Perché si è tirato indietro?

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Si appena ho tempo e pc ti scrivo cosa mi hai fatto venire in mente con la faccenda che si è diversi se si è uguali :D
Ipa, la diversità la fai con chi è uguale a te e ha le tue aspettative.
Se giochi lo fai con chi è interessato solo a quello e va benissimo. Ci sono nicchie di sessualità per ogni aspettativa.
L'altro giorno su Insta mi ha scritto una, abbastanza gnocca tra l'altro.
Ho capito da dove scriveva, ho visto i folliwer - pochi - del profilo, ho capito dove andava a parare, ho lasciato perdere.
Ma non è che mi ha detto "Ciao, sono interessata a giocare, ti va?". Ci sono arrivato perché non sono così ingenuo. Magari per un altro non va così.
La diversità che si fa con chi è uguale, mi ha fatto venire in mente la paraculaggine per cui comprendo quella diversità che non è diversità ma solo una diversa declinazione di me.

Che è fondamentalmente l'inno attuale dell'integrazione - intesa come adeguarsi al sistema rendendosi il più simili possibili al sistema per esserne riconosciuti -.
Nulla in contrario eh. Lo faccio anche io perchè mi è funzionale.
E mi diverte anche per certi versi.

Da questo a parlare di inclusione della diversità, accettazione anche senza comprensione ce ne passa però.

Dipende però dove si vuole andare.
Incontrare la diversità significa incontrare lo sconosciuto.
Incontrare lo sconosciuto significa che nessuno ti dice "heilà, ciao, giochiamo a questo gioco? queste sono le regole, queste le procedure".

D'altro canto, raramente la vita si presenta a te e ti dice "salve tesorino, piacere mio. Sono la Vita, giochi con me? queste sono le mie regole etc etc"
La vita arriva, ti prende, ti stramazza e alla fine muori.
Questa è la diversità.

Si può rifiutarla. E io non ci vedo niente di male.
Penso però che in questa epoca tanto politically correct si possa anche iniziare ad essere un scorrect e dire "sai che c'è? fotte un cazzo della diversità. Voglio starmene al calduccio e non avere rompimenti di coglioni di sorta. Si può eh.

Quando si conosce lo sconosciuto, c'è solo una cosa sicura. Non è indolore.

In caso contrario, nessuno costringe nessuno.
Basta starsene a casa e guardare la tv...o i social.

Io lo ritengo vivere per interposta persona.
Ma il mio parere non fa misura. E' mio e vale per me.

Tana libera tutti.

Io ho avuto il piacere e ho il piacere di giocare diversi giochi, su diversi campi, con diverse persone,
Ho preso le mie bastonate, esperienza e apprendimento.
E ho preso le mie carezze.

Non sempre le carezze sono state più piacevoli delle bastonate, fuori dal campo della conferma delle mie aspettative e della storia che mi racconto su di me...anzi.

Ecco, per come lo conosco il mio amico appartiene a questa categoria che tu descrivi, con un pizzico di amarezza e di disperazione.
Credo siano ingredienti fondamentali a quella prospettiva.
Credo che senza non si possa considerare quella prospettiva.

Ma credo anche siano amarezza e disperazione che abbracciano. Anche se pungono.

In fondo, inizio a pensare che la mia vita non sarebbe tanto bella se dentro non ci fosse amarezza, delusione, disperazione talvolta.
Sono parti imprescindibili del vivere e andar in quei territori dove cadono gli schemi di riferimento e ci si ritrova a far i conti col la storia che ci si racconta.

A dirtela tutta....trovo piuttosto sensuali, sia l'amarezza sia la disperazione.

Ma immagino che il tuo amico, per come lo descrivi, domini in sè tanto l'amarezza quanto lo sguardo bambino, tanto la speranza quanto la disperazione. E che abbiano la stessa dignità. Che non siano dipinte nello schema giusto/sbagliato. E più che altro premio/punizione.

Uscire dal sistema dei meriti...porta disincanto. Ma anche tanto sollievo.

Secondo me.

Buttati perché se chatto con uno e lo scopo della chat è conoscersi meglio e passare al reale, nel momento in cui ti inventi palle per non passarci ho buttato via del tempo con qualcuno che pensavo diverso
Si, capisco la prospettiva.

Però se ho chattato per il piacere di chattare, a prescindere dall'obiettivo allora nelle chat ho trovato piacere e di per sè ne valevano la pena.
Se ho chattato per l'obiettivo di uscire dalla chat...beh, io lo vedo qui il buttare tempo.

