Sono nebbia...

Nicky

Utente di lunga data
Insieme al dialogo che deve essere da entrambe le parti.
Facciamo finta di non sapere come si riesce a “far passare il genio”, come dicono a Napoli?
Non sto cercando di accertate o distribuire colpe, sto parlando della mancanza di autenticità nei rapporti.
 

Gaia

Utente di lunga data
Vero. Vuole stare nella coppia che conosce, formata da lui e da una donna che immagina lui, ma quella donna non sei tu: ha solo la tua forma.
Può darsi.
A me quindi esce da casa per andare a lavorare pare contento.
Poi torna tutte le sere e pare sereno.
A me basta. Poi se e quando non basterà più ci penso.
 

Brunetta

Utente di lunga data

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Ma perché l’impegno è per il rispetto del patto e della autenticità dei sentimenti, non la fornitura di servizi.
Io poi vorrei anche vedere come si costruisce (magari con impegno quotidiano) il distacco emotivo che porta alla caduta del desiderio.
Credo che sia più importante l'autenticità dei sentimenti del rispetto di un patto. Di una che sta con me per rispetto di un patto ma senza sentimenti autentici non saprei che farne
 

Brunetta

Utente di lunga data
Credo che sia più importante l'autenticità dei sentimenti del rispetto di un patto. Di una che sta con me per rispetto di un patto ma senza sentimenti autentici non saprei che farne
Il patto è fondamentale.
Lo spontaneismo è deleterio in ogni campo.
Anche se ti piace giocare a pallone o cantare o ballare, devi studiare e accettare la noia e la fatica degli allenamenti.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Il patto è fondamentale.
Lo spontaneismo è deleterio in ogni campo.
Anche se ti piace giocare a pallone o cantare o ballare, devi studiare e accettare la noia e la fatica degli allenamenti.
Neanche di una che cambia le carte in tavola senza avvisare non saprei che farne, ma perché questo la direbbe molto lunga sull'autenticità dei sentimenti
 

amy

Utente di lunga data
Ma io non ho dato priorità ai traumi infantili, ho semplicemente detto che quelli sono uniti al trauma del tradimento. Prima di scoprire del tradimento, ho convissuto con i miei traumi pregressi ogni giorno, non ho mai dimenticato nulla, ne la forma del pene di mio padre ne quella di mio fratello, ne le bruciature con le sigarette e molto altro. Questo per farti capire che avevo accettato quel dolore e trasformato in esperienza. Il tradimento, arrivato in modo brutale, mi ha semplicemente colto impreparato e la reazione istintiva sbagliata è stata chiedersi...." perchè tutto a me?" In quel momento, quella domanda ha aperto un varco che mi ha scosso nel profondo...non esiste un prima e un dopo, e il mio errore è stato lasciarmi risucchiare dal dolore. Non ho saputo fronteggiare gli avvenimenti e sono andato nel panico. Vedere quell'auto spostarsi da casa all'albergo è stato ed è straziante....Un conto immaginare che posso esserci un tradimento...un conto è rendersi conto che la realtà è questa...
a mio avviso dovresti fare un percorso per capire se le tue preferenze sessuali siano un modo per esorcizzare il trauma rivivendolo in modo controllato o se siano semplicemente preferenze sessuali. Nella seconda ipotesi, ti assicuro che non è impossibile trovare una partner che le condivida. Se non le trovi è perché quel tipo di donna evidentemente percepisce il tuo disagio psicologico e non ti avvicina, perché un conto è il kinky, un conto è pensare di dover espirare qualcosa, oppure tu le rifiuti perché rifiuti te stesso e cerchi inconsciamente partner non disponibili.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Neanche di una che cambia le carte in tavola senza avvisare non saprei che farne, ma perché questo la direbbe molto lunga sull'autenticità dei sentimenti
Hai esplicitato una parte implicita in ciò che ho detto.
 

Nicky

Utente di lunga data
Si può dubitare di tutto, ma viene un po' meno il senso della conversazione!
Io ho una certa coerenza, nel senso che guardo gli altri con un'indulgenza non minorr di quella che riservo a me stessa.
Non credo che mi sentirai mai scagliarmi su mio marito, il mio amante o chicchessia per ciò che non riesce a fare o dire.
Semplicemente, noto che la relazione di coppia, che è quella in cui tutti speriamo di poter essere massimamente autentici, diventa spesso il luogo in cui si occultano parti di sé, che si ritengono incompatibili con la relazione.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
a mio avviso dovresti fare un percorso per capire se le tue preferenze sessuali siano un modo per esorcizzare il trauma rivivendolo in modo controllato o se siano semplicemente preferenze sessuali. Nella seconda ipotesi, ti assicuro che non è impossibile trovare una partner che le condivida. Se non le trovi è perché quel tipo di donna evidentemente percepisce il tuo disagio psicologico e non ti avvicina, perché un conto è il kinky, un conto è pensare di dover espirare qualcosa, oppure tu le rifiuti perché rifiuti te stesso e cerchi inconsciamente partner non disponibili.
L'hai toccata piano :D:D

condivido, comunque.

