Sai la sensazione di essere la "pecora" per molti anni è stato un mio cruccio, diciamo che ad un certo punto essere la "vittima" mi è andata veramente stretta. So che non è un emozione razionale, ma ero incazzata con me stessa perché da tradita che prova a ricostruire mi vedevo solo come la vittima, e mi sembrava che anche lui mi vedesse nello stesso identico modo.
Ero sia vittima del traditore menzognero che ti tratta da stupida che del traditore consolante e pietoso, che ti fa patpat. Forse lui non mi vedeva nemmeno così, ma io mi rapportavo a lui in questo modo.
Accidenti se mi stava stretto quel ruolo e quindi prima l'ho affrontato con rabbia contro di lui, perché se ero abbastanza arrabbiata non potevo essere pecora no?! Poi con l'indifferenza e pensavo rassegnazione, credevo almeno, "non fa male".
Oggi analizzando il tutto non so se il mio tradimento di rimando è figlio, anche, del voler uscire dal ruolo di vittima, con un colpo di reni, da sensazione. Per me stessa, non per lui, per l'immagine da guardare allo specchio, che riflettesse un immagine "vincente".
Il problema è che queste emozioni di pancia, non portano mai a qualcosa di buono e razionalmente si sa che sono sciocchezze ma sono lì e alla fine uno ci fai i conti