Pronti per la prossima volta?

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Senza inoltrarmi in polemiche quando incontro questa o altre forme di maleducazione e scorrettezza manifesto il mio dissenso.non servirà a nulla ma ancora meno non farlo
Pienamente d'accordo.
Anche io l'ho sempre fatto.
Anche accettandolo rivolto a me.

(ricordo in un viaggio in un paese estero dove si poteva fumare solo nel raggio di 2mt dai posacenere posizionati per strada. Non lo sapevo, mi è stato fatto notare e mi sono state presentate le sanzioni in cui sarei incorsa. Non ho più fumato a più di 2mt da dove prescritto e ho caldamente ringraziato della spiegazione riguardante le usanze. Se mi avessero sanzionata avrei accettato ringraziando comunque perchè io non stavo rispettando una prescrizione e mi sarebbe piaciuto vederla fatta rispettare).

Ora come ora, preferisco aumentare la distanza. :)
E mettermi nella posizione di fare la stessa azione senza rischiare conseguenze.
Espormi ad una discussione per decisione altrui non è una cosa di cui ho particolare desiderio.

Che magari non si manifesteranno eh.
In questo caso diciamo che alla riduzione del rischio, preferisco la prevenzione del rischio.
 
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Brunetta

Utente di lunga data
È così per tutti, credo

C'è chi con le medesime informazioni ha paura a tutt'oggi a uscir di casa, come chi si abbraccia nelle vie del passeggio

Come hai ben scritto, è sulle sensazioni individuali, che anche a me appare interessante indagare.

Sono le diverse risposte individuali all'apprendimento di un medesimo dato di fatto, che sono interessanti

Come quella che si sposa e una sua amica piange mentre l'altra ride

A meno che quella che piange sia l'amante segreta che sognava di essere al posto della sposa 🤣
Hai fatto un esempio che mette in gioco molte cose 😂😂
 

Marjanna

Utente di lunga data
Io concordo che si debba fare, come consigliato da mio amata Manzoni, distinzione tra buon senso e senso comune, ma chi chiedeva e otteneva la condanna a morte di Gian Giacomo Mora era certo di agire con buon senso. E lo stesso Manzoni seguiva il buon senso dei suoi tempi accettando la cura con le sanguisughe, del resto non avrebbe potuto chiedere antibiotici, per curare la cistite recidivante della moglie.
Io, ad esempio, credo che la potenzialità di essere vettore di contagio di un ragazzino chiuso in casa da due mesi sia probalisticamente molto bassa e che la possibilità di ammalarsi di un altro ragazzino in salute sia altrettanto bassa.
Insomma guardando i ragazzini posso solo provare tenerezza per loro, nostalgia per me e non li vedo né come morituri (senz’altro meno di quando li vedo sul motorino) né come bombe biologiche e neppure come untori in famiglia.
Io non lo so. Ho sentito che Crisanti sta portando avanti uno studio in tal senso, riguardo ai cittadini di Vo' Euganeo anche per trovare risposta al perchè i bambini non si infettino.
"I bambini sotto i 10 anni, seppure conviventi con infettati in grado di infettare, non si infettano. E se sono negativi non infettano".
Questo secondo lo studio effettuato sulla popolazione di Vo' Euganeo è un dato acquisito. Su cosa accada dopo i 10 anni di età e perchè non ho sentito niente. Ci sono casi di positivi al tampone ad ogni modo (sopra i 10).

Evidentemente la madre che fa uscire suo figlio con una ffp3 si sente più sicura così al momento, magari hanno un nonno in casa, il padre iperteso, chi lo sa. Altrimenti gli comprerebbe una maglietta con i soldi per la mascherina non trovi? Io non so chi sia, ho solo visto un gruppetto passando.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Io non lo so. Ho sentito che Crisanti sta portando avanti uno studio in tal senso, riguardo ai cittadini di Vo' Euganeo anche per trovare risposta al perchè i ragazzi non si infettino.
"I bambini sotto i 10 anni, seppure conviventi con infettati in grado di infettare, non si infettano. E se sono negativi non infettano".
Questo secondo lo studio effettuato sulla popolazione di Vo' Euganeo è un dato acquisito. Su cosa accada dopo i 10 anni di età e perchè non ho sentito niente. Ci sono casi di positivi al tampone ad ogni modo (sopra i 10).

