Segnali di pericolo

danny

Utente di lunga data
Ma chi, Ylenia Grazia Bonavera? Quella che aveva dichiarato che darle fuoco era un gesto d'amore? Che era incinta (di 3 mesi) e aveva perso il bimbo grazie al suo grande amore. Si era pure staccata dalla madre per difendere lui. Nella sua mente vedeva violenza e sadismo come amore (lui voleva ucciderla).
Non so come stia messa ora, ma ci scommetterei una bella cifra che va avanti imbottita di psicofarmaci potenti.
Per me lei aveva paura. Per questo ha ritrattato tutto.
 

Marjanna

Utente di lunga data
Per me lei aveva paura. Per questo ha ritrattato tutto.
Per me invece ha proprio rimosso. Ha reagito al trauma tagliandolo via e inventandosi un'altra realtà.
 

Irrisoluto

Utente di lunga data
Io sono stato tradito ma di far del male a mia moglie non mi è mai saltato per la testa.
Men che meno comportarmi come quell'uomo di quella storia.
Quello che ha commesso non è giustificabile. Nessuna persona priva di tendenze criminali mette in atto una cosa del genere.
E avendo avuto due appartamenti di famiglia e un'auto bruciata quando parlo di criminali so con certezza cosa dico.
Non è un comportamento conseguente a quello della ragazza. E temo anche che lei sia stata obbligata a rispondere così.
Come ha tendenze criminali la ex di William Pezzullo, giusto per non farne una questione di genere.
Ma guarda che sulla condanna dell'atto criminale è ovvio che sono d'accordo.
Sul fatto che l'abbiano obbligata a rispondere cosi', non credo, da quel poco che sappiamo, proprio perché sta fuori di testa credo che ci credesse davvero.
Il mio discorso pero' era un altro, e riguardava il riconoscimento delle dinamiche e delle complicità più o meno silenziose.
Non che se ti tradisco è normale che tu mi amputi un braccio, per dire.
Ma che ci sono meccanismi, sicuramente malati, che si possono capire solo dall'interno e che coinvolgono entrambi.
In cui spesso la "vittima" chiede al carnefice di essere maltrattata, picchiata o addirittura uccisa.
Certo capisco che la giustizia debba seguire la sua strada e condannare chi commette un atto palesemente criminale.
Ma mi compiaccio anche del fatto che c'è qualcuno che punta il dito su un meccanismo che ha portato a quell'atto. Il che non significa giustificarlo, ribadisco.

Ma chi, Ylenia Grazia Bonavera? Quella che aveva dichiarato che darle fuoco era un gesto d'amore? Che era incinta (di 3 mesi) e aveva perso il bimbo grazie al suo grande amore. Si era pure staccata dalla madre per difendere lui. Nella sua mente vedeva violenza e sadismo come amore (lui voleva ucciderla).
Non so come stia messa ora, ma ci scommetterei una bella cifra che va avanti imbottita di psicofarmaci potenti.
Si è lei, non ricordavo la storia del bimbo.
Comunque ripeto, non volevo per nulla giustificare l'atto né tantomeno sminuire il carattere patologico della loro relazione, ma solo dire che eticamente trovo corretto da parte di lei l'aver richiamato l'attenzione sul fatto che lei era complice della violenza di lui.
 

Mariben

Utente di lunga data
io credo che l'abbia giustificato perché consapevole che la dinamica malata l'avevano costruita insieme e che la violenza fisica fa più impressione ma non è in sé peggiore della violenza psicologica che LEI stessa dice di avergli inflitto.
l'ho interpretato come un mettere in evidenza il carattere sommario di una giustizia che condanna senza esitazione un atto fisico e non si preoccupa neanche di andare a vedere quelli psichici - e non parlo di affettività, ma di vera e propria violenza psicologica.
Ma nessuno nega che certe dinamiche siano malate e che creiino una codipendenza.
La ragazza in questione aveva sviluppato una forte dipendenza nei confronti di lui e della loro relazione che comprendeva anche la violenza psicologica perpetrata e subita.
Sono meccanismi difficili da scardinare e spesso vengono " perdonati" .Scendere dalle montagne russe destabilizza .
Non c'è nulla di " bello" ,tantomeno consapevole, nel suo gesto.
Che si possa solo pensare che la giustizia debba tener conto di queste " attenuanti " è delirante.
 
