Pronti per la prossima volta?

spleen

utente ?
Se si vuole un confronto bisogna accettare le diverse visioni.
Immaginare il futuro è affascinante. In effetti chi è andato più vicino alla realtà è stato Verne. Poi in tutte le altre fantasie si è scaduti a paventare forme di controllo che sì forse esistono, ma in forme diverse.
Se poi riuscissimo a vedere con un po’ di oggettività il presente vedremmo che il temuto controllo della sessualità e della riproduzione si è invece realizzato come liberalizzazione della sessualità, come attività a costo zero e che distrae dall’esercizio reale del potere che è stato invece volontariamente e lietamente dato ad altri.
Mah, a dire la verità trovo molto più visionario Orwell, perchè una cosa che noi tradizionalmente immaginiamo della fantascienza è che sia polarizzata attorno al progresso tecnologico e scientifico ma in effetti quello che dovrebbe interessarci maggiormente è cosa diventeremo noi e la società, come vivremo, o meglio come vivranno i nostri pronipoti.
Poi che sia Orwell che Verne avessero del materiale su cui fare correre la fantasia non è certo in discussione, ma anche Asimov, per dire.
Un racconto come grande metafora della società, come 1984 oggi sarebbe difficile da scrivere.

Per tornare alla discussione, direi che possiamo anche tutti sederci ad aspettare che tutto ritorni come prima, magari non succederà nulla di significativo e davvero andrà così, magari no, io credo che qualcosa cambierà conducendoci verso qualcosa di poco prevedibile oggi.
Fosse solo per lo sconquasso economico che si profila all' orizzonte.

Un ragionamento sul metodo, solo un ragionamento, che non vuole essere "contro" nessuno: Quando andiamo dal medico siamo disposti se non altro ad ascoltarlo, perchè gli riconosciamo una qualche competenza, perchè discutiamo di cose che ci succedono, reali, non di opinioni o di bubbole, ecco, trovo che portare avanti una discussione per pagine e pagine senza riconoscere agli altri una qualsiasi forma di competenza sull' analisi dei fatti ma solo generiche opinioni sia sterile. Non sto dicendo che ci siano posizioni più o meno rispettabili, più o meno basate su fatti reali temo di si.
 
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perplesso

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Staff Forum
Sì, ecco. Come i tredicenni.

Peccato che il thread muoia qui. Ma vedo che le percezioni sono troppo diverse, il che ha la fondamentale implicazione di rendere il tema di qualche interesse per alcuni, e completamente inviso ad altri.
Peccato, inoltre, perchè credo che gli OT rappresentassero la componente più terapeutica del forum.
non è che rosicare come te sia sintomo di adolescenza fuori tempo massimo. il rosicamento è più uno stato dell'anima. e sarebbe in effetti un OT interessante.

ad esempio, perchè ti fa saltare così in aria essere contraddetto?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Mah, a dire la verità trovo molto più visionario Orwell, perchè una cosa che noi tradizionalmente immaginiamo della fantascienza è che sia polarizzata attorno al progresso tecnologico e scientifico ma in effetti quello che dovrebbe interessarci maggiormente è cosa diventeremo noi e la società, come vivremo, o meglio come vivranno i nostri pronipoti.
Poi che sia Orwell che Verne avessero del materiale su cui fare correre la fantasia non è certo in discussione, ma anche Asimov, per dire.
Un racconto come grande metafora della società, come 1984 oggi sarebbe difficile da scrivere.

Per tornare alla discussione, direi che possiamo anche tutti sederci ad aspettare che tutto ritorni come prima, magari non succederà nulla di significativo e davvero andrà così, magari no, io credo che qualcosa cambierà conducendoci verso qualcosa di poco prevedibile oggi.
Fosse solo per lo sconquasso economico che si profila all' orizzonte.

Un ragionamento sul metodo, solo un ragionamento, che non vuole essere "contro" nessuno: Quando andiamo dal medico siamo disposti se non altro ad ascoltarlo, perchè gli riconosciamo una qualche competenza, perchè discutiamo di cose che ci succedono, reali, non di opinioni o di bubbole, ecco, trovo che portare avanti una discussione per pagine e pagine senza riconoscere agli altri una qualsiasi forma di competenza sull' analisi dei fatti ma solo generiche opinioni sia sterile. Non sto dicendo che ci siano posizioni più o meno rispettabili, più o meno basate su fatti reali temo di si.
Io credo che stiamo sopravvalutando l’impatto di quello che abbiamo vissuto sia individualmente, si collettivamente.
Ci vuole ben altro per modificare modi di vivere consolidati.
Sia ben chiaro, magari ci fossero cambiamenti sostanziali, ma non me li aspetto.
Non ho capito benissimo il discorso sul metodo. Il discorso che facevo io era proprio sul metodo.
 