Evidente la madre che fa uscire suo figlio con una ffp3 si sente più sicura così al momento, magari hanno un nonno in casa, il padre iperteso, chi lo sa. Altrimenti gli comprerebbe una maglietta con i soldi per la mascherina non trovi? Io non so chi sia, ho solo visto un gruppetto passando.
Infatti non sapendo, non so se la madre sia un tipo ansioso o il figlio fragile o il figlio suicida. Non so e basta.
 
Pienamente d'accordo.
Anche io l'ho sempre fatto.
Anche accettandolo rivolto a me.

(ricordo in un viaggio in un paese estero dove si poteva fumare solo nel raggio di 2mt dai posacenere posizionati per strada. Non lo sapevo, mi è stato fatto notare e mi sono state presentate le sanzioni in cui sarei incorsa. Non ho più fumato a più di 2mt da dove prescritto e ho caldamente ringraziato della spiegazione riguardante le usanze. Se mi avessero sanzionata avrei accettato ringraziando comunque perchè io non stavo rispettando una prescrizione e mi sarebbe piaciuto vederla fatta rispettare).

Ora come ora, preferisco aumentare la distanza. :)
E mettermi nella posizione di fare la stessa azione senza rischiare conseguenze.
Espormi ad una discussione per decisione altrui non è una cosa di cui ho particolare desiderio.

Che magari non si manifesteranno eh.
In questo caso diciamo che alla riduzione del rischio, preferisco la prevenzione del rischio.
Fogli A4 e pennarello appesi al collo; all'occorrenza "metti la mascherina,,testa di cazzo" "stai lontano,coglione". Con elegante silenzio e adeguata prevenzione abbiamo risolto
 

Skorpio

Utente di lunga data
Hai fatto un esempio che mette in gioco molte cose 😂😂
Beh ma avviene anche nelle istituzioni, basti pensare alla diversa regolamentazione regionale, se vogliamo restare nella nostra bottega senza spingerci oltre confine

A meno che il Veneto o la Sicilia o la Toscana nelle scorse settimane abbiano avuto accesso a studi segretissimi e riservati che le hanno spinte a prender decisioni diverse rispetto a un "poter fare" genericamente declinato a livello di potere centrale

Io parto dal presupposto che ne sanno quanto la Lombardia e la Campania.
 

danny

Utente di lunga data
Tu sei imparato e le cose le sai...a me questa cosa della barba non l'ha mai detta nessuno.
Non è che non te l'hanno detta, non ti sei informato. Infatti fai parte di quel 90% che usa male la mascherina (ci rientro pure io, comunque) . È nelle istruzioni d'uso delle mascherine.La motivazione sta nel fatto che la barba impedisce alla mascherina di aderire perfettamente al viso, quindi consente il passaggio del virus sia verso l'esterno che l'esterno.
In pratica resta aperta, è quindi inutile ai fini della protezione.
Un po' come la maschera o gli occhialini per andare sott'acqua. Se non sono aderenti si allagano.
Il concetto è lo stesso.
In ugual maniera la maschera non va indossata alla bisogna, cioè tolta e rimessa più volte, per lo stesso principio per cui non si indossa una maschera sott'acqua, ma prima.
Se vai al ristorante la indossi con tutti i criteri a casa, te la togli per mangiare, gettandola come prescritto, vai in bagno alla fine e ne indossi un'altra.
Se prevedi un dopocena, procurati 3 mascherine per la serata...
Se indossi sempre la stessa, non stai proteggendo nulla, ma solo agisci per non rischiare sanzioni o le reprimende noiose di chi incontri e ti vuol cagare il cazzo magari sapendone meno di te, ma lo fa perché è lo sport del momento.
Non me ne frega nulla di quel che fai, ma semplicemente non potresti stigmatizzare chi non la mette, per esempio, perché come effetto tu e lui siete sullo stesso piano.
Io metto sullo stesso piano chi mette la mascherina male e chi non la mette, si sappia.
Se uno ha la barba, può anche non mettersela e mantenere la distanza e basta.
 
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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Fogli A4 e pennarello appesi al collo; all'occorrenza "metti la mascherina,,testa di cazzo" "stai lontano,coglione". Con elegante silenzio e adeguata prevenzione abbiamo risolto
:LOL::LOL:....mi piace questa tua verve!!

appesi al collo non mi piace molto...non mi sembra elegante nell'insieme generale, mio senso estetico eh

sarei più propensa per un capo di abbigliamento che soddisfa l'esigenza! :D
(nel mio immaginario femminile i corsetti non sono solo accessori che rimandano all'erotismo, anche se non lo perdono di vista...mi piace molto, esteticamente, il connubio implicito fra femminilità e austerità marziale).


seriamente...emotivamente sì, condivido la spinta.
(potrei anche esprimere una certa creatività nell'insulto).

