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Ma se il Presidente non firma il decreto che succede?
Eluana: Napolitano non firma il decreto il governo lo sfida e lo vara lo stesso ma il presidente non lo sigla e lo fa decadere
Non ha dubbi il costituzionalista Stefano Ceccanti. Braccio di ferro con il Quirinale. Il Movimento difesa del cittadino ricorre al Tar.
Il Consiglio dei ministri ha deciso di sfidare il presidente della Repubblica e ha approvato il decreto legge che Napolitano ha già deciso di non firmare. È un conflitto mai visto prima ai vertiti dello Stato. Napolitano in mattinata aveva scritto al governo, spiegando perché non intendeva firmare il decreto su Eluana.
La notizia è stata lanciata per prima dall'Agenzia Agi, che già ieri era parsa particolarmente informata sulle mosse del presidente della Repubblica. Secondo quanto riferisce l'Agi, il presidente della Repubblica avrebbe bocciato anche una seconda bozza presentata dal governo. Napolitano ha poi inviato una lettera al governo, spiegando le motivazioni per cui ritiene ancora non attuabile la strada del decreto legge sulla vicenda di Eluana Englaro. Sempre secondo quanto riferisce l'Agenzia, Berlusconi ancora questa mattina avrebbe manifestato l'intenzione di intervenire con un decreto. La nuova bozza - riformulata dal ministero del Welfare e contenente i rilievi del costituzionalista Onida - sarebbe stata sottoposta al vaglio del Colle.
La Presidenza della Repubblica avrebbe chiesto tempo per verificare il contenuto del decreto invitando l'esecutivo a discutere della vicenda soltanto nella parte finale del Consiglio dei Ministri. Poi la missiva e quindi il parere negativo.
La lettera di Napolitano - a quanto riporta l'Agenzia Ansa - sarebbe stata letta nel corso del Consiglio dei ministri. Nel testo il presidente sollecita il varo di una legge organica sul testamento biologico.
L'articolo 87 della Costituzione
E a questo punto diventerà popolare l'articolo 87 della Costituzione. Ai sensi di quanto prevede, infatti, spetta al Presidente della Repubblica emanare i decreti aventi valore di legge.
Il decreto legge, approvato oggi in Cdm, deve, per entrare in vigore, essere controfirmato dal Capo dello Stato e pubblicato sulla gazzetta Ufficiale. Il Parlamento dovrà poi convertirlo entro 60 giorni.
Ma i costituzionalisti non hanno dubbi: se il presidente della Repubblica non firma, il decreto decade.
A far chiarezza sulla questione ci ha pensato
Stefano Ceccanti, professore ordinario di diritto pubblico comparato presso la facoltà di Scienze politiche dell'Università La Sapienza di Roma, nonché parlamentare del Pd. “Non c'è nulla da fare: se il Presidente della Repubblica non firma il decreto legge, questo non entrerà mai in vigore”.
E se il governo lo ripresenta allora che succede? Napolitano sarà costretto a firmarlo?
No assolutamente no. Qualcuno fa questo parallelismo con le leggi votate dal Parlamento, ma non è così. Questo meccanismo non vale per i decreti legge: se il Presidente della Repubblica non firma il decreto non verrà mai pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.
Ma Berlusconi ha detto che prima di compiere questo passo ha consultato diversi costituzionalisti, tra cui il professor Onida...
Berlusconi può dire quello che vuole, e può fare altrettanto qualsiasi costituzionalista. Il punto fondamentale è che il Presidente della Repubblica ha detto che non firmerà a quelle condizioni. Quindi non cambia nulla.
Berlusconi minaccia Napolitano
Berlusconi, nel corso della conferenza stampa, dopo il Consiglio dei ministri ha minacciato direttamente Napolitano, dicendo che se il presidente non firma il decreto, convocherà il Parlamento per far approvare, comunque, lo stralcio. Una crisi gravissima sta per scoppiare ai vertici dello Stato, per esclusiva responsabilità del presidente del Consiglio.
Ma il presidente "con rammarico" rifiuta di firmarlo
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, "ha preso atto con rammarico della deliberazione da parte del Consiglio dei ministri del decreto-legge relativo al caso Englaro. Avendo verificato che il testo approvato non supera le obiezioni di incostituzionalità da lui tempestivamente rappresentate e motivate, il Presidente ritiene di non poter procedere alla emanazione del decreto". E la crisi istituzionale, provocata da Berlusconi, si aggrava.
Il Movimento difesa del cittadino ricorre al Tar contro il decreto del governo
Contro il decreto legge approvato oggi dal Consiglio dei Ministri sulla vicenda di Eluana Englaro, ma che riguarda tutti i cittadini, il Movimento difesa del cittadino (Mdc) presenterà domattina con l’avvocato Gianluigi Pellegrino al Tar del Lazio eccezione di incostituzionalità, chiedendo al Tribunale di investire con urgenza la Corte Costituzionale.
"Il Tar si pronuncerà nell’udienza già fissata per il prossimo mercoledì 11 febbraio sul nostro ricorso - dice una nota di Mdc - contro la direttiva Sacconi, che imponeva alle Regioni e alle Asl di non permettere la sospensione della nutrizione forzata, prendendo a pretesto il caso di Eluana Englaro. È, infatti, evidente che proprio al fine di cercare di evitare la pronuncia sull’atto del ministro del Welfare, che il governo ha assunto l’incostituzionale decreto legge".