pensieri dannosi

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Old Uomogrezzo

Guest
Praticamente volevo dire a Ninna che per essere amati è necessario rendersi amabili.
Non ci ho mai pensato bene se essere amati dal coniuge, dai genitori ecc. sia un diritto oppure no.
È un argomento complicato.
La suora intende che i “vecchi” di comunità devono amare i “nuovi” come loro sono stati amati quando sono stati accolti. Ma è anche necessario che i “nuovi” si rendano amabili.
Essere amabili è un esercizio molto duro.. richiede una buona dose di rinuncia del proprio narcisismo non è facile.
Però posso affermare senza essere smentito che nessuno può rivendicare il rispetto senza meritarselo
 

Old Italia1

Utente di lunga data
Essere amabili è un esercizio molto duro.. richiede una buona dose di rinuncia del proprio narcisismo non è facile.
Però posso affermare senza essere smentito che nessuno può rivendicare il rispetto senza meritarselo
non sono d'accordo...il rispetto va dato a tutti a prescindere, anche se con me è facile perderlo...
 
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Old giobbe

Guest
i miei difetti che Giobbe sottolinea che devono esistere:

sicuramente ho perso il sorriso, che prima era un optional sulla mia faccia
quando lui si comporta amorosamente non riesco ad assecondarlo ad essere spontanea perché sono troppo ferita per lasciarmi andare
non sono una super cuoca ( ma il ragu lo faccio DOC) e lui lamenta che se lo amasse lo curerei di più
prima lo coccolavo spesso, lo viziavo in mille modi ( massaggi, regalini, cene romantiche, cure estetiche, bacini, messaggini ed altre cose che mi vergogno raccontare) adesso con il piccolo non ho tanto tempo libero!
prima lavoravo anche 20 ore al giorno, mi spaccavo in due per portare i soldini a casa. adesso non posso fare più un lavoro per il piccolo.
perché se lavoro sempre non lo vedo più! gia finisco tardi la sera.
se lavoro anche la mattina, non mi vede mai!
io sono conosciuta per essere divertente e spiritosa, ma il mio spirito e andato in vacanza e non so se torna a casa!
quando lui mi fa delle battute stupide e cattive, non riesco a stare zitta, ma ribatto sempre e a lui sta sui nervi.


ecco Giobbe, i miei difetti!

Te l'ho già detto Ninna, secondo me avete due linguaggi dell'amore diversi. Lui sente che lo ami attraverso i gesti di servizio e la nascita del bambino ha complicato parecchio le cose. Probabilmente lui pensa di dimostrarti il suo amore lavorando per la sua famiglia e occupandosi del bambino.
Non intende che il tuo linguaggio dell'amore può essere diverso.
Dovreste dialogare molto, ma se non ce la fate da soli, dovreste chiedere aiuto.
Non puoi lottare per il tuo matrimonio lasciando aperta la porta del divorzio. Se decidi di lottare, devi lottare fino in fondo.
Se poi alla fine la situazione richiederà una separazione, lo farai, ma non puoi lottare per il tuo matrimonio con questo tarlo in testa.
Mi pare fossero i generali inglesi che in Africa bruciavano le navi per far capire a tutti che indietro non si torna.
Questa dovrebbe essere la tua determinazione nel salvare la tua famiglia.
Forza e coraggio!

 
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Old giobbe

Guest
Sai Giobbe, devo dire che le tue parole a me piaccione sempre molto, perché hanno un effetto tranquillizzante. Io non credo nel "tuo" Dio, ma questo non significa nulla, ammiro semplicemente la tua pacatezza, che sicuramente ti nasce dalla fede.

Secondo me l'errore di fondo è il "diritto" ad essere amati (da un altro essere umano). Non si nasce con un contratto di diritto in questo senso in tasca...può capitare di essere amati come può non capitare. Invece credo che abbiamo un dovere, che ha ben detto la suora: abbiamo il "dovere" di dare quel che vorremmo ci fosse restituito (senza avere garanzie). Abbiamo il dovere di "collaborare" con gli altri, non di aspettare che gli altri facciano per noi. E non si tratta di un dovere morale (e qui nascono le differenze di pensiero tra me e te), si tratta semplicemente di un fatto pratico. Hai molte più possibilità che la tua vita non diventi una schifezza quando "collabori", mentre le probabilità che la tua vita diventi un inferno diventano altissime nel momento in cui dagli altri cerchi a tutti i costi accudimento.

Nemmeno Dio accudisce, si tratta di avere fiducia in sé stessi e nella vita, capire il valore che si ha e portare in giro sé stessi nel mondo, come se fossimo già di per sé un prezioso regalo. Tutto quel che si aggiunge è un "di più", ma non un diritto. Secondo me.

Sono d'accordo con te, non servirebbe una regola morale, è sufficiente il buon senso.
Ogni battito del cuore di una persona è un atto d'amore di Dio.
Per accudire le persone Dio fa un lavoro immane, deve combinare le cose per il bene di tutti senza toccare la libertà di scelta di nessun uomo o donna vivente. È proprio un "lavoraccio" che solo Lui è in grado di fare.
 
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