Pentimento e poi tentazione

Brunetta

Utente di lunga data
io non ho parlato di classismo ma di modo di dire le cose, la mia prof di italiano diceva che nel modo giusto si può parlare di tutto
Appunto, lo diceva la prof. Chi non ha studiato non ha le parole per dirlo.
 

gvl

Utente di lunga data
Era già in modalità "secapitailtipogiustocisto ON".
No, non credo al coinvolgimento casuale.
Credo che il tipo sia arrivato al momento giusto e nel modo giusto.
Allora sono io che la voglio difendere il più possibile. Per onestà devo aggiungere che poco tempo fa cercò di addossare colpe al marito dicendo che avrebbe dovuto cercare di riconquistarla visto che lei era sbandata. Certo. Ma avrebbe dovuto saperlo subito cosa bolliva in pentola. La mia difesa si basa solo su quello che lei ha fatto e cercato di fare dopo. Detto questo mi arrendo all' evidenza che voi mi avete chiaramente messo davanti agli occhi.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Credo che si debba distinguere tra consapevolezza della scelta di tradire e consapevolezza delle conseguenze prevedibili.

Articolo la mia opinione.
Il tradimento è sempre espressione di una volontà, difficile affermare il contrario.
E le motivazioni possono essere le più varie. Dalla noia e voglia di togliersi uno sfizio a problemi di scarsa considerazione per sé, dall'insorgenza di un'istintiva attrazione momentanea ad un vero innamoramento.
Ma la volontà c'è sempre. Non si scopa inconsapevolmente.

La valutazione delle conseguenze è meno netta, per come la penso.
Il partner traditore è fondamentalmente un ottimista, nel pensare di riuscire a farla franca.
Credo che questo spieghi come sia improbabile che un depresso tradisca (ma non impossibile).
Però, rischia di essere vittima di illusione. Che si aggrava con la durata crescente della relazione extra.
Escluderei che non vi sia un minimo di consapevolezza che il partner tradito non la prenderà bene e che ci saranno delle conseguenze avverse.
Il grado della consapevolezza quindi andrebbe da un minimo (condizionato dalla propria condizione psicologica, da una valutazione approssimativa della reazione del tradito, dal verificarsi di occasioni favorevoli, ecc.) ad un massimo, cioè l'accettazione che, ove andasse male e si fosse scoperti, sarebbe la fine della coppia ed un serio danno inflitto all'equilibrio familiare.
Concordo.
Questo spiega lo stupore per la reazione, qualunque sia, del tradito.
 

danny

Utente di lunga data
Vero. Si è amici. Ci convivi. Non si è una coppia. Credo che sia una gran bella differenza con convivere con qualcuno che ami e ti ama
Ma dopo 30 anni... vuoi bene, c'è affetto, ci si conosce.
Mia moglie ed io ormai diciamo le stesse cose nello stesso momento, siamo cresciuti insieme.
Mica cerco l'amore passionale, e tra l'altro, non mi ricordo nemmeno cos'è.
Non ho più 20 anni.
 

