a tutto tondo.......
trottolino ha detto:
Non credo di poter parlare per altri, ma personalmente nel momento in cui ho messo in atto il mio tradimento, ho anche messo in conto che lo potessi subire.
Ma proprio quel pensiero ne porta dietro altri, tipo l'effetto che ciò poteva avere su di me.
Il casino è se la risposta non è così "devastante" .......
Prendo spunto dall'ultima risposta per procedere a salire.
Il perdono mercenario è un concetto riconducibile non ad una mediazione do ut des, ma alla forma di perdono che non sa essere liberatoria e diventa un continuo esame a carico del traditore sul "meritarsi il perdono"!............. non sono una perdonista per indole, ma se il merito di chi perdona è profondo e sentito come occasione di ricondurre ad nuovi piani l'unione, perchè non dovrei essere possibilista?
Più che un'analisi ad personam, che implica comunque il conoscere almeno un poco il soggetto, qui possiamo fare ipotesi sulle nostre impressioni applicate ai vari casi, quindi il particolare si perde comunque nel generale.
Chi tradisce si aspetta spesso il perdono perchè sa benissimo, se scoperto, che razza di botta infligge al/la partner e soprattutto se si tratta di un rapporto consolidato e con figli; è quindi naturale il cercare, dove possibile, un accomodamento che accontenti tutte le problematiche.
Sappiamo tutti che l'istinto primario sarebbe una serie ininterrotta di calci nel deretano, ma questa è la parte iniziale e reattiva, pèoi arriva lo sconforto, la disillusione, la famosa frase "come ha potuto farlo".............etc.etc.
Nel perdono c'è la grande volontà di dare una chance e di cercare una sorta di cancellazione di un errore che ci ferisce da dentro. Non è un errore finanziario o di scelta di una casa o di una vacanza, è l'errore fatto sulla proiezione che si aveva del nostro futuro insieme............. quindi è come se avendo una bellissima mano a carte, all'improvviso l'errore del cartaio invalidasse tutto e si ricominciasse con una nuova distribuzione di tipo ovviamente ignoto. Quello che capiterà sarà casuale e ci si dovrà rapportare con quella casualità, che altro non sono che le reazioni che andremo a provare nel tempo seguente al tradimento.
In più, raramente un traditore ha una reale percezione di come sia meglio procedere per ridare fiducia e per tamponare la "ferita".............. quasi sempre ha un'insofferenza malcelata verso la sua colpa e si infastidisce per ciò che, di solito, ritiene passato e quindi non più importante. Insomma, la memoria del traditore tende ad essere oscurante, chi è tradito/a tende a memorizzare a lungo per necessità di una lenta metabolizzazione.
In questi concetti che non sono tanto psicologici, quanto reali in ogni tradimento, si inserisce la individualità e la caratterialità che porta ad un eventuale perdono che si può manifestare in molti modi, e spesso influenzati dalla contingenza e dal tipo di socialità in cui si è inseriti.
E' vero che chi tradisce tende ad applicare anche ad altri la sua misura di fedeltà a scarsa tenuta, ma è anche vero che qualche volta, chi tradisce risveglia nel/la partner occasionalità che non aveva mai preso in considerazione per la convinzione che nel proprio rapporto ci fosse tutto ciò di cui necessitava................ il tradimento dimostra che ci sono mancanze o sfilacciamenti e qualche volta, neanche tanto rara, il tradimento di ritorno non è una ritorsione ma un prendere atto che la persona non è quella che pensavamo e, in quel caso, si possono aprire spiragli abbastanza evidenti di scompenso.
Tradire è una compensazione ed un autosoddisfarsi, ma perchè non potrebbe diventarlo per l'altro/a che, in quel caso, vedessero infranti le loro convinzioni di perfezione del rapporto?
Quasi sarcastica come conclusione, ma credo sia abbastanza diffusa.
Soprattutto quando il tradito/a non rende subito la pariglia, ma lo fa dopo aver notato che il perdono non ha prodotto ciò che speravano e che, allo stato, la persona che ha tradito, non ha saputo colmare quella frattura di perfezione iniziale che aveva provocato.
Possiamo fare mille ulteriori ipotesi, ma la linea maestra è quella che il perdono deve essere sentito interiormente e, quasi sempre, quello concesso in prima battuta è più una paura dell'abbandono o di affrontare situazioni ignote........... il perdono è più ponderato e frutto di lunghe riflessioni, e spesso, in questo tempo, il traditore sbaglia tattiche e comportamenti invalidando molto della voglia di ricostruire proprio partendo da un perdono convinto.
Perdono è l'insieme di "per" e di "dono", quindi un dono dato per una nuova affidabilità non un dovere o un obbligo sociale..........e i doni si debbono meritare!!
Bruja