Ci diamo così tanto da fare per superare l'evento che ha fatto da spartiacque fra il prima e il dopo del nostro rapporto di coppia perché è innegabile che di qui in avanti ricorderemo i fatti della nostra vita facendo questo riferimento temporale.
Mettiamo in atto strategie di comportamento, ci facciamo spesso aiutare dagli esperti in materia (con notevole danno anche al nostro portafoglio), ci sfoghiamo su questo forum (croce e delizia) quando il tormento raggiunge livelli di guardia.
Quanta fatica! Quanta energia che potrebbe essere meglio spesa nella cura delle cose belle della vita, invece tutto il resto è per noi un contorno sbiadito, che interessa poco o nulla.
Leggendo molti utenti noto un comune sentire: le cose non torneranno più quelle di un tempo, il tradimento lascia una ferita difficilmente rimarginabile, il ricordo sbiadirà, ma ci sarà sempre...
Lo penso anch'io e allora mi chiedo:
ne vale proprio la pena autoinfliggersi tutta questa fatica, questo vivere a metà?
E alla fine di questo duro cammino (perché a un certo punto dovrà pur finire) troveremo l'agognata serenità?
E se così non sarà, finiremo con l'accontentarci del "meno peggio"?
Ora capisco di più coloro che hanno usato l'accetta mentre prima li consideravo impulsivi e irragionevoli.
Ora capisco anche di più chi non ce l'ha fatta perché ha temuto che l'amarezza fosse per sempre, e non parlo di chi ha preso la cosa come pretesto per rompere un legame già logoro, ma di chi ci ha creduto davvero.
Purtroppo sono pochi quelli che hanno testimoniato qui un esito brillante per la loro vita di coppia, un'armonia ritrovata, forse anche migliore di prima, e questo è sconfortante. Ci sono, ma sono pochi.
Diciamocelo senza raccontarcela: è indubbiamente una delle esperienze più difficili da superare in un rapporto di coppia.
L'avevo intuito da subito, ma è ora che me ne sono persuasa.
E' una delle tante riflessioni che mi passano per la testa in questi frangenti, prendetela quindi per quella che è.