Warlock

Utente di lunga data
La tua descrizione non corrisponde alla tua vita.
Hai fatto l'apologia della routine, poi ha parlato del bisogno di emozioni che soddisfi con lo stare sul palco, e che comprendo benissimo.
E' esattamente questo il punto e lo sai benissimo al punto da pensare di precedermi.
Non sono le conseguenze a limitare le necessità, soprattutto quando le conseguenze sono solo un rischio e una probabilità che lo definisce.
Puoi dare tutti gli scenari più catastrofici del tradimento, ma quell'emozione che conosci bene e che dà sapore alla vita è sempre più forte della paura.
La routine diventa una prigione soffocante solo quando tu limiti le emozioni di cui ognuno di noi ha bisogno.
Non ho fatto l'apologia della routine, ho descritto un dato di fatto che capita a tutti.
Io penso che il tradimento sia necessario
Sia necessario per crescere
Penso che sia necessario, prima di prendersi impegni seri di creare una famiglia con una persona, aver vissuto le emozioni sia date dall'aver tradito che dall'essere traditi
Questo ti permette di formarti.
Ti permette di valutare entrambe le situazioni
Ti permette di capire appieno, provandolo sulla tua pelle, le sensazioni che ha provato il tuo partner quando l'hai tradito.
Perche se non lo provi non riesci neanche ad avvicinarti a comprendere il dolore che hai causato.
Dovrebbe essere consigliato come terapia.
Io se mi ci soffermo, riesco ancora a sentire il dolore di quel periodo. E mi ricordo anche l'emozione e l'adrenalina e il sesso e l'euforia e la falsa sensazione di essere invincibile che avevo quando stavo tradendo.
Ma erano nulla se paragonati al dolore di quando l'ho subito.
E mi ricordo bene che ho giurato a me stesso che non avrei MAI fatto provare quel dolore alla persona che avrebbe messo la sua vita nelle mie mani.
Ed avendo fatto queste esperienze, preferisco, eventualmente, sopire "l'emozione che conosco bene" non per paura ma perchè conosco, avendolo provato, il dolore che causerebbe. E mi devasterebbe il sapre che ne sono io la causa e il fatto di non aver tentuo fede ad un giuramento che ho fatto a me stesso
 

danny

Utente di lunga data
Non ho fatto l'apologia della routine, ho descritto un dato di fatto che capita a tutti.
Io penso che il tradimento sia necessario
Sia necessario per crescere
Penso che sia necessario, prima di prendersi impegni seri di creare una famiglia con una persona, aver vissuto le emozioni sia date dall'aver tradito che dall'essere traditi
Questo ti permette di formarti.
Ti permette di valutare entrambe le situazioni
Ti permette di capire appieno, provandolo sulla tua pelle, le sensazioni che ha provato il tuo partner quando l'hai tradito.
Perche se non lo provi non riesci neanche ad avvicinarti a comprendere il dolore che hai causato.
Dovrebbe essere consigliato come terapia.
Io se mi ci soffermo, riesco ancora a sentire il dolore di quel periodo. E mi ricordo anche l'emozione e l'adrenalina e il sesso e l'euforia e la falsa sensazione di essere invincibile che avevo quando stavo tradendo.
Ma erano nulla se paragonati al dolore di quando l'ho subito.
E mi ricordo bene che ho giurato a me stesso che non avrei MAI fatto provare quel dolore alla persona che avrebbe messo la sua vita nelle mie mani.
Ed avendo fatto queste esperienze, preferisco, eventualmente, sopire "l'emozione che conosco bene" non per paura ma perchè conosco, avendolo provato, il dolore che causerebbe. E mi devasterebbe il sapre che ne sono io la causa e il fatto di non aver tentuo fede ad un giuramento che ho fatto a me stesso
Questo ha senso.
E' l'esperienza che ti permette di ragionare così.
 

Brunetta

Utente di lunga data
ma perchè chi ha studiato è per forza educato e adotta un linguaggio forbito? davvero?
No. Ma è difficile che chi non ha studiato sia …studiato nel linguaggio. Qui stavamo parlando di molestie. Non so in quale modo fine o acculturato si possa non essere molesto, comunicando la propria erezione.
Invece nel comunicare sentimenti non credo che sia così differente.

Allora sono io che la voglio difendere il più possibile. Per onestà devo aggiungere che poco tempo fa cercò di addossare colpe al marito dicendo che avrebbe dovuto cercare di riconquistarla visto che lei era sbandata. Certo. Ma avrebbe dovuto saperlo subito cosa bolliva in pentola. La mia difesa si basa solo su quello che lei ha fatto e cercato di fare dopo. Detto questo mi arrendo all' evidenza che voi mi avete chiaramente messo davanti agli occhi.
Va be’ ma non si può parlare di una stronza prescindendo dal fatto che sia stronza, così come dicevo a Omicron, che una molestia è molestia anche se espressa in modo apparentemente più fine.

Forse non stiamo parlando della stessa cosa.
Estendevo.
 
