Giovanni Drogo. Come il colonnello della fortezza Bastiani de "Il Deserto dei Tartari", di Dino Buzzati. Un nick che spiega parecchie cose a chi ha letto questo bellissimo romanzo, costruito sull'idea della perenne attesa di qualcosa che non arriva mai...
La mia storia. Mi confesso.
Sono sempre stato una persona piuttosto semplice, senza troppe pretese, ma con parecchi ideali. Fin da ragazzo sognavo una famiglia felice, simile alla mia d'origine, amare una donna ed esserne amato, avere dei figli ed amarli.
Ho avuto diverse ragazze e un paio di fidanzamenti seri, il secondo dei quali con mia moglie, una ragazza che, all'inizio, sembrava sinceramente innamorata di me ed entusiasta di iniziare una vita insieme.
Ci siamo sposati quasi dodici anni fa, dopo aver preso un appartamento in affitto che abbiamo ripulito insieme, sporcandoci di bianco e di calce. Ridevamo spesso e facevamo l'amore con passione.
Tutto sembrava perfetto. La cerimonia, il viaggio di nozze, io che la portavo in braccio dentro il nostro nido. Fotogrammi di vita in comune che mi passano, ormai un po' sgranati, davanti agli occhi.
La nascita di due figli sembra completare il quadretto che mi ero dipinto nel cuore anni prima.
Io mi dedico al lavoro e alla famiglia, investendo tutte le mie energie in essa.
Poi, dopo qualche anno, nel 2006, becco casualmente mia moglie, di notte, chiusa in una camera di casa nostra intenta a fare sesso al telefono. Il mondo mi crolla addosso. Temo di avere un infarto per la sensazione di soffocamento, di cuore alla gola.
Mi faccio forza e l'affronto. Lei che si vede scoperta mi giura in lacrime di aver sbagliato e che non commetterà più quell'errore, che si è trattato di un attimo di debolezza e che...era al telefono con un trans...
Per amore della famiglia decido di perdonarla, anche se mi chiedo e le chiedo (senza ricevere risposta) dove abbia sbagliato.
Passa un periodo in cui tutto sembra tornare nella norma, facciamo l'amore alla grande, senza risparmiarci.
Estate 2008, decidiamo di prenotare la stagione in un villaggio campeggio dove lei e i bambini avrebbero passato tutta l'estate ed io le mie ferie e il sabato e la domenica. In agosto arriva un tizio 28enne (dieci anni meno di lei) e comincia a puntarla, praticamente passa due settimane a starle dietro e lei sembra non disdegnare la sua compagnia. Me lo trovo sempre in mezzo ai piedi. Alle mie rimostranze dice che è solo "un amico". Fatto sta che con questo "amico" ci passa (a "parlare", dice lei
) una notte fino all tre, proprio un sabato che io ero lì. Quando rientra gliene dico di tutti i colori e lei si difende dicendo che erano "lì fuori" (non era vero).
Rientriamo a casa dopo le ferie ed inizia una serie di telefonate con il tizio, con lei chiusa nel bagno a parlare sottovoce. A me dice che vuole chiarire che la loro deve essere solo un'amicizia e poi afferma addirittura di avergli detto di non cercarla più, mentre le telefonate vanno avanti, pur diradandosi.
Durante le festività del natale 2008 la ribecco in bagno che parla come un'innamorata con uno (un altro!) che non era il tizio dell'estate, perchè gli dice che quello è fuori dalla sua vita..!
Io le chiedo spiegazioni e lei sostiene che stava parlando con una sua amica. Peccato che il tono non fosse quello che si una con "un'amica", ma quello era il tono che usava con me, tanto tempo prima...
Comincia il suo cambiamento sessuale. Prima era scatenata, lo prendeva dappertutto e amava tutte le posizioni. Comincia a subire il rapporto solo nella posizione del "missionario"...è poco partecipe e la frequenza dei rapporti diminuisce.
Smette il sesso anale...poi quello orale...poi non vuole neanche che glielo faccia io. Io penso che sia un momento, un periodo difficile.
Estate 2009. Partiamo per le vacanze. Anche durante il viaggio vedo che si scambia un sacco di sms "con la sua amica del cuore", dice lei.
Arrivati a destinazione ci incontriamo con degli amici che ci avevano preceduto nella zona. Mentre li stiamo salutando lei lascia il cellulare sul tavolo.
Arriva un messaggio. Ho un sesto senso. Apro e ci trovo una sfilza di messaggi d'amore di uno che dice addirittura di...essere geloso di me.. Le sue risposte sono tutte da innamoratini adolescenti. Le sbatto la questione in faccia e lei prima dice che non posso lasciare i bambini e poi si inventa una storia assurda mettendo in mezzo un povero scemo che non c'entra niente
) la molesterebbe e lei per paura risponderebbe in quel modo ("ti amo da morire" ecc.)...
Comincio a sentirmi sempre peggio...
La fine di un matrimonio è uno dei fallimenti più totali per un uomo che ha creduto in un rapporto di coppia. Lo è innanzi tutto dal punto di vista pratico (dove andare a stare? come seguire comunque i figli amatissimi? come affrontare una vita da solo? e le spese?) per chi non ha più la rete di protezione della propria famiglia d'origine (io non ho più nessuno).
Se mi fosse successo qualcosa del genere anni fa, senza figli, non avrei avuto esitazioni, né avrei speso così tante energie.
Soffro soprattutto per la mancanza di contatti fisici con lei, diradatisi nel corso dell'ultimo anno e poi cessati del tutto da dicembre. Vivo questo rifiuto come una violenza nei miei confronti ed è probabilmente questa la goccia che sta facendo traboccare il vaso.
Quando ho cominciato a farle notare che non era normale farlo tanto di rado lei mi ha anche detto che "penso sempre a quello" e che la vita non è fatta di sesso, che sono cose che si fanno a vent'anni e che tutte le coppie che frequentiamo lo fanno raramente o non lo fanno affatto. Mi ha perfino autorizzato a sfogarmi altrove. Tutto ciò mi mette una tristezza mortale nell'anima.
Io amo vivere alla luce del sole e non mi va un rapporto ipocrita, di pura apparenza, mentre ognuno si fa i fatti propri con chi capita. Mi piace vivere il rapporto con la mia donna, passeggiare insieme, ridere, parlare di tutto e fare l'amore. Altrimenti si diventa amici che vivono insieme, ma gli amici non decidono di mettere su famiglia.
Scusate la lunghezza, ma le cose da dire sono tante.