Metterci una pietra (lapide) sopra

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.

Sole

Escluso
Io invece non ne sono così convinta. E' l'amore che ti fa stare con una persona. Se l'amore non c'è mai stato quale valore potresti dare alla fedeltà? Perchè te lo chiede l'altro/a? Posso capire il valore dell'unione come impresa, nel senso, c'è chi ci crede, una casa una famiglia i figli un lavoro in comune. Ma uno spazio per i sentimenti e per le emozioni ci dovrà pur essere.
Sul neretto io la penso esattamente come te. Per questo non starei mai con un uomo che non amo.

Però capisco e stimo le persone (oggi sempre più rare) che fanno una scelta che è dettata, se non dall'amore romantico, dall'amore per i propri valori (la lealtà, ad esempio) e le proprie idee. Scelta che può comportare anche il sacrificio di una parte vitale di sé, come la sfera erotica e sentimentale, in nome di una serenità interiore che altrimenti non si proverebbe.
 

feather

Utente tardo
Sociale? La società fondata sulla famiglia che reprime l'individuo?
In Asia è la regola.
È i risultati non è che siano meravigliosi..
Inoltre mano a mano che le donne diventano economicamente autosufficienti tutto l'impianto si sgretola come un castello di sabbia. Segno che era costruito sul nulla.
 

Carola

Utente di lunga data
Spazio x i sentimenti...
A volte penso che si possa reprime la parte di se vitale da cui sfera erotica e sentimentale x una parte di se diversa

Fare una scelta che però
...Non deve poi pesare su nessuno

Perché se una scelta c'è la auto imponiamo credo che pesi e prima o poi venga fuori
A me personalmente negandomi di avere bisogno di determinare cose , succedeva così

Sono cose che capisco adesso a freddo, adesso che faccio terapia.

Credo che questo mio dibattersi interiormente sia dato da valori che ho fatto miei , dati anche dallEsdei miei genitori ... e una parte di me che è diversa... che sente che non è giusto non concederesi un rapporto non più felice.. più vero

feath forse la tua amante non era poi così in crisi, mi da proprio idea di una che voleva sognare ma che messa davanti al rischio di perdere tutto abbia fatto una bella ripensata

Io, visto che mi trovi x certo versi simile, non ho avuto questa paura perché quel " tutto" non mi stava comunque bene

Non vuol dire che sono meglio o peggio
Solo situaz diverse
Ma come vedi ho una paura fottuta di sbagliare anche io
 

danny

Utente di lunga data
Sociale? La società fondata sulla famiglia che reprime l'individuo?

E se invece di pensare in questi termini, si pensasse alla famiglia come qualcosa che completa l'individuo?.
Cosa siamo noi senza gli altri? Senza gli affetti? Senza qualcuno da amare, che ci faccia sentire vivi e ci conceda l'illusione di essere importanti, e sicuramente scacci da noi l'idea di essere soli?
E' ovvio che la famiglia debba costituirsi sul sapersi dare agli altri - prima regola - sugli spazi concessi all'individualità, ma una famiglia è anche una necessaria assunzione di responsabilità verso gli altri elementi che la compongono - dai figli ai compagni.
E questa responsabilità è auspicabile anche verso tutte le persone che compongono la collettività: vedere tutto in termini individualistici frantuma la società, ci rende deboli, probabili vittime del più forte, o del più egoista, e soli.
 
Non sto parlando di me e tanto meno di te, sto parlando dei miei genitori che hanno vissuto una vita con uno senso di responsabilità che oggi è rarissimo. Responsabilità sociale nei confronti dei figli e dell'impegno assunto. Cose d'altri tempi. Non ho parlato di mancanza d'amore, ho parlato di rose.
Com'era la loro condizione economica?
A cosa andava incontro tua madre se lasciava suo marito?
Era passata la legge sul divorzio?
O si erano sposati in cui il divorzio era un grande tabù?

