non lo metto in dubbio, pero' ritengo che sia sbagliato anche creare eccessivi allarmismi.
perché appunto, si rischia di generare l'effetto inverso: chi è veramente vittima di violenza, continua a non sporgere denuncia (proprio perché, in quanto vittima, è sotto l'effetto della manipolazione).
e chi invece non è vittima per nulla, si appoggia a questi schemi semplificatori per presentarsi come vittima.
nasce da qui un eccesso di denunce che sono frutto di distorsione della realtà, che rende ancora più difficile riconoscere i rari casi di denunce fondate.
e in ogni caso, non bisogna mai dimenticare la complessità delle dinamiche, in cui è vero che la vittima, anche di violenza fisica, ha collaborato coscientemente alla violenza.
per quanto politicamente scorretto possa sembrare, lessi con ammirazione la dichiarazioni di quella ragazza che difese il fidanzato accusato di averle procurato delle ustioni mi pare di terzo grado.
effettivamente, ifatti erano incontrvertibili e apparentemente non lasciavano alcun dubbio sulla responsabilità della violenza: il tizio entro' nell'appartamento della sua ex, la cosparse di benzina e le diede fuoco.
lei sorprendentemente chiese di interrompere la procedura contro il ragazzo perché, nella loro dinamica, il gesto era giustificabilissimo.
e in effetti, la ragazza sembrava tutt'altro che una povera vittima: lo lasciava e lo riprendeva di continuo, giocava scientemente, a quanto pare, a provocare la sua rabbia e la sua gelosia.
dal punto di vista esterno, certo rimane il gesto eclatante del ragazzo.
ma la ragazza, nel difenderlo, ha dimostrare una consapevolezza molto più profonda: che era la dinamica del rapporto ad essere malata e che era ingiusto che la legge si immischiasse in qualcosa che entrambi avevano costruito.
l'ho trovata una cosa molto bella, per quanto all'apparenza aberrante