immagino di si...
Quella dell'amante é una situazione in cui non mi sono mai trovata e in cui non vorrei trovarmici mai.
Sono davvero curiosa di sapere quale sia la VERA spinta che porta ad intraprendere una relazione di sicura sofferenza.
Non credo ai: "mi é capitato per sbaglio......non pensavo... etc.."
Ciao, benvenuta
Ne sei davvero certa?
Io sono stata amante. Ho avuto amanti. Sono stata amante single. Sono stata amante in coppia.
Insomma, ho sperimentato un po' le diverse declinazioni dell'amantato.
Partendo da un presupposto ben chiaro in me: facevo(non ero) l'amante perchè io volevo quello.
Ossia volevo proprio una relazione ben confinata in partenza.
Che non mi richiedesse impegno. Oltre quello stabilito e i limiti dell'impegno dell'altro erano una garanzia. Non per me, ma per l'altro.
che non mi facesse casini nella mia vita. E se ne restasse dalla sua parte se non per quei momenti che condividevamo insieme.
Inizio. Fine.
Tempo determinato.
Col tempo ho imparato che non è esattamente così, nel senso che io credevo, da più giovane, che quei limiti fossero davvero garanzia, poi ho sperimentato che invece non è così e ci sono pure quelli che cominciano a perdere la tramontana, a parlar di amore e affini, e la gelosia, e questo e quello. Con tanto di proposte di progetti comuni.
Roba che a me faceva semplicemente venire l'orticaria.
Se mi ero presa uno impegnato era anche per il fatto che non volevo minimamente progetti comuni con qualcuno in quel periodo della mia vita.
Io avevo i MIEI progetti, che riguardavano me.
E non volevo nessun tipo di intromissione. E nessun tipo di condivisione.
La condivisione era per i momenti insieme.
Il bello di esseri amanti è che il tempo del desiderio è vissuto con una intensità maggiore che in una relazione che si appoggia nella quotidianità.
C'è tutta la parte di preparazione, il durante, il salutarsi...è adrenalina che gira. Endorfine. Emozioni. Ed è molto piacevole.
Non soltanto per il sesso. Ma proprio per tutta la situazione.
Che però, per come io l'ho vissuta ogni volta, aveva un tempo di inizio e di fine ben definiti. Finito il tempo del desiderio, io tornavo alla mia vita. L'amante era una dimensione a lato. Non centrale.
Tanto che ci sono state volte in cui , pur essendo l'amante, avevo relazioni con altri.
E mi è pure capitato l'amante che faceva il geloso e voleva l'esclusività :rotfl:
Ma il presupposto di partenza è che no nero in "cerca" dell'uomo da portarmi a casa. Anzi, non ne volevo proprio di uomini in casa mia. E quelli che ci venivano ne uscivano prima di colazione, che ho sempre preferito farmi da sola
Idem le feste comandate o i week end.
Non ho mai sperimentato la mancanza di un amante. O il desiderio di incontrarci oltre i tempi concordati. O il desiderio di cambiare l'assetto della relazione. Era il mio amante, ero la sua amante. Fine.
Soddisfaceva alcuni bisogni, relegati ad alcune sfere della mia sessualità.
Era un servirsi vicendevolmente ma senza nessuna progettualità, o meglio, senza NESSUN DESIDERIO di progettualità condivisa.
Alcuni sono stati persone molto importanti per me. Da cui ho imparato moltissimo.
Per altri sono stata importante io.
In ogni caso, molte volte, è stato uno scambio prezioso.
Poi sono capitati pure quelli che facevano casino e io li rimandavo al mittente, che non volevo casini.
Ma sbagliavo io nel guardarli...loro fondamentalmente senza raccontarsi la faccenda dell'amore non ne uscivano da nessuna parte, ergo dovevano portare l'amore anche con me.
Ho imparato a tenerli lontani.
Non sono affidabili quelli che cercano l'amore, va a finire che lo trovano solo perchè lo cercano.
Come vedi le prospettive possono essere molteplici, questa è una delle tante.
E ce ne sono tante, che non seguono il copione della poveretta che finisce a morir d'amore davanti ad una porta che non si aprirà mai, quello è harmony

...ma tu non sei un'amante.
E non sei interessata a fare l'amante.
Cosa ti interessa dell'amante?
Pensi tramite lei di poter comprendere meglio tuo marito?
Di trovare motivazioni al suo agire?