovi. Vedere questo "piccolo" di quasi due anni e mezzo, attaccato alla tetta un po' mi fa sorridere :).

Calcola che io mi sono fermata ad "appena" 14 mesi :)
Anch'io come te.
A un certo punto bisogna dire NO come se ne dovranno dire tanti.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Su tre figlie, l'unica che ogni tanto, se si svegliava in piena notte, correva in camera nostra e 'saltava' letteralmente' nel lettone, era la piu' piccola, per pigrizia essendo magari le 4 di notte e dovendoci alzare alle 6,30 la lasciavo in mezzo, pero' capitava raramente che si svegliasse. Le altre due credo non abbiano mai toccato il lettone. Ancora oggi e' sempre la piccola (ormai grandeee) che se capita non ha problemi a dormire con me,
Una piuttosto dormirebbe in terrazzo ahahahah ne con me, ne con le sue sorelle.
Certamente mia figlia dorme con me se andiamo in albergo o altrove. Mica prendiamo due camere. Ma sono situazioni temporanee particolati. Mi pare sia successo cinque volte.
 

iosolo

Utente di lunga data
Quelle che lo fanno...li avranno
Fatto. E li ho avuti.

Bambino nel lettone per i primi anni. Lo allattavo era comodo per me e per loro, soprattutto con il secondo che mi faceva passare nottate sveglia e la mattina il lavoro mi attendeva allo stesso orario.
Pensavo di saper gestire i ruoli e di non rimanerne incastrata. Pensavo che eravamo forti come coppia, non come quelle che alla prima avversità scoppiano...

Mio marito e io ci siamo persi invece.
Lui ha trovato un'altra nel ruolo di femmina che io ho lasciato vacante. Lui è stronzo ovviamente, ma ciò non toglie che per non rispettare i spazi si finisce per incastrarsi in qualcosa in cui poi è molto difficile uscire...
 

Piperita

Sognatrice
Io sono per " tutti insieme appassionatamente" e quando i miei figli erano piccoli dormivamo spesso tutti insieme nel lettone, tutti abbracciati...sono i ricordi più belli che ho.
Quando mio marito è andato via, non avevo mai dormito da sola e mi metteva angoscia farlo, così ho chiesto a mia figlia di dormire con me nel lettone per qualche giorno e mi ha accontentata.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Fatto. E li ho avuti.

Bambino nel lettone per i primi anni. Lo allattavo era comodo per me e per loro, soprattutto con il secondo che mi faceva passare nottate sveglia e la mattina il lavoro mi attendeva allo stesso orario.
Pensavo di saper gestire i ruoli e di non rimanerne incastrata. Pensavo che eravamo forti come coppia, non come quelle che alla prima avversità scoppiano...

Mio marito e io ci siamo persi invece.
Lui ha trovato un'altra nel ruolo di femmina che io ho lasciato vacante. Lui è stronzo ovviamente, ma ciò non toglie che per non rispettare i spazi si finisce per incastrarsi in qualcosa in cui poi è molto difficile uscire...
Non colpevolizzarti. Io non l'ho fatto, ma... :unhappy:
 

iosolo

Utente di lunga data
Non colpevolizzarti. Io non l'ho fatto, ma... :unhappy:
Cercare di imparare dai propri errori però si.
E' il minimo dopo tutto questo dolore.

Lui però rimane sempre stronzo :cool:
 

Brunetta

Utente di lunga data
Cercare di imparare dai propri errori però si.
E' il minimo dopo tutto questo dolore.

Lui però rimane sempre stronzo :cool:
Quoto :carneval:

I figli sono pure suoi eh
 

Brunetta

Utente di lunga data
Riesumo questa discussione perché il cambiamento dopo la nascita dei figli può essere molto complesso è portare a percepire se stesso o il partner (in senso neutro) non più come partner sessuale perché genitore non solo dei figli, ma anche proprio.
 

disincantata

Utente di lunga data
Riesumo questa discussione perché il cambiamento dopo la nascita dei figli può essere molto complesso è portare a percepire se stesso o il partner (in senso neutro) non più come partner sessuale perché genitore non solo dei figli, ma anche proprio.