Io aggiungerei anche che un conto è il kinky un conto è l'espressione di sè attraverso la sessualità.
Tendo a soffermarmi, quando mi sembra di cogliere che il peso sia spostato verso il kinky come se fosse un fulcro essenziale.
 
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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Si può dubitare di tutto, ma viene un po' meno il senso della conversazione!
Io ho una certa coerenza, nel senso che guardo gli altri con un'indulgenza non minorr di quella che riservo a me stessa.
Non credo che mi sentirai mai scagliarmi su mio marito, il mio amante o chicchessia per ciò che non riesce a fare o dire.
Semplicemente, noto che la relazione di coppia, che è quella in cui tutti speriamo di poter essere massimamente autentici, diventa spesso il luogo in cui si occultano parti di sé, che si ritengono incompatibili con la relazione.
La relazione è un luogo co-costruito intenzionalmente.
Comunque venga declinata.

Se diviene un luogo di occultamento, significa semplicemente che uno dei bisogni di uno dei due Io, o entrambi, coinvolti nella co-costruzione ha quel bisogno.

A mio avviso la domanda è "perchè sento il bisogno di occultarmi?"
Le relazioni sono davvero il luogo migliore dell'occultamento di sè, volendolo fare. Non esiste al mondo luogo migliore in effetti.

Io ho tradito, parecchio. In termini qualitativi e anche in termini quantitativi.
Non mi sento disonesta per averlo fatto. Ma per niente.

Quelle relazioni erano relazioni di occultamento.
Da parte di entrambi, ognuno a modo suo.

La fedeltà come patto era un buon modo per infiocchettare l'occultamento.
Quindi veniva da sè che ad un certo punto, per mia costituzione, avrei cercato di scoprire e che sarei andata a farlo fuori da una relazione fondata sull'occultamento.

Era mia la non capacità di costruire relazioni basate sull'autenticità ma, se ci penso adesso, anche le persone con cui ero in relazione non avevano quella capacità. Erano relazioni fondate su un patto di non belligeranza reciproca. Ci si affidava insieme ad un sistema di regolamentazione generalista (il matrimonio, piuttosto che la convivenza, piuttosto che lo stare insieme) ma da parte di entrambi c'era una pigrizia di fondo ad andare oltre la regolamentazione generale, discutere le regole e la morale e mettersi al centro del palcoscenico, nudi sul serio con tutti i rischi che questo comporta nella relazione con se stessi, per riscrivere le cose a misura, condivisa e co-costruita.

L'esclusività, da cui discende quella che si potrebbe forse chiamare fedeltà, per la mia esperienza si può creare soltanto in un luogo relazionale in cui si fa quel lavoro in modo intenzionale senza tirare indietro. Con crudeltà se serve. Fuori dall'idea che amarsi sia non ferirsi e non farsi male. Ma anzi, includendo apertamente la realtà del ferirsi reciprocamente.

Poi, io non riesco ancora a capire il valore della fedeltà SE fedeltà non è appartenere con intenzione nello stesso tempo e nello spazio allo stesso luogo.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
La relazione è un luogo co-costruito intenzionalmente.
Comunque venga declinata.

Se diviene un luogo di occultamento, significa semplicemente che uno dei bisogni di uno dei due Io, o entrambi, coinvolti nella co-costruzione ha quel bisogno.

A mio avviso la domanda è "perchè sento il bisogno di occultarmi?"
Le relazioni sono davvero il luogo migliore dell'occultamento di sè, volendolo fare. Non esiste al mondo luogo migliore in effetti.

Io ho tradito, parecchio. In termini qualitativi e anche in termini quantitativi.
Non mi sento disonesta per averlo fatto. Ma per niente.

Quelle relazioni erano relazioni di occultamento.
Da parte di entrambi, ognuno a modo suo.

