Mi unisco al coro

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Spiegami perché non ho capito per favore
Inizia a fare allora quello che ti si dice di fare senza metterci del tuo.

Non hai digitato etimo.
Inizia da quello e riparti.

Ci vuole un po' di fatica, no, per imparare cose nuove? :)
 
D

Deleted member 24372

Guest
Inizia a fare allora quello che ti si dice di fare senza metterci del tuo.

Non hai digitato etimo.
Inizia da quello e riparti.

Ci vuole un po' di fatica, no, per imparare cose nuove? :)
Ho digitato "sacrificio etimo" ed è uscito quello che ho riportato
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
fai così.

Digita "sacrificare etimo"

Poi riprova.

Vedrai che non devo neanche spiegarti come mai la tua è una affermazione stupidamente paternalistica. Forse.

Ho digitato "sacrificio etimo" ed è uscito quello che ho riportato
ho il lieve sospetto che i pipponi non siano il problema fondamentale, per quanto riguarda la lettura.
 

CIRCE74

Utente di lunga data
Dici che fai sesso quando c'è sentimento. E che questo è in linea con te.

Poi aggiungi che quando senti di altri che vivono fisicamente il tradimento, senti di esser uscita dalla tua linea.

Se non leggo male, il grassetto sottolineato è la risultanza del grassetto e del sottolineato.
Quindi il tuo pensare a te è frutto della risultanza di un tuo pensiero e del pensiero altrui.

E tu ne esci malconcia. In questo caso perlomeno.
Ti porta addirittura a mettere in discussione l'autenticità della tua linea. (ed è discutere l'autenticità del tuo essere che probabilmente ti sposta dal sentirti in linea con te).

Ad essere in discussione, quindi, non è quello che possono pensare o dire o fare gli altri.
Ma il posizionamento della tua autenticità in una determinata situazione.

Per questo ti chiedevo se riguarda la tua linea.
Forse non soltanto tu vuoi fare sesso con sentimento, ma vuoi anche che anche l'altro faccia sesso con sentimento.

E, sentendo commenti e affermazioni che disconfermano, è la tua aspettativa ad essere delusa.

Perchè se tu fai sesso con sentimento, il soggetto, la protagonista sei tu.
L'altro vien dopo, e semmai è una valutazione di rispondenza ai tuoi desideri quella che puoi fare.
Ossia valutare se quell'altro è degno di te oppure no. .

Non è che il suo (per ipotesi) non metterci sentimento, toglie qualcosa al tuo mettercelo.

Mi sono spiegata meglio?
Certo che voglio che anche l'altro faccia sesso con sentimento... più che altro per me il problema sarebbe non avere capito cosa mi lega a questa persona tanto da arrivare a farci l'amore...sarebbe comunque uno sbaglio mio non avere capito la controparte...la mia delusione e il mio sentirmi non in linea con me stessa deriverebbe da questo...dal dubbio di avere preso un abbaglio...significherebbe avere accolto una persona nella mia vita senza averla capita...e questo non è da me.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
😂
Ho ri-digitato "sacrificare etimo" e il risultato non cambia
Vero che mr google si adatta 🤦‍♀️ 🤦‍♀️

Sacrificare, Sagrificare



Etimo.


Questo invece treccani.

