Fantastico! Gira gente bella, da 'ste parti...
Vedo che nella mia ingenuità ho fatto bene a disattivare istantaneamente i messaggi privati appena mi sono iscritto.
Io neanche un po': rifuggo completamente questi ragionamenti. Sconfinano nell'eugenetica in un amen.
E poi si estendono facilissimamente ad altri settori della società e altri argomenti. E vedere l'essere umano come commodity, mi fa ribrezzo.
E' la rete bellezza...

Qui non c'è molta differenza rispetto ad altri luoghi della rete. Ne giro parecchi, confondere il virtuale col reale altro non è che scarsa presenza a se stessi...la rete diventa solo un amplificatore di uno stato precedente alla rete.
Credo sia sempre come ci si gestisce nella rete a fare la differenza.
E il come ci si gestisce nella rete dipende molto dal come ci si gestisce nella vita reale. Il modo in cui si concepisce la comunicazione, la relazione, la vicinanza, la distanza, il modo in cui si è presenti ai propri immaginari e ai propri desiderata. Alle proprie insicurezze e alle proprie certezze.
Un caro amico, prendendomi in giro per certe ingenuità, mi ricorda che in rete, quando è gratis, la merce sono io.
Quello della commodity è un discorso complesso.
Quanto pesa la responsabilità individuale per esempio?
Le caratteristiche che ci rendono uomini - spiritualità, creatività, competenze, etc etc - avrebbero la necessità di esser costantemente "aggiornate".
Non perchè non facendolo si perda in dignità dell'essere, ma per il semplice motivo che se inscrivo il mio essere nella società in cui vivo se non lo faccio finisco semplicemente fuori gioco. E questo ha ripercussioni anche sulla rete sociale. Verso cui ho responsabilità in quanto individuo che ne fruisce i vantaggi.
Se devo esser sincera credo che talvolta sia una confort zone. Specialmente nella parte ricca del globo.
E personalmente sono molto infastidita nell'osservare il non prendere neppure in considerazione che vivere in questa parte di globo, con tutti gli annessi e connessi, sia generalmente considerato come un diritto acquisito.
Che non comporta doveri di nessun tipo.
Se non gesti riparatori.
E non sto parlando di grandi atti. Sia chiaro.
Ma di tutti quei piccoli comportamenti che indicano consapevolezza o meno.
E devo esser sincera, tratta da merce chi ha questo comportamento, non mi mette particolarmente a disagio.
Avrebbe tutti gli strumenti per posizionarsi diversamente da merce.
Se ci si lascia collocare, ha responsabilità della scelta.
Non poca fra l'altro.
Perchè essendo in una società quel suo posizionamento va ad intersecarsi con chi non ci si posiziona influenzando il peso specifico di una posizione piuttosto che di un'altra.
Personalmente non amo nè il garantismo nè l'assistenzialismo.
Che pur essendo all'estremo opposto dell'eugenetica, crea effetti molto simili in termini di potere selezionante.
Mal tollero il perbenismo e il buonismo. La compassione e la l'empatia pelosa che, mirando al soddisfacimento del proprio bisogno di riconoscersi dalla parte dei giusti, dei buoni, va a pesare sull'azione stessa.
Togliendo all'altro la possibilità di prendersi la responsabilità di sè, declinata a seconda delle possibilità individuali.
Il "poverino" che, per fare un esempio estremo, non dice al disabile che abbracciare tutti è un comportamento inadeguato socialmente impedendogli così di imparare una regola fondamentale per la sua autonomia e impedendogli di crescere. E che contiene il principio per cui l'accettazione sia dovuta e senza far la minima fatica.
Tipo quelle maestre che (imbarazzate di fronte alla disabilità) non dicevano alla bimba cieca che lei era cieca ma il resto del mondo no.
E la motivazione era "ma poverina, già è cieca, la si vuol far sentire diversa?"
(...che, per la puttana, mi pare ovvio. Se un* è diverso ma facciam finta che non lo sia, la diversità scompare

evitando con un buon principio apparente, l'inclusione, l'affrontare il punto: ossia che non sai come trattare la diversità e non hai una idea progettuale pur essendo un tuo dovere istituzionale retribuito l'averla.).
La bimba, giustamente, viste le informazioni date, si incazzava a mina quando doveva usare la dattilobraille perchè intorno a sè non ne sentiva e quindi dal suo punto di vista era l'unica a dover lavorare. E questi esseri geniali, non si spiegavano il perchè non volesse scrivere!!
Sono estremi per evidenziare la dinamica. Ma le stesse dinamiche, meno evidenti, sono rintracciabili un po' ovunque a darci uno sguardo.
Con le conseguenze che questi tipi di dinamiche comportano per la crescita di una società capace di fronteggiare il discorso commodity.
(che è ineludibile e piuttosto attuale, fra l'altro. E che lo sarà ulteriormente in futuro).
Fra gli estremi, credo ci siano aree grigie parecchio interessanti da esplorare.
Ma non so se ho colto il senso che volevi dare al tuo post