Ma razionalmente credo che se la cosa diventa individuale, ossia un cittadino che riprende un altro cittadino, non solo in questo tempo (storico, non di pandemia, sia chiaro) la cosa non sarebbe accettata (chi sei tu per?? etc etc) ma sarebbe anche controproducente.

Esiste una autorità per occuparsi di legalità.

E già l'autorità, per quanto invocata per i propri comfort, è rifiutata quando collide col comfort personale.

E in questo caso si tratta proprio di legalità.

Io non condivido parecchie cose dell'autorità governo.
Ma riconosco la sua esistenza.
E confermo la sua esistenza.
(la mia posizione è che se ad un certo punto questo governo mi è intollerabile, alzo il culo e me ne vado e mi assumo le mie conseguenze)

SE decido di non confermarla, e l'ho deciso in alcune situazioni, non coinvolgo nessuno.
E' una azione che coinvolge me e solo me e di cui mi assumo le conseguenze in prima persona.

E in questi termini non uso l'altro (come farei in questo caso riprendendo l'altro) per disconfermare l'autorità sostituendomi all'autorità stessa senza averne titolo e neppure riconoscimento.

E' un po' la differenza fra parere e atto.

Non so se mi spiego. :)

Un discorso è essere in un un contesto di discussione in cui confrontare, scontrare pareri più o meno fondati con quel che ne consegue (la chiacchiera fondamentalmente), altro discorso è il contesto sociale che fa riferimento, per sostenersi, alle regole comuni. (giuste o sbagliate che siano, quelle sono.)
 
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danny

Utente di lunga data
Ma tra chi ha raggiunto posizione e notorietà si sono sentite più versioni. L'infettivologo Bassetti (direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova e componente della task force Covid-19 della Liguria) ha fatto un video in ospedale con partecipazione del personale sanitario per fare capire come il virus si fermasse nelle cose, panchine, i tasti di un ascensore, per trasmettere l'importanza dell'uso di mascherina e guanti. In seguito ha dichiarato che le mascherine non hanno scadenza e si possono utilizzare finchè si sgualciscono. Inoltre afferma che all'aperto non serve la mascherina ma basta tenere la distanza di un metro. E le panchine? Che tocchi la panchina, poi tocchi il cellulare, poi te lo porti alla bocca e tac ti becchi il virus? Tutto sparito? E' solo uno. Scegli anche tu il tuo infettivologo di fiducia? :unsure:
Quello che ho scritto non era per sottolineare che qualcuno sia demente e altri illuminati. Io stessa applico un buonsenso che però inevitalmente entra in un determinato senso comune. Non sono infettivologo ne virologo ne epidemiologo.
Quello che ho letto esposto da @ipazia, rispetto alle misure che ha preso lei, non l'ho inteso come "io sono la meglio", ma "io applico le massime misure a fronte di un virus, basandomi sul mio percorso formativo e lavorativo" e lo prendo come un indice. Per alcuni estremo. Volendo tracciare una linea dall'altra potremmo metterci un altro estremo, chi crede il virus non esiste, ed è pienamente convinto che non verrà toccato da vicino (non solo personalmente, ma nel circondario di persone che compongono la sua sfera affettiva). Un sacco di persone si muovono nel mezzo di questi due punti. Per me è impossibile, e non per capriccio, pianificare la chiusura in una "modalità protetta" delle persone che compongono la mia sfera affettiva, che risponda in modo condiviso al "vivere o convivere con il virus", perchè non ci troviamo nello stesso punto della linea immaginaria a cui facevo riferimento.
Il fatto è che qui sono morti medici che dovevano saperne più di noi e che tante persone non possono scegliere come comportarsi perché hanno dei vincoli lavorativi.
Le cassiere al supermercato con i clienti a distanza ravvicinata e senza mascherina non le ho viste solo io. Il padre del compagno di mia figlia, medico ospedaliero, è stato costretto dalla direzione sanitaria a lavorare pur in presenza di sintomi fino a quando non ha iniziato ad aggravarsi. Solo allora gli hanno concesso il tampone.
È rimasto intubato un mese e alla famiglia non hanno MAI fatto tamponi. Il tutto a norma, perché questa è la prassi.
Noi stiamo stigmatizzando il comportamento del singolo la cui incidenza è inesistente sulle statistiche ISS quando il disastro è provenuto da situazioni coercitive in ambienti a rischio.
Siamo in piena paranoia sociale, con cretini alla finestra che pubblicano foto sul web di chi è in giro, idioti che pretendono la chiusura totale ad libitum, una situazione economica che non lo permette, la delega delle responsabilità alle regioni da parte del governo, come da ultimo decreto e una massa allucinante di informazioni di virologi o presunti tali pronti a dire tutto e il suo contrario. È il caos, figlio del mancato governo.
Dove sono finite le tre T annunciate all'inizio?
Ah, già, nessuno che le ricordi o sappia cosa sono.
Stiamo invece parlando di mascherine, messe comunque sempre alla cazzo perché non ci si informa neppure su come usarle.
Sostanzialmente una discussione inutile.
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
Quello che ho compreso, e stasera ho riscontrato un po' ovunque tornando dal lavoro, è che in giro è già pieno (cvd) di torme di stronzi senza mascherina (compreso il benzinaio da cui ho rifornito, che mi guardava anche con sufficienza) gongolanti tra tavoli, panchine e un po' dove cazzo gli va, perchè probabilmente è la natura umana, e magari anche perchè le misure prescritte gli sembrano eccessive.