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Brunetta

Utente di lunga data
La corresponsabilità in una relazione disfunzionale è sempre presente, anche se non significa dividere in modo paritario le colpe.
Ma quando sfocia in violenza il percorso disfunzionale non ha più alcun peso.
Anzi generalmente la vittima è chi si è resa conto che un rapporto di quel tipo era diventato insostenibile e aveva cercato di uscirne.
PUNTO.
 

danny

Utente di lunga data
Per me invece ha proprio rimosso. Ha reagito al trauma tagliandolo via e inventandosi un'altra realtà.
In un articolo ho letto che lei ha reagito a una domanda su quanto accaduto con la risposta "Non sono una sbirra".
Tutto può essere, credimi. Diamo per vero che sia un trauma da rimozione e non un comportamento da ambiente omertoso paramafioso.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Per me lei aveva paura. Per questo ha ritrattato tutto.
C'è un tipo di follia, quando si ama, incomprensibile ai più.

E' una follia particolare. Perché è lucida anche quando si estranea dalla realtà. E' come se esistesse la realtà e poi, accanto, un altro mondo. Quando realtà ed altro mondo smettono di comunicare si entra in preda al male.
E' bene dirlo, senza paura, eh :)

Quanto alle corresponsabilità.... Utile capire certe proprie "caratteristiche". Senz'altro. Per sé, mica per giustificare l'altro. Ma perché è bene partire da noi.
Ma poi - come meglio di me riesce a dire [MENTION=4739]Brunetta[/MENTION] - la violenza mette anche un punto.

Io le mie corresponsabilità le ho anche messe alla moviola.

Quel che adesso ti posso dire, adesso, è che finalmente vedo la mia responsabilità come quella del pedone che attraversa sulle strisce, e nel farlo si fida e non guarda. Certamente avrei dovuto guardare. Più e più volte. Io mi sento responsabile fino a lì. Poi il conducente della macchina che a tutta velocità mi ha travolta si tenga ben addosso le proprie, di responsabilità.
Non so se ho reso.
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
non lo metto in dubbio, pero' ritengo che sia sbagliato anche creare eccessivi allarmismi.
perché appunto, si rischia di generare l'effetto inverso: chi è veramente vittima di violenza, continua a non sporgere denuncia (proprio perché, in quanto vittima, è sotto l'effetto della manipolazione).
e chi invece non è vittima per nulla, si appoggia a questi schemi semplificatori per presentarsi come vittima.
nasce da qui un eccesso di denunce che sono frutto di distorsione della realtà, che rende ancora più difficile riconoscere i rari casi di denunce fondate.

e in ogni caso, non bisogna mai dimenticare la complessità delle dinamiche, in cui è vero che la vittima, anche di violenza fisica, ha collaborato coscientemente alla violenza.
per quanto politicamente scorretto possa sembrare, lessi con ammirazione la dichiarazioni di quella ragazza che difese il fidanzato accusato di averle procurato delle ustioni mi pare di terzo grado.
effettivamente, ifatti erano incontrvertibili e apparentemente non lasciavano alcun dubbio sulla responsabilità della violenza: il tizio entro' nell'appartamento della sua ex, la cosparse di benzina e le diede fuoco.
lei sorprendentemente chiese di interrompere la procedura contro il ragazzo perché, nella loro dinamica, il gesto era giustificabilissimo.
e in effetti, la ragazza sembrava tutt'altro che una povera vittima: lo lasciava e lo riprendeva di continuo, giocava scientemente, a quanto pare, a provocare la sua rabbia e la sua gelosia.
dal punto di vista esterno, certo rimane il gesto eclatante del ragazzo.
ma la ragazza, nel difenderlo, ha dimostrare una consapevolezza molto più profonda: che era la dinamica del rapporto ad essere malata e che era ingiusto che la legge si immischiasse in qualcosa che entrambi avevano costruito.
l'ho trovata una cosa molto bella, per quanto all'apparenza aberrante
paura ,molta paura delle conseguenze.
Soprattutto un gesto infame , secondo il punto di vista di lei.
Lei si attribuisce molte colpe, aiutarla non è facile, probabilmente impossibile.
 

Skorpio

Utente di lunga data
'aver richiamato l'attenzione sul fatto che lei era complice della violenza di lui.
Il mio parere è che era complice della dinamica, sicuramente.

Non dei gesti che ha fatto lui , quelli sono roba tutta sua

E dicendo così continua a proteggerlo (poverino, è anche colpa mia.. sapete?)