Brunetta

Utente di lunga data

Marjanna

Utente di lunga data
Io credo che stiamo sopravvalutando l’impatto di quello che abbiamo vissuto sia individualmente, si collettivamente.
Ci vuole ben altro per modificare modi di vivere consolidati.
Sia ben chiaro, magari ci fossero cambiamenti sostanziali, ma non me li aspetto.
Non ho capito benissimo il discorso sul metodo. Il discorso che facevo io era proprio sul metodo.
Tu ne parli già al passato, come la situazione riguardasse solo il periodo del lockdown, personalmente a livello collettivo mi pare ben presente, pur nelle varie sfaccettature "interpretative", e più che alla fine mi pare che siamo all'inizio. Potremmo dire che il lockdown è stata la fase di incubazione.
Da una parte c'è chi torna in spiaggia, dall'altra lavoratori disperati di ogni categoria che manifestano, da una parte c'è chi corre alla movida, dall'altra prossimamente un bando per mandare inoccupati e disoccupati a controllare chi esce per divertirsi, come volontariato (quando già i telegiornali hanno riportato notizie che indicano che le persone non rispondo a proprietari di locali ne a volontari della protezione civile, ma solo alle forze dell'ordine).
Tutta la confusione generata ha prodotto diverse fazioni, e non sono solo tra qualche messaggio nel forum, e questo aspetto viene lasciato andare.

Dovremmo in qualche modo avere una visione univoca della situazione, per muoverci nella stessa direzione. Senza essere estremi, uscire ma prestando attenzione. Non tanto per le norme, per le regole, perchè alla fine sono indicazioni su come rapportarci per evitare nuove catene che andrebbero a creare dei focolai. Sentire questo come una regola, come una privazione da dittatura, come una limitazione della libertà a me fa pensare che nel profondo di se non si creda che esista un virus, in mezzo ci si mettono notizie che invitano le persone proprio a ribellarsi a queste regole perchè seguirle rappresenta l'aderide ad un gioco che porterà gravi conseguenze sul popolo (economiche, di controllo sociale, ect.)

Mi pare la comunicazione sia fallita perchè il virus, la sua letalità, le fasce di età che va a colpire (non solo in termini di morte ma di malattia e conseguenze della malattia, e anche dei farmaci che vengono usati per tentare di fermarla), non dovrebbero essere interpretabili. Almeno non interpretabili al punto tale da avere al riguardo pensieri totalmente diversi. Noi passiamo dallo stare barricari in casa a mettersi in centomila in piazza senza distanziamento, senza mascherine. Alcune camerieri che lavorano in locali siti in delle piazze hanno dichiarato di non aver mai visto così tante persone come in questi giorni.

Ma queste notizie, delle movide, mi sembrano dati veramente da poco. Non c'è proprio niente di cui stupirsi. Era già evidente, nel percorso che usciva da come le singole persone hanno vissuto il periodo di confinamento. Come era evidente, almeno per me, che in un bar o ristorante chi fa una consumazione sta concentrato nel suo momento. Chi è che si era pensato di andare al bar e fare una sorsata di aperitivo, o di un cappuccino, e poi alzare un secondo dopo la maschera, mangiare due patatine, o dare un morso ad un croissant, e poi via alza subito la mascherina. Da la percezione di doversi ingozzare. Ma lo stesso valeva nei supermercati. Chi di voi ci è stato si è messo a fare slalom stando attentissimo a mantenere il metro di distanza ad ogni carrello incrociato, o forse una volta dentro mentre cercava un prodotto in qualche scaffale non ha fatto particolare caso alla distanza con cui incrociava altre persone?
E' stata usata la parola guerra ma non abbiamo vissuto nessuna guerra. Hanno usato una campagna informativa che da molte persone è stata vista come terrorismo, come se ad uscire di casa qualsiasi persona che incontri fosse un cecchino invisibile che ti potrebbe colpire. Di fatto, secondo quanto ci dice la comunità scientifica, è proprio così, il virus è un cecchino invisibile. Non vedo alcun intervento che prenda coscienza di questo punto. Che si voglia mandare persone a caso, senza alcuna formazione (anche volendo non ci sarebbe il tempo per fare formazione) a disperdere assembramenti mi spaventa parecchio, non vorrei che da una parte o dall'altra ci scappi il morto, o qualcuno che viene gravemente pestato.