E questo in piena (ex) zona rossa, dove di morti abbandonati a sè ne abbiamo avuti mica pochi. Il bello è che dopo tanto strepitare, disperare e delirare, non si rendono conto - queste grandissime teste di cazzo - di star rendendo potenzialmente inutili gli ultimi 2 mesi, e che se non va di culo tra 3-4 settimane si ricomincerà da capo. Complimenti, natura umana! Sempre avanti, a testa alta.
da quel che mi dicono, anche in via Colleoni a Bergamo le cose sono più o meno tornate come prima.

a riprova che il sapiens sapiens è un animale abitudinario. e se non ti entra in testa questo concetto, non vai da nessuna parte
 

Brunetta

Utente di lunga data
Beh ma avviene anche nelle istituzioni, basti pensare alla diversa regolamentazione regionale, se vogliamo restare nella nostra bottega senza spingerci oltre confine

A meno che il Veneto o la Sicilia o la Toscana nelle scorse settimane abbiano avuto accesso a studi segretissimi e riservati che le hanno spinte a prender decisioni diverse rispetto a un "poter fare" genericamente declinato a livello di potere centrale

Io parto dal presupposto che ne sanno quanto la Lombardia e la Campania.
I politici sono uomini come gli altri con gli stessi pregi e difetti. Si spera che abbiano capacità politiche ovvero di considerare le implicazioni sociali ed economiche che comportano le scelte che devono compiere per la salvaguardia della salute pubblica anche per mantenere il consenso che permette di avere il potere di farle.
Mi sembra intuitivo che il sindaco di un paesino di poche anime, isolato su una montagna debba tenere conto di esigenze diverse rispetto a quello di una grande città.
 

