Reazione

Andrea Lila

Utente di lunga data
E' proprio questa l'anomalia un locale pieno di gente.
Presumo che non si parlerà dei bei tempi passati ma vorrai "sentire" e avere conferme sulle tue azioni future.
Se come percepisco hai il controllo totale delle tue reazioni, potrebbe non averle tuo moglie.

Anche lui potrebbe scarrellare, non è un robot :cool:


Dopo la scoperta del tradimento, anche noi andammo a pranzo in un localino fuori mano per parlarne. Finì che ad un certo punto, credo ben prima del secondo, iniziai ad alzare la voce e a sbattere qualcosa sul tavolo; ci guardavano tutti (sono situazioni succulente per i più queste) ma per me non esisteva niente altro che quello che stavo vivendo io. Fuggii letteralmente dal locale per andarmene in giro sotto una pioggia battente per ore fino a che lui mi trovò in spiaggia con l'acqua alle ginocchia. Era gennaio. E io, prima dell'evento, ero una che si controllava al massimo. In ogni circostanza drammatica, al lavoro e/o in famiglia, sono (ero :D) il punto di riferimento glaciale. Magari a bocce ferme svenivo, ma il panico o la mancanza di presenza emotiva non sapevo cosa fossero. Dico così, tanto per aggiungere un termine di confronto e per amore di dialogo.
 

delfino curioso

Utente di lunga data
Anche lui potrebbe scarrellare, non è un robot :cool:


Dopo la scoperta del tradimento, anche noi andammo a pranzo in un localino fuori mano per parlarne. Finì che ad un certo punto, credo ben prima del secondo, iniziai ad alzare la voce e a sbattere qualcosa sul tavolo; ci guardavano tutti (sono situazioni succulente per i più queste) ma per me non esisteva niente altro che quello che stavo vivendo io. Fuggii letteralmente dal locale per andarmene in giro sotto una pioggia battente per ore fino a che lui mi trovò in spiaggia con l'acqua alle ginocchia. Era gennaio. E io, prima dell'evento, ero una che si controllava al massimo. In ogni circostanza drammatica, al lavoro e/o in famiglia, sono (ero :D) il punto di riferimento glaciale. Magari a bocce ferme svenivo, ma il panico o la mancanza di presenza emotiva non sapevo cosa fossero. Dico così, tanto per aggiungere un termine di confronto e per amore di dialogo.
La penso come te, anche se la scelta della location dovrebbe farci pensare il contrario.
Proprio stamattina ho assistito ad una scena surreale tipo quella che hai descritto, coppia giovane, gli insulti si sprecavano quasi venivano alle mani, in tutto condito dal fatto che erano con il figlio, per fortuna piccolo.
Come nel tuo caso penso che quando la "zucca" (testa) parte son cazzi.
 

Luciano632

Utente di lunga data
Anche lui potrebbe scarrellare, non è un robot :cool:


Dopo la scoperta del tradimento, anche noi andammo a pranzo in un localino fuori mano per parlarne. Finì che ad un certo punto, credo ben prima del secondo, iniziai ad alzare la voce e a sbattere qualcosa sul tavolo; ci guardavano tutti (sono situazioni succulente per i più queste) ma per me non esisteva niente altro che quello che stavo vivendo io. Fuggii letteralmente dal locale per andarmene in giro sotto una pioggia battente per ore fino a che lui mi trovò in spiaggia con l'acqua alle ginocchia. Era gennaio. E io, prima dell'evento, ero una che si controllava al massimo. In ogni circostanza drammatica, al lavoro e/o in famiglia, sono (ero :D) il punto di riferimento glaciale. Magari a bocce ferme svenivo, ma il panico o la mancanza di presenza emotiva non sapevo cosa fossero. Dico così, tanto per aggiungere un termine di confronto e per amore di dialogo.
L idea del locale e' mia . In un locale con gente che non conosciamo mi pare una scelta in grado di anestetizzare cose negative . Obbligarti a tacere e riflettere invece che urlare e trascendere nel caso ciò avvenisse . Sicuramente non tornerei a casa nostra/sua . Mentre cerco casa sono parcheggiato da un amico collega.
 

