No, non penso di stargli sul casso, mi ha anche detto che gli piaccio molto (esattamente, tanto per restare coi piedi in terra: che "del posto" ammirava molto 2-3 persone, tra cui OVVIAMENTE anch'ioGuarda, anch'io con chi messaggio assiduamente non chiedo "come stai?" e se dovesse basarsi su questo penserebbe che mi sta sul casso![]()
Ma “come stai?” nella messaggistica è pleonastico, come il “do you do?” inglese a cui si risponde “do you do?”No, non penso di stargli sul casso, mi ha anche detto che gli piaccio molto (esattamente, tanto per restare coi piedi in terra: che "del posto" ammirava molto 2-3 persone, tra cui OVVIAMENTE anch'io). E' però una modalità di approccio che non consente certi "agganci", o li rende più difficili. Perché introduce il discorso (volendolo introdurre) in qualcosa di personale. Di norma, se voglio entrare nel personale, rispondo (vabbé.... a volte edulcoro, nel senso che evito con alcuni di rispondere "di merda, grazie"
) che va bene, sto bene, eccetera.... e poi appunto se voglio (SE VOGLIO) ci aggiungo qualcosa di personale (tipo "sto facendo questo", piuttosto che "sono reduce da....", roba così. Poi se uno vuole entra" a propria volta un pò nel proprio personale (o chiede sul mio). Non è certo una modalità di approccio "spinta"
, però è diverso se mi contatti parlandomi della storia di Napoleone (faccio un esempio a caso per far capire cosa intendo). Ergo non gli sto certo sul cazzo, ma il suo approccio già dice tanto. Ed è vero, alla fine ho "adeguato" il mio al suo (ragazzi
: alla quindicesima volta che ti chiedo "come stai?", e non caghi nemmeno la mia domanda, poi la smetto anch'io eh
).
Il più delle volte il "Come stai?" è una domanda disinteressata. Così come il "Sto bene" è la risposta meno sincera.No, non penso di stargli sul casso, mi ha anche detto che gli piaccio molto (esattamente, tanto per restare coi piedi in terra: che "del posto" ammirava molto 2-3 persone, tra cui OVVIAMENTE anch'io). E' però una modalità di approccio che non consente certi "agganci", o li rende più difficili. Perché introduce il discorso (volendolo introdurre) in qualcosa di personale. Di norma, se voglio entrare nel personale, rispondo (vabbé.... a volte edulcoro, nel senso che evito con alcuni di rispondere "di merda, grazie"
) che va bene, sto bene, eccetera.... e poi appunto se voglio (SE VOGLIO) ci aggiungo qualcosa di personale (tipo "sto facendo questo", piuttosto che "sono reduce da....", roba così. Poi se uno vuole entra" a propria volta un pò nel proprio personale (o chiede sul mio). Non è certo una modalità di approccio "spinta"
, però è diverso se mi contatti parlandomi della storia di Napoleone (faccio un esempio a caso per far capire cosa intendo). Ergo non gli sto certo sul cazzo, ma il suo approccio già dice tanto. Ed è vero, alla fine ho "adeguato" il mio al suo (ragazzi
: alla quindicesima volta che ti chiedo "come stai?", e non caghi nemmeno la mia domanda, poi la smetto anch'io eh
).
Il marito di una mia amica la sgridava per le sue forme di cortesia, secondo lui false.Il più delle volte il "Come stai?" è una domanda disinteressata. Così come il "Sto bene" è la risposta meno sincera.
Vabè dai, io credo che esistano anche vie di mezzo, eh.Pensa che io lo trovo irritante.
Non è semplice conoscenza nella misura in cui a volte mi dice tutto quello che gli salta per la testa (fatico pure io a spiegarloMa “come stai?” nella messaggistica è pleonastico, come il “do you do?” inglese a cui si risponde “do you do?”
Se si vuole andare sul personale si può utilizzare, se c’è, altrimenti si usano altre modalità.
Poi è da vedere qual è l’argomento tecnico di cui si parla.
Ho una cara amica, conosciuta qui anni fa, che esordisce sempre con frasi tipo “Ma ti pare che sia accettabile una cosa del genere?” e si riferisce a un fatto di cronaca o una discussione su fb.il più delle volte intuisco e rispondo. Altre volte chiedo conferma dell’argomento, a volte chiedo.
Ma poi andiamo via via approfondendo. Credo che io sappia di lei cose che non sa il marito e lei altrettanto di me.
Si può partire qualsiasi modo e si arriva dove si vuole.
Ho riflettuto in queste ore sulla tua vicenda e penso che tu definisca amicizia quella che è una piacevole conoscenza.
E quindi il passaggio per approfondire lo vedi (e forse lo è) come un salto e per questo hai paura di cadere e vorresti che lo facesse lui.
Ma se tu accettassi di diventare più amica davvero non sarebbe un salto, ma un avvicinamento che potrebbe creare una amicizia dove la trasformazione in relazione sarebbe un passo e non un salto.
Non so se mi sono spiegata.
Le emozioni vengono, le fantasie si assecondano.Vabè dai, io credo che esistano anche vie di mezzo, eh.
