Pazzesco

Foglia

utente viva e vegeta
Quando le cose si vivono nella testa hanno una forma, calate nella realtà cambiano. E tanto anche.

Non necessariamente in peggio, anzi, a volte ti sorprendono... ma tu adatti le tue emozioni e le proietti su degli ipotetici scenari futuri (che per quanto probabili possano essere... non sono realtà) e in virtù di quegli scenari stai dove sei.
Ma anche in relazione a quello che vuoi tu eh... nel reale potresti scoprire che, ora come ora, con qualche scopata in bolla ci stai da dio.

Sai quello che si dice, che la felicità è reale quando condivisa. Secondo me vale anche per i sentimenti e le emozioni. Soprattutto bisogna dargli la possibilità di fare il loro percorso, evolvere.. che sia crescere, trasformarsi o dissolversi.
Se li cristallizzi diventano fuorvianti.. si rischia di perdersi.

Se non lo vuoi fare, è una scelta. Ma allora prendi in mano la situazione in un altro senso.
Non ti puoi impedire di provare certe cose (magari fosse facile), ma alle emozioni puoi dare una direzione.. un pò come con l'acqua. Non la fermi, ma la devii.
E magari decidi di non alimentarle più.
Se fossi al tuo posto, per esempio, io taglierei tutti i contatti. Non avrebbe senso investire in emozioni a cui non voglio dare alcuno sbocco e che mi portano alla fine solo frustrazione.
Sui grassetti, per me vale un distinguo tra emozioni, e sentimenti. I sentimenti (che sono "nostri" comunque, sicché quando perdiamo l'amore.... io penso che in realtà perdiamo, o crediamo di avere perso, l'amore che alberga dentro noi) sono comunque tali quando ne percepiamo la corrispondenza (che poi ci sia o manchi anche questo sarebbe un altro bel discorso). Le emozioni, no. Io mi posso emozionare anche davanti al mare, a un bel paesaggio, a una bicicletta che vorrei comprare, alla musica, a un'opera d'arte, a un libro.... :) ). Ho scelto appositamente tutte "cose", evitando di parlare di persone, perché la corrispondenza la vedo per così dire interna. Un certo stimolo, che tocca un determinato "canale", e lo fa per così dire vibrare. Il milanese l'ho collocato in quella "dimensione", vero è che poi quando quella dimensione impatta con la realtà, per quanto bella possa essere non trova una minima corrispondenza "esterna", per così dire. Ma non solo. Trova proprio, nel mio caso, il totale "evitamento", nel senso che per parte sua è come se fosse volutamente (altro non posso immaginare, quando TUTTE le.... cazzo di volte :D non trovo risposta ad un semplice "come stai"? , buttato lì per allargare un attimino lo spazio, ed entrare DI POCHISSIMO anche solo, nel personale....) evitasse di offrire il benché minimo spazio ad una qualche digressione "fuori tema".

Sul tagliare tutti i contatti, sto semplicemente provando a rispondergli via via sempre più "fredda". Adotto la sua stessa tecnica comunicativa, insomma :D. Seriamente: come faccio? Lo dovrei bloccare su w.a. (per il che arriverebbe una telefonata, e a quel punto che gli dico? :D Ah, scusa, non ti ho detto che da simpatico mi sei passato ad antipatico? Così eh, senza un motivo :D). Per carità. Poi io non sono nemmeno capace di fare come ha fatto il sardo con me (mi aveva scritto ad ottobre, tipo, che mi avrebbe chiamata di lì ad un paio di giorni, mai MAI più sentito :D). Non le faccio, queste cose, non ne sono capace. Gli darò sempre meno "corda", questo sì. Se poi mai (metti caso :D) me ne chiedesse perché, sarebbe almeno un.... cenno di spersonalizzazione del rapporto (sto ridendo, ora :D). Sia quel che sia, d'accordo sul fatto che non tanto la felicità, quanto la vita, sia da un'altra parte ;)
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Allora, ho lasciato sedimentare un pò le tue parole, la premessa è che abbiamo sicuramente "stili" di esposizione differenti, parto dalla parte ce ho messo in grassetto, che mi offre uno spunto. Non si tratta di sentimentalizzare "la relazione". Sono una che tiene abbastanza i piedi per terra, perciò "la relazione" la vedo come quella di una donna separata, con una priorità (che è quella del figlio) che ha certamente tempo (la cosa più preziosa da donare all'altro, per me) ma non certo tutto il tempo del mondo. E che l'ultima cosa che vorrebbe (razionalmente, pensando a quello che ritengo essere il bene per mio figlio ora, ma non solo: proprio anche il mio) è avere qualcuno a 24h ore per le balle :D
In conseguenza anche a questo, dicevo, nessuna relazione da sentimentalizzare. Piuttosto posso dire, anche se di sentimenti ovviamente non si parla, ma di emozioni, molto forti comunque (altro non possono essere dal momento che non sono stati mai esposti e tanto meno espressi: i sentimenti sono bilaterali, in noi intendo ;) - nel senso che tendiamo a vederli anche nell'altro - mentre le emozioni possono benissimo essere unilaterali.... spero di essermi spiegata :) ) che questa persona mi dà emozioni. Che - probabilmente - sfocerebbero in altro dalla "blanda" amicizia in cui sono, se ovviamente esposti e "veramente" accolti. Questo presupporrebbe che se io andassi da lui (faccio il caso concreto perché mi è utile quello: confesso che non riesco a parlarne in maniera astratta) e gli parlassi delle emozioni che mi suscita, non ne uscissi con "due pacche amichevoli sulla spalla", stile amico. Altrimenti colleziono un due di picche (che per carità, non sarà né il primo né l'ultimo della mia vita). E in questo caso è purtroppo abbastanza scontato che lo piglierei: di qui la mia domanda ("per cosa"?) che porta all'altro tema che affronti tu :)
La scopata.
Provo a spiegarlo meglio.
Se io ti dico che per me sei una persona speciale, della quale non mi stanco mai, che non mi stanca mai, che starei ad ascoltare per ore, che vorrei vedere appena posso, con la quale vorrei fare più cose possibili purché insieme, per la quale sarei disposta anche a sorbirmi qualcosa di oggettivamente noioso pur di stare in sua compagnia, che vorrei frequentare, che desidero, che se parliamo e in mezzo tra noi c'è un tavolino vorrei annullare quella distanza :).... beh, ti sto dicendo tanta roba.

Se tutta la roba di cui sopra te la dico nel contesto di una bolla, è ovvio che te ed io siamo in una parentesi.