Mai stato il mio caso.
 

danny

Utente di lunga data
La penso anch'io così.
Mia sorella a venticinque anni dorme nel lettone con mia madre. :eek:
la cosa era saltuaria prima, ma si è accentuata fino a diventare quotidiana quando, otto anni fa, io sono uscita di casa.

Una mia collega, praticamente ragazza madre, dorme da sempre con il figlio, ora dodicenne. Sembra compiaciuta quando mi racconta come siano attaccati.. io ho i brividi invece.

Saltuariamente mio figlio arriva nel lettone, ma è l'eccezione e dopo che si riaddormenta lo riporto al suo posto.
Quando erano più piccoli mai tenuti nel letto con noi... non è che questo sia servito :sonar:, ma sono convinta che ognuno abbia il suo ruolo e il suo posto.
Quoto.
 

Vera

Supermod disturbante
Staff Forum
Mia figlia ha dormito, da subito, da sola. Tante volte, quando era piccola, le ho chiesto di dormire con me, nel lettone. Durante la notte mi veniva vicino e mi sussurrava all'orecchio "Mamma, posso andare nel mio letto?" Io dicevo sì e lei, con il suo inseparabile cuscino, se ne andava.
Ancora oggi è così. Ha dormito con me solo quando ho rotto con il mio ex. Penso lo facesse per assicurarsi non piangessi. Dopo tanti anni ha scoperto che anche le mamme piangono.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Mia figlia ha dormito, da subito, da sola. Tante volte, quando era piccola, le ho chiesto di dormire con me, nel lettone. Durante la notte mi veniva vicino e mi sussurrava all'orecchio "Mamma, posso andare nel mio letto?" Io dicevo sì e lei, con il suo inseparabile cuscino, se ne andava.
Ancora oggi è così. Ha dormito con me solo quando ho rotto con il mio ex. Penso lo facesse per assicurarsi non piangessi. Dopo tanti anni ha scoperto che anche le mamme piangono.
Il co-sleeping può essere rassicurante i primi mesi.
Se un bambino si sveglia va rassicurato e può succedere di crollare mentre è nel lettone.
Ma sempre con il principio saldo che è una situazione incidentale.
 

Vera

Supermod disturbante
Staff Forum
Il co-sleeping può essere rassicurante i primi mesi.
Se un bambino si sveglia va rassicurato e può succedere di crollare mentre è nel lettone.
Ma sempre con il principio saldo che è una situazione incidentale.
Sono contentissima così eh. A volte sento mamme disperate perché hanno i figli, ormai adolescenti, che non si scollano dal letto e dentro di me faccio la ola. Tra l'altro mia figlia scoperchia il letto e parla tanto, mentre dorme. Anzi, meglio dire, anche quando dorme.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Sono contentissima così eh. A volte sento mamme disperate perché hanno i figli, ormai adolescenti, che non si scollano dal letto e dentro di me faccio la ola. Tra l'altro mia figlia scoperchia il letto e parla tanto, mentre dorme. Anzi, meglio dire, anche quando dorme.
Un paio di volte ho trovato mio figlio con la testa dalla parte dei piedi (su un letto a castello) :eek: fantastico se l’avesse fatto nel mio letto.
Comunque adesso i miei figli fanno co-sleeping con i loro compagni :rotfl:
 

Vera

Supermod disturbante
Staff Forum
Un paio di volte ho trovato mio figlio con la testa dalla parte dei piedi (su un letto a castello) :eek: fantastico se l’avesse fatto nel mio letto.
Comunque adesso i miei figli fanno co-sleeping con i loro compagni :rotfl:
E fanno bene :D
 