Magari solo perché tu (ed io) sei refrattaria alle regole imposte.
Ma tu come l'avresti gestita la situazione? Non avresti usato regole? E perchè?
Capisco che qualcuno dica "a me non sta bene" è evidente, ma quali alternative?
 

Martes

Utente di lunga data
Ma tu come l'avresti gestita la situazione? Non avresti usato regole? E perchè?
Capisco che qualcuno dica "a me non sta bene" è evidente, ma quali alternative?
Personalmente non mi riferivo affatto alle regole, ma all'espressione del (non) confronto che io ho percepito qui dentro (e spesso pure fuori, come notato da te, ma qui di più... del resto la messaggistica scritta esclude una notevole fetta di segnali importanti per comprendersi meglio)
 

Brunetta

Utente di lunga data
Tu ne parli già al passato, come la situazione riguardasse solo il periodo del lockdown, personalmente a livello collettivo mi pare ben presente, pur nelle varie sfaccettature "interpretative", e più che alla fine mi pare che siamo all'inizio. Potremmo dire che il lockdown è stata la fase di incubazione.
Da una parte c'è chi torna in spiaggia, dall'altra lavoratori disperati di ogni categoria che manifestano, da una parte c'è chi corre alla movida, dall'altra prossimamente un bando per mandare inoccupati e disoccupati a controllare chi esce per divertirsi, come volontariato (quando già i telegiornali hanno riportato notizie che indicano che le persone non rispondo a proprietari di locali ne a volontari della protezione civile, ma solo alle forze dell'ordine).
Tutta la confusione generata ha prodotto diverse fazioni, e non sono solo tra qualche messaggio nel forum, e questo aspetto viene lasciato andare.

Dovremmo in qualche modo avere una visione univoca della situazione, per muoverci nella stessa direzione. Senza essere estremi, uscire ma prestando attenzione. Non tanto per le norme, per le regole, perchè alla fine sono indicazioni su come rapportarci per evitare nuove catene che andrebbero a creare dei focolai. Sentire questo come una regola, come una privazione da dittatura, come una limitazione della libertà a me fa pensare che nel profondo di se non si creda che esista un virus, in mezzo ci si mettono notizie che invitano le persone proprio a ribellarsi a queste regole perchè seguirle rappresenta l'aderide ad un gioco che porterà gravi conseguenze sul popolo (economiche, di controllo sociale, ect.)

Mi pare la comunicazione sia fallita perchè il virus, la sua letalità, le fasce di età che va a colpire (non solo in termini di morte ma di malattia e conseguenze della malattia, e anche dei farmaci che vengono usati per tentare di fermarla), non dovrebbero essere interpretabili. Almeno non interpretabili al punto tale da avere al riguardo pensieri totalmente diversi. Noi passiamo dallo stare barricari in casa a mettersi in centomila in piazza senza distanziamento, senza mascherine. Alcune camerieri che lavorano in locali siti in delle piazze hanno dichiarato di non aver mai visto così tante persone come in questi giorni.

Ma queste notizie, delle movide, mi sembrano dati veramente da poco. Non c'è proprio niente di cui stupirsi. Era già evidente, nel percorso che usciva da come le singole persone hanno vissuto il periodo di confinamento. Come era evidente, almeno per me, che in un bar o ristorante chi fa una consumazione sta concentrato nel suo momento. Chi è che si era pensato di andare al bar e fare una sorsata di aperitivo, o di un cappuccino, e poi alzare un secondo dopo la maschera, mangiare due patatine, o dare un morso ad un croissant, e poi via alza subito la mascherina. Da la percezione di doversi ingozzare. Ma lo stesso valeva nei supermercati. Chi di voi ci è stato si è messo a fare slalom stando attentissimo a mantenere il metro di distanza ad ogni carrello incrociato, o forse una volta dentro mentre cercava un prodotto in qualche scaffale non ha fatto particolare caso alla distanza con cui incrociava altre persone?
E' stata usata la parola guerra ma non abbiamo vissuto nessuna guerra. Hanno usato una campagna informativa che da molte persone è stata vista come terrorismo, come se ad uscire di casa qualsiasi persona che incontri fosse un cecchino invisibile che ti potrebbe colpire. Di fatto, secondo quanto ci dice la comunità scientifica, è proprio così, il virus è un cecchino invisibile. Non vedo alcun intervento che prenda coscienza di questo punto. Che si voglia mandare persone a caso, senza alcuna formazione (anche volendo non ci sarebbe il tempo per fare formazione) a disperdere assembramenti mi spaventa parecchio, non vorrei che da una parte o dall'altra ci scappi il morto, o qualcuno che viene gravemente pestato.