Per cui te ed io abbiamo vite per così dire ufficiali e, ogni tanto sottobanco avviene che io ho una vita e (aperta parentesi: per me sei una persona speciale, della quale non mi stanco mai, che non mi stanca mai, che starei ad ascoltare per ore, che vorrei vedere appena posso, con la quale vorrei fare più cose possibili purché insieme, per la quale sarei disposta anche a sorbirmi qualcosa di oggettivamente noioso pur di stare in sua compagnia, che vorrei frequentare, che desidero, che se parliamo e in mezzo tra noi c'è un tavolino vorrei annullare quella distanza :)....), bene, passato il momento, ciascuno di noi due prosegue la sua vita fino all'apertura della prossima parentesi. Ebbene, io non sono così a comparti stagni. Non è che schiaccio l'interruttore e passo alla modalità "off". Per cui diventa che provo PER I FATTI MIEI una determinata serie di emozioni "forti" fino alla nuova apertura di quella parentesi". Questo intendevo dire con "per una scopata". Ci vuole, un pò di concretezza. Per cui andrei ad esporre alcune mie emozioni forti, con la sicurezza di ricevere un due di picche, nell'ambito di una relazione (i piedi in terra li ho :) ) che mi darebbe il tempo di una parentesi. Non so se mi spiego. Non è l'uomo che ci deve essere sempre e comunque :D
E' l'uomo che c'è soltanto ad apertura di una parentesi, su cui non posso certo far nessun conto al momento di un bisogno, che magari partecipa alle mie condivisioni se può. E' questo. Lo so eh, è sposato, ci mancherebbe. Sto solo dicendo che andare incontro a un sicuro due di picche, esponendo certe mie emozioni, a fronte di uno che al limite (proprio al limite) potrebbe valutare qualche scopata con me.... vabbé, no. Non mi è facile no.
Ciao!

Guarda i tuoi due grassetti, sono in dialogo fra di loro?

Lo psyco - e io concordo con lui - mi diceva che dove ci sono i "sempre" e i "mai" c'è qualcosa che non torna.
Nel senso che i sempre e i mai appartengono all'immaginario.
All'etichettatura (quindi giudizio) che si fa della nostra percezione della realtà.
Sono creazioni variabili, che riguardano la sfera del dialogo fra il sè reale e il sè immaginario.
Di solito hanno la funzione di dare continuità al sè immaginario.

Il sè reale, si scontra proprio con l'inesistenza dei sempre e dei mai.
E spesso sfugge.

I sè e i mai sono rassicuranti, danno una sensazione di controllo di realtà.

Ma è una sensazione, non è oggettiva.
La realtà non è controllabile.

I sentimenti, per questo parlavo di sentimentalizzare, sono il risultato dell'elaborazione culturale dell'emozione.

Le emozioni sono gestite dal nostro sistema limbico. Possono essere misurate oggettivamente dal flusso di sangue, dall'attività cerebrale, dalle espressioni facciali, dalla posizione del corpo.
Sono irrazionali, illogiche, irragionevoli perchè il sistema limbico è separato dalla corteccia prefrontale, ossia il luogo deputato al pensiero cosciente.

I sentimenti accadono nella nostra testa a partire dall'emozione. I sentimenti etichettano le emozioni. Per farla breve.
Le emozioni sono universali, i sentimenti variano da testa a testa, da situazione a situazione.

Due persone a partire dalla stessa emozione possono sperimentare sentimenti completamente diversi.

Che è poi il motivo per cui non esprimere le proprie emozioni, intellettualizzarle attraverso i sentimenti porta al giudizio dell'emozione, alla non condivisione serena e trasparente e alla confusione, in buona sostanza.

Io e un tipo X potremmo sentire una stessa emozione in una situazione condivisa.
Per esempio col tenerone l'emozione che sentivamo era simile e condivisibile.
Il sentimento che elaborava lui e quello che elaboravo io però portavano in due direzioni completamente diverse.

Dare valore all'emozione e di conseguenza all'altro a partire da se stessi, riguarda esattamente questo aspetto: riconoscere la differenza fra emozione e sentimento e da lì muoversi per agire in risposta allo stimolo.

Ed era guardando a questo aspetto che ti chiedevo del tuo stile di esposizione.
Fondamentalmente ti stavo chiedendo del tuo modo di etichettare le tue emozioni.

Io rinnovo il mio consiglio...stai vagando nella testa.
Vai nella pancia, stacci e poi fai parlare pancia e testa....fidandoti della pancia :)

Muovendoti solo intesta, finisci a fare il criceto sulla ruota.
E a nutrire l'immaginario.
 
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Foglia

utente viva e vegeta
Ciao!

Guarda i tuoi due grassetti, sono in dialogo fra di loro?

Lo psyco - e io concordo con lui - mi diceva che dove ci sono i "sempre" e i "mai" c'è qualcosa che non torna.
Nel senso che i sempre e i mai appartengono all'immaginario.
All'etichettatura che si fa della nostra percezione della realtà.
Sono creazioni variabili, che riguardano la sfera del dialogo fra il sè reale e il sè immaginario.
Di solito hanno la funzione di dare continuità al sè immaginario.

Il sè reale, si scontra proprio con l'inesistenza dei sempre e dei mai.
E spesso sfugge.

I sè e i mai sono rassicuranti, danno una sensazione di controllo di realtà.

Ma è una sensazione, non è oggettiva.
La realtà non è controllabile.

I sentimenti, per questo parlavo di sentimentalizzare, sono il risultato dell'elaborazione culturale dell'emozione.

Le emozioni sono gestite dal nostro sistema limbico. Possono essere misurate oggettivamente dal flusso di sangue, dall'attività cerebrale, dalle espressioni facciali, dalla posizione del corpo.
Sono irrazionali, illogiche, irragionevoli perchè il sistema limbico è separato dalla corteccia prefrontale, ossia il luogo deputato al pensiero cosciente.

I sentimenti accadono nella nostra testa a partire dall'emozione. I sentimenti etichettano le emozioni. Per farla breve.
Le emozioni sono universali, i sentimenti variano da testa a testa, da situazione a situazione.

Due persone a partire dalla stessa emozione possono sperimentare sentimenti completamente diversi.

Che è poi il motivo per cui non esprimere le proprie emozioni, intellettualizzarle attraverso i sentimenti porta al giudizio dell'emozione, alla non condivisione serena e trasparente e alla confusione, in buona sostanza.

Io e un tipo X potremmo sentire una stessa emozione in una situazione condivisa.
Per esempio col tenerone l'emozione che sentivamo era simile e condivisibile.
Il sentimento che elaborava lui e quello che elaboravo io però portavano in due direzioni completamente diverse.

Dare valore all'emozione e di conseguenza all'altro a partire da se stessi, riguarda esattamente questo aspetto: riconoscere la differenza fra emozione e sentimento e da lì muoversi per agire in risposta allo stimolo.

Ed era guardando a questo aspetto che ti chiedevo del tuo stile di esposizione.
Fondamentalmente ti stavo chiedendo del tuo modo di etichettare le tue emozioni.

