Confesso che le costruzioni del tuo pensiero, come le fai ed esponi, mi fanno sentire veramentee piccolo, non riesco ad addentrarmi così profondamente nell'analisi di me stesso.
Ma sopratutto non riesco a trovare nessuna giusitficazione o comprensione in chi tradisce, e non vado oltre.
Non sentirti piccolo!! Mi imbarazzo...dico davvero!
Io non avevo molte altre opzioni che all'entrare in me stessa.
Sembra una cosa da poco, ma quando tua madre ti ripete che tu le hai scarnificato la vita, un motivo alla tua esistenza te lo devi pur cercare. Che non è bello dirsi "esisto per scarnificare la vita della persone più importante al mondo per me. La mia "creatrice"..." Questo semplificando di molto.
E non usandolo come giustificazione a ciò che sono e ho fatto nella vita.
Ho comunque sempre scelto. A volte consapevolmente, a volte no. A volte era solo reazione.
Ma ero comunque io eh. Potevo decidere per il "bene" e per il "male", e ho fatto le mie scelte.
Potrei dire "ho tradito perchè mi è successo questo e quest'altro". Questa è comprensione. Racconto di come si svolge la trama di un vissuto nel fare quotidiano.
Ma non è che aver compreso giustifichi in un qualche modo. Nè che ponga le basi per una qualche forma del perdono.
Non è che posso andare da chi ho tradito e dirgli "oh, senti, sono stata una stronza, ti ho tradito. Ma sai, la mia mamma .... , e poi a 19 anni quel tipo ... "
Non avrebbe il minimo senso. Non avrebbe il minimo aggancio con il suo dolore.
Potremmo condividere i dolori...io ti spiego da dove vengo, e tu mi spieghi cosa il dolore che ti ho inflitto ti ha risvegliato. E su quelle basi, forse, forse, possiamo fare qualcosa di buono. Foss'anche salutarci degnamente.
E ricordarci reciprocamente come persone con cui si sono imparate cose di sè.
Non so se mi spiego.
La mia soluzione, dopo essermi confrontata con il fatto che il mio modo di essere metteva l'altro in condizioni di sofferenza (rinnovando tutta una serie di vissuti dolorosi in me, quindi in fondo una motivazione egoistica) ho iniziato prima ad avvertire. Poi a chiedere di condividere il mio modo di essere.
E, per paradosso, il mio ex che mi aveva detto "sì, ci sono. Condivido con te anche questo" mi ha mentito, se ne è stato lì senza dirmi niente, compiacendomi e sperando di cambiarmi, non voleva me. Voleva quella che lui voleva io fossi, non quella che ero.
E quindi mi ha tradito. Anche se non ha scopato a giro, che io sappia. Ma fra noi era permesso e nei patti c'era il non dirlo.
Quindi il tradimento fra noi, che era non rompere il patto di condivisione reciproca e trasparente, l'ha tradito lui che non ha trombato.
Mi ha addolorata? tantissimo. La sensazione per me è stata che dieci anni della mia vita fossero totalmente falsi. E tutta un'altra serie di cose. Dolorose. Fra cui il fatto che un posto per me allora non esisteva.
Poi ho iniziato a ragionare. A provare a capire. E con lui non potevo, visto che ha dato di matto quando gli ho detto che non potevo più stare con lui. Di matto per davvero.
E ho iniziato a ragionare non per giustificare lui. Ma per ri-trovare me. Il mio posto. La mia posizione. La mia identità, se vogliamo.
Cavolo leroluni...non so bene come spiegare...la giustificazione, il perdono non portano da nessuna parte. Sono palliativi. Per la mia esperienza.
E' la pacificazione col proprio dolore, con la propria delusione ad essere il volano.
E non è una colpa non voler comprendere. Non è un mancare ad una qualche responsabilità. A volte è semplicemente oltre le proprie possibilità. Un proprio limite. Non resta che accettare.
Lasciar andare e andare oltre però.
Non rimanere fermi col gatto a nove code in mano, senza spare bene a chi darlo sulla schiena e finire per darlo a se stessi in mancanza di altri.

(cosa che ti ripeto io ho fatto per quasi 20 anni, quindi più che dire che è una stronzata in termini di "guadagno" personale, non mi permetto...so, a grandi linee il motore di quella roba lì)
Ma, e questa è stata da sempre la mia spinta, col cazzo che resto piegata di fronte agli avvenimenti della vita.
L vita non è nè buona nè cattiva. Offre opportunità, anche negli avvenimenti peggiori. Sta ad ognuno prendere le opportunità e trasformare.
Il mio comprendere non è altruismo...è egoismo puro.
Comprendo per liberarmi. Per curiosità. Per arricchimento.
Ho la sensazione che per te comprendere includa il perdonare. o quel che vuoi. ma che sia comunque una forma di resa all'altro.
E no. Non lo è.
Il comprendere serve per decidere se muoversi verso l'altro o andare in direzione opposta. Ma andarci leggeri. E senza giudizi...che i giudizi sono pesi davvero inutili, e lenti offuscate con cui poi si guarda il mondo.