Masterchef ovvero delle attribuzioni

Brunetta

Utente di lunga data
Credo che chiunque guardi Masterchef (o altro reality, ma non guardo molto i reality e non so) provi istintive simpatie e antipatie.
A parte la tendenza di ognuno di noi di non smentire i propri giudizi iniziali, credo che ogni “concorrente“, nonostante il copione proposto, si riveli nel corso del programma.
Teoricamente la selezione dovrebbe avvenire per i piatti iniziali, teoricamente invece penso che vi sia una selezione casting che individui i “caratteri” rappresentativi.
Premesso ciò (prima che qualcuno me lo spieghi) trovo che la cosa più interessante sia osservare le reazioni e le attribuzioni.
Ad esempio nell’ultima puntata si è svolto uno delle consuete prove esterne a squadre.
La capitana della squadra che ha vinto ha attribuito la vittoria a sé stessa.
In pratica la vittoria viene determinata dal gradimento dei piatti da parte del gruppo a cui viene servito. Ora noi sappiamo benissimo che una volta mangiamo volentieri spaghetti al pomodoro e un’altra volta gradiamo maggiormente spaghetti aglio e olio. E non dipende dal fatto che siano cucinati più o meno bene. Quindi la vittoria è piuttosto basata sul gradimento e non stabilisce chi sia più o meno bravo a cucinare, né tantomeno l’impegno.
Invece moltissimi dei partecipanti attribuiscono la riuscita o sono indotti ad attribuirla all’impegno.
Altri invece alla sfortuna.
Altri invece piangono per la tensione dal principio alla fine.
Credo che l’interesse nei reality dipenda dalla possibilità di ritrovare il proprio stile di attribuzione e di poter trovare conferme e gratificazioni a specchio.
Ma quali sono le attribuzioni sane? Ovvero quelle attribuzioni del successo e della sconfitta a una concomitanza di fattori e non solo a se stessi? È chiaro che se il successo dipende totalmente da noi, pure totalmente da noi dipenderà il non successo.
Ad esempio un concorrente eliminato è andato via dicendo che aprirà un ristorante. Forse si sopravvaluta? Forse ha preso la trasmissione come occasione di apprendimento e notorietà e non come valutazione di sé?
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jack-jackson

Utente di lunga data
Personalmente tendo ad attribuire al non successo il successo, ovvero, anche se qualcosa non va come previsto comunque si impara e un minimo risultato lo si porta a casa, piu o meno lo stesso modo di reagire al fallimento del concorrente.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Personalmente tendo ad attribuire al non successo il successo, ovvero, anche se qualcosa non va come previsto comunque si impara e un minimo risultato lo si porta a casa, piu o meno lo stesso modo di reagire al fallimento del concorrente.
Intendi il concorrente che ha deciso di aprire un ristorante?
Sì, concordo.
 

Brunetta

Utente di lunga data
L'esperimento mostra :

