Mi sa che sei più giovane di me, però.
Comunque sì, con l'età diventa un po' più faticoso.
Però anche per te come per Foglia è stato sempre tutto sulle tue spalle.
Più che altro non ho sentito tutta sta differenza nello stare da sola. Per intenderci, questioni pratiche.
Se cambiava il pannolino di notte, alla fine mi dovevo alzare pure io. Perché lui pigliava e lo "buttava" al massimo per terra. Avrai memoria di cosa significa un pannolino sporco in casa.
Ora: va bene che se uno fa una cosa, la fa a modo suo. Ma certi concetti paiono forzature.
Lo stesso dicasi per qualsiasi altra cosa: "aspetta che rientro prima di farlo dormire". Secondo lui, era una mia prevaricazione il fatto che lo facessi addormentare al consueto orario, sapendo che sarebbe rientrato una mezz'ora dopo.
Le rare volte che era in casa in momenti utili?
Partivano telefonate. Magari pure una sola. Ma di un'ora. Puntuali come la morte. Ora: io che debbo dire di fronte a uno che poi è capace. (come lo è stato) di dire di sentirsi escluso?
Verrebbe da dire "muovi il culo". Invece ero oggetto di critica se magari gli facevo il bagnetto dopo mezz'ora della sua telefonata. E di ben peggio se ad un certo punto "osavo" magari "chiamarlo", in modo che da ambo le parti del telefono fosse chiaro che qualcuno attendesse. Le tre volte che lo ho fatto non dico le scenate. In una di queste volte mi fu portato a esempio il modo (che non risponde al vero) con cui sua mamma sarebbe solita distogliere il marito da telefonate fiume nei momenti meno opportuni: a metà tra il supplicante ed il questuante.
E' meglio ora: almeno quando deve stare con suo figlio viene a prenderlo alle 19.00. Prima era praticamente fantascienza.