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Brunetta

Utente di lunga data
Supponi male.

Le risposte si danno informandosi correttamente.

Se vuoi informarti:

https://wauniversity.it/come-funziona-graduatoria-test-medicina/

Se vuoi il testo ministeriale ufficiale:
https://www.mur.gov.it/it/atti-e-normativa/decreto-ministeriale-n-454-del-16-07-2025

In breve: a pari voto di graduatoria, è preferito un disabile con almeno il 66% di disabilità.

In caso di ulteriore parità, è preferito il più giovane.

In definitiva: arrivati al punto in cui si è pari merito (diciamo 22) prima prendono tutti i disabili con 22. Se ci sono più disabili con 22 dei posti disponibili, prendono i disabili più giovani.
Se ci sono meno disabili con 22 che posti, pescano i normodotati con 22 più giovani.

Se avanzano posti, si procede oltre con 21.

QUESTO PER L'ACCESSO: NON PER LA SCELTA DELLA SEDE.
Dopo leggo.
Ma non riesco a capire come questi criteri, che riguardano fortunatamente una piccola percentuale di studenti, possano creare un senso di ingiustizia o peggio di privilegio. Qualsiasi criterio, anche per l’accesso alla scuola dell’infanzia, può essere contestato. Ma la disabilità non l’ho mai vista contestare.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Tu ipotizzi esami facilitati, perché usi un aggettivo sbagliato anche per la primaria o la secondaria.
Teoricamente chi ha qualche disturbo dell’apprendimento all’università dovrebbe essere in grado di crearsi strumenti e strategie per l’apprendimento, che non sono facilitazioni.
Esattamente come ognuno di noi si è fatto schemi e riassunti per studiare e memorizzare meglio.
Ma non io! Segui il filo! Ho risposto a @bravagiulia75
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ascolta non lo so esattamente perché avevamo affrontato l argomento appena iscritta (poi ha rinunciato perché era un tamburo e non studiava)
Ma la madre mi diceva che aveva delle facilitazioni...
Cosa che non trovo corretta
Un conto è una laurea in lettere un conto in medicina
Quindi la madre riteneva che avesse facilitazioni. La madre potrebbe non aver capito.
Io ho avuto una mamma che insisteva che la figlia aveva diritto alla compensazioni, senza sapere cosa fossero e che erano disponibili per tutti, perché attuavo una modalità di insegnamento in cui, ad esempio, le mappe venivano fatte con tutti e per tutti e utilizzate individualmente e in collaborazione.
 

cipolino

Utente di lunga data
Ma il medico è un lavoro intellettuale, non vedo perché la disabilità, che può essere di qualunque genere, debba impedire l'esercizio della professione medica, professione che, tra l'altro, si articola in un sacco di specialità.
Certo che la selezione dovrebbe essere basata sulle capacità e basta; gli altri criteri dovrebbero, semmai, essere rilevanti per l'eventuale scelta della sede.
Temo che tu confonda due piani: l'accesso al percorso e gli strumenti di aiuto agli studenti con (qualsiasi tipo di) difficoltà.

Sugli strumenti di aiuto, nulla questio: l'università deve agevolare la possibilità di apprendimento di chi ha una difficoltà qualsiasi.
Questo l'università già lo fa.
Considerando però che non stiamo parlando di istruzione né di base né intermedia ma superiore, NON DEVE cambiare il livello di competenza richiesto per superare gli esami.

Qui invece si sta parlando di accesso al percorso: chiaramente è necessario prevedere un meccanismo di selezione per il pari merito, perché è inimmaginabile che ci siano meno idonei che posti disponibili.

Evidentemente, qualsiasi criterio di selezione tra i parimerito induce una discriminazione verso chi viene escluso.
I criteri, tra parimerito, possono essere molteplici: reddito, residenza, età, condizione familiare e qualsiasi altro criterio che ti può venire in mente.

In questo contesto il legislatore ha scelto due criteri: il primo è il possesso del 66% di disabilità.

Quindi, a pari merito, passano tutti i disabili.

Poi, in caso di ulteriore parimerito, passano le persone più giovani.

Questo per l'accesso.