delfino curioso

Utente di lunga data
L idea del locale e' mia . In un locale con gente che non conosciamo mi pare una scelta in grado di anestetizzare cose negative . Obbligarti a tacere e riflettere invece che urlare e trascendere nel caso ciò avvenisse . Sicuramente non tornerei a casa nostra/sua . Mentre cerco casa sono parcheggiato da un amico collega.
Non ne sarei tanto sicuro...........
Avrei scelto un posto neutro dove sentirsi liberi di dirsi tutto (visto che probabilmente non ci saranno "appelli"....).
Stai, da quando dici, per chiudere una relazione di tre anni, hai voluto incontrarla, a questo punto non mettere filtri, se proprio hai voglia di "sentire" quello che ha da dire vai fino in fondo ed accetta le tue e le sue reazioni.
 
Ultima modifica:

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Anche lui potrebbe scarrellare, non è un robot :cool:


Dopo la scoperta del tradimento, anche noi andammo a pranzo in un localino fuori mano per parlarne. Finì che ad un certo punto, credo ben prima del secondo, iniziai ad alzare la voce e a sbattere qualcosa sul tavolo; ci guardavano tutti (sono situazioni succulente per i più queste) ma per me non esisteva niente altro che quello che stavo vivendo io. Fuggii letteralmente dal locale per andarmene in giro sotto una pioggia battente per ore fino a che lui mi trovò in spiaggia con l'acqua alle ginocchia. Era gennaio. E io, prima dell'evento, ero una che si controllava al massimo. In ogni circostanza drammatica, al lavoro e/o in famiglia, sono (ero :D) il punto di riferimento glaciale. Magari a bocce ferme svenivo, ma il panico o la mancanza di presenza emotiva non sapevo cosa fossero. Dico così, tanto per aggiungere un termine di confronto e per amore di dialogo.
La penso come te, anche se la scelta della location dovrebbe farci pensare il contrario.
Proprio stamattina ho assistito ad una scena surreale tipo quella che hai descritto, coppia giovane, gli insulti si sprecavano quasi venivano alle mani, in tutto condito dal fatto che erano con il figlio, per fortuna piccolo.
Come nel tuo caso penso che quando la "zucca" (testa) parte son cazzi.
quando il controllo viene spostato sul contesto, e in un qualche modo delegato al contesto, di mio tendo ad alzare le antenne.

Forse perchè sono una controllore, storicamente, e so che quando sposto sull'esterno, anche millimetricamente, qualcosa non quadra...quindi tendenzialmente mi fermo e ascolto...

Poi tutto può essere...e queste sono interpretazioni...

LA riflessione che mi stavo facendo in testa invece riguardava il fatto che col cazzo che ti concedo il mio tempo in un posto dove c'è spazio per perdere tempo (Mio) in una situazione in cui il mio tempo l'hai usato male e per mettermela in culo.

Tempo misurato, spazio silenzioso e poche ciance.

Che la cosa di cui vorrei mi venisse reso conto non sarebbe la trombata in sè, conta poco e niente...ma il tempo investito in un progetto comune, rinforzato fra l'altro dalla richiesta di un figlio, usato così con superficialità e non cura...

voglio dire...mica c'è scritto sul grande libro della vita di fare un figlio...per ficcarlo in una situazione del cazzo come quella che è emersa...boh...provando ad immedesimarmi, ad essere minata per me, sarebbe non tanto la fiducia nell'altro quanto la percezione dell'affidabilità dell'altro.

E non tanto per la trombata...quanto per la concatenazione degli eventi...poi boh...io non desidero figli neanche lontanamente, quindi non so bene come funziona una femmina che ha quel desiderio, ma mi sembra strano che una femmina desideri fare un figlio con uno e poi si trombi altri in contemporanea...

anche se so che spesso accade proprio questo, solo che il figlio è tendenzialmente un modo per mettere una toppa e tentare di ricucire un rapporto con una cerniera esterna. Un modo per portare a vanti la narrazione del grande libro della vita e dei dover essere. Step dopo step.
Mi spiace sempre molto per i figli che nascono in quelle condizioni.
 
Ultima modifica:

Skorpio

Utente di lunga data
...