E la dinamica così facendo, mica la spezza. Anzi

la alimenta ulteriormente
 

Irrisoluto

Utente di lunga data
Una trentina di anni fa, un intellettuale famoso di cui non rivelo il nome perché mi renderebbe meno anonimo, strangolo' la moglie mentre le faceva un massaggio al collo.
L'autopsia stabili' che lei non oppose alcuna resistenza.
Nella sua autobiografia, pubblicata postuma, questo tipo si giustificava moralmente lasciando intendere che era stata lei a chiedergli, implicitamente, di ucciderla. I risultati dell'autopsia sembravano dare ragione di questa versione, ma l'opinione pubblica, soprattutto femminista, si scaglio' contro di lui dandogli essenzialmente del paraculo ed escludendo che lei potesse essere consenziente.
Recentemente, sono state ritrovate delle lettere di lei, in cui effettivamente manifestava il suo desiderio di farla finita, e e che aiutarla fosse proprio lui, il marito.
Come la vedete in questo caso?
Un omicidio è un omicidio PUNTO?
Beati voi che vedete tutto bianco o nero.
 

Mariben

Utente di lunga data
Una trentina di anni fa, un intellettuale famoso di cui non rivelo il nome perché mi renderebbe meno anonimo, strangolo' la moglie mentre le faceva un massaggio al collo.
L'autopsia stabili' che lei non oppose alcuna resistenza.
Nella sua autobiografia, pubblicata postuma, questo tipo si giustificava moralmente lasciando intendere che era stata lei a chiedergli, implicitamente, di ucciderla. I risultati dell'autopsia sembravano dare ragione di questa versione, ma l'opinione pubblica, soprattutto femminista, si scaglio' contro di lui dandogli essenzialmente del paraculo ed escludendo che lei potesse essere consenziente.
Recentemente, sono state ritrovate delle lettere di lei, in cui effettivamente manifestava il suo desiderio di farla finita, e e che aiutarla fosse proprio lui, il marito.
Come la vedete in questo caso?
Un omicidio è un omicidio PUNTO?
Beati voi che vedete tutto bianco o nero.
Forse era eutanasia? Un po rozza magari .....
 

Marjanna

Utente di lunga data
Si è lei, non ricordavo la storia del bimbo.
Comunque ripeto, non volevo per nulla giustificare l'atto né tantomeno sminuire il carattere patologico della loro relazione, ma solo dire che eticamente trovo corretto da parte di lei l'aver richiamato l'attenzione sul fatto che lei era complice della violenza di lui.
Io concordo con Mariben. Non la vedo per niente consapevole.
Tu vedi la cosa, mi pare, come una coppia di conviventi che si istigano continuamente a vicenda, e in cui è partito un ceffone. Provocato all'interno di una dinamica malata.
Qui c'è stata premeditazione, non mi risulta di due convivessero e fossero "culo camicia" da mattino a sera. Cosa che comunque non giustifica il farsi possessore della vita dell'altro. Premedito: esco di casa, metto una tanica di benzina in auto, vado a riempirla di benzina, mi metto in tasca dei fiammeri o un accendino, parcheggio la macchina, scendo, apro il portabagagli, prendo la tanica, faccio le scale, suono il campanello, la vedo, la blocco e le verso addosso la tanica, accendo il fuoco...


Una trentina di anni fa, un intellettuale famoso di cui non rivelo il nome perché mi renderebbe meno anonimo, strangolo' la moglie mentre le faceva un massaggio al collo.
L'autopsia stabili' che lei non oppose alcuna resistenza.
Nella sua autobiografia, pubblicata postuma, questo tipo si giustificava moralmente lasciando intendere che era stata lei a chiedergli, implicitamente, di ucciderla. I risultati dell'autopsia sembravano dare ragione di questa versione, ma l'opinione pubblica, soprattutto femminista, si scaglio' contro di lui dandogli essenzialmente del paraculo ed escludendo che lei potesse essere consenziente.
Recentemente, sono state ritrovate delle lettere di lei, in cui effettivamente manifestava il suo desiderio di farla finita, e e che aiutarla fosse proprio lui, il marito.
Come la vedete in questo caso?
Un omicidio è un omicidio PUNTO?
Beati voi che vedete tutto bianco o nero.
Lei era depressa? Malata da lungo tempo? Se aveva una malattia quale era e quali interventi erano stati fatti in merito? Quandi anni avevano? Da quando convivevano? Avevano figli? Di che età?
Se devo rispondere solo in merito a quanto hai esposto rimango perplessa a fronta della parola "implicito" (non espresso). Quindi lui aveva dedotto che lei voleva essere uccisa. Ora a me personalmente cambia moltissimo se questa persona era malata gravemente, con una vita resa insostenibile da una patologia. Se la vita era insostenibile per il rapporto malato con quest'uomo poteva mollarla anzichè strangolarla.
Ma direi la stessa cosa che fosse stata lei a strangolare lui.
 