Ma tu come l'avresti gestita la situazione? Non avresti usato regole? E perchè?
Capisco che qualcuno dica "a me non sta bene" è evidente, ma quali alternative?
Mi sembra che le tue osservazioni confermino che per moltissimi non è cambiato niente e non vogliono che cambi niente.
Del resto il tuo desiderio di visione univoca mi sembra irrealizzabile in ogni campo.
Io non ho la pretesa di sapere gestire situazioni complesse soprattutto in situazioni di emergenza. A posteriori siamo capaci tutti di vedere cosa ha funziona e cosa no. E, poiché nella prima fase abbiamo pensato di tutto, siamo anche capaci a posteriori d8 ricordare solo i pensieri che ora corrispondono a ciò che ci sembra che abbia meglio funzionato.
Non troviamo un accordo su come gestire una relazione tra due persone e dovremmo trovarla per gestirne milioni?
 

spleen

utente ?
Mi sembra che le tue osservazioni confermino che per moltissimi non è cambiato niente e non vogliono che cambi niente.
Del resto il tuo desiderio di visione univoca mi sembra irrealizzabile in ogni campo.
Io non ho la pretesa di sapere gestire situazioni complesse soprattutto in situazioni di emergenza. A posteriori siamo capaci tutti di vedere cosa ha funziona e cosa no. E, poiché nella prima fase abbiamo pensato di tutto, siamo anche capaci a posteriori d8 ricordare solo i pensieri che ora corrispondono a ciò che ci sembra che abbia meglio funzionato.
Non troviamo un accordo su come gestire una relazione tra due persone e dovremmo trovarla per gestirne milioni?
E perciò W il far west?
Ok, domani mi compro una Colt frontiera. :ROFLMAO:
No, il problema è che una larga parte di noi ha rinunciato a riconoscere la ricerca della verità, il sapere e la competenza, sostituendoli con l'esperienza personale e l'opinione soggettiva, tout court e senza mediazione.
Col risultato degli assembramenti sui navigli e per contro dei polizziotti che rincorrono quello che prendeva da solo il sole in spiaggia.
Mi fa venire in mente una conferenza di Alessandro Barbiero che parlava delle differenze tra storia e memoria.
 

Brunetta

Utente di lunga data
E perciò W il far west?
Ok, domani mi compro una Colt frontiera. :ROFLMAO:
No, il problema è che una larga parte di noi ha rinunciato a riconoscere la ricerca della verità, il sapere e la competenza, sostituendoli con l'esperienza personale e l'opinione soggettiva, tout court e senza mediazione.
Col risultato degli assembramenti sui navigli e per contro dei polizziotti che rincorrono quello che prendeva da solo il sole in spiaggia.
Mi fa venire in mente una conferenza di Alessandro Barbiero che parlava delle differenze tra storia e memoria.
Ma la riluttanza alle regole è una novità?
La discussione non è partita da cercare di vedere opportunità di cambiamento?
 

spleen

utente ?
Personalmente non mi riferivo affatto alle regole, ma all'espressione del (non) confronto che io ho percepito qui dentro (e spesso pure fuori, come notato da te, ma qui di più... del resto la messaggistica scritta esclude una notevole fetta di segnali importanti per comprendersi meglio)
.
 

spleen

utente ?
Ma la riluttanza alle regole è una novità?
La discussione non è partita da cercare di vedere opportunità di cambiamento?
Certo che no.
Ma un conto è cercare di ridiscutere regole, un altro è quello di avere delle aspettative adolescenziali in proposito (giusto per citarti).
Perchè una faccenda è discutere di regole di distanziamento, di credito, di lavoro, di ripartenza etc.
Un conto è aspettarsi che tutto rimanga a come era sei mesi fa.
O che tutto debba essere argomento di discussione ad oltranza.
L'entità della forza di gravità non si stabilisce per alzata di mano.
Mi limitavo a rilevare un consistente scollamento tra -l'opinion-e e la realtà. Non tua eh, genericamente parlando.

