forma...forma...
nell' estremizzare il mio ragionamento sono stato infelice nella forma adoperata. Capita. E spesso a me.
però, se permetti una precisazione, non ho scritto "il tempo passato
è sprecato" ma "il tempo passato
e sprecato" facendo implicitamente sottintendere che non ritengo la mia relazione, in toto, uno spreco del mio tempo....anzi...
sono forse io che cerco il sacro gral dell'amore senza sapere che sta da sempre nella credenza di casa mia...
certo che puoi permetterti...
il come spesso è influenzato dallo stato d'animo del momento. Una sciorinata di parole, per quanto dettagliate e fedeli esprimono sempre i fatti con il filtro, appunto, dello stato d'animo al momento della scrittura.
Se prevale la negatività, la scrittura ne sarà influenzata di conseguenza....
Si fornisce, inevitabilmente, una istantanea dei fatti
qualche gradino nella scala della comunicazione interna lo calpesto....solo che spesso scivolo subito dopo come una vecchina barcollante sui gradini bagnati
solo forma?
Grazie della precisazione.
Avevo visto la "e" ed è, onestamente, il motivo per cui ho scritto triste per due volte e non per una. (il "tanto")
Perdere tempo (il "passato") è un'arte, perderlo in due, e consapevolmente e in modo condiviso, al contempo un Dono e una Offerta.
Non solo a se stessi, non solo l'uno all'altro, ma - questo è un mio pensiero - all'Appartenenza riconosciuta e vissuta nella gratitudine.
Lo spreco...caspita...personalmente la ritengo una ferita derivante da mancanza di Cura.
Una lesione all'onore e alla Fierezza.
Ma soprattutto non riesco a non ritenerlo - lo spreco intendo - una forma dell'allontanamento da sè. Una mancata Presenza.
(vedere "passato" congiunto con "sprecato", mi ha fatto tanta tristezza).
E' vero quello che scrivi riguardo il come.
Ed è esattamente il motivo per cui è centrale.
Siamo abituati a pensare di poter ragionare allungandoci nel passato e nel futuro....sono illusioni del tempo lineare, se ci pensi.
Noi non possiamo fare altro - siamo imposti a questo - che vivere esattamente il momento. L'istantanea.
Tutte le correlazioni che da quell'istantanea scaturiscono sono lavorio della mente...e la mente, mente
Il nostro "sistema" interno tende all'omeostasi, non "vuole" cambiamento e neppure crisi. Il cambiamento e la crisi richiedono risorse aggiuntive.
Ma il nostro sistema è anche sottoposto agli stimoli esterni (potremmo chiamarli variabili indipendenti) che invece sollecitano il sistema stesso esattamente nella direzione in cui non vorrebbe andare (potremmo chiamarla punti di biforcazione, quella direzione).
E' un equilibrio dinamico.
In cui la percezione dell'emozione nel momento in cui accade (quella che vien chiamata presenza a sè) può indirizzare.
Vivere il momento nel momento in cui si manifesta, lasciarsi la libertà di vivere l'emozione che ne emerge, superare il timore che ne deriva.
(è difficilissimo vivere il momento nel momento, spesso e volentieri la tensione è spostare il momento ad un momento successivo, o anticiparlo...sono entrambi meccanismi difensivi naturali).
Il giudizio, in particolare il giudizio interno, è uno degli ostacoli più profondi da attraversare. (e uno dei migliori strumenti sia dell'anticipazione sia dell'allontanamento).
E che più condiziona, più condiziona la percezione stessa di sè stessi e di conseguenza la percezione della realtà in cui siamo immersi.
Che è il motivo per cui, non solo tu, si finisce col culo sui gradini...che è già bello.
Personalmente mi è capitato più volte di finire inginocchiata a testa bassa di fronte al mio tribunale interiore. E sempre nella mia esperienza non esiste tribunale più spietato del mio.
Mi spiego?
Nell'altro post dicevo che il futuro non esiste (nonostante il grande libro della vita spinga esattamente ad uno spostamento nel futuro).
E dico che non esiste perchè se ci pensi con attenzione il futuro mentre accade non è futuro ma è presente.
Il futuro mentre non accade altro non è che frutto di costruzione mentale.
Costruzione mentale che viene svolta acquisendo informazioni dalle esperienze passate nel tentativo di elaborarle ed inserirle in scenari "nuovi". Che nuovi non possono essere, perchè per quanto possiamo essere abili con la fantasia e gli immaginari, la nostra conoscenza è limitata per definizione e non possiamo immaginare altro che il conosciuto.
...il futuro è in fondo, un aggiustamento del passato edulcorato da speranze, immaginari, condizionamenti, vincoli...e giudizi.
E l'amore?
Mah...non so dove si tenga l'amore. Dubito si tenga l'amore. Che è, in tutte le teorie a riguardo, incluso nella libertà...quindi tenerlo diventa una contraddizione paradossale. Uno di quei paradossi che porta verso la distruzione, fra l'altro.
Dubito anche si possa cercare l'amore...forse lo si può trovare...se lo si sa riconoscere...ma non è detto neppure questo.
So però per certo che quanto più si è lontani da sè stessi, quanto più l'amore per esistere ha da appoggiarsi al grande libro della vita, all'unicorno rosa, al mulino bianco.
So che va di moda, quell'amore lì. E a riguardo ci sono miriadi di ricette.
Sono scelte.
Per me quello lì non è amore.
Per me l'amore è condivisione e compenetrazione nella cura.
emozione vissuta nel momento in cui accade.
giudizio fluido.
Presenza.