Credo che nessuno sia in grado di conoscere una persona nella sua totalità. All'apparenza siamo tutti normali, me compreso, poi ogni individuo ha il suo lato oscuro che nessuno è in grado di vedere se non per concessione. Le persone che ho frequentato nella mia vita, apparentemente sono tutte normali, e in fondo lo sarebbero a prescindere. Perchè ciò che mi è capitato da bambino non vuol dire che fa di me un soggetto di un certo tipo. Stesso discorso vale per tutti gli altri. Secondo me, la sua reazione e la relativa scusa addossando la colpa a me, non è altro che la reazione istintiva al fatto di essere stata scoperta. Non voglio giustificarla, dico semplicemente, analizzando le diverse situazioni della mia vita, che le persone hanno difficoltà a chiedere semplicemente scusa. Perchè chiedere scusa vuol dire ammettere di aver sbagliato. Compiere un'azione in relazione ad un'altra azione serve solo a giustificare e magari a togliere il senso di colpa che potremmo provare scegliendo con il libero arbitrio che ci contraddistingue, di fare quella determinata azione. Mi convinco, giorno dopo giorno, che non è cattiveria la scusa che ha trovato, più semplicemente ha reagito di istinto alla realtà che gli ho sbattuto in faccia. Sono certo che nel mondo di persone cosi è pieno, me compreso. Il suo silenzio dopo avergli detto che avevo scoperto tutto secondo me è indicativo. Era certa di essere in un guscio protetto, nella sua isola segreta, ma quando si è ritrovata faccia a faccia con la realtà ha reagito d'istinto scaricando come fanno tutti le responsabilità sull'altro. E' una sorta di autodifesa, incosciente, ma che potrebbe averla portata a capire che quel week end di passione e sesso che lei ha immaginato in un modo( e forse anche altri prima non si può escludere ), illudendola che potesse essere altro( sentirsi ammirata, voluta e desiderata) nella realtà più squallida si materializza semplicemente in un ragazzo che ha trovato una donna di una certa età che gli ha pagato albergo e ristorante per farsi scopare. Ha pagato per avere l'illusione di qualcosa che non era. E il fatto che per ora non ci sia nessuna presa di posizione, mi fa pensare che possa essere una possibile chiave di lettura. Secondo me, decidere di andar via senza prima comprendere a fondo cosa sia tutto questo, non è la soluzione. Esiste il perdono, esiste la rinascita, esiste la comprensione. Sono stato un tipo sempre razionale, e come ho scritto, valuto ogni aspetto di una situazione, sarà per deformazione professionale. Quando sono entrato qui ero davvero disorientato e facevo fatica a dare un ritmo costante ai miei pensieri. Col passare dei giorni, un pò di nebbia si è diradata, riesco almeno a mettere ordine ai pensieri. Non ne sono uscito ma ho lentamente ripreso a sorridere.
Ho pensato da che ho ricordi che il chiedere "scusa" fosse una operazione idiota di ipocrisia.
Mi hai dato un pugno, ok. Preso.
Cosa cazzo vuoi che me ne fotta che tu mi chieda scusa?

Se davvero quel pugno era per me, chiedimi come sto. E aiutami a occuparmi del sangue.
Amo chi è in sintonia con questa visione. E' uno degli ingredienti, insieme alla condivisione della sessualità per dire, di una relazione con un buon funzionamento per me.
(poi so che il rito del chiedere scusa è una funzione sociale, e allora lo faccio, ma mica sono partecipe del farlo. Valuto se mi serve farlo in quel contesto, se mi serve lo faccio diversamente no).
Per questo motivo io non accetto le scuse e non chiedo scusa.
La mia domanda è: cosa stai facendo per me dopo avermi fatto male?
(cosa possa fare dopo averti fatto male?)
E prima ancora di questa ce ne è un'altra: io desidero che tu faccia qualcosa dopo avermi fatto male? (cosa desideri tu dopo che ti ho fatto male?)
Questa è più importante per me, dell'altra.
perchè discende da una domanda fondamentale per me: tu, che sei in relazione con me, puoi pagare il prezzo per essere degno di me?
E il prezzo non è di poco conto.
Ho avuto a che fare con la violenza, la mia comunicazione è consapevole della violenza che alberga in me. E non ne ho vergogna.
La mia domanda per chi mi sta vicino è: puoi pagare il prezzo per starmi vicino?
(e vale anche nel viceversa se la relazione mi interessa, posso pagare il tuo prezzo?)
Te lo sei mai chiesto, se chi ti sta accanto è degno di te?
E non perchè ti ama e quella roba lì.
Se è degno in termini di onore e fierezza. Di forza e potere.
E guarda che non sto parlando di tradire o non tradire.
PS: il grassetto è la tua analisi, giusto?