A me viene da chiederlo quando non sento una persona da un pò.
Lui comunque lo ha fatto DA SEMPRE, vale a dire anche quando la frequenza delle nostre comunicazioni private era bassa.
Non è semplice conoscenza nella misura in cui a volte mi dice tutto quello che gli salta per la testa (fatico pure io a spiegarlo).
La lascerei a livello di conoscenza sotto altri aspetti, che riguardano più "la sfera personale a tutto tondo", della persona. E anche qui spero di spiegarmi pure io
Sul grassetto: senz'altro, soprattutto la seconda parte. Si arriva dove si vuole arrivare. Se si vuole arrivare più in là di dove si è arrivati. Ebbene, dopo quasi un anno direi che non si è voluto arrivare "oltre".... probabilmente quella che è una via di mezzo tra una conoscenza e un'amicizia. Beh, ognuno avrà i suoi tempi "evolutivi", io non escludo niente (di quel che sarà di qui a un anno, due anni, un mese, o quel che è), dico solo che allo stato non è cosa, per parte mia, da pensare restanto imbambolita (mi suonava meglio di imbambolata), da perderci la testa, da pensarlo più di quel che si pensa ad un amico, da fantasticare su cose che non sono, eccetera.
Boh. E' una domanda che lascia spazio un pò a tutto. Poi, ripeto: sono io la prima che magari sto in un momento "di merda" ma non ho voglia di parlarne, perciò tronco con un "bene, grazie". Ma mica sempre, dipende anche dalla confidenza che ho con chi sta dall'altra parte, dal momento (magari se mi messaggi mentre "a caldo" sto incazzata, esco pure a fare sfoghi che magari il giorno dopo eviterei, eccetera.Il più delle volte il "Come stai?" è una domanda disinteressata. Così come il "Sto bene" è la risposta meno sincera.
In generale non ho problemi (come vedi qui racconto un pò di tutto e di piùLe emozioni vengono, le fantasie si assecondano.
A volte le fantasie fanno compagnia.
Però invece non ho ben capito.
“A volte mi sento sola” lo puoi dire pure a me. È un modo per approfondire senza fare nessun salto perché non implica “dimmelo e passo la notte con te”, ma anche un semplice “capita un po’ a tutti” e in mezzo tutto quello che si vuole.
È interessante come possa essere inteso diversamente.Il marito di una mia amica la sgridava per le sue forme di cortesia, secondo lui false.
Però sono la base della socialità.
Mi allaccio al tuo commento per rispondere anche a @Brunetta e @FogliaÈ interessante come possa essere inteso diversamente.
Io come formalità non lo uso mai... e infatti sono criticata per mancanza di socialità, ma a chi tengo lo chiedo eccome
non è sempre e necessariamente una formalità. alle volte, si usa proprio per capire, specialmente se non ci si vede spesso e si sonda il tono della voce per intuire se c'è qualcosa che non va.È interessante come possa essere inteso diversamente.
Io come formalità non lo uso mai... e infatti sono criticata per mancanza di socialità, ma a chi tengo lo chiedo eccome
Risposta al grassetto: no, non se ne ha bisogno "necessariamente". Può (PUO') essere una sorta di "ingresso", nella vita di una persona.Mi allaccio al tuo commento per rispondere anche a @Brunetta e @Foglia
Ecco, io, non sono criticata per mancanza di socialità, anzi, però non uso frasi di circostanza facilmente. Chiedo "Come stai?" solo quando risento o incontro, dopo diverso tempo, qualcuno a cui tengo.
Si ha bisogno necessariamente di un "come stai?" per testare l'interesse o per ampliare il discorso?
Se parlo con qualcuno, soprattutto nella fase della conoscenza, sono altre le cose che mi fanno capire se interesso come persona.
Alle volte si usa sapendo delle cose dell'altro ma non esponendosinon è sempre e necessariamente una formalità. alle volte, si usa proprio per capire, specialmente se non ci si vede spesso e si sonda il tono della voce per intuire se c'è qualcosa che non va.
Sì, e in questo caso è un uso un po' subdolo, perché alludere senza esporsi io la trovo una cosa insopportabilmente scorrettaAlle volte si usa sapendo delle cose dell'altro ma non esponendosi
Es: ehi come va? (ho saputo che appena comprata la macchina nuova, come sei uscito dall'autosalone sei andato a battere contro un muro)
Un mio ex direttore lo usava quando doveva affibbiarmi degli incarichi pescolosiSì, e in questo caso è un uso un po' subdolo, perché alludere senza esporsi io la trovo una cosa insopportabilmente scorretta
Allora se sai già che rifiuta confidenza... forse ti attira per quello. Hai avuto genitori così e ti sei sposata un tipo del genere.In generale non ho problemi (come vedi qui racconto un pò di tutto e di più), ma hai presente la sensazione (magari errata da parte mia eh) di.... non avere, quello spazio? Bruni, ci devo mettere una bella pietra sopra. Questo è.
Loro avevano ragione entrambi. Ma lui è un orso.È interessante come possa essere inteso diversamente.
Io come formalità non lo uso mai... e infatti sono criticata per mancanza di socialità, ma a chi tengo lo chiedo eccome