Il volontariato è un'occasione per sviluppare la propria sensibilità verso i bisogni degli altri e staccarsi dalla vita egocentrica.
Ma è anche un'occasione per vedere come stanno realmente le cose. Quando sono stato in Nicaragua, 5 anni dopo la guerra civile (1997), ho imparato moltissime cose.
Fra di questi sulla strada al confine con Honduras in una casa venuta giù a metà, un bambino con la sua pancia gonfia di fame, idem sua madre. Il marito e padre a ubriacarsi fino all'ultimo spicciolo. La donna testa dura, non volendo tornare alla sua famiglia più grande, dove avrebbe potuto vivere sotto la tenda del capo clan e dove avrebbe potuto dare a sé e suo figlio una vita dignitosa. Però avrebbe dovuto lavorare. Non ha voluto. Il capo clan ha detto, molto calmo: "ci dispiace, ma non vogliamo distrarla dal suo dolore".
Loro stessi non molto meglio. Ogni cosa venuta dall'Europa, abbandonato a se stesso o distrutto. In attesa di altri soldi. Conflitti irrisolti e incapacità di prendere decisioni, incapacità di inventarsi soluzioni, prendere iniziativa.
A Puerto Cabezas. Non c'era un pozzo. Ma acqua da buttar via. Compro una pala, piccone e un secchio e fra due case comincio a scavare un buco rotondo. Prima niente, poi a mezzo metro circa qualcuno che si accorge della strana attività. Soprattutto dallo straniero panciuto. Sempre più gente attorno lì, anche la polizia, tutti a guardare. A un metro poi passo il secchio e qualcuno timidamente lo prende e lo svuota. Poi esco dalla buca, metto il piccone e la pala in mano a due guardoni e guarda che hanno capito a cosa serve. Hanno scavato tre metri e hanno avuto il loro pozzo.
A questo serve il volontariato. Non portare soldi, ma incoraggiare la gente a muoversi, fare, produrre e smettere di fare le vittime!