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ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Pensare che tutti i "bisogni" debbano essere evasi in una coppia è controproducente.
O ci rinunci, alla soddisfazione dei bisogni, oppure cerchi altrove.
Assolutamente si. Io invidio, sinceramente, chi riesce ad accettare, o comunque a continuare a stare con una persona che non si è fatta troppi scrupoli quando è stato il suo momento, infrangendo un tabù o varcando una soglia o chiamalo come vuoi, perchè quando è successo a me poi gli scrupoli non me li sono fatti più io di conseguenza, senza risolvere nulla, ma ritardando solo un esito scontato. Da cui la mia successiva incapacità di proseguire qualsivoglia relazione (matrimonio compreso) una volta varcato l'orizzonte degli eventi.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Ma sei tu che hai parlato di difficoltà a individuare cosa è molestia e cosa no. Non vi è difficoltà. Poi se una “poveretta” si eccita per le molestie è lei anomala.
Non sono d'accordo, non sarei così netto.
Io ho avuto sempre l'impressione che i modi di comportarsi dipendono dall'ambiente nel quale ci si trova. Perché possono essere interpretati in modi molto diversi.

Molto dipende dalla intelligenza della persona e dalla sua cultura.
Attenzione, l'intelligenza è varia (non solo in termini, diciamo, quantitativi), così come la cultura dipende da molteplici fattori.
Sta di fatto, che uno stesso gesto (o comportamento) viene interpretato in modo differente a seconda dell'ambiente (in senso lato, ampio). Aggiungiamoci, che nella stessa persona che si trovi nelle medesime condizioni ambientali e culturali, si verifica una mutevolezza di umore (qualcosa usualmente sgradito in certi momenti non lo è).

Forse dipende dal fatto che, per gran parte della vita ho viaggiato molto e vissuto in contesti molto diversi. Ho imparato che bisogna essere prudenti e cauti nel parlare e nel comportarsi. Sempre. Prima si deve molto osservare ed ascoltare.
E poi capita pure di sbagliare, nonostante le accortezze. Siamo umani.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Vero. Si è amici. Ci convivi. Non si è una coppia. Credo che sia una gran bella differenza con convivere con qualcuno che ami e ti ama
Sono d'accordo, in via di principio.
Mi domando se non vi siano diverse "gradazioni" nell'essere coppia. Nel senso che varia il sentimento che lega i partners.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non sono d'accordo, non sarei così netto.
Io ho avuto sempre l'impressione che i modi di comportarsi dipendono dall'ambiente nel quale ci si trova. Perché possono essere interpretati in modi molto diversi.

Molto dipende dalla intelligenza della persona e dalla sua cultura.
Attenzione, l'intelligenza è varia (non solo in termini, diciamo, quantitativi), così come la cultura dipende da molteplici fattori.
Sta di fatto, che uno stesso gesto (o comportamento) viene interpretato in modo differente a seconda dell'ambiente (in senso lato, ampio). Aggiungiamoci, che nella stessa persona che si trovi nelle medesime condizioni ambientali e culturali, si verifica una mutevolezza di umore (qualcosa usualmente sgradito in certi momenti non lo è).

Forse dipende dal fatto che, per gran parte della vita ho viaggiato molto e vissuto in contesti molto diversi. Ho imparato che bisogna essere prudenti e cauti nel parlare e nel comportarsi. Sempre. Prima si deve molto osservare ed ascoltare.
E poi capita pure di sbagliare, nonostante le accortezze. Siamo umani.
Io scoprii da ragazza che, in un contesto anglofono, “Hai un letto comodo?” non era la richiesta di valutazione tipo Bruno Barbieri in 4 alberghi, ma una proposta. Ma non la considerai molestia.
 

Warlock

Utente di lunga data
sì, il modo per tenere tutto nascosto al marito il meglio possibile
Ovvio che il passato lo devi tenere nascosto, ma confrontando le esperienze vissute da altri, la maggior parte più grande e con più esperienza di te alle spalle, hai anche la possibilità di decidere il futuro.
 
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