No Contessina.
A quelli come noi non è concesso provare quell'amore.
Ci sentiremmo immediatamente stupidi, schiavi di qualcosa, e dipendenti da qualcosa. Tu sai benissimo che per noi autonomia e indipendenza è prioritario.
Sulla sofferenza sai che è la cifra di quella "sensibilità".
L'unica strategia resta sempre quella che ti dissi: "Prendere ogni distanza da chi ci fa soffrire con i propri guai!".
E' un duro scontro tra l'individualità, l'autonomia, l'indipendenza e il sacrificio che l'amore richiede....
allora mi domando: ma l'amore per essere compiuto, deve per forza passare attraverso il sacrificio di sè?
Non dovrebbe essere un'energia ( o in qualsiasi altro modo la si voglia chiamare) che ci pervade di benessere?
Miei cari amici
di fronte ad asserzioni e dubbi come questi mi trovo spesso incerto se intervenire o meno, in quanto le mie parole protrebbero apparire quelle di un presuntuoso.
Non voglio esserlo, non vorrei apparirlo, ma tant'è.
Ebbi già più volte l'occasione di parlare di queste cose, ma so che è difficile accettare le semplificazioni estreme: è molto fastidioso scoprire di non avere vie d'uscita.
I dubbi, miei cari, certe visioni estreme, non derivano altro che da un "trucco" antico come l'uomo legato alla limitatezza della lingua ed ai mille e mille trucchi che la semantica concede.
Eppure è tanto semplice: dalla notte dei tempi, a fine puramente ed esclusivamente strumentale, la parola "amore" è stata utilizzata prevalentemente per definire ciò che "amore" non è. Da qui l'incomprensione, la confusione, il disorientamento allorchè ci si trova di fronte ad assurde contraddizioni ed alle loro spesso tragiche conseguenze. Secoli e secoli ci hanno visti parlare di "amore" riferendoci a puri e semplici atti istintivi, animali, semplici, meccanici, densi il più delle volte di quell'immancabile egoismo che ci ha permesso, lui solo forse, di sopravvivere come razza, malgrado noi stessi, malgrado la nostra natura così diversa, almeno in apparenza, dal resto del mondo.
Enormi e bellissimi castelli sono stati costruiti sulla sabbia di menzogne piccole e grandi, di egoismi consapevoli o meramente istintivi, e tutto per nascondere quanto non vogliamo ammettere: siamo molto meno "umani" di quanto pretenderemmo di essere.
Lo so, è molto antipatico sentirsi ripetere la mia solita solfa:
"l'amore di coppia non esiste", ma fin'ora nessuno l'ha confutata. Chi ci ha tentato ha portato avanti un sacco di questioni particolari, esempi altisonanti, discorsi a volte esteticamente bellissimi, ma sempre appoggiati su presupposti instabili, su quella sabbia fatta di "non guardare", di "non dire", di "non ammettere", di "ma" e di "se".
La "coppia", ragazzi miei, in quanto tale nasce solo ed esclusivamente a fini riproduttivi e di sopravvivenza, in quanto non avrebbe alcun'altra ragione che non sia giustificata da tutta una serie di "complessità" e particolarità che solo successivamente possono essere aggiunte.
Certo è possibile amare il proprio partner, ma nel momento in cui questo amore diventa esclusivo..... cessa di essere amore.
L'"amore" è sacrificio, si, mia cara Chiara. L'amore non può essere altro che sarificio, in quanto esso è esclusivamente "dare" E bada bene: non è "dare" come avviene in certe storie d'amore dove uno dei due sacrifica sè stesso offrendosi al disprezzo dell'amata/o, dove rinuncia pure alla propria dignità pur di soddisfare ogni pretesa dell'oggetto della propria passione. Quella è una forma perversa di egoismo, un modo per pretendere un diritto su qualcuno, pur al costo di tutto sè stesso.
L'amore vero, quello assoluto, non può essere "particolare". Se l'amore si concentra su un soggetto o su una parte limitata di qualcosa, non è più amore, ma solo egoismo.
Lo so, il discorso pare così lontano dalla vita di tutti i giorni, pare così sospeso per aria: un'astrazione filosofica che con la realtà poco ha a che vedere, eppure se di fronte ai nostri dubbi ci mettessimo di buona volontà ad eliminare ad uno ad uno tutti quei tranelli fatti di piccole ed apparentemente innocenti bugie, forse riusciremmo a capire meglio molte cose, o quantomeno ad accettarle con molta più serenità.
Ho imparato ad osservare, a leggere e tentare di capire. Mi sono mille volte perso nel tentativo di districare matasse estremamente complesse di eccezioni, di opinionismi, di presupposti dati per scontati, di dogmi, di regole troppo spesso fuori luogo......... per poi scoprire che la "sostanza" era tanto semplie, al punto di essere disarmante.
Parole.
Tante, troppe parole per tentare di spiegare la luce del giorno ed i colori, ed il calore, ed il vento, e l'umidità, e le stagioni, il sudore, le scottature.......... senza voler parlare del Sole.
Il discorso è complesso, e per assurdo non lo è per la complessità di quanto dovrebbe esprimere, ma per l'assurdo garbuglio costruito nei secoli al preciso fine, consapevole o meno, di nascondere la verità.
Ecco un bell'esempio di quanto sia difficile spiegare il "semplice":
Parlare di "amore" relegandolo in un'immagine di "coppia" è come parlare di luce limitandosi ad una stanza ed una lampadina, escludendo tutto il resto.
Alla fine nessuno riuscirà a capire nulla del perchè la lampadina faccia luce ed illumini l'interno della stanza finchè non si ammetterà che essa è alimentata da qualcosa di esterno che invece illumina tutto, non solo quella stanza. Tonnellate di libri potrebbero essere scritti per descrivere la luce della lampadina ed ipotizzare fantasiosamente il fine di tale luce, la "volontà" alle sue origini e mille e mille balle.
Ok, mi sono lasciato prendere la mano, ma d'altro canto è lunedì.
L'"amore" di coppia è un complesso miscuglio di istinto animale ed umanità, un insieme disomogeneo e conflittuale che non può essere spiegato finchè si pretende di elevare a valore spirituale il puro e semplice istinto di sopravvivenza.
Ammettiamo di essere bestie più di quanto vorremmo, ed ecco che le cose si semplificheranno molto.