Io rinnovo il mio consiglio...stai vagando nella testa.
Vai nella pancia. :)

Muovendoti solo intesta, finisci a fare il criceto sulla ruota.
E a nutrire l'immaginario.
Ciao :)

Quando dico che non mi ha MAI chiesto (e che è SEMPRE una domanda "vana", la mia rivolta a lui :D) "come sto", non sto operando chissà quale "selezione" delle realtà. Non mi chiede MAI come sto, semplicemente. Evita (quasi.... sempre :) ) di entrare nel personale, e non parlo dei massimi sistemi della vita, parlo proprio anche solo di.... cazzate, personali. Del "piccolo". Se vado "di pancia", ora come ora, all'ennesimo suo messaggio mi esce una roba ironica, del tipo "sto comunque bene, eh :D". Capisci quello che intendo? Mi messaggi toh.... 2-3 volte alla settimana, scrivendo anche di autentiche cazzate (e per carità, ci sta), ma non mi domandi MAI se sto bene. Se dovessi partire da questo, uscirebbe pure roba molto brutta (e sto ridendo, giuro, intanto che lo scrivo :D). Per dire l'altra "faccia" della stessa medaglia, così, di pancia ;)

Però mi rendo conto che con quelle che sono MIE ASPETTATIVE lui c'entri poco. Puoi pretendere.... non dico già interesse, ma un interessamento? Eh, no :)
Sul discorso delle emozioni, certamente esistono "filtri" che sono dati dalla propria esperienza personale. Io non so (perché qui entriamo in un campo impossibile, quello di poter entrare, nella testa altrui :) ) se ne abbia, e di che tipo, davanti a me. So (perché questo LO SO) che non ha esitato a farsi la chiacchierata più o meno ridanciana con l'amico (poi ripeto: sarà semplicemente capitato che questo gli abbia fatto una battuta, e lui abbia anche di fatto, questo sì, "tagliato" la conversazione) e so che per parte di uno sposato, il dichiarare per mari e monti di essere in compagnia di una persona potenzialmente scopabile significa (90 casi su 100) che a scoparti quella persona non sei minimamente interessato. Non fosse altro che all'amico magari lo racconti dopo, con chi ti sei visto (per certi versi, meglio così, eh, che non è che sia poi "edificante" sentire proprio malgrado certe conversazioni di taluni "con gli amici" :rolleyes: ). Quindi sicuramente ci sono filtri, sta di fatto che - ammettendo anche analoga emozione "di partenza" - io giungo a voler andare più a fondo di una conoscenza, e lui seguita ad evitare ogni spunto di approfondimento.... torno a ripetere: ci può essere "vera" accoglienza, di ciò che andrei ad esporgli (che è una parte di me mica di poco conto)?
 

Lostris

Utente Ludica
Sui grassetti, per me vale un distinguo tra emozioni, e sentimenti. I sentimenti (che sono "nostri" comunque, sicché quando perdiamo l'amore.... io penso che in realtà perdiamo, o crediamo di avere perso, l'amore che alberga dentro noi) sono comunque tali quando ne percepiamo la corrispondenza (che poi ci sia o manchi anche questo sarebbe un altro bel discorso). Le emozioni, no. Io mi posso emozionare anche davanti al mare, a un bel paesaggio, a una bicicletta che vorrei comprare, alla musica, a un'opera d'arte, a un libro.... :) ). Ho scelto appositamente tutte "cose", evitando di parlare di persone, perché la corrispondenza la vedo per così dire interna. Un certo stimolo, che tocca un determinato "canale", e lo fa per così dire vibrare. Il milanese l'ho collocato in quella "dimensione", vero è che poi quando quella dimensione impatta con la realtà, per quanto bella possa essere non trova una minima corrispondenza "esterna", per così dire. Ma non solo. Trova proprio, nel mio caso, il totale "evitamento", nel senso che per parte sua è come se fosse volutamente (altro non posso immaginare, quando TUTTE le.... cazzo di volte :D non trovo risposta ad un semplice "come stai"? , buttato lì per allargare un attimino lo spazio, ed entrare DI POCHISSIMO anche solo, nel personale....) evitasse di offrire il benché minimo spazio ad una qualche digressione "fuori tema".

Sul tagliare tutti i contatti, sto semplicemente provando a rispondergli via via sempre più "fredda". Adotto la sua stessa tecnica comunicativa, insomma :D. Seriamente: come faccio? Lo dovrei bloccare su w.a. (per il che arriverebbe una telefonata, e a quel punto che gli dico? :D Ah, scusa, non ti ho detto che da simpatico mi sei passato ad antipatico? Così eh, senza un motivo :D). Per carità. Poi io non sono nemmeno capace di fare come ha fatto il sardo con me (mi aveva scritto ad ottobre, tipo, che mi avrebbe chiamata di lì ad un paio di giorni, mai MAI più sentito :D). Non le faccio, queste cose, non ne sono capace. Gli darò sempre meno "corda", questo sì. Se poi mai (metti caso :D) me ne chiedesse perché, sarebbe almeno un.... cenno di spersonalizzazione del rapporto (sto ridendo, ora :D). Sia quel che sia, d'accordo sul fatto che non tanto la felicità, quanto la vita, sia da un'altra parte ;)
Però scusa.. l'eclissarti o meno non dovrebbe dipendere da come può prendere lui la cosa, ma da quello che vuoi tu e che fa star bene te.
Allo stato attuale del rapporto fra voi, mi sembra proprio tu non "gli debba" niente.

Se mi dici che tu, per tuo carattere, stai meglio a gestire la cosa in stillicidio è un conto... se il motivo per cui resti lì è perchè non sapresti bene come gestire qualche domanda mah.... credo che volendo basterebbe poco a svangarla.

Il tuo sardo mi ricorda un sacco il mio ex amante.. da 1.000 a 0 (e il contrario) in un secondo 😄
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
E' un grande fallimento, è il fallimento di un intero concetto storico di progresso.
Che ha un'altra gravissima conseguenza, secondo me, (e anche secondo altri), la volontà di inclusione formativa ha prodotto l'effetto opposto a quello sperato: l'abbassamento degli standard minimi.

Eppure, cavolo, a volte basterebbe essere un po' più curiosi delle cose, non fermarsi al solido e solito misconosciuto che alberga in noi...
Ricordo alcune estati fa un amico, di formazione tecnica ma persona curiosa, non sapendo nulla di arte, il giorno che andò in ferie si comperò "La storia dell'arte" di Ernest Gombrich.
Mi credi se ti dico che alla fine del librone mi disse che "aveva fatto un viaggio in terre lontane e sconosciute" (per usare parole sue).
E' uno con cui puoi parlare di tutto, mai banale, ho imparato molto da lui...
Concordo.

Ma quella che vien chiamata inclusione, non è inclusione.
E' solo forma e politically correct.

Io la chiamerei normalizzazione, più che inclusione.

L'inclusione per definizione dovrebbe essere quell'insieme di azioni volte a rendere accessibile un tal contesto ai più.
E questo dovrebbe avvenire tramite la differenziazione della modulazione del contesto.

Ti insegno a leggere: te lo insegno con il metodo che più risponde al tuo stile di apprendimento, quindi c'è chi impara meglio usando il metodo sillabico, chi la la lettura globale, chi meglio con la lettura per immagini etc etc

Siccome il contesto non è semplicemente in grado di differenziarsi (e qui si torna alle competenze necessarie per far sì che questo avvenga) la scelta è stata quella di uniformare a ribasso la valutazione dei risultati.

Formalmente si parla di accettazione della diversità, sostanzialmente la società tutta ha invece la necessità di parametri generalizzanti a cui i più possano aderire senza creare troppi disordini.

Il sistema formativo non forma - e anche su questo ci sarebbe parecchio da dire, sul significato intendo, visto che educare significa ex ducere ossia condurre fuori una sostanza e formare sarebbe il processo per cui, data la sostanza, si guida all'individuazione della forma più rispondente, non siamo acqua ;), ma sarebbe lunghissima -, il sistema formativo offre conoscenze - non competenze.

