Ma quindi dell’assassino

danny

Utente di lunga data
Quindi, cosa abbiamo imparato da questa storia?
Questa esperienza cosa ci ha insegnato?
A noi, mica agli altri, si intende.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Quindi, cosa abbiamo imparato da questa storia?
Questa esperienza cosa ci ha insegnato?
A noi, mica agli altri, si intende.
Individualmente a non pensare di poter essere al sicuro come donna perché si frequentano uomini apparentemente non violenti. Non sottovalutare il disagio mentale. Socialmente sostenere i servizi psichiatrici.
 

danny

Utente di lunga data
Individualmente a non pensare di poter essere al sicuro come donna perché si frequentano uomini apparentemente non violenti.
Ed è una buona cosa?
Un tempo, anche ai miei tempi, le donne uscivano con gli uomini proprio per potersi sentire più al sicuro.
Da sole, si diceva, erano più a rischio.
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
Ed è una buona cosa?
Un tempo, anche ai miei tempi, le donne uscivano con gli uomini proprio per potersi sentire più al sicuro.
Da sole, si diceva, erano più a rischio.
la violenza non ha genere
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ed è una buona cosa?
Un tempo, anche ai miei tempi, le donne uscivano con gli uomini proprio per potersi sentire più al sicuro.
Da sole, si diceva, erano più a rischio.
Non mi pare che sia cambiato.
Semplicemente abbia avuto una ulteriore prova che in una relazione non diventano violenti sono uomini che appartengono alla microcriminalità o poveracci.
 

spleen

utente ?
Quindi, cosa abbiamo imparato da questa storia?
Questa esperienza cosa ci ha insegnato?
A noi, mica agli altri, si intende.
Ho avuto l'ennesima conferma che una quantità potenziale di violenza sta dentro ciascuno di noi, che al fondo siamo sempre un animale opportunista, egoista e preda di pulsioni . Che le convenzioni sociali e culturali ci tengono a bada ma che in persone particolarmente fragili non sono sufficienti.
Che tutti i discorsi sul "patriarcato" e su di noi visti come esclusivamente come contenitori culturali ed educativi lasceranno sempre il tempo che trovano se non partiremo anche dal presupposto di cui sopra.
Che i media come al solito ci hanno sguazzato oltre ogni limite e che sbattere il mostro in prima pagina ci fa sentire meglio perchè dentro di noi pensiamo sempre che noi non saremo mai così.
Che è doveroso potenziare l'analisi mentale e sul disagio, ma che vedo la società, questo tipo di società, e in particolare la politica avvitarsi dentro contraddizioni inestricabili.
Che potremo magari, doverosamente, migliorare, ma che non riusciremo mai a cambiare quello che siamo.
Per me.
 

danny

Utente di lunga data
Non mi pare che sia cambiato.
Semplicemente abbia avuto una ulteriore prova che in una relazione non diventano violenti sono uomini che appartengono alla microcriminalità o poveracci.
Capirai che scoperta.
Io ho insegnato a mia figlia, che si trova una mamma che ha un modesto controllo dell'aggressività, a non essere ossessiva con lei, pretendendo quello che vuole quando le viene detto no.
Le ho insegnato a non alzare il livello di scontro, ovvero a moderare le richieste per non andare oltre.
E questo le deve essere utile con tutti, uomini compresi, ma anche amiche, visto che le donne oggi ti menano senza farsi problemi, ed è successo tra le amiche di mia figlia.
E' "quell'oltre" che non viene mai citato né compreso.
Ed è quello che avremmo dovuto tutti apprendere.
Non esiste una violenza incontrollata che non viene caricata.
Se una persona ti ruba la macchina è ovvio che tu reagisca con violenza.
E tu ladro te lo aspetti.
Se scopri tua moglie che ti tradisce, in quel mentre è ovvio che reagisci con rabbia, urlando.
E anche con violenza, molto spesso contro l'uomo, perché UN UOMO sa benissimo che si deve reagire tra pari, e non contro chi è più debole.
Ci siamo dimenticati delle emozioni, del loro controllo, dell'inevitabile difficoltà che si possono avere in determinati casi, andando a colpire indefinitamente nel mucchio, ovvero sparando a zero contro TUTTI gli uomini, a cazzo, così, per avere un nemico da combattere anche oggi.
E questo non serve a niente, se non a alimentare l'ennesima forma di ansia sociale e questo sì, a creare ulteriore antagonismo tra i generi, producendo l'effetto contrario, ovvero generando emozioni negative.
Quindi fondamentalmente non abbiamo imparato niente. Resta solo una finta solidarietà post mortem.
 