Questo, nei 3d del covid dura dall' inizio, per quel che mi riguarda, da quando c'era gente che negava ci fosse il problema e che si sarebbe stati più saggi a far finta di niente, alla Bolsonaro, per capirsi.
E per dirla tutta, è proprio questo lo zoccolo duro che ha impedito un confronto serio e sereno sui vari temi connessi.
Perchè se parti dall' esperienza personale, e vedi solo quella, è logico che se non hai tragedie intorno a te pensi (generico) che il virus sia una scemenza, ma questo parte dal negare la conoscenza della realtà e la competenza ad essa collegata.
Non so se mi sono spiegato.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Certo che no.
Ma un conto è cercare di ridiscutere regole, un altro è quello di avere delle aspettative adolescenziali in proposito (giusto per citarti).
Perchè una faccenda è discutere di regole di distanziamento, di credito, di lavoro, di ripartenza etc.
Un conto è aspettarsi che tutto rimanga a come era sei mesi fa.
O che tutto debba essere argomento di discussione ad oltranza.
L'entità della forza di gravità non si stabilisce per alzata di mano.
Mi limitavo a rilevare un consistente scollamento tra -l'opinion-e e la realtà. Non tua eh, genericamente parlando.

Questo, nei 3d del covid dura dall' inizio, per quel che mi riguarda, da quando c'era gente che negava ci fosse il problema e che si sarebbe stati più saggi a far finta di niente, alla Bolsonaro, per capirsi.
E per dirla tutta, è proprio questo lo zoccolo duro che ha impedito un confronto serio e sereno sui vari temi connessi.
Perchè se parti dall' esperienza personale, e vedi solo quella, è logico che se non hai tragedie intorno a te pensi (generico) che il virus sia una scemenza, ma questo parte dal negare la conoscenza della realtà e la competenza ad essa collegata.
Non so se mi sono spiegato.
Ti sei spiegato.
Però ho già rilevato che l’idea che non debbano esserci epidemie e che l’aspettativa di vita (grazie alla medicina e alla migliorate condizioni igieniche e alla diffusione delle regole che le permettono) notevolmente alta è diventata una percezione della morte come evento forse accettabile verso i 100 anni.
È una percezione recentissima, ma essendo graditissima, in quanto l’idea di dover morire è sgradita da sempre, da cui è difficile staccarsi.
Ma, poiché vivere comporta sempre un margine di rischio, come andare in moto, nuotare in mare, scalare una montagna, credo che ci sia una tendenza ad accettare anche il margine di rischio connesso alla vicinanza personale, piuttosto che fare a meno di quell’aspetto della vita.
Certamente per farlo si tenderà a ridimensionare il margine di rischio, come lo si fa per tutte le altre attività.
Per questo non credo che sia facile trovare un accordo di base.
 

Marjanna

Utente di lunga data
Personalmente non mi riferivo affatto alle regole, ma all'espressione del (non) confronto che io ho percepito qui dentro (e spesso pure fuori, come notato da te, ma qui di più... del resto la messaggistica scritta esclude una notevole fetta di segnali importanti per comprendersi meglio)
Però fammi un esempio pratico. Confronto su cosa? Non capisco.
Confronto sull'interpretazione del virus, confronto sulla gestione casalinga, confronto nel rapportarsi con i contatti... ?!?!???

