Lo posso immaginare, non preoccuparti.

Non mi sono sentita nè attaccata nè offesa nè altro.
Anzi, lo trovo comprensibile.
E pure condivisibile se vogliamo. E' chiaro, nel tuo modo di esprimerti, che è espressione di te.
Non contiene giudizio o prescrizione di sorta. Quindi mi piace comunicarci sopra. (e grazie per farlo)
Qui da me la tragedia non è ancora passata. Non sono andata a vedere i dati, mi basta partecipare al compianto per i morti che ci sono stati e che continuano ad esserci. In misura minore dal picco, ma non è che siano smessi.
Ma anche mentre pulisco con la candeggina e strutturo la mia stanza di igienizzazione (studiandomi i modi e raccogliendo informazioni per migliorarla e confrontandomi, cercando l'alcol che è introvabile - e la cosa mi inquieta se devo essere sincera - piuttosto che le mascherine, visto che per lavoro G. deve andare fuori ed è sempre uscito anche mentre i contagi e i morti erano in picco e per me, e per i miei e per il clan fondamentalmente, visto che nel clan quella che si occupa della gestione sanitaria sono io, tenendo da lontano il contatto con la decana che vive sola ed è grandiosa, ma sola sulla soglia dei 90 etc etc)
io non smetto la musica e il silenzio, la crema per il corpo e lo shampo e il balsamo. Mi piace continuare a mettermi il profumo e depilarmi con cura.
Fare esercizio fisico e tenermi in forma.
E in tutto questo non ho lasciato andare nessun vezzo giocoso.
Non è che siccome mi sto cagando sotto e sono in mezzo alla pandemia, mi dimentico che sono viva, di me.
E che mi piace giocare. Ridere.
Non è che se guardo i dati cattivi, i morti, smetto di ridere con me per me di me.
Semplicemente piango anche.
Io non sono ancora morta. E intendo fermamente arrivare alla morte divertendomi il più possibile. Godendo della vita il più possibile.
(quindi gioco, anche coi sassi se non ho altro. Ero così anche da bambina).
forse perchè la mia prospettiva non è quella della preoccupazione.
Proprio in virtù della curiosità, anche della bizzarria, questo periodo per me è stato di intenso studio e attivazione, a tutti i livelli.
Preferisco OCCUPARMI, che pre-occuparmi.
Non riesco a stare ferma in attesa (è un grosso difetto in alcune situazioni).
Fuori da più di un mese le piante stanno sbocciando, gli uccellini stanno nidificando, la settimana scorsa mi è passata una cerva correndo nel campo di fronte al mio. Ho un fagiano che canta in giardino.
E il mio orto sta sbocciando, fra poco mi mangerò la verdura che ho piantato.
La vita non si è fermata.
Non ho mai avuto questa percezione. (basta guardar fuori dalla finestra e non essere troppo concentrati su di sè nel farlo).
E' solo il mondo umano che è in difficoltà.
Ma tutto intorno brulica.
Il quadro è ben più ampio del mondo umano. E variopinto e variegato.
tua figlia sta per avere un figlio/a...la vita prosegue.
Si va avanti. Volenti o dolenti.
E io scelgo decisamente di mettermi dalla parte dei volenti.
Quindi, se mascherina ha da essere, ci gioco con la mascherina.
Se attenzione deve essere all'igienizzazione, divento una esperta e mi invento uno spazio dedicato e organizzato
che mi rimandi il bello della mia casa e la soddisfazione del mio fare.
Se distanza ha da essere, imparo una cosa importante: che a volte la vicinanza è lontananza, e che se metto da parte il mio egoismo personale, il mio bisogno di gratificazione, i miei genitori li abbraccio non abbracciandoli. O mia sorella.
Se cambio ha da essere, ci metto del mio. Compreso il corsetto che richiama questo periodo distopico e apocalittico.
(trovo antieconomico perder tempo ed energia a pensare a come sarebbe bello se...)
Ho passato i primi 30 anni della mia vita a combattere con eventi che erano già accaduti e che non potevano essere cambiati.
Ho coccolato il trauma. (scelta e responsabilità mia).
Poi ho imparato che è più economico ed ecologico assumere i fatti e occuparsene.
Individuando risposte che includano la qualità della vita e il benessere.
Non so se mi spiego.
Sono approcci alla qualità della vita.
Sono poco interessata a guardare quel che è andato. E' andato, non posso farci niente. E il rimpianto non mi appartiene. (e non è utile in nessun modo).
Sono una curiosa, e la mia
curiosità diviene prima interesse e poi
pragmatica, di
quel che E' qui e ora.
E come su questo presente costruire il MIO futuro. Tenendo ben presente che il futuro non è domani.
Il futuro E' nelle azioni che compio oggi, in ogni istante.
La mascherina c'è.
Io posso scegliere se subirla e vivere nell'attesa di smetterla, oppure assumerla e personalizzarla.
Io opto per la seconda opzione.
I corsetti sono comodi se attrezzati per portare cose avendole comode senza borse che impediscono i movimenti e costringono a evoluzioni per recuperare cose. Mi scelgo i corsetti che mi permettono inoltre di giocare anche con la mia sessualità e che mi fanno sentire bella, come un profumo.
LA scelta è sempre quella, dal mio punto di vista.
Subisco o mi attivo.
Io mi attivo.
Da anni, per fortuna, ho smesso il desiderio di controllare quel che accade intorno a me.
Di tentare, come una novella profeta, di prevedere il futuro. Il futuro è ora. Seguo i cambiamenti ma stando e a partire dal/nel presente!
E ho imparato a godermi l'analisi di quel che c'è intorno per rendermelo su misura e piacevole. (lacrime comprese, servono anche le lacrime e la paura e il dolore e le emozioni poco piacevoli...ma sono MIE. E me le tengo belle strette-Insieme alle altre).