Ma ad opera propria.

Però parto dalla prospettiva che quel che faccio lo faccio per il valore che ha nel momento in cui lo faccio.
Poi prenderà posto nel quadro generale.
Partendo dal presupposto che il quadro generale che io mi figuro nella mente è un mio immaginario, una mia storia che mi racconto su me e sul mondo.
Al confronto col mondo sarà inevitabilmente diverso.

In meglio o in peggio poco conta.
Diventa interessante a quel punto andare a prendere i punti cardine della storia che mi sono raccontata e aprirli per esplorarli con me.

Leggendoti pensavo che ho percepito di buttare il mio tempo solo quando quel che facevo lo facevo per qualcosa che non riguardava il presente e che faceva parte di una storia che raccontavo a me stessa ma che poco aveva a che fare col mondo.

Sono proprio modi diversi di percepire il proprio fare, mi sa.
 

Skorpio

Utente di lunga data
Mah guarda se non fosse per il tono sarcastico direi che potrebbe anche essere. Non è questo il caso perché ne ho avuto la prova ma neanche potete ottusamente sostenere la tesi opposta che non gli piacevo etc. Sevuna non ti piace non la inviti mille volte e non perdi tempo a messaggiarti a 40 anni togliendo tempo alla tua compagna.
Ma certo che è stato questo il caso!

Altrimenti se avessiTO trombato sarebbe stata una storia di Solo sesso

Sai che pena? Così invece è più bello no?
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Ma haime cosa? Perché invece sono.meglio quelli che vengono prese a pesci.in faccia dagli.uomini e si fanno vedere "dure e pure" andare avanti con "dignità" che per molti poi coincide con il non esprimere emozioni.o far vedere che ci sono rimaste male? Così si autorizzano ancora di più questi imbecilli analfabeti sentimentali a comportarsi di merda?'tanto le donne sono abituate e superano tutto senza fiatare? E invece no! E invece a quarant'anni se fai lo stronzo, entri nella vita di una donna a gamba tesa,le menti e poi sparisci stai dando un messaggio molto svilente e di completa aridità umana! Abbiamo.il diritto di non far passare in silenzio certi atteggiamenti come normali perché normali.non sono!
Ma perchè ti fai carico del grassetto?
E' un comportamento tuo da migliorare?

La questione non è zittire le emozioni.
Ma dargli una collocazione che non tolga qualità della vita.

E più che altro, e questo sì che è un problema storico dell'essere femminile, non renderlo centrale per definire la propria qualità della vita e le proprie emozioni. (svilendole. Che l'unico modo per svilire una emozione è farla discendere da qualcuno che non ne è degno...dandogli così un potere incredibile fra l'altro, dentro si sè)
Le femmine hanno passato secoli a definire il loro essere a discendere dai comportamenti maschili.
Nel piacere e nel dolore.

forse questo sarebbe anche ora di lasciarlo andare come donne, non pensi?

Sei qui che ti arrovelli intorno a comportamenti di cui non puoi semplicemente avere spiegazione.
Perchè mai usi il tuo tempo per comprendere chi non fa il minimo movimento per spiegarsi?
Lo ritieni un tuo compito?
 

