Ciao Iosolo, ho letto la tua storia che, come molte altre, praticamente è quasi identica alla mia sopratutto dal punto di vista di come mi sento io, il rapporto con lui e le domande che mi pongo.
Come stai tu adesso ad un anno di distanza dai tuoi posti del 2016? Te lo chiedo per capire come forse starò io nei prossimi mesi. [emoji37]
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Come sto?! Ottima domanda, più difficile la risposta.
Parto dalle cose facili, i fatti.
Siamo rimasti insieme, abbiamo fatto per un lungo periodo terapia, tutti gli schemi della coppia sono completamente saltati. Sono passata per liti furibonde, pianti inconsolabili, odio e rancore, e ancora tanto e tanto dolore.
Insieme, ci siamo passati insieme.
Un anno fa mi chiedevo se stessi snaturando me stessa accettando di rimanere con lui, ero furibonda con me, non riuscivo a trovare pace. Mi guardavo allo specchio e vedevo esattamente quello che credo lui abbia visto in me... una donna debole, innamorata e accondiscendente.
Ero paralizzata e impaurita da questa immagine di me.
Volevo mollare tutto anche solo per dimostrare per prima a me stessa che le cose non erano così.
E' stato un duro cammino. Non credo che lui possa mai più vedermi in quel modo, ma anche se fosse è qualcosa che ormai non mi tocca.
Io sono altro. Io sono io. Nonostante lui, nonostante il dolore, la rabbia, la paura e quella devastazione che ogni tradito che ama porta con sé subito dopo la scoperta.
Io sono io, anche nel rimanere in questo rapporto maledetto e sporcato... perché finché mi sembra che c'è qualcosa da salvare non riesco a buttare tutto. Perché finché mi sembrano sinceri i suoi "perdonami" posso ancora andare avanti. Io rimango io, perché so che la porta d'uscita è di fronte a me... e so che se non è esco, non è per vigliaccheria, ma perché per ora la mia scelta è di stare qui. Ma la porta è lì, aperta, devo solo fare un passo, senza paura ormai. Ho scelto di rimanere non perché sono debole ma perché sono forte.
Io sono le mie scelte e non le sue.
Quante volte la parola "io" si è rincorsa in questo scritto?! Vedi tu ora sei ancora appesa al noi, al parlare di lui, di quello che prova, di quello che ha sentito... e poi arriverà un momento, in cui quello che lui ha provato, sentito, capito... non sarà importante e tu comincerai a fare i conti con quello che è rimasto in te.
E li ripartirai.
Non guardarti con i suoi occhi, guardati con i tuoi occhi... e guarda lui con i tuoi occhi e non con i suoi.
Noi stiamo insieme. Non l'ho perdonato, non voglio farlo. Quello che mi ha fatto non può essere perdonato. Le bugie, le menzogne e l'ipocrisia che hanno fatto padrone della mia vita è qualcosa che non posso e non voglio perdonare.
Si può andare avanti senza perdonare: si, penso di si, io lo sto facendo anche se non so se lo sto facendo nel migliore dei modi, ma il gesto, l'azione, l'idea di ingannare qualcuno in modo egoistico non farà mai parte di me e non voglio e non posso mai più tollerarlo.
Lui urla che è cambiato, che il dolore visto, che il dolore vissuto gli hanno fatto capire che un gioco stupido ha quasi devastato il suo mondo.
Certo per lui questo anno è mezzo non è stato una passeggiata. Era lì con me e c'è stato sempre. Non ha sbagliato un colpo. Si è preso le sue responsabilità e io glielo fatte prendere, nessuno sconto, nessun pietismo... l'ho piazzato davanti alle sue cazzate, al suo schifo e alla sua ipocrisia.
E lui non è scappato. Non è da tutti.
La nostra quotidianità ancora adesso subisce gli influssi di quello che è successo anche nelle piccole cose... anche una parola fuori posto ha degli influssi negativi su tutta la giornata, lui però se ne fa carico. Questo vale anche al contrario: niente di scontato. Ci siamo, siamo presenti al rapporto.
Mi manca quello che avevamo. L'idea di essere speciali. L'idea di essere più forti della quotidianità, più profondi e intimi di tutta l'altra gente.
Ora lo so, noi siamo tutta l'altra gente.
Come starai tu?! Prova a dirmelo tu... tu come starai da qui a sei mesi?