Brunetta

Utente di lunga data
“(...) Al momento, dalle nostre parti, si fanno troppi pochi figli, il paese invecchia, e inoltre la cultura psicologica e non solo si va a frammischiare a una prospettiva prestazionale della genitorialità che rende i bambini oggetto di attenzioni paradossali che diventano quasi asfittiche. I due prodotti combinati, forse anche uniti a variabili della personalità dei genitori a nevrosi anche di basso lignaggio, producono questo nuovo fenomeno dei bambini scoraggiati a diventare grandi, bambini ai quali, in quanto pochi, viene chiesto di rimanere bambini al più a lungo possibile: il loro stato di piccoli infatti è un ritorno narcisistico importante, fa sentire ancora giovani, fa sentire al centro della vita, anestetizza il desiderio di fare un altro bambino. A questo dato interno io correlo: allattamenti eccessivamente prolunguati, modalità di accudimento per cui per esempio non si fa dormire mai un bambino nella sua camera, ma anche bambini che sono portati nel passeggino ben oltre l’età appropriata (bambini grandi per i passeggini che li ospitano. Un bambino per esempio: dovrebbe andare alla scuola materna a piedi) bambini che portano il ciuccio fino a molto grandi. Questi comportamenti che scoraggiano l’autonomizzazione continuano poi mi pare di notare a catena fino all’età adulta: bambini la cui amministrazione dei compiti è completamente delegata agli adulti, bambini che sono accompagnati in luoghi dove magari semplicemente non dovrebbero andare o andare da un po’ più grandi da soli, e via fino a comportamenti iperprotettivi e quindi molto svalutanti implicitamente, in adolescenza, (che di solito si accompagneranno a grandi richieste di ordine prestazionale nello sport o nell’andamento scolastico). Quando già nella prima infanzia si imbocca questa china si corre un rischio di debolezza e problematicità nell’età più adulta importante: i bambini cominciano subito a essere premiati in quanto carini e piccini, desiderabili e graziosi, ma scoraggiati e svalutati nella loro capacità di affrontare delle sfide. Il passeggino prolungato per esempio è una questione davvero da non sottovalutare, per fare un esempio, perché come messaggio implicito sta a indicare una mancanza di fiducia e di pazienza rispetto ai tempi fisiologici e necessari per imparare a camminare, per reggere un passo da grandi. Ci piaci come piccino, e carino, non ci piace che cammini da solo perché cadi, perché tu sei uno che cade, perché sei lento.”

https://beizauberei.wordpress.com/

 

oriente70

Utente di lunga data
“(...) Al momento, dalle nostre parti, si fanno troppi pochi figli, il paese invecchia, e inoltre la cultura psicologica e non solo si va a frammischiare a una prospettiva prestazionale della genitorialità che rende i bambini oggetto di attenzioni paradossali che diventano quasi asfittiche. I due prodotti combinati, forse anche uniti a variabili della personalità dei genitori a nevrosi anche di basso lignaggio, producono questo nuovo fenomeno dei bambini scoraggiati a diventare grandi, bambini ai quali, in quanto pochi, viene chiesto di rimanere bambini al più a lungo possibile: il loro stato di piccoli infatti è un ritorno narcisistico importante, fa sentire ancora giovani, fa sentire al centro della vita, anestetizza il desiderio di fare un altro bambino. A questo dato interno io correlo: allattamenti eccessivamente prolunguati, modalità di accudimento per cui per esempio non si fa dormire mai un bambino nella sua camera, ma anche bambini che sono portati nel passeggino ben oltre l’età appropriata (bambini grandi per i passeggini che li ospitano. Un bambino per esempio: dovrebbe andare alla scuola materna a piedi) bambini che portano il ciuccio fino a molto grandi. Questi comportamenti che scoraggiano l’autonomizzazione continuano poi mi pare di notare a catena fino all’età adulta: bambini la cui amministrazione dei compiti è completamente delegata agli adulti, bambini che sono accompagnati in luoghi dove magari semplicemente non dovrebbero andare o andare da un po’ più grandi da soli, e via fino a comportamenti iperprotettivi e quindi molto svalutanti implicitamente, in adolescenza, (che di solito si accompagneranno a grandi richieste di ordine prestazionale nello sport o nell’andamento scolastico). Quando già nella prima infanzia si imbocca questa china si corre un rischio di debolezza e problematicità nell’età più adulta importante: i bambini cominciano subito a essere premiati in quanto carini e piccini, desiderabili e graziosi, ma scoraggiati e svalutati nella loro capacità di affrontare delle sfide. Il passeggino prolungato per esempio è una questione davvero da non sottovalutare, per fare un esempio, perché come messaggio implicito sta a indicare una mancanza di fiducia e di pazienza rispetto ai tempi fisiologici e necessari per imparare a camminare, per reggere un passo da grandi. Ci piaci come piccino, e carino, non ci piace che cammini da solo perché cadi, perché tu sei uno che cade, perché sei lento.”