E' un fallimento second me, o te per dire.

Direi che dal punto di vista sociale e politico per ora è un successo.

Vedremo poi.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Però scusa.. l'eclissarti o meno non dovrebbe dipendere da come può prendere lui la cosa, ma da quello che vuoi tu e che fa star bene te.
Allo stato attuale del rapporto fra voi, mi sembra proprio tu non "gli debba" niente.

Se mi dici che tu, per tuo carattere, stai meglio a gestire la cosa in stillicidio è un conto... se il motivo per cui resti lì è perchè non sapresti bene come gestire qualche domanda mah.... credo che volendo basterebbe poco a svangarla.

Il tuo sardo mi ricorda un sacco il mio ex amante.. da 1.000 a 0 (e il contrario) in un secondo 😄
Non mi farebbe piacere dare un "colpo" secco senza dare spiegazioni. Lo trovo molto brutto e sì, non farebbe star bene ME.

Il sardo è stato un campione, sì :D
Tanto per dire, nell'ultima telefonata che ho avuto mi disse che sarebbe stato qui, poi praticamente sparì. E pensare che me l'aveva pure "menata" con il fatto che era strafelicissimo di vedermi, eran già partiti inviti in Sardegna con lui a farmi da cicerone, confessioni varie al telefono, e insomma, un discreto "carrozzone". Il momento dopo puff.... Foglia cancellata :D, pensa che era talmente incasinato da non essere riuscito a rispondere a due messaggi :cool: , scritti per sapere se nel frattempo non fosse deceduto :p.... alias più che altro per avere conferma del fatto che vabé, non era sta grossa "perdita" 😂. Seriamente: ci sono rimasta male e glielo ho pure scritto. Mi scrisse che mi avrebbe richiamata tipo due giorni dopo, che assolutamente non gli avevo fatto nulla di male (perché gli domandai se per caso avessi fatto qualcosa che lo avesse offeso), al che gli risposi che era più che altro un problema mio, che mi preoccupavo. In quell'esatto momento in realtà l'ho cancellato dalle "amicizie", e il fatto che dopo non abbia nemmeno telefonato (avrei ascoltato ugualmente cosa avesse da dire) ha confermato che a volte certi è meglio perderli che trovarli. E non era successo niente. Nè era scontato che sarebbe successo chissà cosa. Parlo anche solo a livello di amicizia. pensare che tutto questo accada anche laddove con una persona giungi ad esternare una certa intimità con il sesso è abbastanza triste. Però così pare sia più diffuso di quel che si crede. Ne ho avuto un pallidissimo assaggio. E comunque mi è dispiaciuto.
 

Ulisse

Utente di lunga data
il fatto che non sprechi nemmeno un secondo della sua vita a chiedermi come sto, è un'altra questione a cui ho pensato
che non hai evidenza del tempo speso per te nn significa che sia nullo.
Gia solo considerando la timidezza, ci sono persone che senza un aiutino esplicito non si aprono manco di un millimetro.
Se vogliamo, anche tu, mostri all'altro solo la punta dell'iceberg del tempo speso pensando a lui.

Il semplice chiedere "ciao, come stai? " estemporaneo e non legato ad altro, io non lo vedo così scevro di significati.
Conferma all'altro che sei nei suoi pensieri e non perchè c'è un motivo in particolare.
Non mi sembra poco.

Io sono simile. Forse non così estremista ma più o meno siamo la.
Posso scherzarci, chiacchierare ma non mi schiodo da argomenti neutri senza aver chiaramente intuito che ci potrebbe essere dell'altro.
Ne tantomeno parto con un "come stai" senza poterlo legare ad altro.
Lo faccio se posso diluirlo e vestirlo con altri abiti.

Aspetto (quasi) sempre un cenno di apertura.
Anche perchè, non essendo libero, devo pesare bene ogni minimo passo.
Qualche occasione in passato si è raffreddata per questo mio approccio attendista ma va bene così.
 

Foglia

utente viva e vegeta
che non hai evidenza del tempo speso per te nn significa che sia nullo.
Gia solo considerando la timidezza, ci sono persone che senza un aiutino esplicito non si aprono manco di un millimetro.
Se vogliamo, anche tu, mostri all'altro solo la punta dell'iceberg del tempo speso pensando a lui.

Il semplice chiedere "ciao, come stai? " estemporaneo e non legato ad altro, io non lo vedo così scevro di significati.
Conferma all'altro che sei nei suoi pensieri e non perchè c'è un motivo in particolare.
Non mi sembra poco.

Io sono simile. Forse non così estremista ma più o meno siamo la.
Posso scherzarci, chiacchierare ma non mi schiodo da argomenti neutri senza aver chiaramente intuito che ci potrebbe essere dell'altro.
Ne tantomeno parto con un "come stai" senza poterlo legare ad altro.
Lo faccio se posso diluirlo e vestirlo con altri abiti.

Aspetto (quasi) sempre un cenno di apertura.
Anche perchè, non essendo libero, devo pesare bene ogni minimo passo.
Qualche occasione in passato si è raffreddata per questo mio approccio attendista ma va bene così.
Il "come stai?" è un esempio. Anch'io ho il mio "abitino" con lui, nel senso che sa qualcosa, ma non gli ho raccontato la storia della mia vita, per intenderci :). Sa (perché questo gliel'ho detto di mia sponte) che.... sono arrivata a un punto, in cui non respiravo più. E lì ho terminato :)

Va bene non sbilanciarsi, ma che "aiutino" devo dare, a uno, se stenta a rispondere a una semplice domanda? E' una domanda che puoi lasciare andare in vacca, puoi riempire di contenuti (anche piuttosto "pesanti" direi ;) ), puoi anche usare per raccontare "un pezzettino" di te. Ebbene: lui a questa domanda NON risponde. E queste domande non le fa. Mai (@ipazia , mai è proprio MAI ;), nel senso che non c'è una volta da qui a risalire dieci mesi, toh ). E che "aiutino" gli devi dare? Gli devi dare mentalmente la "spintarella" nell'archivio personale delle storie mai nate :). A lui, mica alle emozioni. Le emozioni.... sono comunque state belle ;)
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Ciao :)

Quando dico che non mi ha MAI chiesto (e che è SEMPRE una domanda "vana", la mia rivolta a lui :D) "come sto", non sto operando chissà quale "selezione" delle realtà. Non mi chiede MAI come sto, semplicemente. Evita (quasi.... sempre :) ) di entrare nel personale, e non parlo dei massimi sistemi della vita, parlo proprio anche solo di.... cazzate, personali. Del "piccolo". Se vado "di pancia", ora come ora, all'ennesimo suo messaggio mi esce una roba ironica, del tipo "sto comunque bene, eh :D". Capisci quello che intendo? Mi messaggi toh.... 2-3 volte alla settimana, scrivendo anche di autentiche cazzate (e per carità, ci sta), ma non mi domandi MAI se sto bene. Se dovessi partire da questo, uscirebbe pure roba molto brutta (e sto ridendo, giuro, intanto che lo scrivo :D). Per dire l'altra "faccia" della stessa medaglia, così, di pancia ;)