Non ne sarei tanto sicuro...........
Avrei scelto un posto neutro dove sentirsi liberi di dirsi tutto (visto che probabilmente non ci saranno "appelli"....).
Stai, da quando dici, per chiudere una relazione di tre anni, hai voluto incontrarla, a questo punto non mettere filtri, se proprio hai voglia di "sentire" quello che ha da dire vai fino in fondo ed accetta le tue e le sue reazioni.
Io non discuto la scelta, ognuno ha le sue esigenze, ci mancherebbe...

Ma dopo tanti anni assieme, scegliere un luogo pubblico per un momento cosi delicato, al di là degli esiti della serata, mi pare strano. Ecco..

Vicino a quelli che parlano di quanto stanno Milan Juve o a quelli che parlano di quella passata di quella volta alla sagra della porchetta, mi sembra un contesto poco adatto. Per me.

Ma ognuno ha le sue esigenze..
 

Andrea Lila

Utente di lunga data
L idea del locale e' mia . In un locale con gente che non conosciamo mi pare una scelta in grado di anestetizzare cose negative . Obbligarti a tacere e riflettere invece che urlare e trascendere nel caso ciò avvenisse . Sicuramente non tornerei a casa nostra/sua . Mentre cerco casa sono parcheggiato da un amico collega.

Luciano, mi colpisce quell'obbligarsi a tacere e riflettere. Quanto potrebbe far male? E quanto invece potrebbe essere liberatorio urlare quello che si sta provando? Trascendere dici. Si è già trasceso, lei l'ha fatto; la tua (eventuale) reazione sarebbe solo una logica e legittima conseguenza, che ci sta tutta, sempre se la senti. Ma sembra tu ne abbia paura/timore. Posso chiederti perchè? Non ti è mai capitato altre volte di lasciarti andare a qualche reazione scomposta?

Sono d'accordo sulla scelta di non tornare nella vostra casa, ma avrei scelto un luogo "naturale", una spiaggia, una campagna, non so, un posto neutro in cui essere soli voi due, in cui dare libero sfogo ad ogni reazione, tua e sua, liberamente. Lo vedo come un momento topico questo, che va vissuto intimamente, senza barriere esterne che potrebbero inficiare il libero fluire del dialogo. Se non ora, il massimo della spontaneità, quando?
 

tullio

Utente di lunga data
Uno scopre che il mondo in cui credeva di vivere non esiste (o non esiste più) e vede crollare tutto. Davanti a questo crollo la reazione di chiudere tutto, rifiutare il dialogo e le spiegazioni è del tutto comprensibile. Cancellare lei dalla propria vita per del tempo significa iniziare ad apprendere che si può vivere anche senza. Quindi un certo epriodo di tempo soli ci può stare, un mese o più. Solo che lei, anche qui comprensibilmente, lo cerca, lo chiama...possiamo immaginare telefonate, sms, appelli alla ragione...tutte cose che impediscono il distacco. Dal punto di vista pratico diventa impossibile ignorare qualcuno che, in ogni caso, è comunque l'orizzonte doloroso del nostro essere in questi giorni di solitudine. Così uno cede e dice "incontriamoci". Magari, appunto, in un luogo neutro.
Anche questo, direi, è comprensibilissimo. Da una parte questa persona la abbiamo amata e forse la amiamo ancora. Non fosse che per il passato, per tutto ciò che stato, il diritto di spiegarsi glielo dobbiamo. Che non vuol dire scusarla: vuol dire ascoltarla. Usciranno un mucchio di versioni "aggiustate". Non importa: non siamo in un tribunale ove deve risaltare la verità: la verità è già nota. Occorre ascoltare qualcuno che è una parte di noi e che vive un dolore, sia pure un dolore di cui è lei stessa la causa. Farsi del male è inevitabile ma la crudeltà deliberata è un errore comuqnue. Così la ascolterei (non è detto che parleri anche io, anzi: sicuramente tacerei il più possibile) con attenzione. La vera difficoltà è rimanere controllati: non credo che lo sfogo, l'ira, l'escandescenza, pur giustificata, sia opportuna o benefica.
In un dialogo come questo non dobbiamo dimostrare nulla: non abbiamo compiti da realizzare. Dobbiamo capire, capire noi stessi soprattutto. Abbiamo già deciso di chiudere tutto? C'è una possibilità? Quanto siamo offesi nell'orgoglio (c'è anche questo, ammettiamolo) e quanto invece è in dubbio il nostro amore? Al di là di ciò che dirà (su cui occorre operare una pesante tara) lei è lì per noi. Questo qualcosa conta. Il moralismo ( zoccola, con te non ci parlo più, vattene affanc....) non serve a nulla: se dobbiamo chiudere chiudiamo con un pizzico di stile. Non fosse che per farci rimpiangere a lungo e mostrare che quell'avventura non valeva proprio la pena. Se pensiamo invece ci sia una possibilità, mettiamo da parte l'orgoglio e miriamo a quella possibilità: l'orgoglio salvo non garantisce la possibilità di una vita felice, l'amore sì. Inutile trasformarci in un mostro: a che serve? Serbiamo (e lasciamo serbare) almeno le memorie del passato.
Controllo, quindi, e silenzio. Si tratta di ascoltare. Ascoltare: senza decisioni da prendere. Nessuno può chiederci nulla. Abbiamo ancora bisogno di tempo e non dobbiamo nulla a nessuno...se non a noi stessi. Attenzione alla trappola delle lacrime, piuttosto. Quella sì che è pericolosa: in fondo siamo tutti dei romantici e per ora il romanticismo è un pericolo.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non capisco questo concentrarsi sul contesto.
Io, fossi in lei, preferirei proprio un locale dove è certo che non posso essere ammazzata. Col cavolo che vado in campagna!
Io ho parlato in casa, in macchina, parcheggiati sotto casa, per strada. Sarei anche andata in un bar.
 