danny

Utente di lunga data
Ho avuto l'ennesima conferma che una quantità potenziale di violenza sta dentro ciascuno di noi, che al fondo siamo sempre un animale opportunista, egoista e preda di pulsioni . Che le convenzioni sociali e culturali ci tengono a bada ma che in persone particolarmente fragili non sono sufficienti.
E' assolutamente vero.
Di ragazzi fragili, con caratteristiche di aggressività latente, ne ho conosciuti.
Come padre di una figlia, mi sono trovato dall'altra parte.
Tendono a instaurare legami simbiotici con il partner, dai quali fanno dipendere il loro equilibrio.
Nel momento in cui l'altra parte rescinde il legame, la reazione è di estrema rabbia proprio perché viene ritenuta responsabile della perdita dell'equilibrio.
E' un momento molto complesso in cui i soggetti della coppia avrebbero bisogno di estremo aiuto da parte di chi hanno vicino, che qui, in questo caso, sembra essere mancato.
Vedendo i soggetti coinvolti, non fatico a comprendere il perché.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Capirai che scoperta.
Io ho insegnato a mia figlia, che si trova una mamma che ha un modesto controllo dell'aggressività, a non essere ossessiva con lei, pretendendo quello che vuole quando le viene detto no.
Le ho insegnato a non alzare il livello di scontro, ovvero a moderare le richieste per non andare oltre.
E questo le deve essere utile con tutti, uomini compresi, ma anche amiche, visto che le donne oggi ti menano senza farsi problemi, ed è successo tra le amiche di mia figlia.
E' "quell'oltre" che non viene mai citato né compreso.
Ed è quello che avremmo dovuto tutti apprendere.
Non esiste una violenza incontrollata che non viene caricata.
Se una persona ti ruba la macchina è ovvio che tu reagisca con violenza.
E tu ladro te lo aspetti.
Se scopri tua moglie che ti tradisce, in quel mentre è ovvio che reagisci con rabbia, urlando.
E anche con violenza, molto spesso contro l'uomo, perché UN UOMO sa benissimo che si deve reagire tra pari, e non contro chi è più debole.
Ci siamo dimenticati delle emozioni, del loro controllo, dell'inevitabile difficoltà che si possono avere in determinati casi, andando a colpire indefinitamente nel mucchio, ovvero sparando a zero contro TUTTI gli uomini, a cazzo, così, per avere un nemico da combattere anche oggi.
E questo non serve a niente, se non a alimentare l'ennesima forma di ansia sociale e questo sì, a creare ulteriore antagonismo tra i generi, producendo l'effetto contrario, ovvero generando emozioni negative.
Quindi fondamentalmente non abbiamo imparato niente. Resta solo una finta solidarietà post mortem.
Tu dai per scontate reazioni che non sono spontanee come ritieni.
Quindi l’apprendimento è individuale, come sempre.
 

danny

Utente di lunga data
Tu dai per scontate reazioni che non sono spontanee come ritieni.
Quindi l’apprendimento è individuale, come sempre.
No, è proprio l'apprendimento individuale il problema.
Le persone fragili e le coppie che essi generano dovrebbero godere del sostegno della comunità, essere inserite in un sistema normato e attento ai segnali e alle necessità.
Di solito, purtroppo, sono spesso lasciate da sole, hanno genitori e amici assenti, nonni egocentrici, persone attorno disattente o ignoranti.
E' ovvio che non tutti sanno farsi carico dei problemi altrui, ma il padre del ragazzo che risponde alzando le spalle alla minaccia di suicidio del figlio , dicendo che di donne ce ne sono tante, mostra solo di non capire un cazzo.
In quel momento di sfogo, per quel ragazzo quella ragazza era l'unica fonte di equilibrio, non era intercambiabile.
C'era un fortissimo disagio, evidente.
Dall'altra parte quella ragazzina è stata lasciata sola a gestire qualcosa che richiedeva esperienza superiore a quella che si può avere a 22 anni.
Se la nonna invece di scrivere libri l'avesse ascoltata, magari avrebbe potuto darle consigli su come gestire la fine di una relazione tossica.
TI assicuro che non è facile. Noi ci siamo passati ed è stato un lavoro allucinante con conseguenze pesanti.
In un'altra situazione c'è stata la rottura con un ragazzino che ha mostrato pesanti segni di disagio sociale e con la famiglia che lo ha appoggiato in tutto.
Ma in tutte queste situazioni c'è stato un continuo e totale confronto.
Ciò che dovrebbe insegnare questa storia è che le persone non dovrebbero mai essere lasciate sole nei problemi.
 
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