  • Ipotesi del mondo giusto - È la convinzione che le persone ottengano ciò che meritano e meritino ciò che ottengono, il cui concetto è stato inizialmente teorizzato da Melvin J. Lerner (1977). Attribuire i fallimenti a cause intenzionali piuttosto che a cause ambientali - che sono immutabili e incontrollabili - soddisfa il nostro bisogno di credere che il mondo sia equo e che abbiamo il controllo sulla nostra vita. Siamo motivati a vedere un mondo giusto perché questo riduce le minacce percepite, ci dà un senso di sicurezza, ci aiuta a trovare significato in circostanze difficili e inquietanti, e ci avvantaggia psicologicamente. Sfortunatamente l'ipotesi del mondo giusto si traduce anche in una tendenza per le persone a incolpare e screditare le vittime di un incidente o di una tragedia, come lo stupro e gli abusi domestici, per rassicurare la loro insensibilità a tali eventi. Le persone possono anche incolpare i difetti della vittima in una "vita passata" per perseguire la giustificazione del loro cattivo risultato.
  • Salienza dell'attore - Nell'osservare un attore compiere un'azione c'è una fondamentale differenza di salienza tra attore e osservatore. Le persone tendono ad attribuire un effetto osservato a potenziali cause che catturano la loro attenzione. Quando osserviamo altre persone, la persona è il punto di riferimento principale della nostra attenzione, mentre la situazione viene trascurata. Pertanto, è più probabile che le attribuzioni per il comportamento altrui si concentrino sulla persona che vediamo, focus della nostra attenzione, e non sulle forze situazionali che agiscono su quella persona e di cui potremmo non essere a conoscenza. Quando osserviamo noi stessi, siamo più consapevoli delle forze che agiscono su di noi. Questa differenza tra osservazione verso l'interno e verso l'esterno spiega il pregiudizio dell'attore-osservatore[5].
  • Mancato aggiustamento (Lack of effortful adjustment in inglese) - A volte, anche se siamo consapevoli che il comportamento della persona è limitato da fattori situazionali, commettiamo comunque l'errore di attribuzione fondamentale, come dimostra l'esperimento di Jones e Harris[4] . Questo perché non teniamo conto contemporaneamente delle informazioni comportamentali e situazionali per caratterizzare le disposizioni dell'attore[6]. Inizialmente, usiamo automaticamente il comportamento osservato per caratterizzare la persona[7][8][9]. Dobbiamo poi fare uno sforzo consapevole per adattare la nostra inferenza automatica tenendo in considerazione gli elementi situazionali. Quando le informazioni situazionali non sono sufficientemente prese in considerazione per la regolazione, l'inferenza disposizionale non corretta porta all'errore fondamentale di attribuzione. Questo spiegherebbe anche perché le persone commettano l'errore di attribuzione fondamentale in misura maggiore quando sono sotto carico cognitivo, cioè quando hanno meno motivazione o energia per elaborare le informazioni situazionalihttps://it.wikipedia.org/wiki/Errore_fondamentale_di_attribuzione
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Una delle mie ex amanti, anno 2016-2019, ha partecipato a MC.
La selezione non si basa sul saper cucinare.
La selezione sceglie il personaggio che rappresenta o può rappresentare un gruppo di telespettatori che si rispecchiano nel candidato, in modo da creare fazioni e tifo tra gli spettatori, creare interesse e quindi audience.
Nientaltro.
Lei arrivò fino alla fine ma non vinse.
Pero‘ e’ ancora chef ed i suoi due ristoranti rendono bene.
Conosciuta e tampinata su amando.
 

bravagiulia75

Annebbiata lombarda DOCG
Una delle mie ex amanti, anno 2016-2019, ha partecipato a MC.
La selezione non si basa sul saper cucinare.
La selezione sceglie il personaggio che rappresenta o può rappresentare un gruppo di telespettatori che si rispecchiano nel candidato, in modo da creare fazioni e tifo tra gli spettatori, creare interesse e quindi audience.
Nientaltro.
Lei arrivò fino alla fine ma non vinse.
Pero‘ e’ ancora chef ed i suoi due ristoranti rendono bene.
Conosciuta e tampinata su amando.
Oddio in realtà sei bruno barbieri...
Solo più alto...
Questa mi mancava 🤣🤣🤣
Però...
Ha più fascino Locatelli 🤣🤣🤣😬😬😬
 

Marjanna

Utente di lunga data
Oddio in realtà sei bruno barbieri...
Solo più alto...
Questa mi mancava 🤣🤣🤣
Però...
Ha più fascino Locatelli 🤣🤣🤣😬😬😬
Bruno Barbieri fa di quei cambi di abito da far invidia a Raffaella Carrà nelle sue conduzioni in prima serata!
 

danny

Utente di lunga data
Una delle mie ex amanti, anno 2016-2019, ha partecipato a MC.
La selezione non si basa sul saper cucinare.
La selezione sceglie il personaggio che rappresenta o può rappresentare un gruppo di telespettatori che si rispecchiano nel candidato, in modo da creare fazioni e tifo tra gli spettatori, creare interesse e quindi audience.
Nientaltro.
Lei arrivò fino alla fine ma non vinse.
Pero‘ e’ ancora chef ed i suoi due ristoranti rendono bene.
Conosciuta e tampinata su amando.
Più o meno come un talent show.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Credo che chiunque guardi Masterchef (o altro reality, ma non guardo molto i reality e non so) provi istintive simpatie e antipatie.
A parte la tendenza di ognuno di noi di non smentire i propri giudizi iniziali, credo che ogni “concorrente“, nonostante il copione proposto, si riveli nel corso del programma.
Teoricamente la selezione dovrebbe avvenire per i piatti iniziali, teoricamente, invece penso che vi sia una selezione casting che individui i “caratteri” rappresentativi.
Premesso ciò (prima che qualcuno me lo spieghi) trovo che la cosa più interessante sia osservare le reazioni e le attribuzioni.
Ma quali sono le attribuzioni sane? Ovvero quelle attribuzioni del successo e della sconfitta a una concomitanza di fattori e non solo a se stessi? È chiaro che se il successo dipende totalmente da noi, pure totalmente da noi dipenderà il non successo.
Ha ragione @Alphonse02 , bisogna evidenziare.
 
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