Saralol

Utente di lunga data
Ma lui ti ha detto perché tradisce?
Parti da una tua convinzione che non puoi sapere se è quella corretta
Prima ti ho detto ironizzando che mi ricordi Glen Close.
prova solo a pensarci un attimo
Parli di uno che alla fine non conosci e che hai detto che non ha diviso con te particolari della sua vita di coppia
Tu non tradiresti mai se felice con un uomo. Bene. Magari lui si per motivi che tu non puoi comprendere. Non perché tu sia scema ma perché appunto sai poco di lui. Magari non ha mai tradito. Magari è un seriale. Puoi solo fare deduzioni
Io ho tradito in un momento in cui ero molto serena a casa
E ho tradito quando il mio matrimonio era ormai finito. So la differenza di cosa mi ha mosso
Il problema è che non c'è bisogno.di chiedere niente a lui per capire che dietro un tradimento c'è un problema di coppia grande cone unmacigno. Anzi i diretti interessati sono gli.ultimi.a cui chiedere perché spaziano dalla negazione del problema come te adesso ad altri stratagemmi.mentali di conservazione del proprio precario equilibrio emotivo. Tu hai tradito a matrimonio finito quindi confermi.la mia tesi nel tuo.personale racconto. Addirittura non avevi più neanche un matrimonio in piedi. Ci sono situazioni problematiche e il tradimento e tra queste. Poi posdono esservi.motivi diversi che hanno.condotto a quel.punto, come il sintomo di.una malattia ma non è che negandolo sparisce. Di fatto il tradimento è un portare all'esterno.un problema che la coppia non sa risolvere all'interno. E il traditore non è neanche il più stronzo come iconograficamente descritto. Di solito è quello che sente maggiormente il problema e pur di non dustruggere la coppia tenta la carta malata di scaricare la tensione su un terzo tanto che molti mariti con l'amante si "ricaricano" e vivono meglio con la moglie. Lui indubitatamente soffriva la,sua situazione di coppia e forse è uno che fugge di fronte ai problemi. È fuggito da me per non affrintare i problemi.di coppia ed è fuggito lontano da me per non affrontarmi.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Il problema è che non c'è bisogno.di chiedere niente a lui per capire che dietro un tradimento c'è un problema di coppia grande cone unmacigno. Anzi i diretti interessati sono gli.ultimi.a cui chiedere perché spaziano dalla negazione del problema come te adesso ad altri stratagemmi.mentali di conservazione del proprio precario equilibrio emotivo. Tu hai tradito a matrimonio finito quindi confermi.la mia tesi nel tuo.personale racconto. Addirittura non avevi più neanche un matrimonio in piedi. Ci sono situazioni problematiche e il tradimento e tra queste. Poi posdono esservi.motivi diversi che hanno.condotto a quel.punto, come il sintomo di.una malattia ma non è che negandolo sparisce. Di fatto il tradimento è un portare all'esterno.un problema che la coppia non sa risolvere all'interno. E il traditore non è neanche il più stronzo come iconograficamente descritto. Di solito è quello che sente maggiormente il problema e pur di non dustruggere la coppia tenta la carta malata di scaricare la tensione su un terzo tanto che molti mariti con l'amante si "ricaricano" e vivono meglio con la moglie. Lui indubitatamente soffriva la,sua situazione di coppia e forse è uno che fugge di fronte ai problemi. È fuggito da me per non affrintare i problemi.di coppia ed è fuggito lontano da me per non affrontarmi.
Allora è veramente uno stronzo!!!!!

ti ha impedito di svolgere il compito assegnatoti da secoli a questa parte!!!
risolvere i problemi degli uomini con le altre donne.
Malnato!!!

(scusami, non ho resistito era messa lì troppo bella per lasciarla scivolare via :) )
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Si, capisco la prospettiva.

Però se ho chattato per il piacere di chattare, a prescindere dall'obiettivo allora nelle chat ho trovato piacere e di per sè ne valevano la pena.
Se ho chattato per l'obiettivo di uscire dalla chat...beh, io lo vedo qui il buttare tempo.

Ma ad opera propria.

Però parto dalla prospettiva che quel che faccio lo faccio per il valore che ha nel momento in cui lo faccio.
Poi prenderà posto nel quadro generale.
Partendo dal presupposto che il quadro generale che io mi figuro nella mente è un mio immaginario, una mia storia che mi racconto su me e sul mondo.
Al confronto col mondo sarà inevitabilmente diverso.

In meglio o in peggio poco conta.
Diventa interessante a quel punto andare a prendere i punti cardine della storia che mi sono raccontata e aprirli per esplorarli con me.

Leggendoti pensavo che ho percepito di buttare il mio tempo solo quando quel che facevo lo facevo per qualcosa che non riguardava il presente e che faceva parte di una storia che raccontavo a me stessa ma che poco aveva a che fare col mondo.

