Se foste… le prime tre cose.

white74

Utente di lunga data
*. @white74 è questa la ragione della burocrazia. Anche le disabilità possono peggiorare.
Diciamo che chi ha il 100% difficilmente potrà “peggiorare” in quel senso. Queste revisioni vengono fatte per confermare una pensione che già hanno. Non per vedere se vi sono altre necessità. Le altre necessità le comunichi tu, non alle persone che ti fanno la revisione, se e quando servono. E speri che ti ascoltino e ti aiutino.
 

Gaia

Utente di lunga data
Perché chi ha figli ha molte più difficoltà a farsi una carriera e anche a tenersi un lavoro.

Non c'è bisogno di questo.

Non credo proprio, ci sono già aziende così, solo che sono pochissime.
Chiaramente lo Stato non sarebbe direttamente responsabile, darebbe solo i fondi e vigilerebbe.
Mmh, ti dici che chi ha figli non fa carriera. Vero. Ma allora se è importante la carriera perché fa figli?
Ogni scelta comporta di per sé una rinuncia.
 

Brunetta

Utente di lunga data

Pincopallino

Utente di lunga data
Sei uno statalista!
Anch’io.
Però il rischio di corruzione aumenta. Dovrebbero essere previste procedure di controllo*.


*. @white74 è questa la ragione della burocrazia. Anche le disabilità possono peggiorare.
Più che altro mi manca quando era così.
E della corruzione me ne strasbatto.
Visto che c’è e ci sarà sempre.
Non è che perché si deve stare in un mondo di sani principi, io non possa far studiare i miei figli perché mia moglie ha perso il lavoro e non abbiamo abbastanza soldi.
 

Gaia

Utente di lunga data
Per me non è giusto che una donna debba per forza scegliere "o i figli o la carriera".
Per me dovrebbe avere entrambi e senza am
Non è giusto e la penso come te. Ma resta il fatto che quando fai una scelta, una qualsiasi devi mettere in conto la rinuncia al resto.
E fare o non fare figli e’ una scelta.
Così come sposarsi o non sposarsi.
Secondo me quello che dici tu potrebbe raggiungersi con la vera parità di genere su tutti gli ambiti e con una politica più attenta ai servizi per le famiglie.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Diciamo che chi ha il 100% difficilmente potrà “peggiorare” in quel senso. Queste revisioni vengono fatte per confermare una pensione che già hanno. Non per vedere se vi sono altre necessità. Le altre necessità le comunichi tu, non alle persone che ti fanno la revisione, se e quando servono. E speri che ti ascoltino e ti aiutino.
Forse perché le Commissioni, che possono anche essere corrotte o sbagliare (tutti stigmatizziamo le truffe) e deve essere difficile fare un prontuario di tipo di disabilità che non richiede revisione.
Non lo so.
Ma per le cose di cui ho competenza, ho sentito sempre molte obiezioni che erano insensate. Ci vorrebbe una persona che ha competenze in merito.
 

ToyGirl

Utente di lunga data
Non è giusto e la penso come te. Ma resta il fatto che quando fai una scelta, una qualsiasi devi mettere in conto la rinuncia al resto.
E fare o non fare figli e’ una scelta.
Così come sposarsi o non sposarsi.
Posso metterla in conto ma non sono d'accordo che le cose stiano e rimangano così.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Perché io mi desto tutte le mattine e vado a guadagnarmi il pane. Ho fatto la cameriera, la
Commessa e via discorrendo.
Mi sono sempre guadagnata il pane.
che anche loro (escludo ovviamente chi ha una minorazione) facciano uguale.
Ho visto recentemente Elegia americana. Il film, molto bello con la regia di Ron Howard e un cast stellare di straordinaria capacità, è tratto dal romanzo autobiografico di J.D. Vance. Vance è il vicepresidente di Trump.
Visto il film a me è venuta spontaneo un moto di ribellione per sistema americano e in particolare quello universitario talmente costoso da escludere le persone in difficoltà.
Eppure Vance non ne ha ricavato l’idea di aiutare i capaci e meritevoli, bensì una idea di “selezione“ affinché il percorso resti duro e difficile.
È una idea che forse parte del pensiero “ per me è stato difficile, ma ce l’ho fatta perché ho avuto qualità, resistenza e resilienza. Deve funzionare così.” Tu la pensi nello stesso modo.
 

Gaia

Utente di lunga data
Posso metterla in conto ma non sono d'accordo che le cose stiano e rimangano così.
Non capisco perché chi fa una scelta poi pretenda che lo stato la agevoli come categoria.
Ci sono donne che riescono a essere madri e anche lavoratrici, pure di un certo livello. Dipende da come sei.
Io ad esempio non sarei stata capace e infatti ho scelto di non aver figli.
Ma mi sono basata sulle mie capacità. Ho riconosciuto un mio limite e ho scelto di conseguenza.
Ecco, secondo me non è che lo stato ti deve aiutare se non sei capace.
Diversamente lo stato deve fare politiche vere per le famiglie.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non è giusto e la penso come te. Ma resta il fatto che quando fai una scelta, una qualsiasi devi mettere in conto la rinuncia al resto.
E fare o non fare figli e’ una scelta.
Così come sposarsi o non sposarsi.
Secondo me quello che dici tu potrebbe raggiungersi con la vera parità di genere su tutti gli ambiti e con una politica più attenta ai servizi per le famiglie.
Come pure firmare davanti a testimoni che sarai fedele.
 