Mi sembra che le tue osservazioni confermino che per moltissimi non è cambiato niente e non vogliono che cambi niente.
Del resto il tuo desiderio di visione univoca mi sembra irrealizzabile in ogni campo.
Io non ho la pretesa di sapere gestire situazioni complesse soprattutto in situazioni di emergenza. A posteriori siamo capaci tutti di vedere cosa ha funziona e cosa no. E, poiché nella prima fase abbiamo pensato di tutto, siamo anche capaci a posteriori d8 ricordare solo i pensieri che ora corrispondono a ciò che ci sembra che abbia meglio funzionato.
Non troviamo un accordo su come gestire una relazione tra due persone e dovremmo trovarla per gestirne milioni?
Io ho scritto quanto mi pare evidente, inutile girarci intorno. Però vedi dipende anche come si è vissuto il periodo di confinamento. Per molti mi pare evidente che sia stato più o meno così:


Il nostro amico Fantozzi è ad un tale livello di repressione che non si accontenta di mettere una polpetta in bocca, se potesse si mangerebbe l'intero vassoio. Il dottore del film non è dietologo, viene presentato come un pazzo nazista e pure sadico.

Bè desiderio... lo so bene pure io che è dura, non ci riesce a mettere d'accordo neppure in tre cani dentro un ufficio figurati una popolazione intera. Però solitamente c'è una linea comune quando in mezzo ci sono temi forti come la salute e l'andamento economico del paese.
E in merito a questo ciò che ora rientra nelle riaperture, posso prenderne parte o meno, ma cerco di capire e muovervi per far parte della soluzione non del problema. E per fare questo non posso muovermi solo pensando a me, ma devo tenere gli occhi aperti su chi mi sta intorno. Non sto parlando del controllo, ma delle scelte che posso operare. Ad esempio alcuni ragazzi hanno scelto locali più isolati, senza piazze adiacenti, meno di tendenza.
Anche prima del lockdown se uscite ogni tanto di sera sapete che ci sono locali dove fuori c'è la ressa e altri dove si arriva senza prenotazione e si trova tranquillamente un posto a sedere. Se a 40 anni ti poni "bè io voglio andare lì, io voglio fare quello e fanculo" vien da se che nella situazione attuale quel fanculo qualcuno te lo rimandi indietro.
Ad ogni modo io non ho un occhio sulla situazione italiana, vedo i servizi dei telegionali, quando esco vedo tante persone che rispetta le regole, che magari passeggiano senza mascherina ma quando le incroci la alzano, anche se sono ragazzi giovani. Le "porte del contagio" rimangono aperte in chi si trova in situazioni inevitabili, come prendere i mezzi pubblici.
Concordo su quanto dici nel parlare a posteriori, ma allora di cosa vorresti parlare? In cosa senti limitata la tua libertà di espressione nel forum (o forse anche fuori)? Non capisco.
 
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Brunetta

Utente di lunga data
Però fammi un esempio pratico. Confronto su cosa? Non capisco.
Confronto sull'interpretazione del virus, confronto sulla gestione casalinga, confronto nel rapportarsi con i contatti... ?!?!???



Io ho scritto quanto mi pare evidente, inutile girarci intorno. Però vedi dipende anche come si è vissuto il periodo di confinamento. Per molti mi pare evidente che sia stato più o meno così:


Il nostro amico Fantozzi è ad un tale livello di repressione che non si accontenta di mettere una polpetta in bocca, se potesse si mangerebbe l'intero vassoio. Il dottore del film non è dietologo, viene presentato come un pazzo nazista e pure sadico.