Sono proprio modi diversi di percepire il proprio fare, mi sa.
Dipende da cosa ti dice nelle chat
Ho chattato per il piacere di conoscere e parlare .
Mi è successo che con il tempo ho desiderato uscire dalla chat e il desiderio era condiviso
Se al momento di uscire scoprissi che l’altro ha scritto cose che non pensava e che chattava per il gusto di chattare e che quello che scriveva erano cazzate ho indubbiamente perso del tempo perché quel piacere era solo mio
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Il problema è che non c'è bisogno.di chiedere niente a lui per capire che dietro un tradimento c'è un problema di coppia grande cone unmacigno. Anzi i diretti interessati sono gli.ultimi.a cui chiedere perché spaziano dalla negazione del problema come te adesso ad altri stratagemmi.mentali di conservazione del proprio precario equilibrio emotivo. Tu hai tradito a matrimonio finito quindi confermi.la mia tesi nel tuo.personale racconto. Addirittura non avevi più neanche un matrimonio in piedi. Ci sono situazioni problematiche e il tradimento e tra queste. Poi posdono esservi.motivi diversi che hanno.condotto a quel.punto, come il sintomo di.una malattia ma non è che negandolo sparisce. Di fatto il tradimento è un portare all'esterno.un problema che la coppia non sa risolvere all'interno. E il traditore non è neanche il più stronzo come iconograficamente descritto. Di solito è quello che sente maggiormente il problema e pur di non dustruggere la coppia tenta la carta malata di scaricare la tensione su un terzo tanto che molti mariti con l'amante si "ricaricano" e vivono meglio con la moglie. Lui indubitatamente soffriva la,sua situazione di coppia e forse è uno che fugge di fronte ai problemi. È fuggito da me per non affrintare i problemi.di coppia ed è fuggito lontano da me per non affrontarmi.
Ho tradito anche quando ero molto contenta del mio matrimonio. O leggi tutto o non ha senso
Che ci sia chi se la racconta non ho dubbi e posso darti ragione
Io sono una che pensa molto prima di agire e raramente credo di essermela raccontata
E ripeto quello che pensi di lui è il tuo pensiero , non puoi sapere se le cose stanno realmente così
 

Saralol

Utente di lunga data
Ma perchè ti fai carico del grassetto?
E' un comportamento tuo da migliorare?

La questione non è zittire le emozioni.
Ma dargli una collocazione che non tolga qualità della vita.

E più che altro, e questo sì che è un problema storico dell'essere femminile, non renderlo centrale per definire la propria qualità della vita e le proprie emozioni. (svilendole. Che l'unico modo per svilire una emozione è farla discendere da qualcuno che non ne è degno...dandogli così un potere incredibile fra l'altro, dentro si sè)
Le femmine hanno passato secoli a definire il loro essere a discendere dai comportamenti maschili.
Nel piacere e nel dolore.

forse questo sarebbe anche ora di lasciarlo andare come donne, non pensi?

Sei qui che ti arrovelli intorno a comportamenti di cui non puoi semplicemente avere spiegazione.
Perchè mai usi il tuo tempo per comprendere chi non fa il minimo movimento per spiegarsi?
Lo ritieni un tuo compito?
Allora non confondere il far ruotare le proprie emozioni attorno a comportamenti maschili in modo sottomesso piegandosi alla,sua volontà e il dolore umano provocato da chi ti ferisce ad esempio tradendo ka tua fiducia o mancandoti di rispetto.
Tu passi ore a chattare con chi non ti frega nulla perché ti "diverte". A.me una cosa del genere annoia e mahari mi diverte analizzare i comportamenti altrui. Ancora una volta ti poni come metro di giudizio altrui.
Il comportamento umano è prevedibile e quindi in una certa misura misurabile e catalogabile, compreso quello psichiatrico. E con questo non intendo che osservando i comportamenti di qualcuno potrai prevedere cosa farà esattamente. Dico invece che tutti noi agiamo con una motivazione sottostante più o meno conscia. Non esistono comportamenti inspiegabili, forse imprevedibili. Quindi una volta che tu capisci.la motivazione sottostante che nelle relazioni di coppia problematiche non è mai quella espressa razionalmente capisci i gesti che la esprimono e quali saranno le possibili conseguenze e successive reazioni.
Esempio banalissimo su motivazione reale ed espressa a parole:
A Tizio piace Sempronia e vuole andarci a letto (motivazione reale)
Tizio teme un rifiuto di Sempronia (motivazione reale)
Tizio inizia ridere a tutte le battute di Sempronia, cerca di farle dei favori e instaura un dialogo con lei e alla fine, "trovandosi bene con lei" la invita a uscire da soli(motivazione razionale che in caso di rifiuto gli evita ina figuraccia perché può sempre dire di averla invitata in.amicizia) .
Sempronia che vuole farsi Tizio senza passare per facile accetta l'invito per "conoscerlo.meglio" senza doversi sbilanciare (motivazione razionale)
Entrambi sanno.più o meno consciamente che se cose andranno bene finiranno a letto (reale motivazione dell'uscita) ma non devono dirselo.imbarazzati ma usare lo stratagemma della cena per arrivare a quel punto (motivazione razionale).
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Dipende da cosa ti dice nelle chat
Ho chattato per il piacere di conoscere e parlare .
Mi è successo che con il tempo ho desiderato uscire dalla chat e il desiderio era condiviso
Se al momento di uscire scoprissi che l’altro ha scritto cose che non pensava e che chattava per il gusto di chattare e che quello che scriveva erano cazzate ho indubbiamente perso del tempo perché quel piacere era solo mio
Intendo.
Però percepisco diversamente...io quando il piacere è solo mio non sento di aver perso tempo.
Ho fatto per me.
Ed è la base che mi interessa.