Skorpio

Utente di lunga data
...

Non capisco questo concentrarsi sul contesto.
Io, fossi in lei, preferirei proprio un locale dove è certo che non posso essere ammazzata. Col cavolo che vado in campagna!
Io ho parlato in casa, in macchina, parcheggiati sotto casa, per strada. Sarei anche andata in un bar.
Con gente intorno io non ti ci sarei venuto ad esempio, se l argomento era quello.

Mica perché volevo ammazzarti, ma una questione di una cosa nostra da parlar privatamente. Lontano da occhi indiscreti, come si suol dire..

Se poi fosse solo una formalità da espletare, allora andrebbe bene tutto..

Ma allora diciamocelo prima... Che è solo una formalità, cosi non ci vengo neanche e faccio altro
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
L idea del locale e' mia . In un locale con gente che non conosciamo mi pare una scelta in grado di anestetizzare cose negative . Obbligarti a tacere e riflettere invece che urlare e trascendere nel caso ciò avvenisse . Sicuramente non tornerei a casa nostra/sua . Mentre cerco casa sono parcheggiato da un amico collega.
...però, incontrare la donna con cui sei sposato, che ti ha chiesto di fare un figlio la sera e che la mattina dopo hai beccato in motel con un altro e che hai deciso di lasciare è doloroso.

Non ti sembra una contraddizione di intenti andare ad incontrare il tuo dolore e contemporaneamente voler anestetizzare le cose negative (quelle che portano dolore immagino)?

E' come se contemporaneamente tirassi da una parte e pure dall'altra.

Vederla ti farà male.
Parlarle di ti farà male.
Sentire il suo odore ti farà male.
E aprirà la porta alle sensazioni.
Belle e brutte. Positive e negative.

Che siano rabbia (che serve a coartare il dolore) o altro...poco conta...delegare all'esterno il controllo dell'onda, se devo essere proprio sincera, non mi sembra prudente...

Poi ovviamente io la vedo così.
Non mi fido dell'esterno da me, quindi il controllo, se è da tenerlo, lo tengo io. E nessun altro.
Neanche il contesto.

Altrettanto ovviamente, in certi casi meglio un posto pubblico, per tutelarsi.
Ma ci si deve tutelare solo se è l'altro la variabile...da donna non incontrerei in luogo appartato un compagno che tende al passaggio all'atto per esempio. Oltre che per tutela anche per prevenzione...in caso lo faccia, vorrei testimoni.
Ma non è questa la situazione mi pare...no?
 