danny

Utente di lunga data
In effetti io ricordo solo quelle di Bologna e di Cremona
Nelle prime conferenze stampa, seguendo le linee guida dell'OMS, si parlava delle tre T, un modo sintetico per esprimere come andava affrontata la gestione del virus.
È quanto è stato fatto in Germania.
Testing, tracing, treating.
Inizialmente Codogno e Vò sono state gestite così, poi si è passati a una fase in cui le limitate risorse unitamente alla pressione sul sistema sanitario hanno impedito di proseguire con modalità simili e si è adottato il vincolo di limitare i tamponi ai soli soggetti in cui fossero presenti determinate combinazioni di sintomi. Al mio collega che ne aveva solo due non è stato fatto il tampone e il medico di base ha solo prescritto un periodo di osservazione per sospetto Covid di 5 gg. Dopo è rientrato al lavoro.
Il lockdown doveva servire per ridurre la pressione ospedaliera e organizzare la gestione
in una fase successiva secondo criteri utili per contenere gli eventuali focolai. Ovvero:
Aumentare numero dei test, tracciare tutti i contatti dri positivi, trattare il virus.
In realtà si prosegue come prima, con una delega alle Regioni sulla gestione. I tempi restano gli stessi: 5 gg per l'insorgere dei sintomi, 9 gg minimo per ottenere i risultati di un tampone (ma è occorso anche di più).
In pratica gli effetti di qualsiasi allentamento si vedono dopo 2 settimane.
Ma...
Qual è il problema?
Che senza le tre T gli interventi agiscono solo quando i focolai diventano ingestibili, ovvero quando se ne ha contezza sulle conseguenze dei reparti ospedalieri, dovendo quindi volta per volta applicare lockdown molto estesi.
Detto in parole povere: siamo diventati noi i responsabili di tutto. Alla Ponzio Pilato.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Nelle prime conferenze stampa, seguendo le linee guida dell'OMS, si parlava delle tre T, un modo sintetico per esprimere come andava affrontata la gestione del virus.
È quanto è stato fatto in Germania.
Testing, tracing, treating.
Inizialmente Codogno e Vò sono state gestite così, poi si è passati a una fase in cui le limitate risorse unitamente alla pressione sul sistema sanitario hanno impedito di proseguire con modalità simili e si è adottato il vincolo di limitare i tamponi ai soli soggetti in cui fossero presenti determinate combinazioni di sintomi. Al mio collega che ne aveva solo due non è stato fatto il tampone e il medico di base ha solo prescritto un periodo di osservazione per sospetto Covid di 5 gg. Dopo è rientrato al lavoro.
Il lockdown doveva servire per ridurre la pressione ospedaliera e organizzare la gestione
in una fase successiva secondo criteri utili per contenere gli eventuali focolai. Ovvero:
Aumentare numero dei test, tracciare tutti i contatti dri positivi, trattare il virus.
In realtà si prosegue come prima, con una delega alle Regioni sulla gestione. I tempi restano gli stessi: 5 gg per l'insorgere dei sintomi, 9 gg minimo per ottenere i risultati di un tampone (ma è occorso anche di più).
In pratica gli effetti di qualsiasi allentamento si vedono dopo 2 settimane.
Ma...
Qual è il problema?
Che senza le tre T gli interventi agiscono solo quando i focolai diventano ingestibili, ovvero quando se ne ha contezza sulle conseguenze dei reparti ospedalieri, dovendo quindi volta per volta applicare lockdown molto estesi.
Detto in parole povere: siamo diventati noi i responsabili di tutto. Alla Ponzio Pilato.
Giusto.
Ma non sono informazioni segrete.
 

Skorpio

Utente di lunga data
I politici sono uomini come gli altri con gli stessi pregi e difetti. Si spera che abbiano capacità politiche ovvero di considerare le implicazioni sociali ed economiche che comportano le scelte che devono compiere per la salvaguardia della salute pubblica anche per mantenere il consenso che permette di avere il potere di farle.
Mi sembra intuitivo che il sindaco di un paesino di poche anime, isolato su una montagna debba tenere conto di esigenze diverse rispetto a quello di una grande città.
Certo, ma a prescindere dalle capacità politiche, voglio dire che la "traduzione nel fare" di una "norma scientifica" può avere mille sfumature diverse

Es: norma scientifica : "la distanza di sicurezza da un altro individuo è 2 metri"

Soggetto A: "2 metri? Oh cazzo, la situazione è seria, col cazzo che io esco di casa"

Soggetto B: "beh.. Facciamo 3 metri, dai, mi preparo e esco"

Soggetto C: "2 metri!?!?? Yuhuu chiamo subito i miei amici e ci vediamo tra un'ora in piazza per parlare di calcio, stando a 2 metri!"

Chi ha capito tutto e chi non ha capito nulla?

Ognuno dei 3 soggetti, volendo, sarà pronto a urlare agli altri 2 che non hanno capito nulla

Ma appunto la differenza sta solo nelle diverse sensazioni e spinte provocate individualmente dalla " norma scientifica" che tutti alla fine, hanno capito benissimo
 

danny

Utente di lunga data
Giusto.
Ma non sono informazioni segrete.
Anzi, erano state ampiamente comunicate anche sui media.
Io infatti pensavo fosse questa la prassi da adottare, prima di scoprire dalla narrazione delle esperienze dirette che andava tutto diversamente.
Pensa che io mi immaginavo squadre in tuta antivirus che arrivavano a casa del sospetto, facevano il tampone, lo portavano se positivo in un'area di isolamento lontano dai familiari, anche loro sotto controllo, facevano l'elenco dei contatti che venivano avvertiti e testati.
Manco pensavo che un sospetto Covid potesse uscire per farsi esaminare o visitare e ai familiari venisse solo detto di stare a casa per 15 gg.
Un leggerissimo sospetto mi venne quando il mio collega, con due soli sintomi, dopo 5 gg a casa per sospetto Covid era già in ufficio con permesso dato al telefono dal medico di base e senza alcun tipo di verifica.
 