Quel che fa l'altro non mi riguarda fondamentalmente.
Io guardo me.
Prima che l'altro mi riguardi in un qualche modo, ne ha di strada da camminare.

Se sento di perdere tempo, non mi interessa la posizione dell'altro. Mollo il balino.
A prescindere dall'altro. Anche se l'altro ci sta investendo.
E' il mio tempo. E se non mi da piacere il modo in cui lo impiego, nulla e nessuno ne vale la pena.

Sono proprio percezioni diverse :)

A parità di valutazione, ritengo tempo rubato - non perso - quello che perdo in coda perchè un coglione non ha rispettato i limiti e si è schiantato bloccando la strada. Per dire.
 

Saralol

Utente di lunga data
Ho tradito anche quando ero molto contenta del mio matrimonio. O leggi tutto o non ha senso
Che ci sia chi se la racconta non ho dubbi e posso darti ragione
Io sono una che pensa molto prima di agire e raramente credo di essermela raccontata
E ripeto quello che pensi di lui è il tuo pensiero , non puoi sapere se le cose stanno realmente così
Non importa la tua motivazione razionale e la,tua spiegazione dei fatti. C'è un inconscio che ci guida. Molte persone per paura di darsi completamente allaltro tradiscono pur amandolo in apparenza (apparenza perché si tratta comunque di un amore nato da un bisogno deviato e non sano). È solo un esempio non il tuo caso. Il tuo matrimonio poi è anche finito. Il seme della rottura spesso si inpianta gia alla formazione della coppia anche se cresce lentamente. Non eri molto felice, non in modo sano se desideravi tradire tuo.marito. o.non lo.amavi o hai qualche blocco emotivo di cui non sei consapevole. Di fatto con un terzo che irrompe viene meno il "noi due" e l'esclusività oltre alla sincerità e intimità unica tra i due. Non è un dono alla coppia, è una bomba che ci tiri sopra perché non riesci più a farla proseguire.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Intendo.
Però percepisco diversamente...io quando il piacere è solo mio non sento di aver perso tempo.
Ho fatto per me.
Ed è la base che mi interessa.

Quel che fa l'altro non mi riguarda fondamentalmente.
Io guardo me.
Prima che l'altro mi riguardi in un qualche modo, ne ha di strada da camminare.

Se sento di perdere tempo, non mi interessa la posizione dell'altro. Mollo il balino.
A prescindere dall'altro. Anche se l'altro ci sta investendo.
E' il mio tempo. E se non mi da piacere il modo in cui lo impiego, nulla e nessuno ne vale la pena.

Sono proprio percezioni diverse :)

A parità di valutazione, ritengo tempo rubato - non perso - quello che perdo in coda perchè un coglione non ha rispettato i limiti e si è schiantato bloccando la strada. Per dire.
Ma anche io se penso di perdere il mio tempo mollo il colpo e me ne frego dell’altro
Provo così : io e te chattiamo per un mese conoscendoci, parliamo di tutto, poi iniziamo a parlare di incontrarci, poi parliamo di un appuntamento, entrambi chattiamo a questo punto finalizzati a quell'incontro. Cresce il desiderio e la tensione che condividiamo. Arrivati al dunque tu tiri indietro con una scusa. Posso pensare che quel mese che ho dedicato all’attesa e che ho condiviso con te sia stato buttato via perché falsato dalla tua non sincerità
Se tu fossi stato sincero io avrei mollato un mese prima
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
buttati?
E perchè mai?

Buttati se era posseduta dal demone della lussuria e inconsapevole di quello che stava facendo, del come e delle motivazioni per cui.
Se ha usato consapevolmente quel tempo per chattare mesi con questo qualcosa di interessante ce l'avrà pure trovato.

