Nel mio condominio, al piano sotto al mio, è venuta da poco ad abitare una coppia; lei straniera, dell'est, e lui italiano, meridionale. Hanno due figlie, una che non arriva a due anni e l'altra più grandicella, quattro o cinque.
L'altro giorno, scendevo le scale e sentivo i due che litigavano, ma litigavano di brutto e le due figlie erano sul pianerottolo. Alla più piccola non gliene poteva fregar di meno di quello che stava succedendo in casa, stava giocando, la più grande invece quando ha incontrato il mio sguardo, con quegli occhioni al limite del lucido era come se volesse dirmi: Per favore falli smettere di litigare. La voglia di entrare per quella porta, prendere le capoccette di quei due cretini e sbatterle ben bene come quel giochetto spaccapolsi con le due palline attaccate alla cordicella è stata tanta, veramente tanta. Realizzo che a volte mi trovo ipnotizzato a guardare un bambino che dorme abbracciato alla mamma carica di sacchi della spesa nel tram. Proprio ieri sera, mentre tornavo a casa, mi sono gustato tutta la scena di un padre che insegnava al figlio ad andare in bicicletta.
Tutto questo per dire che forse la mancanza di un Tubaretto sarà l'unico grande rimpianto di una vita che non ne vede poi così tanti, di rimpianti, e, se ne vede, potrebbero anche essere definiti futili.