Gaia

Utente di lunga data
Ho visto recentemente Elegia americana. Il film, molto bello con la regia di Ron Howard e un cast stellare di straordinaria capacità, è tratto dal romanzo autobiografico di J.D. Vance. Vance è il vicepresidente di Trump.
Visto il film a me è venuta spontaneo un moto di ribellione per sistema americano e in particolare quello universitario talmente costoso da escludere le persone in difficoltà.
Eppure Vance non ne ha ricavato l’idea di aiutare i capaci e meritevoli, bensì una idea di “selezione“ affinché il percorso resti duro e difficile.
È una idea che forse parte del pensiero “ per me è stato difficile, ma ce l’ho fatta perché ho avuto qualità, resistenza e resilienza. Deve funzionare così.” Tu la pensi nello stesso modo.
Ni, io direi che non si può fare un discorso di censo. Cioè se io nasco da una famiglia povera non potrò mai avere le stesse opportunità di uno , ugualmente intelligente, ma nato ricco.
Io agirei su quello e poi lascerei fare al singolo.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ni, io direi che non si può fare un discorso di censo. Cioè se io nasco da una famiglia povera non potrò mai avere le stesse opportunità di uno , ugualmente intelligente, ma nato ricco.
Io agirei su quello e poi lascerei fare al singolo.
Cioè? Come?
 

Gaia

Utente di lunga data
Come pure firmare davanti a testimoni che sarai fedele.
Su sta cosa non ci capiremo mai. Ti ripeto che io so di aver sbagliato. Non sono una di quelli che si da’ la pacca sulla spalla o si racconta di fantomatiche mancanze del marito.
Però accetto il fatto di poter sbagliare.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Su sta cosa non ci capiremo mai. Ti ripeto che io so di aver sbagliato. Non sono una di quelli che si da’ la pacca sulla spalla o si racconta di fantomatiche mancanze del marito.
Però accetto il fatto di poter sbagliare.
Guarda che non ce l’avevo con te.
Ho fatto notare che ognuno, tu in particolare, è severo su alcune cose e altre no.
Del resto questa discussione, ben al di là delle mie intenzioni, infatti ho impostato il thread come fiaba e in happy hour, delle contraddizioni tra idee generali di giustizia ed eguaglianza e idee particolari di riconoscimento del merito proprio.
 

ToyGirl

Utente di lunga data
Non capisco perché chi fa una scelta poi pretenda che lo stato la agevoli come categoria.
Ci sono donne che riescono a essere madri e anche lavoratrici, pure di un certo livello. Dipende da come sei.
Io ad esempio non sarei stata capace e infatti ho scelto di non aver figli.
Ma mi sono basata sulle mie capacità. Ho riconosciuto un mio limite e ho scelto di conseguenza.
Ecco, secondo me non è che lo stato ti deve aiutare se non sei capace.
Diversamente lo stato deve fare politiche vere per le famiglie.
Parli di capacità dove proprio non c'entrano.
Una donna che ha un bambino piccolo, riesce a lavorare solo se ha una rete intorno a lei che la aiuta, perché se dovesse pagare babysitter e nidi privati, finirebbe lo stipendio solo per quello.
Senza rete, e quindi se è sola, non può fare nulla. Solo campare di sussidi o andare in casa famiglia.

Qual è il problema se lo Stato favorisce la creazione di imprese a misura di mamme?
A te cosa toglie scusami?
 

Gaia

Utente di lunga data
Scuole di buon livello per tutti. Obbligo scolastico fino all’università. Università di pari livello e gratuite.
Sistema di selezione secondo le attitudini dello studente.
Materie umanistiche fono ai 17 anni e poi scelta e selezioni a seconda della potenzialità e attitudine.
Piano statale sulle figure professionali che effettivamente servono in tutti gli ambiti con cronoprogramma almeno ventennale che preveda obiettivi misurabili e risorse necessarie per sviluppare era giungere gli obiettivi.
Dopo di che chi vive vive e chi muore amen.
 

white74

Utente di lunga data
Oh è una precisa posizione politica
Io non riesco proprio ad inquadrarmi in una posizione politica. Ti avevo già scritto una volta che non trovo un rappresentante.
Sono 32 che voto anche agli opposti, in base a ciò che, nella mia ignoranza, sembra la questione più importante. Così come mi è capitato di votare diversamente tra governo e amministrazioni locali. Penso che bisognerebbe ragionare per problemi e non per schieramenti.
Mio padre, che vota da sempre a sinistra, mi dice che sono fascista, è ossessionato dai fascisti e io ti assicuro che non lo sono, così mio marito, che da sempre vota una destra moderata, mi dice che sono rossa.
Io li guardo e penso che non abbiano capito un cazzo perche ci sono cose che si possono prendere da una parte e dall’altra. Io ragionerei per problemi e non per schieramenti.
Ma sicuramente la mia è una visione sempliciotta della cosa pubblica, ammetto di non riuscire a stare dietro a tutto nella valutazione della nostra politica.
 
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