Skorpio
Utente di lunga data
Prendo spunto da un passaggio di un post di Ipazia di ieri, circa la diversa "traduzione" pratica rispetto a principi genericamente condivisibili e condivisi, che può verificarsi in persone diverse da noi per storia, cultura, religione
Perché, mi ha spiegato una donna musulmana, per lei tenere il velo non è umiliante. E non è imposizione. Lei è fiera di indossare il velo per il suo uomo.
Per me è praticamente incomprensibile. Solo l'idea mi fa girare i quanti.
E' quello sopra un esempio come un altro... e non è che uno spunto per il 3D
Quando leggiamo in un'altra persona una "traduzione" di cui non comprendiamo il principio di base, o a cui addirittura associamo a livello di pregiudizio personale un principio assolutamente contrario a uno dei nostri, qual è in genere la nostra immediata reazione?
giudizio? distanza? interesse? paura? curiosità?
E avete in mente situazioni o contesti in cui avete osservato magari sconosciuti compiere gesti o dire cose in vostra presenza, che hanno generato in voi un meccanismo assimilabile a quello sopra descritto?
Perché, mi ha spiegato una donna musulmana, per lei tenere il velo non è umiliante. E non è imposizione. Lei è fiera di indossare il velo per il suo uomo.
Per me è praticamente incomprensibile. Solo l'idea mi fa girare i quanti.
E' quello sopra un esempio come un altro... e non è che uno spunto per il 3D
Quando leggiamo in un'altra persona una "traduzione" di cui non comprendiamo il principio di base, o a cui addirittura associamo a livello di pregiudizio personale un principio assolutamente contrario a uno dei nostri, qual è in genere la nostra immediata reazione?
giudizio? distanza? interesse? paura? curiosità?
E avete in mente situazioni o contesti in cui avete osservato magari sconosciuti compiere gesti o dire cose in vostra presenza, che hanno generato in voi un meccanismo assimilabile a quello sopra descritto?