Referendum

The Reverend

Utente di lunga data
Intanto sembra che il quesito sulla cittadinanza facile ha il 20% in meno di sì rispetto agli altri quesiti
Chissà che questi fenomeni di sinistra prendano atto che l'italiano non vuole trasformare il paese in un suk arabo
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
Intanto sembra che il quesito sulla cittadinanza facile ha il 20% in meno di sì rispetto agli altri quesiti
Chissà che questi fenomeni di sinistra prendano atto che l'italiano non vuole trasformare il paese in un suk arabo
è anche l'unico quesito in cui il NO ha preso oltre il 36%. roba che se il cdx si impegnava seriamente, lo vinceva a mani basse. giusto per ribadire cosa pensano gli italiani di certe teorie
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Intanto sembra che il quesito sulla cittadinanza facile ha il 20% in meno di sì rispetto agli altri quesiti
Chissà che questi fenomeni di sinistra prendano atto che l'italiano non vuole trasformare il paese in un suk arabo
Lo è già.
In classe con l’ultimo dei miei figli 5 sono indigeni, tra cui lui.
 

Marjanna

Utente di lunga data
Se esco a cena con gli amici, lo faccio per rilassarmi, non per farmi il sangue amaro discutendo di politica con un fascista o con un comunista.
Se è per questo concordo, dicevo solo che per quanto si voglia evitare qualcuno che parla di politica lo si trova.
A cena, in generale per qualsiasi cosa, se parte una discussione io mi alzo e me ne vado. La pappa è un rito da godersi. 😋 Non si discute. 😙
 

danny

Utente di lunga data
Maurizio Lupi che a me piace molto, e’ andato a votare no, ma pure Perplesso.
Per me molto più coerente questo atteggiamento che non andare.
Votare e‘ un diritto e un dovere.
Fosse per me tratterrei una quota dallo stipendio o pensione dei non votanti.
Se lo hanno ovviamente uno stipendio.
Lo strumento del quorum è costituzionale.
Ed è legittimo nella scelta quanto votare no.
Nel caso dei referendum, l'astensione può essere considerata al pari di un no per contrastare chi vota sì.
Nessuno cancellerà mai l'istituto del referendum.
È utile soprattutto ai partiti.
Non mi preoccuperei per la democrazia intesa come possibilità di votare per un qualcosa.
Qualsiasi cosa.

Chiedi un referendum per sanzionare chi non vota
La differenza tra me e te è che rispetto chi vota e chi non lo fa. Avrà le sue motivazioni che non mi interessano
Bisogna riformare la costituzione.
Non si può fare con un referendum normale, ma con uno costituzionale che non ha bisogno di quorum.
Per me si può benissimo sanzionare chi non vota, ma come contropartita vorrei sanzionare anche chi eletto non rispetta il programma elettorale.
Ovviamente siamo nella distopia pura per entrambe le ipotesi, sono entrambe cazzate.

Alias, l’italiano medio si schioda solo se gli sfilano qualcosa dal portafogli.
Nemmeno.
Visto che abbiamo perso la metà del potere d'acquisto dall'adozione dell'euro e stiamo parlando di referendum che sono aria fritta per il mondo del lavoro, che non sopravviverà a lungo all'aumento del costo dell'energia come da accordi internazionali.
Noi stessi come impresa dati i costi in aumento stiamo tagliando su prodotti, servizi e collaboratori.
Mi spieghi quali vantaggi avresti avuto dalla vittoria dei quesiti referendari, per i quali l'esito era scontato, visto l'abbinamento trappola?
In sintesi, siamo nella merda e pensiamo di uscirne aggiungendo acqua minerale nella cassetta del cesso?

siamo lo stesso tutti curiosi di sapere i risultati del referendum sulla cittadinanza, io ipotizzo che sarà quello con l'affluenza più bassa
In qualsiasi caso, pure gli stranieri che conosco io erano contrari alla cittadinanza breve.
Credo che chi ha faticato per inserirsi non voglia trovarsi nel pantano da cui è fuggito.
Ambizione legittima, tra l'altro.

Capisco, ma abrogandole magari avrebbero dovuto rimetterci mano, no?
Poi non so, io sono comunque non convintissima di quale sia la legislazione migliore per garantire stabilità nel lavoro, ma anche la flessibilità e anche la sicurezza giuridica che serve alle imprese.
E' un tema molto difficile.
Qualsiasi riforma del mondo del lavoro non può prescindere dalla situazione economica del Paese.
Fossimo un paese in crescita non avremmo bisogno di eccessive tutele.
Ho notato che i quesiti referendari si affannavano a riproporre l'idea di un sistema più confortante per gli animi preoccupati delle persone, quello di un tempo, quando eravamo la settima potenza industriale del mondo.
Ma ora ci troviamo in una situazione molto difficile e diversa, tanto che ho avuto la sensazione che si volesse spostare il problema riportando le lancette indietro per chi oggi ha almeno 50 anni e ancora lo ritiene possibile.
Referendum confortanti ma quasi giustificanti per un'inazione politica che ha la dimensione quasi dell'incapacità, ormai.
Arrivati a questo punto, mi chiedo se qualcuno ha un'idea di un qualsiasi piano industriale, energetico, se c'è una parvenza di politica estera funzionale agli interessi del paese, ovvero cose che impattano molto di più sul mondo del lavoro, che gli articoli oggetto di referendum.