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Anzi, erano state ampiamente comunicate anche sui media.
Io infatti pensavo fosse questa la prassi da adottare, prima di scoprire dalla narrazione delle esperienze dirette che andava tutto diversamente.
Pensa che io mi immaginavo squadre in tuta antivirus che arrivavano a casa del sospetto, facevano il tampone, lo portavano se positivo in un'area di isolamento lontano dai familiari, anche loro sotto controllo, facevano l'elenco dei contatti che venivano avvertiti e testati.
Manco pensavo che un sospetto Covid potesse uscire per farsi esaminare o visitare e ai familiari venisse solo detto di stare a casa per 15 gg.
Un leggerissimo sospetto mi venne quando il mio collega, con due soli sintomi, dopo 5 gg a casa per sospetto Covid era già in ufficio con permesso dato al telefono dal medico di base e senza alcun tipo di verifica.
qui non è così.comunque a me appare evidente che al di là di norme e divieti valga la nostra coscienza ...e se vivi con un positivo , anche se nessuno te lo dice devi isolarti .se hai il dubbio non vai a lavorare infettando gli altri , né il tuo datore di lavoro può chiedertelo.così almeno ho visto fare ad esempio a mia figlia alla prima febbre di lui. non la vedo da febbraio, fra un tampone prima di lui, poi di lei .
ho saputo della gravidanza in videochiamata e aspetto con ansia di poterla abbracciare .
lo spinone?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Anzi, erano state ampiamente comunicate anche sui media.
Io infatti pensavo fosse questa la prassi da adottare, prima di scoprire dalla narrazione delle esperienze dirette che andava tutto diversamente.
Pensa che io mi immaginavo squadre in tuta antivirus che arrivavano a casa del sospetto, facevano il tampone, lo portavano se positivo in un'area di isolamento lontano dai familiari, anche loro sotto controllo, facevano l'elenco dei contatti che venivano avvertiti e testati.
Manco pensavo che un sospetto Covid potesse uscire per farsi esaminare o visitare e ai familiari venisse solo detto di stare a casa per 15 gg.
Un leggerissimo sospetto mi venne quando il mio collega, con due soli sintomi, dopo 5 gg a casa per sospetto Covid era già in ufficio con permesso dato al telefono dal medico di base e senza alcun tipo di verifica.
Non mi riferivo al trattamento, le tre T, che non c’è stato.
 

giorgiocan

Utente prolisso
a riprova che il sapiens sapiens è un animale abitudinario. e se non ti entra in testa questo concetto, non vai da nessuna parte
Smettila. Non mi insegni nulla, almeno in ambito paleoantropologico, e intasiamo il forum facendo a chi vuole avere l'ultima parola.
 
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Brunetta

Utente di lunga data
In questo paese, quando si propone un'idea che potrebbe funzionare, la risposta tipo è: "Seeeeee, figurati!"
E si esprimono così istituzioni, autorità, associazioni, ecc. Anche a me piace molto questo genere di idee, anche perchè di solito quando vengono messe in pratica (da italiani) producono risultato. Ma anche in quel caso, è nostra consuetudine che non trovino seguito. Per lo meno in patria.

Da individui, la difficoltà è nel condizionamento sociale, nella paura di dare forma ad un'intuizione che nessuno suggerisce. Mi piace pensare che la paura, che a volte paralizza, altre volte sblocchi il pensiero. Ma come ho già detto altrove, siamo stupefacentemente bravi a dimenticare, quando possiamo permettercelo.
Riprendendo l’argomento della progettazione del futuro, penso che si stia tutti sopravvalutando le conseguenze di una epidemia e di due mesi di fermo.
Non credo che ci saranno altri cambiamenti oltre ad aver smontato l’idea di poter essere salvaguardati da qualsiasi malattia. Chi non era molto attento avrà imparato qualche norma igienica.
 
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