Faccio queste domande per inquadrare meglio la situazione.

Per me non era nè senso di responsabilità, nè amore
Ma solo necessità di sussistenza.

ma tanto stiamo tornando a quei tempi alla velocità della luce.
 
In Asia è la regola.
È i risultati non è che siano meravigliosi..
Inoltre mano a mano che le donne diventano economicamente autosufficienti tutto l'impianto si sgretola come un castello di sabbia. Segno che era costruito sul nulla.
Beh allora oggi molti uomini sono a casa dal lavoro
perchè a causa dell'emancipazione
le donne hanno portato via a loro il lavoro...

Beate allora certe società africane
basate sul modello leonino...

Solo le femmine lavorano...
E i maschi dato che sono maschi
riposano!:p:p:p:p
 
E se invece di pensare in questi termini, si pensasse alla famiglia come qualcosa che completa l'individuo?.
Cosa siamo noi senza gli altri? Senza gli affetti? Senza qualcuno da amare, che ci faccia sentire vivi e ci conceda l'illusione di essere importanti, e sicuramente scacci da noi l'idea di essere soli?
E' ovvio che la famiglia debba costituirsi sul sapersi dare agli altri - prima regola - sugli spazi concessi all'individualità, ma una famiglia è anche una necessaria assunzione di responsabilità verso gli altri elementi che la compongono - dai figli ai compagni.
E questa responsabilità è auspicabile anche verso tutte le persone che compongono la collettività: vedere tutto in termini individualistici frantuma la società, ci rende deboli, probabili vittime del più forte, o del più egoista, e soli.
Sei vicino al pensiero di mio nonno.
Lui diceva che un uomo senza na moglie e dei figli
si riduce ben presto ad un barbone.

Però diceva pure
che un uomo ha diritto alle sue amanti.
Ma prima non deve far mancare nulla alla moglie.

E diceva che in nessun caso è lecito
abbandonare la moglie e i figli.
 

mic

Utente di lunga data
Mio pensiero...

E se invece di pensare in questi termini, si pensasse alla famiglia come qualcosa che completa l'individuo?.
Cosa siamo noi senza gli altri? Senza gli affetti? Senza qualcuno da amare, che ci faccia sentire vivi e ci conceda l'illusione di essere importanti, e sicuramente scacci da noi l'idea di essere soli?
E' ovvio che la famiglia debba costituirsi sul sapersi dare agli altri - prima regola - sugli spazi concessi all'individualità, ma una famiglia è anche una necessaria assunzione di responsabilità verso gli altri elementi che la compongono - dai figli ai compagni.
E questa responsabilità è auspicabile anche verso tutte le persone che compongono la collettività: vedere tutto in termini individualistici frantuma la società, ci rende deboli, probabili vittime del più forte, o del più egoista, e soli.
Non concordo...
La famiglia non completa l'individuo. Può sviluppare parti dello stesso che prima non erano palesi, al limite, ma non lo completa. Gli esseri umani per loro natura non si possono completare, per quanto ci si sforzi non si può.
Al contrario, perfezionare il singolo porta di riflesso a migliorare anche ciò che è composto da più persone (famiglia e società). Capire chi siamo e cosa siamo, è la strada maestra per lo sviluppo di tutto.:)
 

danny

Utente di lunga data
Non concordo...
La famiglia non completa l'individuo. Può sviluppare parti dello stesso che prima non erano palesi, al limite, ma non lo completa. Gli esseri umani per loro natura non si possono completare, per quanto ci si sforzi non si può.
Al contrario, perfezionare il singolo porta di riflesso a migliorare anche ciò che è composto da più persone (famiglia e società). Capire chi siamo e cosa siamo, è la strada maestra per lo sviluppo di tutto.:)
Perfezionare ci sta. E' difficile essere amati se non ci si ama.
Con l'equilibrio però di chi sa di essere comunque parte di un contesto.
Altrimenti a furia di guardare il nostro io ci si ritrova a non vedere altro che quello.
Il punto d'incontro è a metà. Tra le esigenze dell'individuo e quelle degli altri.
Sembra una cosa scontata, ma la maggior parte delle persone non vi ci arriva neppure lontanamente.
 