E cosa avevo scritto solo stamattina....
I referendum utili per compattare l'elettorato di sinistra si annusano facilmente.
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Lo strumento del quorum è costituzionale.
Ed è legittimo nella scelta quanto votare no.
Nel caso dei referendum, l'astensione può essere considerata al pari di un no per contrastare chi vota sì.
Nessuno cancellerà mai l'istituto del referendum.
È utile soprattutto ai partiti.
Non mi preoccuperei per la democrazia intesa come possibilità di votare per un qualcosa.
Qualsiasi cosa.
Si potrebbe introdurre il quorum anche nelle elezioni politiche, amministrative ed europee.
Se non lo si raggiunge, si elegge nessuno.
Solo che poi chi magna?
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Nemmeno.
Visto che abbiamo perso la metà del potere d'acquisto dall'adozione dell'euro e stiamo parlando di referendum che sono aria fritta per il mondo del lavoro, che non sopravviverà a lungo all'aumento del costo dell'energia come da accordi internazionali.
Noi stessi come impresa dati i costi in aumento stiamo tagliando su prodotti, servizi e collaboratori.
Mi spieghi quali vantaggi avresti avuto dalla vittoria dei quesiti referendari, per i quali l'esito era scontato, visto l'abbinamento trappola?
In sintesi, siamo nella merda e pensiamo di uscirne aggiungendo acqua minerale nella cassetta del cesso?
Magari sarebbe stata l’occasione come dice qualcuno per giustificare il proprio non voto, ne avrebbero parlato in parlamento.
Mi fa specie, anche leggendo qui, che i non votanti abbiano ampiamente usufruito dell’articolo 18 quando era in vigore.
Ma ora che queste cose riguardano i loro figli e forse anche loro se non ancora in pensione, se ne freghino.
Poi ci si lamenta di come va l’Italia.
In Belgio ad esempio votare e’ obbligatorio, se non lo fai ricevi una sanzione.
 

Nicky

Utente di lunga data
Qualsiasi riforma del mondo del lavoro non può prescindere dalla situazione economica del Paese.
Fossimo un paese in crescita non avremmo bisogno di eccessive tutele.
Ho notato che i quesiti referendari si affannavano a riproporre l'idea di un sistema più confortante per gli animi preoccupati delle persone, quello di un tempo, quando eravamo la settima potenza industriale del mondo.
Ma ora ci troviamo in una situazione molto difficile e diversa, tanto che ho avuto la sensazione che si volesse spostare il problema riportando le lancette indietro per chi oggi ha almeno 50 anni e ancora lo ritiene possibile.
Referendum confortanti ma quasi giustificanti per un'inazione politica che ha la dimensione quasi dell'incapacità, ormai.
Arrivati a questo punto, mi chiedo se qualcuno ha un'idea di un qualsiasi piano industriale, energetico, se c'è una parvenza di politica estera funzionale agli interessi del paese, ovvero cose che impattano molto di più sul mondo del lavoro, che gli articoli oggetto di referendum.
Sicuramente la disciplina del lavoro non può prescindere dalla situazione complessiva dell'economia italiana e mondiale.
Ma a me sembra che abbiano iniziato a dire alle persone che non poteva più esserci sicurezza sul lavoro e welfare e la gente ormai ci crede, senza neppure mettere alla prova i dati.
Perciò non va a votare, perché tanto...e chi deve decidere, sa che potrà continuare a togliere nel silenzio più assordante.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Magari sarebbe stata l’occasione come dice qualcuno per giustificare il proprio non voto, ne avrebbero parlato in parlamento.
Mi fa specie, anche leggendo qui, che i non votanti abbiano ampiamente usufruito dell’articolo 18 quando era in vigore.
Ma ora che queste cose riguardano i loro figli e forse anche loro se non ancora in pensione, se ne freghino.
Poi ci si lamenta di come va l’Italia.
In Belgio ad esempio votare e’ obbligatorio, se non lo fai ricevi una sanzione.
Comunque fino agli anni '90 erano previste delle "sanzioni" sebbene più che altro simboliche per chi non votava, mi pare vi fosse un registro dove venivano annotati i non votanti che non potevano poi accedere a cariche pubbliche o qualcosa del genere. Poi guarda caso sono state abolite pure quelle, chissà perchè...
 

