Grazie, siete sempre disponibili. Non scrivo ma leggo abbastanza regolarmente. Ho imparato a conoscervi, per quanto possibile, e devo ammettere che alcuni di voi brillano per capacità analitiche e dialettiche, delicatezza e anche ironia. Ogni volta mi sorprendo ad apprezzare cose nuove: da un gioco di parole, uno scambio di battute a considerazioni ben più profonde e meditate, che nascono per lo più dal vissuto personale e per questo suonano (o sono) autentiche. Non credo ci siano molti siti come questo, in giro - almeno io non ne conosco. È consolante.
Io sono per "dire" le cose, affrontare le situazioni. Lei è più per i sottintesi, le mezze verità. Così quando ci scontriamo io esagero attaccando e lei comincia a svicolare, raccontando balle. Dopo la "tragedia" cerco di frenarmi e, spesso, sorvolare. Da notare che sono considerato una persona estremamente diplomatica e gentile. Solo nel mio privato mi lascio andare a volte a comportamenti spontanei (verbali) di cui mi pento. Ergo: sto lavorando sul controllo. D'altra parte lei non ha "solo" tradito, c'è stato altro. E tuttavia ora ne parla come se fosse stata un'altra donna, qualcuno che non la riguarda più. E di attenuanti ne ha molte. Ora sta fisicamente meglio, il nostro bambino è migliorato molto, i lutti sono stati elaborati... La situazione era drammatica, poi si è evoluta positivamente. E adesso stiamo per traslocare: un'altra città, un'altra casa, un'altra scuola per mio figlio. Cambierà tutto. Anche l'attività si è rivoluzionata, grazie agli sgravi fiscali e al telelavoro continuerò come prima ma i collaboratori saranno a distanza e, spero, avremo una vita più leggera. Per questo mi ponevo il dilemma del film: siamo di nuovo a una svolta e mi piaceva l'idea di affrontare il passato, sì, riaprire la ferita ma per guardarci negli occhi e, sapendo che stiamo ancora insieme, "certificare" a noi stessi che avevamo superato tutto. So che è infantile, che queste cose forse non si superano mai fino in fondo, ma so anche quando guardiamo un film, leggiamo un romanzo, ecc., il fatto stesso di ritrovarsi in una storia, che è nostra e tuttavia rimane distanziata da noi, aiuta a comprendere il problema e a superarlo (o a conviverci) meno faticosamente, meno dolorosamente. E se poi lo si fa in due non è meglio? Però mi rendo conto che è anche egoismo. Lei starebbe male e io starei male - e non è detto che ci ritroveremmo alla fine del film felici e contenti. Forse è meglio aggirare lo scoglio, tanto la vita è piena di scogli, e veleggiare in mare aperto. Non so, ci penserò. Intanto grazie a tutti.