E’ la Chiesa che rende le erbarie, streghe malefiche da perseguitare, perchè i loro usi venivano associati alla cultura pagana che volevano estirpare.
La Chiesa ha inventato il male per come lo concepiamo, che serviva per governare attraverso la paura.
Dunque, tempo fa un mio concittadino ha presentato in una conferenza una ricerca storica sull’inquisizione e la stregoneria nella zona dove abito, ne sono usciti risultati piuttosto sorprendenti. Per farla si è avvalso degli atti processuali conservati all’archivio di stato della Serenissima.
Nella sostanza, la cosa che più mi ha sorpreso è stata la figura dell’ inquisitore. Cinema e letteratura ce lo hanno dipinto in genere come un bieco individuo, assetato di sangue e di carne arrosto, in genere invece si trattava di chierici profondamente colti per l’epoca, che venivano consultati e inviati assieme a funzionari del potere temporale ( La Serenissima era ferrea in questo) a dirimere controversie nelle varie zone governate. La loro più grande preoccupazione non era quella di scacciare il demonio (al quale spesso nemmeno loro credevano) dal corpo delle sventurate accusate di stregoneria, bensì quello di reprimere ogni minima manifestazione di eresia o di ribellione allo status quo sociale. Il forte potere centralizzato della Chiesa e della Repubblica a questo miravano. Poi è chiaro che venissero commessi degli abusi. Un’altra cosa che mi ha colpito è che praticamente in ogni processo venissero attentamente valutati i presunti o veri crimini commessi più che la ipotetica abiezione e dedizione al sabba, che rimaneva una suggestione per i semplici.
La stragrande maggioranza delle persone accusate dei delitti vivevano in pratica ai margini della società dell’ epoca. Esposte al bisogno in un modo che noi non posiamo nemmeno immaginare, le fattucchiere erano di tanti tipi ed estrazione, c’era la vedova senza figli che andava per legna ed erbe nei boschi, c’era la giovane di buona famiglia ribelle, c’era persino quella che aveva manifestato l’orribile (all’epoca) tendenza alla omosessualità.
Le pene arrivavano raramente al rogo, per il quale bisognava pervicacemente sostenere tesi eretiche o aver palesemente commesso gravi crimini di sangue. A chi si ravvedeva erano comminate pene quali l’internamento in convento o la prigione, l’affidamento alla osservazione del sacerdote del luogo o il bando dal paese di appartenenza.
Faccio notare che nei sedicenti illuminati paesi del nord Europa ed America, perlopiù protestanti e puritani la faccenda non andava affatto meglio, anzi. La mancanza di una autorità religiosa centrale e la frammentazione del potere politico portavano quasi sempre a giudicare le sventurate secondo parametri locali, dove spesso si mescolavano isterie collettive e rancori personali. (es. Lettera scarlatta).
Mi colpì il caso di una vecchietta finita al rogo per aver somministrato ad una giovane il Limodorum abortivum, una orchidea spontanea naturale che già dal nome era un programma di conoscenze antiche e misteriose. Ora, siccome aveva probabilmente sbagliato la dose e la giovane era deceduta non ci fu alcuna remora nel trovare la scusa per farla fuori.
Per quanto riguarda il soprannaturale, personalmente sarei portato a fare una distinzione tra spiritualità, senso delle cose e superstizione. La spiritualità è il senso di impotenza e di mistero che trapela da quello che non conosciamo ( praticamente tutto il mondo che ci circonda). La superstizione è invece la spiegazione semplicistica ed irrazionale di ciò. Ed è per questo che non mi interessa più di tanto.
Sono molto più affascinato dalle osservazioni sulla fisica quantistica, dalla duplicità delle interpretazioni sull’ osservazione delle particelle elementari, segno che la realtà univoca ancora ci sfugge un poco. Anche se
@ipazia sostiene he ci sono tante realtà.
A proposito Marjanna, la città di Atene porta il nome della civetta...