danny

Utente di lunga data
Si potrebbe introdurre il quorum anche nelle elezioni politiche, amministrative ed europee.
Se non lo si raggiunge, si elegge nessuno.
Solo che poi chi magna?
Non ho mai apprezzato lo strumento del quorum per il referendum, perché introduce di fatto un vantaggio a chi vuole fare fallire un referendum, indi ne varia le funzioni e lo scopo.
Chi l'ha proposto sa come me che questo sarebbe stato l'esito.
 

danny

Utente di lunga data
Sicuramente la disciplina del lavoro non può prescindere dalla situazione complessiva dell'economia italiana e mondiale.
Ma a me sembra che abbiano iniziato a dire alle persone che non poteva più esserci sicurezza sul lavoro e welfare e la gente ormai ci crede, senza neppure mettere alla prova i dati.
Perciò non va a votare, perché tanto...e chi deve decidere, sa che potrà continuare a togliere nel silenzio più assordante.
Sicuramente.
E probabilmente questo referendum e soprattutto l'abbinamento col quinto quesito sono uno strumento per portare avanti certe politiche avendo anche i numeri.
È un referendum trappola.
Se non ci fosse stato il quinto quesito sono abbastanza convinto che il quorum sarebbe stato raggiunto.
Chi si meraviglia che a proporlo siano stati più o meno gli stessi delle riforme che si proponeva di abrogare probabilmente non ha capito che non necessariamente un referendum deve ottenere consenso per poter esprimere un indirizzo.
Siamo all'alba di una profonda crisi economica nostrana, non nel pieno come crediamo.
Con la paura reale ma strumentale degli immigrati si è voluto attribuire al popolo italiano la responsabilità di un aumento della precarietà lavorativa fornendo un indirizzo.
Non necessariamente gli scopi dichiarati sono quelli reali.
 
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ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Non ho mai apprezzato lo strumento del quorum per il referendum, perché introduce di fatto un vantaggio a chi vuole fare fallire un referendum, indi ne varia le funzioni e lo scopo.
Chi l'ha proposto sa come me che questo sarebbe stato l'esito.
Però il principio è che una minoranza di persone non può abrogare una norma approvata da una maggioranza parlamentare, sarebbe del tutto destabilizzante
 

danny

Utente di lunga data
I lavoratori italiani delle medie imprese sono 2,5 milioni, delle grandi 4
Delle piccole 3,5.
Poi ci sono 14 milioni di pensionati.
Come si poteva comunque pensare di raggiungere facilmente e ripeto facilmente il quorum? Con le partite IVA e gli imprenditori 😅. O con i disoccupati e le casalinghe?
Per essere sicuri di non riuscirci comunque col quinto quesito si sono parati il culo.
 
Ultima modifica:

cipolino

Utente di lunga data
Non ho mai apprezzato lo strumento del quorum per il referendum, perché introduce di fatto un vantaggio a chi vuole fare fallire un referendum, indi ne varia le funzioni e lo scopo.
Chi l'ha proposto sa come me che questo sarebbe stato l'esito.
Io invece apprezzo il quorum.

Secondo me ha un significato ben preciso: è stato messo lì per garantire che l'istituto del referendum sia usato solo per grandi temi etici sui quali chiunque si può esprimere e non per piccoli codicilli, spesso molto tecnici, sui quali si deve esprimere il legislatore. Il quorum è pertanto un monito a non abusare dei referendum, e ben venga, perché anche così se ne abusa già.

Considera inoltre che chi vuole che vinca il No fa comunque un azzardo: è vero che sfrutta il non voto che fisiologicamente c'è sempre, però è anche vero che se il quorum viene superato di poco allora tutta la gente che non è andata a votare per sostenere il No, di fatto può aver paradossalmente favorito il Sì: se il sì vince di poco, i voti che non ha avuto il no causa "astensione furba" diventano determinanti. È quindi molto rischioso fare campagna per l'astensione ed è già successo che qualcuno si sia scottato.

Quello che invece andrebbe modificato è il limite necessario per promuovere un referendum: raccogliere 500.000 aveva un senso nel 1945, quando in Italia c'erano 40.000.000 di persone e la raccolta andava fatta a mano e con scarsa pubblicità.
Adesso, con 60.000.000 di persone e i mezzi moderni, chiunque è in grado di raccogliere 500.000 firme per qualsiasi stupidaggine.

Per restituire dignità al referendum bisognerebbe quindi, IMHO, aumentare (e di parecchio!) il numero di firme necessarie per proporlo.
 
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