Se ci avesse chattato senza trovarlo interessante o è deficiente (nel senso di mancante) o posseduta da un qualche demone.

Se non è nè l'una nè l'altro, ha deciso del suo tempo. E come impiegarlo.
Pensarlo buttato è un modo del rimpianto. Che altro non è che scaricare fuori la responsabilità delle proprie decisioni di come impiegarsi la vita.
Proprio perchè si ha una certa età dovrebbe essere finito il tempo in cui si usa l'essere vittime dell'altro per giustificare a se stessi di aver incontrato una delusione delle proprie aspettative.

Ed è questa la perdita di tempo...anzichè andar dritti e affrontare le cose, cercare giri lunghi per girarci intorno senza affrontare quali sono i bisogni che spingono verso questa o quella situazione. Quali sono i bisogni che governano determinate decisioni piuttosto che altre.
era da un pò che non citavi Asmodeo
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Non importa la tua motivazione razionale e la,tua spiegazione dei fatti. C'è un inconscio che ci guida. Molte persone per paura di darsi completamente allaltro tradiscono pur amandolo in apparenza (apparenza perché si tratta comunque di un amore nato da un bisogno deviato e non sano). È solo un esempio non il tuo caso. Il tuo matrimonio poi è anche finito. Il seme della rottura spesso si inpianta gia alla formazione della coppia anche se cresce lentamente. Non eri molto felice, non in modo sano se desideravi tradire tuo.marito. o.non lo.amavi o hai qualche blocco emotivo di cui non sei consapevole. Di fatto con un terzo che irrompe viene meno il "noi due" e l'esclusività oltre alla sincerità e intimità unica tra i due. Non è un dono alla coppia, è una bomba che ci tiri sopra perché non riesci più a farla proseguire.
Si vede che mi conosci meglio di me e della psicologa che mi ha seguito
Per fortuna io so cosa provavo. So le motivazioni di quel tradimento. E sicuramente il mio matrimonio è finito non certo a causa mia.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Allora non confondere il far ruotare le proprie emozioni attorno a comportamenti maschili in modo sottomesso piegandosi alla,sua volontà e il dolore umano provocato da chi ti ferisce ad esempio tradendo ka tua fiducia o mancandoti di rispetto.
Tu passi ore a chattare con chi non ti frega nulla perché ti "diverte". A.me una cosa del genere annoia e mahari mi diverte analizzare i comportamenti altrui. Ancora una volta ti poni come metro di giudizio altrui.
Il comportamento umano è prevedibile e quindi in una certa misura misurabile e catalogabile, compreso quello psichiatrico. E con questo non intendo che osservando i comportamenti di qualcuno potrai prevedere cosa farà esattamente. Dico invece che tutti noi agiamo con una motivazione sottostante più o meno conscia. Non esistono comportamenti inspiegabili, forse imprevedibili. Quindi una volta che tu capisci.la motivazione sottostante che nelle relazioni di coppia problematiche non è mai quella espressa razionalmente capisci i gesti che la esprimono e quali saranno le possibili conseguenze e successive reazioni.
Esempio banalissimo su motivazione reale ed espressa a parole:
A Tizio piace Sempronia e vuole andarci a letto (motivazione reale)
Tizio teme un rifiuto di Sempronia (motivazione reale)
Tizio inizia ridere a tutte le battute di Sempronia, cerca di farle dei favori e instaura un dialogo con lei e alla fine, "trovandosi bene con lei" la invita a uscire da soli(motivazione razionale che in caso di rifiuto gli evita ina figuraccia perché può sempre dire di averla invitata in.amicizia) .
Sempronia che vuole farsi Tizio senza passare per facile accetta l'invito per "conoscerlo.meglio" senza doversi sbilanciare (motivazione razionale)
Entrambi sanno.più o meno consciamente che se cose andranno bene finiranno a letto (reale motivazione dell'uscita) ma non devono dirselo.imbarazzati ma usare lo stratagemma della cena per arrivare a quel punto (motivazione razionale).
Non ho ben capito cosa c'entra con quel che ti ho scritto quel che mi hai risposto, perdonami.
Proverò a rileggere con meno sonno addosso.

Abbozzo una risposta, ma non penso sia aderente a quanto hai scritto.

chi si piega?
Un discorso è piegarsi. Ossia decidere di piegarsi.
E questo è decidere una posizione in coscienza di sè e dei propri desideri.
Per qualcuno piegarsi è appagante. E luogo di potere, anche relazionale.