Bè desiderio... lo so bene pure io che è dura, non ci riesce a mettere d'accordo neppure in tre cani dentro un ufficio figurati una popolazione intera. Però solitamente c'è una linea comune quando in mezzo ci sono temi forti come la salute e l'andamento economico del paese.
E in merito a questo ciò che ora rientra nelle riaperture, posso prenderne parte o meno, ma cerco di capire e muovervi per far parte della soluzione non del problema. E per fare questo non posso muovermi solo pensando a me, ma devo tenere gli occhi aperti su chi mi sta intorno. Non sto parlando del controllo, ma delle scelte che posso operare. Ad esempio alcuni ragazzi hanno scelto locali più isolati, senza piazze adiacenti, meno di tendenza.
Anche prima del lockdown se uscite ogni tanto di sera sapete che ci sono locali dove fuori c'è la ressa e altri dove si arriva senza prenotazione e si trova tranquillamente un posto a sedere. Se a 40 anni ti poni "bè io voglio andare lì, io voglio fare quello e fanculo" vien da se che nella situazione attuale quel fanculo qualcuno te lo rimandi indietro.
Ad ogni modo io non ho un occhio sulla situazione italiana, vedo i servizi dei telegionali, quando esco vedo tante persone che rispettano le regole, che magari passeggiano senza mascherina ma quando le incroci la alzano, anche se sono ragazzi giovani. Le "porte del contagio" rimangono aperte in chi si trova in situazioni inevitabili, come prendere i mezzi pubblici.
Concordo su quanto dici nel parlare a posteriori, ma allora di cosa vorresti parlare? In cosa senti limitata la tua libertà di espressione nel forum (o forse anche fuori)? Non capisco.
Io non mi sento limitata. Al massimo in alcune fasi ho trovato che non si siano limitati altri 😂.
La ripetizione può funzionare per l’apprendimento, ma non se è continua riproposizione.
Ma poi in un forum tra adulti ci si aspetta una comunicazione tra pari, non con chi si pone come chi possiede l’impostazione corretta e la impone agli altri.
Io personalmente ho solo sottolineato (mi sto ripetendo e sono consapevole di essere noiosa) che una situazione complessa come quella della emergenza della epidemia ha richiesto multi interventi di specialisti e ha fatto risuonare in ognuno parti diverse e ha messo in gioco anche diverse filosofie di vita.
Quindi discutere contrapponendosi mi è sembrato o da tifosi o da porsi su piani diversi (per il mio gusto della metafora immagino proprio i piani di diversa altezza di diversi palazzi di città, paesi e in paesaggi vari) da cui di hanno prospettive diverse pretendendo ognuno di vedere meglio sulla base della propria finestra.
Non volevo stroncare niente, solo riportarci ognuno alla consapevolezza della propria limitata visione.
Ma vale per tutto.
Il bello del forum è proprio nella possibilità di vedere il sentire diverso.
Il che non vuol dire sposare 😂 il sentire degli altri, ma conoscerlo.
Invece chi pensa che gli altri siano sciocchi, ignoranti, limitati o improvvidi perché hanno altre esperienze da palazzi e piani diversi, sì penso che pecchino di presunzione 🤷🏻‍♀️
 
Ultima modifica:

Martes

Utente di lunga data
Però fammi un esempio pratico. Confronto su cosa? Non capisco.
Confronto sull'interpretazione del virus, confronto sulla gestione casalinga, confronto nel rapportarsi con i contatti... ?!?!???
Su come gestire e vivere questa pandemia e tutto ciò che ne consegue. Ipotesi varie sul futuro annesse.
E come risposta potrei trascrivere quella di @Brunetta qui sopra
 

Brunetta

Utente di lunga data
In sintesi, trattandosi di una pandemia abbiamo visto diversi modi per affrontarla. Non è che chi ha fatto diversamente dall’Italia (personalmente non l’ho trovato un modo assurdo) sia un deficiente o un criminale. Ha valutato diversamente. Sui costi-benefici ci si potrà confrontare tra un paio d’anni, forse.
Invece io vedo un gusto sadico nel cercare notizie tragiche nei paesi che hanno adottato misure meno restrittive, quasi per trovare conferma che i propri “sacrifici“ sono stati utili.
 