Ultima modifica:

Irrisoluto

Utente di lunga data
Forse era eutanasia? Un po rozza magari .....
No, lei non aveva particolari malattie.
Era un rapporto che appariva malato dall'esterno, in cui lui la tradiva sistematicamente e alla luce del sole...e allo stesso tempo, mentre era con le amanti, le scriveva tra le più belle lettere d'amore che io abbia mai letto.
Litigavano di continuo, lei minacciava spesso di lasciarlo, ma alla fine rimaneva sempre li.
Insomma, lei appariva inequivocabilmente come vittima di una violenza, culminata, come da manuale, in "femminicidio".
Pero', incrociando le lettere di lei con quelle di lui, e i rispettivi diari, emerge una realtà molto diversa, una realtà in cui anche lei lo vessava e lo implorava di rimanere, minacciando il suicidio...
Probabilmente, la sua richiesta di essere strangolata da lui, era l'unica via di uscita a un inferno che entrambi avevano contrubuito a creare.
 

Irrisoluto

Utente di lunga data
Lei era depressa? Malata da lungo tempo? Se aveva una malattia quale era e quali interventi erano stati fatti in merito? Quandi anni avevano? Da quando convivevano? Avevano figli? Di che età?
Se devo rispondere solo in merito a quanto hai esposto rimango perplessa a fronta della parola "implicito" (non espresso). Quindi lui aveva dedotto che lei voleva essere uccisa. Ora a me personalmente cambia moltissimo se questa persona era malata gravemente, con una vita resa insostenibile da una patologia. Se la vita era insostenibile per il rapporto malato con quest'uomo poteva mollarla anzichè strangolarla.
Ma direi la stessa cosa che fosse stata lei a strangolare lui.
Vedi la risposta che ho dato sopra :)
Neanche lei voleva essere lasciata.
Avevano lui sulla sessantina, lei quasi settanta.
Insieme da più di trent'anni, senza figli.
 
Ma guarda che sulla condanna dell'atto criminale è ovvio che sono d'accordo.
Sul fatto che l'abbiano obbligata a rispondere cosi', non credo, da quel poco che sappiamo, proprio perché sta fuori di testa credo che ci credesse davvero.
Il mio discorso pero' era un altro, e riguardava il riconoscimento delle dinamiche e delle complicità più o meno silenziose.
Non che se ti tradisco è normale che tu mi amputi un braccio, per dire.
Ma che ci sono meccanismi, sicuramente malati, che si possono capire solo dall'interno e che coinvolgono entrambi.
In cui spesso la "vittima" chiede al carnefice di essere maltrattata, picchiata o addirittura uccisa.
Certo capisco che la giustizia debba seguire la sua strada e condannare chi commette un atto palesemente criminale.
Ma mi compiaccio anche del fatto che c'è qualcuno che punta il dito su un meccanismo che ha portato a quell'atto. Il che non significa giustificarlo, ribadisco.


Si è lei, non ricordavo la storia del bimbo.
Comunque ripeto, non volevo per nulla giustificare l'atto né tantomeno sminuire il carattere patologico della loro relazione, ma solo dire che eticamente trovo corretto da parte di lei l'aver richiamato l'attenzione sul fatto che lei era complice della violenza di lui.
sì, una complicità malata che costituisce l'80% del vero problema di chissà quante altre violenze non dichiarate , né denunciate di cui non sappiamo l'esistenza.
ultimamente un ragazzo di 17 anni è riuscito a denunciare il padre filmandolo mentre picchiava il fratellino.dopo anni di soprusi ai quali la madre non reagiva.
se le vittime sono deboli (vuoi metterci pure vigliacche?, facciamolo , visto che ne fanno pagare il prezzo anche ai figli) la colpa di questi orchi non si sposta di un millimetro
 
Una trentina di anni fa, un intellettuale famoso di cui non rivelo il nome perché mi renderebbe meno anonimo, strangolo' la moglie mentre le faceva un massaggio al collo.
L'autopsia stabili' che lei non oppose alcuna resistenza.
Nella sua autobiografia, pubblicata postuma, questo tipo si giustificava moralmente lasciando intendere che era stata lei a chiedergli, implicitamente, di ucciderla. I risultati dell'autopsia sembravano dare ragione di questa versione, ma l'opinione pubblica, soprattutto femminista, si scaglio' contro di lui dandogli essenzialmente del paraculo ed escludendo che lei potesse essere consenziente.
Recentemente, sono state ritrovate delle lettere di lei, in cui effettivamente manifestava il suo desiderio di farla finita, e e che aiutarla fosse proprio lui, il marito.
Come la vedete in questo caso?
Un omicidio è un omicidio PUNTO?
Beati voi che vedete tutto bianco o nero.
la vedo che se ricevo una richiesta del genere dall' uomo che amo ( a meno che non sia a certi livelli di sofferenza fisica di malattie terminali...che è un altro discorso)
farò di tutto per fargli cambiare idea , a cominciare da robuste cure psicologiche e via dicendo.
ma ti pare normale esaudire una richiesta malsana di questo tipo ?
 