Però mi rendo conto che con quelle che sono MIE ASPETTATIVE lui c'entri poco. Puoi pretendere.... non dico già interesse, ma un interessamento? Eh, no :)
Sul discorso delle emozioni, certamente esistono "filtri" che sono dati dalla propria esperienza personale. Io non so (perché qui entriamo in un campo impossibile, quello di poter entrare, nella testa altrui :) ) se ne abbia, e di che tipo, davanti a me. So (perché questo LO SO) che non ha esitato a farsi la chiacchierata più o meno ridanciana con l'amico (poi ripeto: sarà semplicemente capitato che questo gli abbia fatto una battuta, e lui abbia anche di fatto, questo sì, "tagliato" la conversazione) e so che per parte di uno sposato, il dichiarare per mari e monti di essere in compagnia di una persona potenzialmente scopabile significa (90 casi su 100) che a scoparti quella persona non sei minimamente interessato. Non fosse altro che all'amico magari lo racconti dopo, con chi ti sei visto (per certi versi, meglio così, eh, che non è che sia poi "edificante" sentire proprio malgrado certe conversazioni di taluni "con gli amici" :rolleyes: ). Quindi sicuramente ci sono filtri, sta di fatto che - ammettendo anche analoga emozione "di partenza" - io giungo a voler andare più a fondo di una conoscenza, e lui seguita ad evitare ogni spunto di approfondimento.... torno a ripetere: ci può essere "vera" accoglienza, di ciò che andrei ad esporgli (che è una parte di me mica di poco conto)?

"...non mi stanco mai, che non mi stanca mai,..."

Mi riferivo a questi mai. :)

Grassetto: non lo so. Anche perchè "vera" è una valutazione piuttosto soggettiva, in sè.
di sicuro se non provi, non lo puoi sapere e le risposte che trovi sono quelle che conosci tu ossia quelle che riguardano te e non lui.

Detto questo, se non è una roba di poco conto, quale è il tuo vantaggio nel non mostrarla?
Se è qualcosa che ti contraddistingue, che rappresenta chi sei e il tuo interesse è farti conoscere, non mostrarti è muoverti nella direzione opposta.

Ho però il sospetto che tu abbia talmente paura di essere rifiutata esattamente in quella parte di te, che tu stessa consideri "vergognosa" o comunque che ti renderebbe vulnerabile, da tenerla nascosta.
Questo però è un meccanismo che non solo conferma il fatto che quella parte non la accetti tu, ma che la temi e la consideri come una parte di te che non può che allontanare le persone.

Per darti una alternativa...il tenerone, io lo sento ancora. Mi ha espresso i suoi sentimenti, li ho accolti ma non li ho accettati rivolti a me.
ci sentiamo, ci raccontiamo ognuno della propria vita e soprattutto non l'ho mai giudicato un coglione per provare sentimenti per me.

mi ha fatto piacere li provasse, a volte mi sono preoccupata del fatto che provandoli si toglieva altre possibilità con altre donne, ma ho rispettato la sua vita e il suo modo di vivere.

Certo, le sue aspettative non sono state soddisfatte.
Ma questo è vita.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Quanto al "come stai"...io lo percepisco come un muro denso di aspettative non dichiarate. Mi fa sentire oppressa.

Sono in grado di raccontarmi. E sono in grado di farlo con chi desidero farlo.

Non ho la necessità di alcuna spintarella.

Fra l'altro...non capisco neanche bene cosa possa significare come stai.
Significa "hai il raffreddore?" "il tuo conto in banca è in rosso?" "hai scopato ieri sera?" "hai mangiato stasera?" :)

Capisco che sia una convenzione sociale e che in uno schema di conversazione abbia la funzione di apri porta.

Mi diverto spesso nel rispondere "parecchio male in questo periodo" :D
Mi piace deludere le aspettative. ;)

E rispetto alla telefonata...mah...mi sembra che tu ci abbia costruito sopra parecchio.
E che buona parte del costrutto riguardi la paura del giudizio (non suo di te, ma di te a te alla luce del suo).
Non so bene che tipo di contenuto ci sia stato. Ma il fatto di parlarne apertamente con te presente non mi sembra una cosa brutta.

Certo, non risponde al bisogno di centralità e protagonismo di quel momento.
Sei stata presa e spostata dal centro. Per un momento.

Ma mi sembra più una questione di insicurezza. Ego.
Tua intendo.

A me piace ascoltare che parlano di me.
So che parlano di me anche in mia assenza.
Bene o male. O entrambe.

Ritengo interessante chi parla in presenza e non usa scorciatoie, tipo dire a nuora perchè suocera intenda (era così?)

quindi quella telefonata l'avrei considerata uno sputo interessante di conversazione e anche un altrettanto interessante punto di osservazione che mi veniva offerto.

Vedi...non esiste un modo universale di intendere le cose. :)

Il punto è che tu però continui a ragionare sui suoi modi, invece che suoi tuoi bisogni.
E continui ad evitare di partire dai tuoi bisogni per decidere per te.

Valutare lui per prendere decisioni che riguardano te, è una scorciatoia.

Se lui risponde ai tuoi bisogni va bene.
Se non risponde non va bene.

Il resto è immaginario. Aspettativa.
Desiderio di compensazione.

Ci vado cruda eh, spero sia chiaro che l'intento non è polemico e men che meno giudicante.
 

Foglia

utente viva e vegeta
"...non mi stanco mai, che non mi stanca mai,..."

Mi riferivo a questi mai. :)

Grassetto: non lo so. Anche perchè "vera" è una valutazione piuttosto soggettiva, in sè.
di sicuro se non provi, non lo puoi sapere e le risposte che trovi sono quelle che conosci tu ossia quelle che riguardano te e non lui.

Detto questo, se non è una roba di poco conto, quale è il tuo vantaggio nel non mostrarla?
Se è qualcosa che ti contraddistingue, che rappresenta chi sei e il tuo interesse è farti conoscere, non mostrarti è muoverti nella direzione opposta.

Ho però il sospetto che tu abbia talmente paura di essere rifiutata esattamente in quella parte di te, che tu stessa consideri "vergognosa" o comunque che ti renderebbe vulnerabile, da tenerla nascosta.
Questo però è un meccanismo che non solo conferma il fatto che quella parte non la accetti tu, ma che la temi e la consideri come una parte di te che non può che allontanare le persone.

Per darti una alternativa...il tenerone, io lo sento ancora. Mi ha espresso i suoi sentimenti, li ho accolti ma non li ho accettati rivolti a me.
ci sentiamo, ci raccontiamo ognuno della propria vita e soprattutto non l'ho mai giudicato un coglione per provare sentimenti per me.

mi ha fatto piacere li provasse, a volte mi sono preoccupata del fatto che provandoli si toglieva altre possibilità con altre donne, ma ho rispettato la sua vita e il suo modo di vivere.

Certo, le sue aspettative non sono state soddisfatte.
Ma questo è vita.
Non è paura (grassetto), è certezza. Data da fatti :)
Ti faccio un esempio (questa volta contiene "se" che non ci sono :) ).