danny

Utente di lunga data
Non sono daccordo, essere soli non significa essere deboli.
In qualsiasi società l'essere solo non garantisce alcuna forza.
Lo puoi spostare dall'ambito della famiglia a quello del lavoro o a quello della politica - argomento più spinoso, che vorrei evitare per non incorrere in partigianerie inutili.
Prova a prendere 1000 operai di un'azienda che scioperano tutti assieme.
E poi confrontali con 1000 interinali di 100 società diverse che vanno ognuno per la propria strada perché incapaci di pensare in maniera collettiva, di gruppo, non avendo più necessità, storie ed esigenze comuni.
E dimmi in quale delle due situazioni vi è maggior forza.
 

danny

Utente di lunga data
Quindi grandi pensatori illuminati che non si sono mai sposati erano uomini incompleti?

Confrontarci con i grandi pensatori non è corretto. Le valutazioni che si possono fare qui sono di massima.
Esistono poi individui che non trovano alcun completamento né nel consorte né nei figli.
Conosco persone che vivono per la scienza, o per l'arte.
Essenzialmente, però, la loro opera rimane a vantaggio di tutta la società, quindi non possono definirsi avulsi da essa.
 
e
Confrontarci con i grandi pensatori non è corretto. Le valutazioni che si possono fare qui sono di massima.
Esistono poi individui che non trovano alcun completamento né nel consorte né nei figli.
Conosco persone che vivono per la scienza, o per l'arte.
Essenzialmente, però, la loro opera rimane a vantaggio di tutta la società, quindi non possono definirsi avulsi da essa.
e
spesso la loro solitudine, disperazione, sofferenza è il valore aggiunto nelle loro opere .
ci sono personalità che non riusciranno mai a considerare il loro modo di vita in funzione di altri e con priorità che non sono le proprie
 

danny

Utente di lunga data
Sei vicino al pensiero di mio nonno.
Lui diceva che un uomo senza na moglie e dei figli
si riduce ben presto ad un barbone.

Però diceva pure
che un uomo ha diritto alle sue amanti.
Ma prima non deve far mancare nulla alla moglie.

E diceva che in nessun caso è lecito
abbandonare la moglie e i figli.

E io sono distante dal mio.
Mio bisnonno ebbe per primo due moglie in successione.
Mio padre completò la rivoluzione con una moglie, un divorzio all'alba della legge, e qualche decina di compagne in successione, l'ultima delle quali ha la mia età.
Alla fine per rivoluzionare ancora, si deve essere reazionari. In apparenza.
Nella realtà non esiste una ricetta valida per tutti.
Potremmo discuterne per ore, ma essenzialmente ognuno di noi può avere opinioni differenti.
Però, basta averle, e non finire nell'ipocrisia.
Avere amanti e mentire al consorte è un'ipocrisia.
Conosco una coppia che può parere scandalosa dal di fuori.
Sono scambisti, esibizionisti e quant'altro. Ragionandoci sopra però non li trovo affatto esecrabili.
Si sono incontrati e hanno condiviso le loro esigenze, e insieme hanno cercato di soddisfarle.
Insieme, e questa non è cosa da poco. Molto meglio di altre coppie che conosco che si mentono giorno per giorno, dando sfogo al loro ego dimentichi degli altri.
Chi è più individualista, allora?
Avere una famiglia non vuol dire automaticamente essere più di un individuo.
Avere una famiglia vuol dire cercare un equilibrio necessario tra individualità e responsabilità, tra sè stessi e gli altri.
In questo senso una famiglia completa l'individuo, e non lo reprime.
 
Ultima modifica:
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Top