Spero, Ivo, che accetterai queste mie riflessioni per quel che sono, come riflessioni generali (in fondo non ti conosco affatto) e non come giudizi.
Leggendo i tuoi interventi, Ivo, noto che le parole che usi, il tono del racconto e del discorso, la forma delle riflessioni, hanno subito un forte degrado, passando dal desiderio di comprendere alla rabbia verso il mondo.
Guardando le cose da qui,e dunque limitatamente a quel che leggo di tuoi, direi che non hai ancora "fatto passare" le tue trascorse e dure esperienze emotive. Nei sei ancora pienamente oinvolto. Il che è, naturalmente, perfetamente comprensibile e normale. Sei ancora preso dal caos di sentimenti, segni, fenomeni, che è l'effetto dei tuoi dolori. Il mondo ha perso la sua stabilità, l'orizzonte si muove pericolosamente e non è facile decifrare la realtà e nemmeno te stesso.
Questo non pèerché hai difetti cognitivi ma solo perché risistemare tutto dopo le botte che la vita ti ha mandato non è facile. E' come se ti sfuggisse la grammatica per rimettere a posto le parole della tua vita dopo che il ciclone trasorso ha spostato tutto.
Così, nonostante il tuo evidentissimo sforzo di autocontrollo, che traspare da tutti gli interventi, lasci emergere una pericolosa furia distruttiva (ed autodistruttiva) coperta appena da una razionalizzazione di indifferenza.
Sempre da qui, da lontano, quel che mi verrebbe in mente di suggerire (ma tu non hai chiesto suggerimenti, quindi qui parlo da solo, per me stesso) è di non prendere decisioni. Nonhai responsabilità in nulla di quel che ti è accaduto e non hai obblighi morali. Scatena le tue energie in palestra ma aspetta - datti tempo - a valutare e scegliere. Non sentirti obbligato a nulla. Il mondo continuerà a girare nonostante tutto, nonostante i sedili abbassati e il resto. Fregatene un po' di tutto...non sentirti obbligato a nulla e lasciati scivolare addosso, almeno per un po' di tempo, tutto quello che non ti tocca davvero.
Per quel poco che conta hai la mia umana simpatia.