Se con il milanese fossi arrivata a creare quel "crescendo" di conoscenza e piacere reciproco (non limitato a un argomento tecnico, che quello può essere uno spunto, ma - voglio dire - si va anche oltre :) ) certe emozioni sarebbero saltate fuori.
Quindi certamente ho la tendenza a "vergognarmi" un pò delle mie emozioni (a volte mi sento scema :) ), ma se i fatti mi dicono che su quelle stesse emozioni è probabile che ci passi sopra una ruspa (con tanto magari di risatina, o magari no, eh) eh vabbé, mi dico che "anche no".

Non è paragonabile la mia storia con la tua e del tenerone: eravate (se ho ben capito) a un altro livello di conoscenza comunque, correggimi se sbaglio. Vi eravate entrambi "aperti": ebbene, io non ho intenzione di travolgere nessuno da emozioni che l'altro manco si sogna. Non so come dire. Non c'è stata alcuna gradualità. L'intimità è rimasta tale e quale a dieci mesi fa. Io qualche tentativo per smuovere qualcosa l'ho fatto: ma non me la sento certamente di "costruire" da sola, non lo so se è chiaro... :)
 

Foglia

utente viva e vegeta
Quanto al "come stai"...io lo percepisco come un muro denso di aspettative non dichiarate. Mi fa sentire oppressa.

Sono in grado di raccontarmi. E sono in grado di farlo con chi desidero farlo.

Non ho la necessità di alcuna spintarella.

Fra l'altro...non capisco neanche bene cosa possa significare come stai.
Significa "hai il raffreddore?" "il tuo conto in banca è in rosso?" "hai scopato ieri sera?" "hai mangiato stasera?" :)

Capisco che sia una convenzione sociale e che in uno schema di conversazione abbia la funzione di apri porta.

Mi diverto spesso nel rispondere "parecchio male in questo periodo" :D
Mi piace deludere le aspettative. ;)

E rispetto alla telefonata...mah...mi sembra che tu ci abbia costruito sopra parecchio.
E che buona parte del costrutto riguardi la paura del giudizio (non suo di te, ma di te a te alla luce del suo).
Non so bene che tipo di contenuto ci sia stato. Ma il fatto di parlarne apertamente con te presente non mi sembra una cosa brutta.

Certo, non risponde al bisogno di centralità e protagonismo di quel momento.
Sei stata presa e spostata dal centro. Per un momento.

Ma mi sembra più una questione di insicurezza. Ego.
Tua intendo.

A me piace ascoltare che parlano di me.
So che parlano di me anche in mia assenza.
Bene o male. O entrambe.

Ritengo interessante chi parla in presenza e non usa scorciatoie, tipo dire a nuora perchè suocera intenda (era così?)

quindi quella telefonata l'avrei considerata uno sputo interessante di conversazione e anche un altrettanto interessante punto di osservazione che mi veniva offerto.

Vedi...non esiste un modo universale di intendere le cose. :)

Il punto è che tu però continui a ragionare sui suoi modi, invece che suoi tuoi bisogni.
E continui ad evitare di partire dai tuoi bisogni per decidere per te.

Valutare lui per prendere decisioni che riguardano te, è una scorciatoia.

Se lui risponde ai tuoi bisogni va bene.
Se non risponde non va bene.

Il resto è immaginario. Aspettativa.
Desiderio di compensazione.

Ci vado cruda eh, spero sia chiaro che l'intento non è polemico e men che meno giudicante.
A me è utile chi, in ottica di critica costruttiva, mi "inchioda" alemno un pò, a far certi ragionamenti. Per cui non solo non devi chiarire l'intento (ti conosco da un pò ;) ) ma al limite devo solo che dirti grazie che stai a fare certi ragionamenti con me :)

Ciò detto, ti dirò che preferisco anch'io uno che mi palesi certe cose anziché nascondermele :), ivi compreso il fatto che possa anche esserci "corsa" una battuta con il suo amico, o comunque una "rottura" di uno spazio che non era nient'altro che un caffé. Per carità. va bene così. Però (discorso statistico) se io sono sposato e vedo chi mi sta davanti come una potenziale preda, beh, per intanto (proprio a livello statistico, ribadisco) evito di dire a conoscenti comuni che ci sto uscendo. Quando lo dico? Quando un caffé è solo un caffé, e aspettative di altro non ce ne sono. Ma lo stesso vale per il fatto che io lo possa chiamare in qualsiasi momento, che mi risponda in qualsiasi momento, eccetera, eccetera eccetera. Queste cose non faranno magari una prova, ma sono abbastanza indiziarie del fatto che non c'è un interesse che va oltre. Parlo di lui che è sposato (figurati, per dire, l'estate scorsa mi aveva detto di chiamarlo pure mentre era in vacanza, proprio per dire, che tanto fuori dal seminato non si va :) ).

I miei bisogni.... Probabilmente nei miei bisogni c'è il fatto di avere dall'altra parte una persona che ALMENO UN MINIMO mi dimostri un interesse, altrimenti - da sola - non ce la faccio. Cioé: posso fare la mia parte, non la parte di due, nella costruzione della conoscenza. Atteso che il fronte "emozioni" non vorrei esporlo a mò di una "tempesta". Il "come stai?", domanda banalissima in sé (e concordo con te, però in linea "generale", scissa cioé da chi proviene quella domanda) racchiude però una serie di possibilità infinite. Certo: come ogni altra domanda che sfiori il personale. Ma non è la domanda in sé, ad essere banale invero, è al limite lo spirito con cui la si pone, o le risposte che se ne ricevono. Però, se nemmeno mai uno prova....
 
Ultima modifica:

Lostris

Utente Ludica
)
Non mi farebbe piacere dare un "colpo" secco senza dare spiegazioni. Lo trovo molto brutto e sì, non farebbe star bene ME.

Il sardo è stato un campione, sì :D
Tanto per dire, nell'ultima telefonata che ho avuto mi disse che sarebbe stato qui, poi praticamente sparì. E pensare che me l'aveva pure "menata" con il fatto che era strafelicissimo di vedermi, eran già partiti inviti in Sardegna con lui a farmi da cicerone, confessioni varie al telefono, e insomma, un discreto "carrozzone". Il momento dopo puff.... Foglia cancellata :D, pensa che era talmente incasinato da non essere riuscito a rispondere a due messaggi :cool: , scritti per sapere se nel frattempo non fosse deceduto :p.... alias più che altro per avere conferma del fatto che vabé, non era sta grossa "perdita" 😂. Seriamente: ci sono rimasta male e glielo ho pure scritto. Mi scrisse che mi avrebbe richiamata tipo due giorni dopo, che assolutamente non gli avevo fatto nulla di male (perché gli domandai se per caso avessi fatto qualcosa che lo avesse offeso), al che gli risposi che era più che altro un problema mio, che mi preoccupavo. In quell'esatto momento in realtà l'ho cancellato dalle "amicizie", e il fatto che dopo non abbia nemmeno telefonato (avrei ascoltato ugualmente cosa avesse da dire) ha confermato che a volte certi è meglio perderli che trovarli. E non era successo niente. Nè era scontato che sarebbe successo chissà cosa. Parlo anche solo a livello di amicizia. pensare che tutto questo accada anche laddove con una persona giungi ad esternare una certa intimità con il sesso è abbastanza triste. Però così pare sia più diffuso di quel che si crede. Ne ho avuto un pallidissimo assaggio. E comunque mi è dispiaciuto.
Ma sai... il sesso, in sè, significa poco, siamo noi a caricarlo di senso e significati.. a seconda.