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Molto dipende dal n. dei figli,
Esempio: una coppia con un figlio ha un tot di ore da dedicare al figlio, se la stessa coppia ne avesse 2, il tempo da dedicare a ogni figlio verrebbe dimezzato [emoji41], e così via.
Questo comporta che molte famiglie con più figli danno delle piccole responsabilità ( di solito al figlio più grande) nelle menage familiare.
Nel mio caso con tre figli abbiamo a che fare con tre caratteri differenti [emoji16] e anche quello "lento" deve arrivare dove sono arrivati gli altri [emoji41]"da solo".
Poi c'è il problema Mamme [emoji16] troppo attaccate[emoji7] e lì so guai[emoji51].
Gli scontri più cruenti con Lei sono avvenuti solo per staccarla dai figli[emoji7].
 

Brunetta

Utente di lunga data
Molto dipende dal n. dei figli,
Esempio: una coppia con un figlio ha un tot di ore da dedicare al figlio, se la stessa coppia ne avesse 2, il tempo da dedicare a ogni figlio verrebbe dimezzato [emoji41], e così via.
Questo comporta che molte famiglie con più figli danno delle piccole responsabilità ( di solito al figlio più grande) nelle menage familiare.
Nel mio caso con tre figli abbiamo a che fare con tre caratteri differenti [emoji16] e anche quello "lento" deve arrivare dove sono arrivati gli altri [emoji41]"da solo".
Poi c'è il problema Mamme [emoji16] troppo attaccate[emoji7] e lì so guai[emoji51].
Gli scontri più cruenti con Lei sono avvenuti solo per staccarla dai figli[emoji7].
Se ti interessa
https://beizauberei.wordpress.com/

Faccio una estrapolazione:
”(...) Una giovane donna che si sente svalutata nelle sue potenzialità figlia di una madre che svaluta aspetti di sé, tramite la svalutazione della prole, vivrà uno stato di scacco con la nascita dei figli, e le parti di sé già vissute come poco degne, potrebbero essere percepite come davvero minacciate. Se è poco sicura di sé, potrebbe vivere le richieste dell’accudimento come un’occasione spaventosa, che la agita e rispetto alle quali sentirsi molto inadeguata, il che a sua volta potrebbe indurla a dare quelle risposte non pienamente efficaci alle domande poste dal bambino, per esempio cadendo in atteggiamenti troppo burberi e aggressivi, oppure al contrario in una specie di sudditanza nei confronti del bambino, da cui finirà col farsi tiranneggiare. In questo senso, non c’è niente di più pestilenziale della retorica secondo cui un bambino sa sempre quello che è meglio per se, con questa teoria per cui se non fa certe cose è perché non vuole farle, e per cui alla fine si va ad azzerare la competenza genitoriale nello svolgere la sua funzione.
(...)
La genitorialità su più figli perfeziona la propria competenza emotiva, riscrive i passaggi, aggiusta il tiro, fa prendere contatto con le diversità endogene dei bambini, e fa ripensare perciò in modo completamente diverso il discorso di cui si è stati oggetto, la narrativa che ci ha scritto: ci fa raccontare in modo molto più preciso e accurato quando ci si rappresenta come genitori. Non limitarsi al primo figlio ha quindi anche questo vantaggio psicologico per la madre e generalmente per i genitori.”
 
