:carneval:
Aloha cuori infranti e più o meno infelici!
Sono nuovo e immacolato in questo forum, quindi procedo subito a sputtanarmi da solo prima che lo faccia qualcun altro, levandomi il divertimento.
Il tema è il tradimento: che altro non è che la frustrazione delle nostre aspettative di unicità e di possesso.
Ah quanto è bello sentirsi speciali, curati, coccolati, rispettati, vezzeggiati dal nostro partner (o, plurale, partnerS per chi pratica la poliamoria :up

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Insomma, a chi non piace sentirsi unici, rari, indefettibili? E' così carezzevole per il nostro Ego, e talmente confortante codesto senso di possesso incrociato - anche perché là fuori c'è un pericoloso e terrificante mondo in disgelo e sfacelo, in cui inganno menzogna sotterfugio sono oramai strumenti necessari per la sopravvivenza.
Oh che bello tornare a Casa e ritrovare nel nostro partner un'oasi di sincerità e serenità... in cui poter abbassare la guardia ed abbandonarsi agli antichi tepori uterini del tempo perduto quando ancora galleggiavamo felici ed ignari nei pancioni delle Nostre Sante Madri ed eravamo il centro del Firmamento noto, imbozzolati in un protettivo e simbiotico unicuum con la Mater amata et posseduta.
Poi un bel giorno di nove mesi dopo, siamo stati sfrattati da quel bozzolo. Alcuni sono stati espulsi di testa, altri podalicamente, i più sfortunati col forcipe. In ogni caso, un trauma. Beh, ci abbiamo messo pochi secondi per uscire da quel corpo, e pare che il resto della nostra vita lo trascorriamo a cercare un altro corpo in cui entrare. Tipo il film horror di terza categoria: L'INVASIONE DEGLI ULTRACORPI.
Ci si innamora, a volte ci si sposa... e in una maniera o nell'altra, finalmente
si entra, metaforicamente parlando, nel corpo e nella mente e nelle emozioni della persona amata. Il patto è: io entro esclusiamente dentro te, lascio che tu entri esclusivamente dentro me... e stavolta, perdio, che sia per sempre. E' una forma di possesso vestita d'amore.
In fondo, ammettiamocelo, è pure un po' perversa e contronatura come cosa... dai.
Di tutte le coppie che ho conosciuto in vita mia, forse due o tre non si tradiscono o non si sono mai tradite. Ognuna per gradi ed estensioni diverse... ma ho accumulato sufficienti osservazioni sul campo per affermare che il tradimento è un fatto fisiologico.
Caveat: il mio non è un elogio del tradimento. Nè voglio intendere che siccome tutti lo fanno, il tradimento è accettabile. Voglio dire che il tradimento va graduato. Ovvero: cos'è, veramente, il tradimento se non la rottura di quel patto di mutua ed esclusiva invasione? Tradire significa non stare ai patti, significa frustrare le aspettative di unicità e di possesso. Scoprire d'essere stati traditi è come ripetere il trauma della nascita podalica: significa scoprire che non sei più speciale, ti ritrovi fuori dal bozzolo, messo da parte al freddo, espulso, cartellino rosso, significa scoprire che forse non sei più tanto importante quanto pensavi d'essere. Se, inoltre, sei pure un insicuro, o già traumatizzato da una famiglia d'origine disfunzionale ed un'infanzia di merda o se sei già stato abbandonato ecco che il tutto s'acuisce e si riattualizza. E certo che questo fa male, attaccati come si è alle proprie aspettative e speranze di unicità e specialità!
Eppure, quasi sempre la causa delle nostre sofferenze non è il "male" in sé, ma la nostra reazione emotiva ad esso. Che, per lo più, è dettata da questo fottuto attaccamento degno dell'INVASIONE DEGLI ULTRACORPI. Sì, insomma, credo fermamente che il dolore dell'essere stati traditi risiede nell'attaccamento che si ha dell'ideale di una perfetta simbiosi con il partner - e la menzogna sottostante.
Ciò spiega perché spesso si è pronti a perdonare/perdonarsi il primo tradimento. L'eretico non va bruciato subito, prima va processato dalla Santa Inquisizione del Sant'Uffizio, al quale di solito va sempre concessa l'occasione di abiurare la menzogna o di fare penitenziagite. Prima lo si incarcera così non fugge più, lo si flagella, magari lo s'impana e lo si rosola un po' nell'olio bollente... con la speranza (quasi certezza) che rientri "di sua sponte" nei canoni di Santa Madre Chiesa. Il peccator/traditor è redento, il Patto è salvo, l'Ordine è ristabilito, la felicità è imposta, generale giubilio.
Ma quanto può durare? Ma che gabbia orrenda! Quale errore fondamentale d'attribuzione!
In questi post ho letto spesso di attribuzioni di colpa, si disquisisce su mariti e mogli che si sono comportati male, ci si confida d'essere cornuti, si cerca supporto e ci si leccano vicendevolmente le ferite. Ma il leit motif è sempre quello
: la fottuta paura di una situazione d'incertezza che può portare a restare soli, come fosse un gioco di sedie musicali.
Amici, tutto passa e si trasforma... anche l'amore più travolgente può scemare, si sa. La virtù non si può imporre, così come non si può imporre il coraggio. Ma c'è una sola virtù che non deve mai mancare, ed è il rispetto ovvero la sincerità. Purtroppo, queste cose mancano sempre più. Ammiro chi ha il coraggio di dire, magari dopo anni di unione: "Tesoro, io ti amo, ma provo anche una attrazione per la postina. E questo te lo confido perché non voglio tradire la tua fiducia e la nostra famiglia. Amore: sono in crisi, ed ho voluto dirtelo sin dall'inizio."
Si soffrirà, certo, si metteranno a nudo le proprie mancanze ed insufficienze. Il proprio partner non ci vedrà più come una statua aurea incorruttibile e perfetta. Nessuno lo è. Però, alcuni, hanno il coraggio di dimostrarlo. Per inciso, di solito quelli che hanno il coraggio di dimostrare scelgono come partner chi ha il coraggio di comprendere, e viceversa chi ha il coraggio di comprendere sceglie come compagno chi ha il coraggio di dimostrare.
L'alternativa qual è? La solita, ovvero: il traditore che fa di tutto per mascherare e si sente ingabbiato, e il cornuto che fa di tutto per non vedere oppure per riportare all'ovile il partner infedele - sentendosi per questo inadeguato e non desiderato. E intanto il tempo vola...
No, non ci sono corna peggiori della menzogna. Quanto tempo rubato...