Limiti

banshee

The Queen
Un conto è superare certi limiti trascinati inconsapevolmente da circostanze nelle qualibperdiamo il controllo di noi, come nelntuo esempio.

Un altro conto è affrontare certi limiti nel pieno dominio di noi, con la voglia di superarli per affacciarsi sul vedere cosa c'è oltre..
giusto. non ho forse capito bene di che limiti si parlava qui...:)

ho letto il post di [MENTION=6619]Ross[/MENTION] e ho inteso si trattasse di quando il corpo ha superato certi limiti e tu non ne sei consapevole, oppure sei talmente un fascio di nervi o preoccupato o altro che non te ne curi...

tipo quando stai sotto esami: quante volte si fa nottata, si abusa di caffè dello studente :mexican: etc etc e poi arriva il cosiddetto "rilassamento post esame?"

oppure quando (caso più doloroso) hai una persona cara all'ospedale...quando mio padre si operò io non sentii gli stimoli di stanchezza fame sonno pipì per tante ore. poi il corpo dà segni di cedimento (mi feci quasi pipì sotto :D)
 
ci sono limiti che limitano impedendo la piena efficienza delle nostre prestazioni psicofisiche /intellettuali e altri che fanno da saggio filtro di autoconservazione.
i primi li sfido volentieri
 

Skorpio

Utente di lunga data
...

giusto. non ho forse capito bene di che limiti si parlava qui...:)

ho letto il post di [MENTION=6619]Ross[/MENTION] e ho inteso si trattasse di quando il corpo ha superato certi limiti e tu non ne sei consapevole, oppure sei talmente un fascio di nervi o preoccupato o altro che non te ne curi...

tipo quando stai sotto esami: quante volte si fa nottata, si abusa di caffè dello studente :mexican: etc etc e poi arriva il cosiddetto "rilassamento post esame?"

oppure quando (caso più doloroso) hai una persona cara all'ospedale...quando mio padre si operò io non sentii gli stimoli di stanchezza fame sonno pipì per tante ore. poi il corpo dà segni di cedimento (mi feci quasi pipì sotto :D)
Credo che Foglia abbia messo il post nel senso appunto di "limite superato contro la propria volontà" con segnali di insofferenza che appunto emergono
ma è un approccio al limite, non l'unico per fortuna

in un colorito esempio, il limite di uno che si vuol buttare col paracadute e ha comunque paura, ma è attratto dal provare sensazioni di volo

nel caso imposto è esitante e gli danno un calcio in culo dall'aereo per buttarlo di sotto :)

nel caso scelto è esitante ma decide liberamente di buttarsi dall'aereo
 

Foglia

utente viva e vegeta
Parto da uno spunto interessantissimo:


ci sono limiti che limitano impedendo la piena efficienza delle nostre prestazioni psicofisiche /intellettuali e altri che fanno da saggio filtro di autoconservazione.
i primi li sfido volentieri
... e sostituisco il "fanno" col "dovrebbero fare". Ecco il senso che do io ai limiti.

Poi... sui primi c'è chi dice che esistano per essere superati. A me lo sport ha insegnato a non oltrepassarli, caso mai a "spostare" quel famoso punto - di cui parlava Chiara.

Invero ero più interessata ai secondi limiti, quelli che appunto dovrebbero fare da saggio filtro di autoconservazione.

Quando li ho passati, non ho saputo cogliere i "segnali" che mi avrebbero autoconservata. Quando ebbi problemi psichici... non fui in grado di avvertirli prima. Anzi peggio: li avvertii, e li negai. Eppure stavo già male. E ricordo perfettamente la sensazione, del prima, dell'immediatamente prima e del durante. Fu un silenzio ovattato, fu un rimescolio e fu un'esplosione. Fu come se il mondo che mi era appartenuto non fosse più il mio, e fu come se averlo perso mi suscitasse il desiderio di riaverlo.

Tale e quale a prima, ragazzi, però :(.
Non ascoltai nemmeno un limite superato.
Non sapete quanta tristezza ho nei miei confronti per questa cosa.

E... capisco il discorso di Brunetta: più spesso capita che si pensi di avere oltrepassato un proprio limite, che in realtà non è niente. Avrei fatto scelte lavorative differenti.

Peccato che spesso i limiti, nel loro esistere o non esistere, li si viva a posteriori.
 
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