Sono parecchi anni che sui social girano post nostalgici “Noi che telefonavamo con il telefono a gettoni, andavamo in macchina senza cintura...” e si concludono sempre “eh i giovani che ne sanno”.
Generalmente sono forme nostalgiche che mi respingono, principalmente perché includono una forma di comunanza che mi ha sempre dato fastidio e poi perché mi sembrano molto superficiali.
Ovviamente sono condivisioni leggere che hanno lo scopo di “sbloccare un ricordo“ o ricordi e riannusare la giovinezza.
Io sono anche infastida dalla visione di età dell’oro, quando gli incidenti, anche a velocità moderata, erano mortali senza le misure di sicurezza e che annullano in una nuvola rosa i problemi vissuti e quelli sociali.
Ieri ho letto un articolo* di Guia Soncini, che apprezzo quasi sempre, che prende spunto dai biliardini (anche se penso che lei li consideri più recenti di ciò che sono) per parlare di quel tipo di nostalgia.
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La Generazione che ha inventato la Nostalgia è piena di illusioni, la più interessante delle quali è che tutto ciò che sta sparendo fosse lì da sempre. Il biliardino sulla spiaggia, il 45 giri nel mangiadischi, le cabine telefoniche, i poster in cameretta, i programmi televisivi imperdibili: tutto ciò su cui ci struggiamo come fosse fondamento della specie umana è esistito per poco più d’un paio di generazioni.“
È, secondo, una cosa davvero da boomer (termine idiota che odio come pure l’accomunamento per decenni di persone non solo individualmente, ma anche diverse nel tempo e nello spazio) perché hanno la funzione di contrapposizione con le nuove generazioni. È così accomuna anche i giovani. Credo che sia in contrapposizione (o funzionale?) alla conseguente frammentazione che causa disorientamentoin tanti giovani.
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https://www.linkiesta.it/2022/06/biliardino-tasse-bufala/