È difficilissimo creare un legame in una famiglia sfasciata con un minore. Ma torniamo sempre a monte, il problema siamo noi adulti.
Non mischiamo l educazione con il dialogo legittimo che si deve creare perché no, quella persona non è un' estranea nel momento che sta con me (prendo me solo come esempio di sola con figlio) e vive con noi. Non è famiglia, ma è una presenza che esiste. E come tale va rispettata.
Sono d' accordo sull'educazione. Quella va data dai genitori. Ma se mio figlio fuma e al mio compagno da fastidio, fuma fuori. Perché quella DIVENTA ANCHE CASA SUA. Potrebbe essere un amico. Un ospite. Si tratta di rispetto che a prescindere se io lo insegno a mio figlio non deve mancare.
Troppe volte vedo padri (o madri) che si attaccano a stronzate che nascondono in realtà la gelosia, giusta ma che va controllata come ogni forma di gelosia, del fatto che sia una presenza vicino che non siano loro. Non è facile da digerire, così come non è facile per chi arriva integrarsi. Quante volte si indaga di proposito? Si chiede come va a casa, ma con lui/lei che fai, che combinate, solo per cercare di arrivare a un punto di scontro. Succede, spessissimo. Ed è sbagliato. Vero che il modo va controllato anche da chi arriva. Se io e il padre non lo portiamo mai al MC, ma magari a mio figlio piace il MC, e l ipotetico lui mi dice "senti, posso portarlo al mc così ci passo un po di tempo insieme" per me va bene. Metto al corrente il padre a cui sinceramente non devo chiedere un cazzo di niente, perché è un' eccezione, non un' abitudine, e perché io voglio la mia serenità in casa e con tutti i membri che ne fanno parte. E no, non c entra il nuovo arrivato. Al massimo te la prendi con me.
Tutti d' accordo che modi, toni, vanno contenuti. Ma da entrambe le parti. Perché se mio figlio un giorno dicesse a un mio compagno "non me rompe il cazzo" e il mio compagno lo riprendesse (riprendere, cose NORMALI, nessuna rissa) non solo avrebbe ragione, ma ci prenderebbe il resto da me.