Mariben

Utente di lunga data
No, lei non aveva particolari malattie.
Era un rapporto che appariva malato dall'esterno, in cui lui la tradiva sistematicamente e alla luce del sole...e allo stesso tempo, mentre era con le amanti, le scriveva tra le più belle lettere d'amore che io abbia mai letto.
Litigavano di continuo, lei minacciava spesso di lasciarlo, ma alla fine rimaneva sempre li.
Insomma, lei appariva inequivocabilmente come vittima di una violenza, culminata, come da manuale, in "femminicidio".
Pero', incrociando le lettere di lei con quelle di lui, e i rispettivi diari, emerge una realtà molto diversa, una realtà in cui anche lei lo vessava e lo implorava di rimanere, minacciando il suicidio...
Probabilmente, la sua richiesta di essere strangolata da lui, era l'unica via di uscita a un inferno che entrambi avevano contrubuito a creare.
Se non c'è stata un esplicita richiesta di mettere fine alla sua vita ( poco importa per che motivo ) è omicidio.Punto.
Sinceramente non si capisce dove vuoi andare a parare.
Se tra due c' 'è una relazione disfunzionale, malata , perversa ,chiamala come ti pare , quello dei due che agisce con violenza fino all' eliminazione fisica dell' altro va punito ma si dovrebbe tener conto di certe attenuanti tipo " Lui la picchiava ma lei non si difendeva, non lo lasciava, anzi lo tradiva e lo umiliava" quindi?
Non so davvero , non comprendo i tuoi contorsionismi psicogouridici.
Io so solo che ho fatto volontariato per anni in un centro antiviolenza e tutta sta bellezza non ce l ho trovata.
PS se posso... Perché , secondo te,sei attratto solo da donne affette da patologie psichiche?
 

spleen

utente ?
Una trentina di anni fa, un intellettuale famoso di cui non rivelo il nome perché mi renderebbe meno anonimo, strangolo' la moglie mentre le faceva un massaggio al collo. L'autopsia stabili' che lei non oppose alcuna resistenza. Nella sua autobiografia, pubblicata postuma, questo tipo si giustificava moralmente lasciando intendere che era stata lei a chiedergli, implicitamente, di ucciderla. I risultati dell'autopsia sembravano dare ragione di questa versione, ma l'opinione pubblica, soprattutto femminista, si scaglio' contro di lui dandogli essenzialmente del paraculo ed escludendo che lei potesse essere consenziente. Recentemente, sono state ritrovate delle lettere di lei, in cui effettivamente manifestava il suo desiderio di farla finita, e e che aiutarla fosse proprio lui, il marito. Come la vedete in questo caso? Un omicidio è un omicidio PUNTO? Beati voi che vedete tutto bianco o nero.
Forse non è questione di vederla in B/N. E' chiaro che dietro l'amorevole marito si potrebbe nascondere il re dei paraculi, la legge persegue a prescindere, proprio perchè non le compete dare giudizi morali ma mettere in pratica quanto stabilito socialmente. Secondariamente capisco la confusione generata dai "pietosi assassini" ma onestamente ritengo che sia semplicemente una faccenda di valori prioritari e quello della vita per me (per me) è quello più importante, poi si potrebbere dibattere per mesi sulla sofferenza, sull' eutanasia sul volere personale, sull 'accanimento terapeutico etc, ma mi chiamo fuori, in tutta sincerità queste visioni dell'amore usato come alibi al proprio egoismo, una una clava per gettare l'acido in faccia agli altri o come simulacro, come idolo al quale tutto è concesso e tutto è permesso mi lascia piuttosto scettico. Le vere dimostrazioni di amore ed attaccamento per me sono altre, quello descritto assomiglia piuttosto ad un idolo arrogante e autoreferenziale.
 
direi che alla banalità irrisoluto oppone realtà romanzate , sopra le righe, ...esteticamente più affascinanti ma lontane dal vissuto , quello che almeno mi appartiene
 
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