Non ho controllato bene, ma mi pare che per la sede non esista un'ulteriore graduatoria: ti viene assegnata in automatico in base alla graduatoria, alle sedi disponibili e alle tue preferenze. Se non l'accetti, decadi e poi i posti liberati vengono ridistribuiti tra i rimanenti in graduatoria (se ho capito bene).
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ma non io! Segui il filo! Ho risposto a @bravagiulia75
Però se non si dà nemmeno un’occhiata al link, si confondono disabilità fisica, mentale e disturbi dell’apprendimento.
Le compensazioni per i DSA vengono paragonate agli occhiali per i miopi. Nessuno normovedente si risentirà perché lui non si mette gli occhiali.
 

cipolino

Utente di lunga data
Dopo leggo.
Ma non riesco a capire come questi criteri, che riguardano fortunatamente una piccola percentuale di studenti, possano creare un senso di ingiustizia o peggio di privilegio. Qualsiasi criterio, anche per l’accesso alla scuola dell’infanzia, può essere contestato. Ma la disabilità non l’ho mai vista contestare.
Dipende appunto dal tipo di graduatoria: per l'accesso all'istruzione universitaria la disabilità non deve essere condizione di preferenza.
Secondo me.
E questo, come ho già detto in altro messaggio, niente ha a che vedere con gli aiuti e gli strumenti che poi l'università mette a disposizione per chi ha difficoltà, fermo restando che la verifica delle competenze deve poi essere uguale per tutti.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Temo che tu confonda due piani: l'accesso al percorso e gli strumenti di aiuto agli studenti con (qualsiasi tipo di) difficoltà.

Sugli strumenti di aiuto, nulla questio: l'università deve agevolare la possibilità di apprendimento di chi ha una difficoltà qualsiasi.
Questo l'università già lo fa.
Considerando però che non stiamo parlando di istruzione né di base né intermedia ma superiore, NON DEVE cambiare il livello di competenza richiesto per superare gli esami.

Qui invece si sta parlando di accesso al percorso: chiaramente è necessario prevedere un meccanismo di selezione per il pari merito, perché è inimmaginabile che ci siano meno idonei che posti disponibili.

Evidentemente, qualsiasi criterio di selezione tra i parimerito induce una discriminazione verso chi viene escluso.
I criteri, tra parimerito, possono essere molteplici: reddito, residenza, età, condizione familiare e qualsiasi altro criterio che ti può venire in mente.

In questo contesto il legislatore ha scelto due criteri: il primo è il possesso del 66% di disabilità.

Quindi, a pari merito, passano tutti i disabili.

Poi, in caso di ulteriore parimerito, passano le persone più giovani.

Questo per l'accesso.

Non ho controllato bene, ma mi pare che per la sede non esista un'ulteriore graduatoria: ti viene assegnata in automatico in base alla graduatoria, alle sedi disponibili e alle tue preferenze. Se non l'accetti, decadi e poi i posti liberati vengono ridistribuiti tra i rimanenti in graduatoria (se ho capito bene).
Ma il punto sono i disabili o la mancanza di posti.
Ormai ogni regola sembra studiata per creare competizione tra i pari, invece che contestazione della mancanza di accesso.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Però se non si dà nemmeno un’occhiata al link, si confondono disabilità fisica, mentale e disturbi dell’apprendimento.
Le compensazioni per i DSA vengono paragonate agli occhiali per i miopi. Nessuno normovedente si risentirà perché lui non si mette gli occhiali.
Invece di chiacchiere ho verificato con Gemini, Gpt e compagnia. Sono tutti concordi che in base alla 104 gli studenti hanno diritto ad ausili specifici in base alla loro disabilità, ma non è in ogni caso modificato l'obiettivo formativo, devono comunque dimostrare di aver raggiunto le stesse competenze degli altri.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Dipende appunto dal tipo di graduatoria: per l'accesso all'istruzione universitaria la disabilità non deve essere condizione di preferenza.
Secondo me.
E questo, come ho già detto in altro messaggio, niente ha a che vedere con gli aiuti e gli strumenti che poi l'università mette a disposizione per chi ha difficoltà, fermo restando che la verifica delle competenze deve poi essere uguale per tutti.
Ma io sono d’accordo.
Ma il problema è che ci sono meno posti, degli aspiranti.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Invece di chiacchiere ho verificato con Gemini, Gpt e compagnia. Sono tutti concordi che in base alla 104 gli studenti hanno diritto ad ausili specifici in base alla loro disabilità, ma non è in ogni caso modificato l'obiettivo formativo, devono comunque dimostrare di aver raggiunto le stesse competenze degli altri.
Mi sbatto la testa contro il muro.
 