Ultima modifica:

oriente70

Utente di lunga data
Se ti interessa
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Faccio una estrapolazione:
”(...) Una giovane donna che si sente svalutata nelle sue potenzialità figlia di una madre che svaluta aspetti di sé, tramite la svalutazione della prole, vivrà uno stato di scacco con la nascita dei figli, e le parti di sé già vissute come poco degne, potrebbero essere percepite come davvero minacciate. Se è poco sicura di sé, potrebbe vivere le richieste dell’accudimento come un’occasione spaventosa, che la agita e rispetto alle quali sentirsi molto inadeguata, il che a sua volta potrebbe indurla a dare quelle risposte non pienamente efficaci alle domande poste dal bambino, per esempio cadendo in atteggiamenti troppo burberi e aggressivi, oppure al contrario in una specie di sudditanza nei confronti del bambino, da cui finirà col farsi tiranneggiare. In questo senso, non c’è niente di più pestilenziale della retorica secondo cui un bambino sa sempre quello che è meglio per se, con questa teoria per cui se non fa certe cose è perché non vuole farle, e per cui alla fine si va ad azzerare la competenza genitoriale nello svolgere la sua funzione.
(...)
La genitorialità su più figli perfeziona la propria competenza emotiva, riscrive i passaggi, aggiusta il tiro, fa prendere contatto con le diversità endogene dei bambini, e fa ripensare perciò in modo completamente diverso il discorso di cui si è stati oggetto, la narrativa che ci ha scritto: ci fa raccontare in modo molto più preciso e accurato quando ci si rappresenta come genitori. Non limitarsi al primo figlio ha quindi anche questo vantaggio psicologico per la madre e generalmente per i genitori.”
Se ti interessa
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Faccio una estrapolazione:
”(...) Una giovane donna che si sente svalutata nelle sue potenzialità figlia di una madre che svaluta aspetti di sé, tramite la svalutazione della prole, vivrà uno stato di scacco con la nascita dei figli, e le parti di sé già vissute come poco degne, potrebbero essere percepite come davvero minacciate. Se è poco sicura di sé, potrebbe vivere le richieste dell’accudimento come un’occasione spaventosa, che la agita e rispetto alle quali sentirsi molto inadeguata, il che a sua volta potrebbe indurla a dare quelle risposte non pienamente efficaci alle domande poste dal bambino, per esempio cadendo in atteggiamenti troppo burberi e aggressivi, oppure al contrario in una specie di sudditanza nei confronti del bambino, da cui finirà col farsi tiranneggiare. In questo senso, non c’è niente di più pestilenziale della retorica secondo cui un bambino sa sempre quello che è meglio per se, con questa teoria per cui se non fa certe cose è perché non vuole farle, e per cui alla fine si va ad azzerare la competenza genitoriale nello svolgere la sua funzione.
(...)
La genitorialità su più figli perfeziona la propria competenza emotiva, riscrive i passaggi, aggiusta il tiro, fa prendere contatto con le diversità endogene dei bambini, e fa ripensare perciò in modo completamente diverso il discorso di cui si è stati oggetto, la narrativa che ci ha scritto: ci fa raccontare in modo molto più preciso e accurato quando ci si rappresenta come genitori. Non limitarsi al primo figlio ha quindi anche questo vantaggio psicologico per la madre e generalmente per i genitori.”
Grazie .
 

Pincopallino

Utente di lunga data
I miei 4 figli, dal primo giorno che sono tornati a casa dopo i 4 parti, hanno dormito nella loro camera. MIa moglie ha sempre allattato ed alzarsi la notte non era una passeggiata, ma le regole sono state chiare da subito, ognuno in camera sua.
Oggi che sono grandicelli, quando escono la sera e ritornano e magari io sono già a letto, passano dalla mia camera, ciao pa notte, ma non vi entrano.
Dovessi rinascere rifarei tutto così, ma non tanto per il sesso coniugale che quello lo si può fare anche in auto come facciamo noi, ma proprio perché non viviamo in una comunità ma in una famiglia, ognuno con il suo ruolo.
 
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