Il mio ex non era cattivo e non è che non gli piacevo (mi amava, eh 😄), era (è) proprio il suo carattere. Andava e tornava.
Può non piacere (direi), ma è comunque un mostrarsi per quello che si è.
 

Skorpio

Utente di lunga data
..se io sono sposato e vedo chi mi sta davanti come una potenziale preda, beh, per intanto (proprio a livello statistico, ribadisco) evito di dire a conoscenti comuni che ci sto uscendo. Quando lo dico? Quando un caffé è solo un caffé, e aspettative di altro non ce ne sono.
Eviti di dirlo a prescindere, perché stai cedendo una informazione senza il consenso dell'interessata (tu nella fattispecie)

E stai cedendo una informazione relativa ALLA interessata.

Che teoricamente potrebbe considerare "cazzi miei" da non divulgare in giro, il fatto che sta a prendere un caffè col signor X in località Y

Detto ciò, tutti sappiamo che accade e non è morto nessuno, ci mancherebbe

Si tratta solo di fare valutazioni sull'altro, a prescindere da tutto il resto, e le valutazioni si fanno (anche) su queste piccole cose
 

Ulisse

Utente di lunga data
Mi diverto spesso nel rispondere "parecchio male in questo periodo" :D
Mi piace deludere le aspettative. ;)
se il "come stai" è usato come apri porta questa risposta è, per me, pure meglio.
Ti permette subito di dimostrare empatia verso l'altro, di proporti come ascolatore interessato dei suoi problemi.
Denota verso di me un trattamento privilegiato rispetto ad altri a cui, per mancanza di feeling, avresti sicuramente risposto, mentendo, "tutto bene"

"Un parecchio male" invece che un "tutto bene, grazie" apre uno spazio bello largo in cui muoversi :)
Io mi senitrei incoraggiato ad insistere.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Non è paura (grassetto), è certezza. Data da fatti :)
Ti faccio un esempio (questa volta contiene "se" che non ci sono :) ).

Se con il milanese fossi arrivata a creare quel "crescendo" di conoscenza e piacere reciproco (non limitato a un argomento tecnico, che quello può essere uno spunto, ma - voglio dire - si va anche oltre :) ) certe emozioni sarebbero saltate fuori.
Quindi certamente ho la tendenza a "vergognarmi" un pò delle mie emozioni (a volte mi sento scema :) ), ma se i fatti mi dicono che su quelle stesse emozioni è probabile che ci passi sopra una ruspa (con tanto magari di risatina, o magari no, eh) eh vabbé, mi dico che "anche no".

Non è paragonabile la mia storia con la tua e del tenerone: eravate (se ho ben capito) a un altro livello di conoscenza comunque, correggimi se sbaglio. Vi eravate entrambi "aperti": ebbene, io non ho intenzione di travolgere nessuno da emozioni che l'altro manco si sogna. Non so come dire. Non c'è stata alcuna gradualità. L'intimità è rimasta tale e quale a dieci mesi fa. Io qualche tentativo per smuovere qualcosa l'ho fatto: ma non me la sento certamente di "costruire" da sola, non lo so se è chiaro... :)
Quindi per te esser rifiutata è che non ti venga dato quel che vorresti in cambio?

Come se le tue emozioni non avessero il sufficiente valore per essere riconosciute e quindi valutate degne della risposta che ha motivato il tuo metterle sul piatto?

Hai mai sperimentato il piacere di esporti semplicemente per te stessa?
Per dialogare con te.
Per scoprirti nel mondo e attraverso gli occhi del mondo?

Nella mia prospettiva, uno sconosciuto non può semplicemente passare con una ruspa sulle mie emozioni.

Temo di più che lo faccia G.
E lo fa anche, come lo faccio anche io con lui.
La ruspa fa parte dello stare in relazione, a lungo, in modo stabile e profondo.

Non immaginare la mia "storia" col tenerone con i tuoi parametri.
A me sono storicamente piaciuti gli sconosciuti.
Mi è sempre piaciuto giocare con le mie emozioni mettendole in mezzo e farle sfiorare all'altro.
Mi ha sempre divertita moltissimo espormi e veder cosa sarebbe successa.

Il tenerone...manco sapevo chi fosse :D
Secondo i miei parametri di una conoscenza degna di esser chiamata tale.

E' stato veloce scoprire i diversi stili perchè mi sono esposta.

una volta visto che gli stili non coincidevano, mi sono accorta che sarebbe stato inutile e dannoso tirarla tanto più lunga.
Il tutto non è durato più di qualche settimana.

Dura invece da molto la nostra relazione riparametrata secondo il rispetto delle esigenze individuali.

Te l'ho messo lì proprio per introdurre parametri diversi di stile.
 
Ultima modifica:

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
A me è utile chi, in ottica di critica costruttiva, mi "inchioda" alemno un pò, a far certi ragionamenti. Per cui non solo non devi chiarire l'intento (ti conosco da un pò ;) ) ma al limite devo solo che dirti grazie che stai a fare certi ragionamenti con me :)

Ciò detto, ti dirò che preferisco anch'io uno che mi palesi certe cose anziché nascondermele :), ivi compreso il fatto che possa anche esserci "corsa" una battuta con il suo amico, o comunque una "rottura" di uno spazio che non era nient'altro che un caffé. Per carità. va bene così. Però (discorso statistico) se io sono sposato e vedo chi mi sta davanti come una potenziale preda, beh, per intanto (proprio a livello statistico, ribadisco) evito di dire a conoscenti comuni che ci sto uscendo. Quando lo dico? Quando un caffé è solo un caffé, e aspettative di altro non ce ne sono. Ma lo stesso vale per il fatto che io lo possa chiamare in qualsiasi momento, che mi risponda in qualsiasi momento, eccetera, eccetera eccetera. Queste cose non faranno magari una prova, ma sono abbastanza indiziarie del fatto che non c'è un interesse che va oltre. Parlo di lui che è sposato (figurati, per dire, l'estate scorsa mi aveva detto di chiamarlo pure mentre era in vacanza, proprio per dire, che tanto fuori dal seminato non si va :) ).

I miei bisogni.... Probabilmente nei miei bisogni c'è il fatto di avere dall'altra parte una persona che ALMENO UN MINIMO mi dimostri un interesse, altrimenti - da sola - non ce la faccio. Cioé: posso fare la mia parte, non la parte di due, nella costruzione della conoscenza. Atteso che il fronte "emozioni" non vorrei esporlo a mò di una "tempesta". Il "come stai?", domanda banalissima in sé (e concordo con te, però in linea "generale", scissa cioé da chi proviene quella domanda) racchiude però una serie di possibilità infinite. Certo: come ogni altra domanda che sfiori il personale. Ma non è la domanda in sé, ad essere banale invero, è al limite lo spirito con cui la si pone, o le risposte che se ne ricevono. Però, se nemmeno mai uno prova....
Nello scritto manca tutto il non verbale e il paraverbale che uso per compensare quando mi sembra di poter star dicendo cose che potrebbero andare a toccare aspetti sensibili.
Poi so che mi conosci e sai l'intento...serviva a me riconfermarlo :)
Grazie per l'accoglienza!