Luciano632

Utente di lunga data
Ho studiato un poco mi rilassa e poi

Ho suonato esercito le dita . Io questo incontro l ho accettato e voluto per ascoltare soprattutto . Non è che abbia molte cose da dire : il fatto è noto . Se sarà opportuno usciremo .
 

Brunetta

Utente di lunga data

sheldon

Utente di lunga data
Il contesto invece mi sembra ben scelto.
Penso sia dettato dal pensare che poi non ci sia,purtroppo,molto da ascoltare,ancora meno da dire.
Io non vorrei trovarmi in un posto tranquillo dove sicuramente mi verranno propinate balle,mezze verita',magari "condite" da situazioni imbarazzanti.
Meglio un posto dove ci siano altre persone,dove,se vuoi,con coraggio,mi spieghi il perchè,dove ti assumi la responsabilita' di quanto successo,dove anch'io devo mantenere un certo atteggiamento e non oltrepassare determinati limiti,perchè la rabbia c'è,ma comunque a che pro esternarla,tanto quel che è fatto è fatto,perchè,forse,è anche un modo per dimostrare ancora piu' disprezzo.
 

trilobita

Utente di lunga data
presentimento

Ciao,e' la prima volta che scrivo,per la presentazione magari raccontero' la mia storia piu' avanti.riguardo a questa ho un presentimento.Stasera lo prende in contropiede e gli conferma che finalmente puo' viversi la storia con l'altro senza dover piu' fingere....
 
Bravisimo hai fatto un magnifico sunto di quanto provo in questo momento. Non nego che in qualche momento mi manchi, non nego che la penso sempre( non sarei qui sul forum altrimenti) ma per me è uscita . Non voglio passare i prossimi mesi a soffrire per cercare di recuperare qualcosa che è stato fatto e da lì non si torna indietro. Ho letto in questi giorni di persone che hanno sofferto per cercare un recupero, ma le condizioni erano diverse: anni assieme e poi ci si è dimenticati l uno dell' altra e poi scoprire invece che lei/lui è ancora nel cuore, figli, problemi economici. Ecco tutte le storie che ho letto hanno un comun denominatore: sofferenza e mai più come prima!
Ciao Luciano , credo che la tua sia la decisione migliore e piu saggia, peraltro per fortuna sei privo di deterrenti contrariamente al mio caso, e te lo dice uno che sta dalla parte opposta della sponda.
E' vero nulla sarà come prima. E poi tradire dopo 3 anni o forse anche meno, quando la sera prima desiderava e rassicurava su altro behh la dice lunga. Genere: Attrice.
Se riesci a distaccarti fallo e non ti girare indietro. Evita di passare per l'inferno e magari di rimanerci.
Vai dritto e non ti fermare, ciao
 

Andrea Lila

Utente di lunga data
...però, incontrare la donna con cui sei sposato, che ti ha chiesto di fare un figlio la sera e che la mattina dopo hai beccato in motel con un altro e che hai deciso di lasciare è doloroso.

Non ti sembra una contraddizione di intenti andare ad incontrare il tuo dolore e contemporaneamente voler anestetizzare le cose negative (quelle che portano dolore immagino)?

E' come se contemporaneamente tirassi da una parte e pure dall'altra.

Vederla ti farà male.
Parlarle di ti farà male.
Sentire il suo odore ti farà male.
E aprirà la porta alle sensazioni.
Belle e brutte. Positive e negative.

Che siano rabbia (che serve a coartare il dolore) o altro...poco conta...delegare all'esterno il controllo dell'onda, se devo essere proprio sincera, non mi sembra prudente...

Poi ovviamente io la vedo così.
Non mi fido dell'esterno da me, quindi il controllo, se è da tenerlo, lo tengo io. E nessun altro.
Neanche il contesto.

Altrettanto ovviamente, in certi casi meglio un posto pubblico, per tutelarsi.
Ma ci si deve tutelare solo se è l'altro la variabile...da donna non incontrerei in luogo appartato un compagno che tende al passaggio all'atto per esempio. Oltre che per tutela anche per prevenzione...in caso lo faccia, vorrei testimoni.
Ma non è questa la situazione mi pare...no?
Quoto tutto.
 
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