Discorso interessantissimo, a parte le molteplici, comprensibili, interazioni personali più o meno scherzose. Provo a riprendere il tema iniziale. L'argomento era relativo al tradimento non occasionale (non seriale: un tradimento, quindi, che compora un impegno verso un'altra persona,
Di altri tradimenti non vale parlare e, a mio parere, tradimenti simili non vale nemmeno cercarli. Faccio prima, con minore impegno, e anche minore spesa, a cercarmi una prostituta: niente complicazioni, niente ansia da prestazione, niente rammarico, rincrescimento... finita la cosa è finito tutto. Parliamo invece di qualcosa con una persona che ti ha colpito: sentimentalmente, esteticamente, mentalmente...qualcuno che apprezzi, che ti stimola, che ti dice qualcosa e per il quale vale la pena di correre il rischio connesso.
Senza utilizzare la valutazione morale di "egoismo", quando capita, se capita, di incontrare una persona simile, allora non sono nemmeno sicuro che ci sia la possibilità di scelta. Forse sì ma è certo una scelta difficile. Ti senti travolto e quel che puoi fare è minimizzare al massimo il rischio. Questa cosa bella che ti capita non può, non vorresti che potesse, avere come corollario il dolore di altri, soprattutto di altri che ti sono cari. Veramente, come credo di aver detto, io mi sento in colpa anche verso i mariti che non conosco, figuriamoci verso le persone a me care... Questa cosa ti cambia, e ti cambia mostrando lati di te che sono diversi. E in questo senso accetterei la definizione di "tragedia" offerta da Fantastica: non vorrei esser quello che sono. D'altra parte questo nuovo rapporto di dona molto e mi fa "migliore" rispetto a prima. Non migliore moralmente, naturalmente, ma migliore nel senso che intensifica la mia vita.
Ai tempi in cui facevo la giuria ai concorsi di bellezza ero circondato da madri che si sforzavano di raccomandare le figlie: mi sentivo scemo a rifiutare tante attenzioni ma, ora, mi vergogno di ciò che è stato e, se avessi una macchina del tempo, tornerei indietro e mi comporterei diversamente. Se ripenso a quei momenti rammento solo un enorme senso di vuoto, un senso che fa male. Diverso il caso delle persone che invece mi hanno coinvolto in qualche modo. Se avessi una macchina del tempo...diciamo che sono contento di non averla.
Per tornare alladdomanda iniziale: valeva la pena di correre il rischio? Qualunque cosa ne abbia ricavato, no, se le conseguenze fossero il dolore lancinante donato ad altri. Sì, se invece penso a come sono ora. Non si sa (per fortuna) ma, esiste, altro che se esiste.