(ant. o region. sagrificare) v. tr. [dal lat. sacrificare, comp. di sacrum «rito sacro» e -ficare, dal tema di facĕre «fare»] (io sacrìfico, tu sacrìfichi, ecc.). – 1. a. Nelle religioni pagane, celebrare solennemente un rito sacrificale, offrire un sacrificio, generalmente cruento, a una o più divinità: s. animali, vittime umane. Anche assol.: s. a Diana; s. agli dèi inferi. b. Con uso assol., non com., celebrare la messa, cioè il sacrificio del corpo e del sangue di Cristo: sacrificò dunque la mattina appresso Fra Baldassare (P. S. Pallavicino). c. Per estens., assol., dimostrare apertamente, e anche ostentatamente, devozione e ammirazione per un valore ideale, o attaccamento e dedizione a un proposito: s. alla bellezza; a ogni occasione sacrificano alla pace e preparano segretamente la guerra. 2. fig. a. Immolare, offrire in sacrificio la propria vita o un proprio interesse morale e materiale per il bene della patria, della società o di altri, per una fede o un ideale, o anche trascurare le proprie esigenze, i proprî interessi materiali e morali a vantaggio altrui: s. sé stessi, gli affetti più cari per la libertà del proprio paese; s. la carriera per la famiglia; una ragazza che ha sacrificato la propria giovinezza per dedicarsi al recupero dei tossicodipendenti. Anche rifl.: molti patrioti si sono sacrificati per la patria; una madre che si è sempre sacrificata per i figli. b. Rinunciare a un utile o a un diritto, a una cosa desiderata o a uno svago, per uno scopo o un interesse diverso, a favore proprio o di altri: per finire in tempo il lavoro ho dovuto s. la domenica; sacrifico volentieri due ore di sonno per tenerti compagnia fino alla tua partenza; la libertà sua e l’onore vilmente sacrifica alla potenza di pochi (Alfieri). Con altro sign., eliminare, o anche ridurre, rimpicciolire: per mancanza di spazio sono stato costretto a s. la parte finale dell’articolo; per allargare il soggiorno ho dovuto s. l’ingresso. Comune anche come rifl.: resta pure a divertirti, non ti sacrificare per me; non vorrei sacrificarvi, costringervi a fare un sacrificio. c. Nel gioco degli scacchi, effettuare un sacrificio (v.): s. un cavallo, la donna, due pedoni. d. Danneggiare, limitare le possibilità e le aspirazioni di una persona, costringendola a una sistemazione diversa da quella desiderata e meritata: è veramente un peccato s. quel ragazzo non facendolo proseguire negli studî; pensa solo al lavoro, sta sacrificando la propria famiglia; il pensiero di sacrificare una figlia a mire interessate avrebbe fatto ribrezzo (Manzoni). Con riferimento a cose (ma anche a persone), non valorizzarle, cioè impiegarle o utilizzarle in modo inadeguato al valore e alle possibilità di rendimento: non mettete quel bel mobile in un angolo, lo sacrificate. ◆ Part. pres. sacrificante, anche come agg. e sost., solo nel sign. religioso, che o chi compie (o celebra) il sacrificio: il sacerdote sacrificante o il sacrificante. ◆ Part. pass. sacrificato, anche come agg., in senso fig., pieno di sacrifici, di rinunce, di privazioni: fare una vita sacrificata; o danneggiato, limitato come capacità e possibilità, come aspirazioni e diritti, non valorizzato: un attore sacrificato in un ruolo secondario; è una stanza sacrificata; o di chi si trova in condizione di disagio materiale per mancanza di spazio, di comodità e sim.: in questo appartamento siamo (o stiamo) un po’ sacrificati. Anche come s. m. (f. -a), persona costretta a gravissime rinunce materiali e morali: con quella pesante situazione familiare è veramente un sacrificato.



Mi spiace non ci siano le immagini. :)

Adesso leggi.
Dopo aver letto prova ad unire i punti e a pensare a come mai il tuo intervento è stupidamente paternalistico.
 
D

Deleted member 24372

Guest
Etimo sai cosa significa? Partiamo da questo
  1. La forma più antica, documentata o ricostruita, cui si possa risalire percorrendo a ritroso la storia di una parola: nizdos ‘giaciglio’ è l'etimo ricostruito, nell'ambito della lingua indeuropea comune, dell'italiano nido.
 
D

Deleted member 24372

Guest
Vero che mr google si adatta 🤦‍♀️ 🤦‍♀️

Sacrificare, Sagrificare



Etimo.


Questo invece treccani.