Telefonata...dipende chi c'è dall'altra parte.
Ci sono conoscenze che van bene proprio per parlare degli extra.
Conoscenza comune oppure no.

Il punto è che ha valutato l'adeguatezza dell'interlocutore da solo e senza prima di discuterlo con te.
Coinvolgendoti poichè parlava di te senza averti chiesto il permesso di farlo.

Detto questo, è uso parlare degli assenti con i presenti senza averne chiesto il consenso.

Io parto dall'apprezzamento del farlo apertamente invece.
E da lì ci si possono costruire infinite storie da raccontarsi, compreso il fastidio.

Quando gli hai fatto notare la cosa, cosa ti ha risposto?

E guarda che non sto facendo riferimenti ad alcuna apertura a relazioni altre che non siano un caffè.
E' semplicemente tener conto del tuo desiderio di condividere oppure no quel caffè con altri che non foste voi.

Rispetto ai bisogni...appurato che questo tizio non ne soddisfa neppure uno di quelli che hai individuato.
A quali bisogni risponde il tuo interessamento per lui?

Io penso che la domanda sia un po' questa.

Che ne pensi?
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
se il "come stai" è usato come apri porta questa risposta è, per me, pure meglio.
Ti permette subito di dimostrare empatia verso l'altro, di proporti come ascolatore interessato dei suoi problemi.
Denota verso di me un trattamento privilegiato rispetto ad altri a cui, per mancanza di feeling, avresti sicuramente risposto, mentendo, "tutto bene"

"Un parecchio male" invece che un "tutto bene, grazie" apre uno spazio bello largo in cui muoversi :)
Io mi senitrei incoraggiato ad insistere.
Per apri porta io intendo una formula convenzionale formale che permette di passare oltre.
(tipo il "c'era una volta" all'inizio delle favole)

Troncare un flusso preimpostato è per me divertente per vedere come se la aggiusta l'altro, quanto ci impiega a riprendere la sua narrazione, come prova a giocarsela anche facendo quel che dici di fare tu.

Un po' come quando mi chiedono, insistendo, come mai non ho figli e rispondo che ho avuto un tumore che mi impedisce di averne nonostante io li desideri moltissimo e stia soffrendo ancora per questa perdita di possibilità.

Mi diverte tantissimo guardare cosa si inventano per sembrare empatici o usare quell'affermazione come un privilegio.

Mi diverte altrettanto usare formule convenzionali e condivise e pervertirle
Sono giochi, per quando ho tempo di giocare. 🙂
 

Ulisse

Utente di lunga data
Per apri porta io intendo una formula convenzionale formale che permette di passare oltre.
(tipo il "c'era una volta" all'inizio delle favole)

Troncare un flusso preimpostato è per me divertente per vedere come se la aggiusta l'altro, quanto ci impiega a riprendere la sua narrazione, come prova a giocarsela anche facendo quel che dici di fare tu.

Un po' come quando mi chiedono, insistendo, come mai non ho figli e rispondo che ho avuto un tumore che mi impedisce di averne nonostante io li desideri moltissimo e stia soffrendo ancora per questa perdita di possibilità.

Mi diverte tantissimo guardare cosa si inventano per sembrare empatici o usare quell'affermazione come un privilegio.

Mi diverte altrettanto usare formule convenzionali e condivise e pervertirle
Sono giochi, per quando ho tempo di giocare. 🙂
Certo. Ti ho capito
Io sottolineavo solo come una risposta del genere può ampliare il campo d'azione di chi ha usato il "come stai" come un rompighiaccio.
Sempre se è bravo a giocarsela e a non farsi spiazzare dalla risposta.

sul neretto...no..non riuscirei mai ad avere il coraggio di inventarmi una cosa del genere.
E nemmeno mi troverei nelle condizioni di dover gestire una risposta del genere perchè non mi permetterei mai di domandare a nessuna donna il perchè nn ha figli.
Anzi, sull'argomento, una sola volta, tanti anni fa, chiesi ad una amica rivista dopo mesi con un bel pancione di che mese fosse e la risposta, imbarazzatissima, fu:
nessuno, sono semplicemente ingrassata molto.

Ecco, da allora mi sono tolto il vizio :)

Ho amicizie femminili di vecchissima data e certe sono senza figli. Mai che io abbia chiesto il perchè.
E' evidente che vogliono ma hanno problemi. Lo si capisce da come guardano i figli degli altri.
Chiedere appagherebbe forse la ia curiosità sulla causa ma creerebbe in loro dolore ed imbarazzo.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Certo. Ti ho capito
Io sottolineavo solo come una risposta del genere può ampliare il campo d'azione di chi ha usato il "come stai" come un rompighiaccio.
Sempre se è bravo a giocarsela e a non farsi spiazzare dalla risposta.

sul neretto...no..non riuscirei mai ad avere il coraggio di inventarmi una cosa del genere.
E nemmeno mi troverei nelle condizioni di dover gestire una risposta del genere perchè non mi permetterei mai di domandare a nessuna donna il perchè nn ha figli.
Anzi, sull'argomento, una sola volta, tanti anni fa, chiesi ad una amica rivista dopo mesi con un bel pancione di che mese fosse e la risposta, imbarazzatissima, fu:
nessuno, sono semplicemente ingrassata molto.

Ecco, da allora mi sono tolto il vizio :)

Ho amicizie femminili di vecchissima data e certe sono senza figli. Mai che io abbia chiesto il perchè.
E' evidente che vogliono ma hanno problemi. Lo si capisce da come guardano i figli degli altri.
Chiedere appagherebbe forse la ia curiosità sulla causa ma creerebbe in loro dolore ed imbarazzo.
Lo amplia di sicuro, in quell'ampliamento per me ci sta il divertimento di osservatrice curiosa di risposte umane ;):)
Io stavo sottolineando che l'ampliamento è dato dal modo in cui si risponde. Ed è quindi governabile dando una risposta piuttosto che un'altra.
Con un filo di occhio sull'interlocutore, si possono fare indagini interessanti.

Sono invenzioni...potrei dire nello stesso modo che sono stata rapita dagli alieni e mi sono fatta un giro turistico per la via lattea ed esser seria nel dirlo.
Non vedrei differenze.
Sono invenzioni.

In quel caso la risposta era stata sollecitata dalla persona che mi faceva la domanda: ho scelto la quesitone della malattia per i condizionamenti che secondo me quella persona patisce. E ci ho preso :sneaky:

Avrei anche risposto sinceramente se la persona si fosse posta in modo onesto e più che altro consapevole dei suoi condizionamenti riguardo l'argomento.
Ma siccome la persona non era nè consapevole nè onesta nella sua domanda, ho deciso che non meritava la mia risposta e che l'avrei usata per un piccolo esperimento. Mi sono divertita!

Per inciso...per me non è un argomento sensibile, non desidero figli nè li ho mai desiderati.
Ma trovo molto fastidioso il tentativo di convincermi del fatto che sia una perdita, etc etc.

Quando trovo persone serene riguardo l'argomento figli, ne parlo molto volentieri.
 
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