Brunetta

Utente di lunga data
E un dsa senza altri problemi non ha la 104
Appunto.
Ma il disabile, riconosciuto dalla legge 104, ha gli ausili che sono cose tipo la carrozzina, non sono facilitazioni.
 

bravagiulia75

Annebbiata lombarda DOCG
Quindi la madre riteneva che avesse facilitazioni. La madre potrebbe non aver capito.
Io ho avuto una mamma che insisteva che la figlia aveva diritto alla compensazioni, senza sapere cosa fossero e che erano disponibili per tutti, perché attuavo una modalità di insegnamento in cui, ad esempio, le mappe venivano fatte con tutti e per tutti e utilizzate individualmente e in collaborazione.
Le ha fatto fare pure le varie visite per i dsa
Più di così non so
L aveva sto benedetto aiuto fin dalle superiori
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Appunto.
Ma il disabile, riconosciuto dalla legge 104, ha gli ausili che sono cose tipo la carrozzina, non sono facilitazioni.
Si è quello che ho detto. La cosa importante è che deve comunque raggiungere le stesse competenze degli altri. Non è che gli regalano gli esami, anzi, perché poi vorrei vedere se e come detti ausili vengono forniti
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Le ha fatto fare pure le varie visite per i dsa
Più di così non so
L aveva sto benedetto aiuto fin dalle superiori
Però il concetto di ausilio è mettere nelle condizioni di imparare le stesse cose che uno "normale" impara senza bisogno di ausili. Non è dare un vantaggio
 

Brunetta

Utente di lunga data
Le ha fatto fare pure le varie visite per i dsa
Più di così non so
L aveva sto benedetto aiuto fin dalle superiori
La madre non capiva il significato o la differenza tra strumenti e aiuti facilitatori.
 

Brunetta

Utente di lunga data
E su questo sono d'accordo anch'io.

Non sono d'accordo con l'uso della disabilità come criterio di selezione in questo caso (non in assoluto, beninteso)
Su qualsiasi criterio si può discutere.
Se fosse per non costringere un disabile a trovare in una situazione di disagio, ad esempio una sede lontana, avrebbe una sua ratio. Si parla sempre di disabilità fisica.
 

bravagiulia75

Annebbiata lombarda DOCG
Però il concetto di ausilio è mettere nelle condizioni di imparare le stesse cose che uno "normale" impara senza bisogno di ausili. Non è dare un vantaggio
da quello che so (e riferisco solo quelle che altre amiche mi hanno riportato dei loro figli)è che alle superiori avevano verifiche PIU' FACILI
quella che la figlia andava all'università mi ha riportato le stesse cose
altro non so
capisci che se una madre dice che la figli fa lettere ma ha degli esami più easy per me è così?
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Quindi la madre riteneva che avesse facilitazioni. La madre potrebbe non aver capito.
Io ho avuto una mamma che insisteva che la figlia aveva diritto alla compensazioni, senza sapere cosa fossero e che erano disponibili per tutti, perché attuavo una modalità di insegnamento in cui, ad esempio, le mappe venivano fatte con tutti e per tutti e utilizzate individualmente e in collaborazione.
Lasciamo stare i genitori... il più delle volte partono dal presupposto che non accettano i "difetti" dei figli. Perché questo sono, per loro. Quando va "bene" è senso di colpa.
Altrimenti è delusione per un figlio tarato, non corrispondente all'idea perfetta che loro avevano. E partendo da questo, sono tutt'altro che collaborativi.
Ovviamente non posso riportare più di tanto di quello che vedo a scuola, per privacy.
 
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