Non sembri troppo tecnico o ristretto il ricorso alla biologia, ma continuo a credere che essa sia la cosa invece più vera, più narrativa, più consapevole e potente e naturale. Hai dovuto spremere all'inverosimile le sinapsi per trovare disperatamente tutte le munizioni per andare alla guerra, e che guerra. Hai dato fondo a tutto per resistere, hai dovuto passare in rassegna tutte le articolazioni esplosive di tutti i sentimenti, riattivare i circuiti della memoria, manipolarli, chiuderli, riaprirli, modulare gli eccessi di adrenalina, badare (senza saperlo, l'ha fatto la tua bios per te) a non farti venire un infarto o fa esplodere una psicosi reattiva. Diamine, pure l'artiglieria avrà un numero finito di munizioni, no? Pure le scorte sono soggette ad esaurimento, e tu hai usato tutto! Ora sei nella fase "filo di fumo" nella landa del The Day After. Prima di fabbricare i nuovi ferri del loro onoratissimo mestiere, le tue cellule tramortite devono raccogliere materia prima, lavorarla, per produrre di nuovo i mediatori, ciò che medierà il tuo rapporto con il mondo.
Mi chiedo, lo stanno facendo da sole, nel senso, lo stai facendo da sola? Ogni convalescenza, in cui poco si ha voglia di mangiare, bere, alzarsi e correre, ha bisogno di cure sollecite, buon cibo ricostituente, attenzioni, coccole. Il processo di ricostituzione andrebbe molto più veloce se qualcuno ti fornisse ottimo cibo, nutrimento scelto e assiduo, una attenta fisioterapia dell'anima, uno sguardo vivo, vivace e amoroso. Ecco, così tutto si ricostituisce molto prima. Così anche procedere a opere come il perdono, e una nuova vista nitida e lucidata, sarebbe molto più semplice.
Da me questo per esempio non si fa, e in mancanza di alimenti sostanziosi e aiuto al nuovo movimento, arranco arrangiandomi appoggiandomi a una stampella (però molto femminile, ricoperta di perline colorate e spruzzata di Avenue Montaigne). Certo così non vado lontano. Da te?