L'infelicità è una conquista, un sentimento nobile, che non capita per caso, ma va conquistato con duro lavoro e perseveranza!
Le altre persone, quelle sciocche, solo perlopiù tristi, il che è una cosa da poco, perchè è tanto facile diventarlo quanto lo è passare oltre e smettere di esserlo.
Il bambino che passeggia per la fiera di paese vede il lecca lecca alla fragola e lo vuole, se i genitori glielo comprano lui è felice, se non glielo comprano è triste, semplicemente triste.
Il ragazzo cresciutello che va per la stessa fiera con le sue monetine in tasca, invece, vede lo stesso lecca lecca e lo può comprare, gli piacerebbe farlo, ha anche abbastanza soldi per compraselo da solo, quindi se lo fa è felice, se non lo fa è triste, ma se invece che quello alla fragola compra quello alla cipolla, che lo disgusta, e se lo assapora con tutto lo sdegno e la fiele che ha in corpo fino alla fine, lentamente, allora lui ha guadagnato l'infelicità!
Essa è un privilegio che costa fatica ed abnegazione, la fine di un lungo e complicato ragionamento ed il premio sublime che si trova al termine di una lunga scala a chiocciola.
Perciò, chiunque sia diventato infelice in una attimo, non se la merita davvero l'infelicità!
Anche se crede di averla, si sbaglia di grosso!
E gli passerà.
Peccato.