Marjanna

Utente di lunga data
Io non mi sento limitata. Al massimo in alcune fasi ho trovato che non si siano limitati altri 😂.
La ripetizione può funzionare per l’apprendimento, ma non se è continua riproposizione.
Ma poi in un forum tra adulti ci si aspetta una comunicazione tra pari, non chi si pone come chi possiede l’impostazione corretta e la impone agli altri.
Io personalmente ho solo sottolineato (mi sto ripetendo e sono consapevole di essere noiosa) che una situazione complessa come quella della emergenza della epidemia ha richiesto multi interventi di specialisti e ha fatto risuonare in ognuno parti diverse e ha messo in gioco anche diverse filosofie di vita.
Quindi discutere contrapponendosi mi è sembrato o da tifosi o da porsi su piani diversi (per il mio gusto della metafora immagino proprio i piani di diversa altezza di diversi palazzi di città, paesi e in paesaggi vari) da cui di hanno prospettive diverse pretendendo ognuno di vedere meglio sulla base della propria finestra.
Non volevo stroncare niente, solo riportarci ognuno alla consapevolezza della propria limitata visione.
Ma vale per tutto.
Il bello del forum è proprio nella possibilità di vedere il sentire diverso.
Il che non vuol dire sposare 😂 il sentire degli altri, ma conoscerlo.
Invece chi pensa che gli altri siano sciocchi, ignoranti, limitati o improvvidi perché hanno altre esperienze da palazzi e piani diversi, sì penso che pecchino di presunzione 🤷🏻‍♀️
Continuo a non capire, non si sono limiti rispetto a cosa? Per come ti sei espressa hai fatto chiaramente intendere che trovavi esagerato chi si mettava a controllare dalla finestra cosa facevano gli altri. Io ho cercato di comprendere gli uni e gli altri. Non mi sento di prendere una posizione. Però mi sembra chiaro che se ognuno di fosse basato su di se, avrebbe sicuramente trovato un motivo valido per concedersi una passeggiata, in spiaggia, in centro, dove ti pare. O per concedersi una visita a qualche amico. Se l'applicazione delle norme fosse stata lasciata alle singole persone, non sarebbe stato uno in spiaggia, ma 100. La "libertà" è stata tolta perchè, vedi famoso 8 marzo, le persone hanno dimostrato di non sapersi porre autodisciplina. Ora passati tre mesi cosa abbiamo capito? Se ci troviamo in 400 in piazza evidentemente non è servito proprio a nulla. Ci siamo autopompati delle mancanze, eliminando completamente i motivi percui si stavano seguendo certe norme, o persino arrivando a sostituire completamente la realtà scrivendone un altra.
Il confinamento poteva essere un apprendimento, un far proprie alcune norme che prima non usavamo, o usavamo con meno pressione. Ma non è stato così. Quella che arriva a me è che per molti il seguire le norme sia stato un malvagio atto coercitivo.
Sotto questo aspetto c'è stata fiducia da parte di molti, altrimenti dubito altamente che chi si è trovato a chiudere la propria attività, si sarebbe adeguato. Ma le lamentele che lasciano basiti non sono quelle di chi è stato penalizzato ma di chi non vorrebbe portare la mascherina per andare al supermercato, di chi si sentiva represso perchè non poteva andare a far la spesa nel comune vicino, come se gli venisse chiesto di "non vivere".
 

Marjanna

Utente di lunga data
Su come gestire e vivere questa pandemia e tutto ciò che ne consegue. Ipotesi varie sul futuro annesse.
E come risposta potrei trascrivere quella di @Brunetta qui sopra
E inizia tu se vuoi parlare di questo. Tu come vedi il futuro?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Continuo a non capire, non si sono limiti rispetto a cosa? Per come ti sei espressa hai fatto chiaramente intendere che trovavi esagerato chi si mettava a controllare dalla finestra cosa facevano gli altri. Io ho cercato di comprendere gli uni e gli altri. Non mi sento di prendere una posizione. Però mi sembra chiaro che se ognuno di fosse basato su di se, avrebbe sicuramente trovato un motivo valido per concedersi una passeggiata, in spiaggia, in centro, dove ti pare. O per concedersi una visita a qualche amico. Se l'applicazione delle norme fosse stata lasciata alle singole persone, non sarebbe stato uno in spiaggia, ma 100. La "libertà" è stata tolta perchè, vedi famoso 8 marzo, le persone hanno dimostrato di non sapersi porre autodisciplina. Ora passati tre mesi cosa abbiamo capito? Se ci troviamo in 400 in piazza evidentemente non è servito proprio a nulla. Ci siamo autopompati delle mancanze, eliminando completamente i motivi percui si stavano seguendo certe norme, o persino arrivando a sostituire completamente la realtà scrivendone un altra.
Il confinamento poteva essere un apprendimento, un far proprie alcune norme che prima non usavamo, o usavamo con meno pressione. Ma non è stato così. Quella che arriva a me è che per molti il seguire le norme sia stato un malvagio atto coercitivo.
Sotto questo aspetto c'è stata fiducia da parte di molti, altrimenti dubito altamente che chi si è trovato a chiudere la propria attività, si sarebbe adeguato. Ma le lamentele che lasciano basiti non sono quelle di chi è stato penalizzato ma di chi non vorrebbe portare la mascherina per andare al supermercato, di chi si sentiva represso perchè non poteva andare a far la spesa nel comune vicino, come se gli venisse chiesto di "non vivere".
Boh forse non capisco io.
Ma in generale non capisco chi guarda cosa fanno gli altri.
Chi viene stigmatizzato dai media poi fa parte di una minoranza.
Ancor più nella fase di chiusura le città erano vuote e non vedevo il pericolo nel singolo trasgressore.
 
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