Altro discorso è essere piegati dalla vessazione altrui.
O dalle vessazioni che si fanno a se stessi per rispondere ad un qualche dictat interno, più o meno percepito alla coscienza.

Poi ci sono gli scopi per cui si assume una posizione piuttosto che un'altra.
Mi piego perchè penso di poter essere più appetibile?
Mi piego perchè penso sia funzionale in quella situazione?
Mi piego per ottenere altro, in linea generale?

eh...qui ci si fotte con le proprie mani.
E mica perchè ci si è piegati.
Ma perchè lo si è fatto con un intento che nulla aveva a che vedere con quel fare.
E si entra nel dominio del sacrificio per uno scopo più alto...secoli di educazione a riguardo eh.
Femminile in particolare.
Ma è una scelta che si prende per sè.

L'altro in fondo non ha chiesto niente.
Sono azioni frutto di pensieri immaginari sull'altro.
Ed ' incomunicazione dei propri bisogni e dei propri desideri.

Per quanto riguarda la fiducia...tu ti fidi dell'altro o di te?
Io mi fido di me e della fedeltà che so dare a me stessa con onore.
La fiducia nell'altro non è data, è conquistata volta per volta. E non è definitiva.
E io mi prendo lo spazio di valutare volta per volta se confermare oppure no non tanto la fiducia dell'altro quanto la sua affidabilità.

La fiducia nell'altro...è un po' il frutto della storia che ci si racconta su quanto l'altro è speciale.
E, guarda un po', è degno di fiducia fin tanto risponde alle aspettative riposte in lui/lei.
Se le tradisce, in un modo o nell'altro...ta dam...fiducia caduta.
Non penso che questa sia condivisione e compenetrazione.
Penso sia insicurezza e autoreferenzialità.
Poi la si può vestire in molti modi, più o meno pittoreschi.

Quanto al dolore...una relazione che non contempla il dolore non contempla il piacere.
Ma prima ancora, ogni relazione è l'assunzione del rischio di essere feriti e di uscirne doloranti.
questo è.

Poi gli si possono mettere i fiocchetti, si possono scambiare pegni e rassicurazioni.
In relazione è inevitabile farsi vicendevolmente del male.
La famosa distanza del riccio.

quanto a Tizio...deve mangiare minestra. Secondo me.
E' denutrito.
E se gliela cucina Sempronia, avrà sempre la pancia vuota ;)
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Ma anche io se penso di perdere il mio tempo mollo il colpo e me ne frego dell’altro
Provo così : io e te chattiamo per un mese conoscendoci, parliamo di tutto, poi iniziamo a parlare di incontrarci, poi parliamo di un appuntamento, entrambi chattiamo a questo punto finalizzati a quell'incontro. Cresce il desiderio e la tensione che condividiamo. Arrivati al dunque tu tiri indietro con una scusa. Posso pensare che quel mese che ho dedicato all’attesa e che ho condiviso con te sia stato buttato via perché falsato dalla tua non sincerità
Se tu fossi stato sincero io avrei mollato un mese prima
Vabbè...ma scusa però.
io chatto con te. Virtualmente mi piaci un botto.
Il desiderio cresce.
Sei nel mio immaginario. Non sei tu.

Quando ti incontro è tutta un'altra storia.
Ho incontrato tipi che in chat mi facevano ribollire il sangue..dal vivo mi è sembrato un funerale.

Ne ricordo uno bellissimo...e poi, minchia, alito pestilenziale e aveva la pancia.
Bum.
Morti gli immaginari, Morto il desiderio.
Non vedevo l'ora finisse il caffè.

In chat mi faceva comunque sangue.

Ma mica mi faceva sangue lui...mi faceva sangue il mondo immaginario che attivavo in me nelle chat con lui.

Il passaggio dal virtuale al reale tende ad essere piuttosto netto a volte!

Però faccio fatica a considerare quelle emozioni, quegli immaginari tempo buttato.
Era comunque roba mia che mi sono goduta fino a che non sono semplicemente svaniti nella realtà.
I famosi desideri concreti.
Che hanno odore, sapore, consistenza.
Quella roba che fa sparire le parole e prende il sopravvento.

Se manca...restano le parole.
Belle.
Parole però. Immaginari. Niente di più e niente di meno.
Hanno la loro dignità, a mio avviso.
 
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