(ant. o region. sagrificare) v. tr. [dal lat. sacrificare, comp. di sacrum «rito sacro» e -ficare, dal tema di facĕre «fare»] (io sacrìfico, tu sacrìfichi, ecc.). – 1. a. Nelle religioni pagane, celebrare solennemente un rito sacrificale, offrire un sacrificio, generalmente cruento, a una o più divinità: s. animali, vittime umane. Anche assol.: s. a Diana; s. agli dèi inferi. b. Con uso assol., non com., celebrare la messa, cioè il sacrificio del corpo e del sangue di Cristo: sacrificò dunque la mattina appresso Fra Baldassare (P. S. Pallavicino). c. Per estens., assol., dimostrare apertamente, e anche ostentatamente, devozione e ammirazione per un valore ideale, o attaccamento e dedizione a un proposito: s. alla bellezza; a ogni occasione sacrificano alla pace e preparano segretamente la guerra. 2. fig. a. Immolare, offrire in sacrificio la propria vita o un proprio interesse morale e materiale per il bene della patria, della società o di altri, per una fede o un ideale, o anche trascurare le proprie esigenze, i proprî interessi materiali e morali a vantaggio altrui: s. sé stessi, gli affetti più cari per la libertà del proprio paese; s. la carriera per la famiglia; una ragazza che ha sacrificato la propria giovinezza per dedicarsi al recupero dei tossicodipendenti. Anche rifl.: molti patrioti si sono sacrificati per la patria; una madre che si è sempre sacrificata per i figli. b. Rinunciare a un utile o a un diritto, a una cosa desiderata o a uno svago, per uno scopo o un interesse diverso, a favore proprio o di altri: per finire in tempo il lavoro ho dovuto s. la domenica; sacrifico volentieri due ore di sonno per tenerti compagnia fino alla tua partenza; la libertà sua e l’onore vilmente sacrifica alla potenza di pochi (Alfieri). Con altro sign., eliminare, o anche ridurre, rimpicciolire: per mancanza di spazio sono stato costretto a s. la parte finale dell’articolo; per allargare il soggiorno ho dovuto s. l’ingresso. Comune anche come rifl.: resta pure a divertirti, non ti sacrificare per me; non vorrei sacrificarvi, costringervi a fare un sacrificio. c. Nel gioco degli scacchi, effettuare un sacrificio (v.): s. un cavallo, la donna, due pedoni. d. Danneggiare, limitare le possibilità e le aspirazioni di una persona, costringendola a una sistemazione diversa da quella desiderata e meritata: è veramente un peccato s. quel ragazzo non facendolo proseguire negli studî; pensa solo al lavoro, sta sacrificando la propria famiglia; il pensiero di sacrificare una figlia a mire interessate avrebbe fatto ribrezzo (Manzoni). Con riferimento a cose (ma anche a persone), non valorizzarle, cioè impiegarle o utilizzarle in modo inadeguato al valore e alle possibilità di rendimento: non mettete quel bel mobile in un angolo, lo sacrificate. ◆ Part. pres. sacrificante, anche come agg. e sost., solo nel sign. religioso, che o chi compie (o celebra) il sacrificio: il sacerdote sacrificante o il sacrificante. ◆ Part. pass. sacrificato, anche come agg., in senso fig., pieno di sacrifici, di rinunce, di privazioni: fare una vita sacrificata; o danneggiato, limitato come capacità e possibilità, come aspirazioni e diritti, non valorizzato: un attore sacrificato in un ruolo secondario; è una stanza sacrificata; o di chi si trova in condizione di disagio materiale per mancanza di spazio, di comodità e sim.: in questo appartamento siamo (o stiamo) un po’ sacrificati. Anche come s. m. (f. -a), persona costretta a gravissime rinunce materiali e morali: con quella pesante situazione familiare è veramente un sacrificato.



Mi spiace non ci siano le immagini. :)

Adesso leggi.
Dopo aver letto prova ad unire i punti e a pensare a come mai il tuo intervento è stupidamente paternalistico.

Allora, da quello che leggo per sacrificio si intende qualcosa che si da di sé o di qualcun altro per il bene altrui o delle divinità come avveniva durante i rituali antichi.
Però, permettimi, il sacrificio che s'intende oggi è anche quello che si fa per sé stessi.
 
Ultima modifica da un moderatore:

Marjanna

Utente di lunga data
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
Allora, da quello che leggo per sacrificio si intende qualcosa che si da di sé o di qualcun altro per il bene altrui o delle divinità come avveniva durante i rituali antichi.
Però, permettimi, il sacrificio che s'intende oggi è anche quello che si fa per sé stessi.
procurati un paio di boxer rossi coi ponpon ed escilo fuori, che qui le donne chiedono
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Sì, non ti preoccupare. Leggere è un problema oggigiorno. Lo so.

Definisci sacrificare.
Ho un’amica, che si è fatta tatuare un poema in corsivo di non so chi sulla schiena, dalla nuca alle fossette di venere che per chi non sapesse cosa sono, sono i punti dove noi maschietti mettiamo i pollici mentre lei è a pecora.
Piu‘ volte mi ha invitato a casa sua a leggere…e non ho ancora trovato una mattinata di tempo zioporco.
Quindi confermo, leggere è un problema.
Devo ricordarmi gli occhiali da presbite +1,50.
 
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