La fedeltà come patto era un buon modo per infiocchettare l'occultamento.
Quindi veniva da sè che ad un certo punto, per mia costituzione, avrei cercato di scoprire e che sarei andata a farlo fuori da una relazione fondata sull'occultamento.

Era mia la non capacità di costruire relazioni basate sull'autenticità ma, se ci penso adesso, anche le persone con cui ero in relazione non avevano quella capacità. Erano relazioni fondate su un patto di non belligeranza reciproca. Ci si affidava insieme ad un sistema di regolamentazione generalista (il matrimonio, piuttosto che la convivenza, piuttosto che lo stare insieme) ma da parte di entrambi c'era una pigrizia di fondo ad andare oltre la regolamentazione generale, discutere le regole e la morale e mettersi al centro del palcoscenico, nudi sul serio con tutti i rischi che questo comporta nella relazione con se stessi, per riscrivere le cose a misura, condivisa e co-costruita.

L'esclusività, da cui discende quella che si potrebbe forse chiamare fedeltà, per la mia esperienza si può creare soltanto in un luogo relazionale in cui si fa quel lavoro in modo intenzionale senza tirare indietro. Con crudeltà se serve. Fuori dall'idea che amarsi sia non ferirsi e non farsi male. Ma anzi, includendo apertamente la realtà del ferirsi reciprocamente.

Poi, io non riesco ancora a capire il valore della fedeltà SE fedeltà non è appartenere con intenzione nello stesso tempo e nello spazio allo stesso luogo.
Non ho capito cosa occultavi. Fingevi di essere monogama o qualcosa del genere?
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Non ho capito cosa occultavi. Fingevi di essere monogama o qualcosa del genere?
Nascondevo a me la mia incomprensione di me, potrei dire.
Probabilmente, potrei dire ancora, la relazione era un buon posto dove "mettere al sicuro", non guardare, quello che mi spaventava, non mi piaceva.
E sono piuttosto convinta di aver semplicemente scelto e di esser stata scelta da chi aveva necessità simili alle mie.

E' un discorso a posteriori sia chiaro. Non ne ero poi così consapevole al tempo.
Anche perchè per spiegarmi a me continuavo ad usare i regolamenti generalisti, e non ne uscivo.

Allora semplicemente mi seguivo in modo goffo, andando a casaccio e cercando strutture e paradigmi per spiegarmi.

La monogamia, per esempio, adesso non la userei più come funzione per spiegarmi in una relazione.
E' un contenitore di significati che certo mi condizionano, perchè questa è la cultura in cui sono nata cresciuta e condizionata, ma che non mi sono minimamente utili.

La fedeltà già allora non mi tornava ma la includevo per certi versi, quindi il tradimento e tutti i corollari di giusto e sbagliato mi risuonava già di più.

Ma anche quel contenitore non mi tornava fino in fondo.

La vivevo un po' come vivo certe strette di mano oggi: non capisco bene che utilità reale, in termini di significato, abbiano, però capisco che è una convenzione sociale funzionale al rito del saluto nella nostra società, fa risparmiare tempo e prevede una certa adesione ad un contesto, tipo recitare la messa in latino senza conoscere il latino.
Quindi stringo mani anche se non me ne frega una cazzo nè della mano nè della persona a cui la stringo. Sorrido anche se non ho voglia perchè so che ha un significato comunicativo. Ma tutto questo è ovviamente funzionale ai miei obiettivi. Anche oggi non stringo mani se non ho obiettivi concreti da perseguire.

E suddivido le persone fra chi riconosce quello che sto facendo e chi non se ne rende minimamente conto poichè aderisce talmente profondamente alla convenzione da non rendersi conto che è una convenzione e quindi una funzine e non un contenuto, salvo che intenzionalmente e in modo condiviso si prenda la funzione, ci si accordi sul fatto che è una funzione individualmente vuota e che ad entrambi interessa riempirla di significati.
 

Nicky

Utente di lunga data
La relazione è un luogo co-costruito intenzionalmente.
Comunque venga declinata.

Se diviene un luogo di occultamento, significa semplicemente che uno dei bisogni di uno dei due Io, o entrambi, coinvolti nella co-costruzione ha quel bisogno.

A mio avviso la domanda è "perchè sento il bisogno di occultarmi?"
Le relazioni sono davvero il luogo migliore dell'occultamento di sè, volendolo fare. Non esiste al mondo luogo migliore in effetti.

Io ho tradito, parecchio. In termini qualitativi e anche in termini quantitativi.
Non mi sento disonesta per averlo fatto. Ma per niente.

Quelle relazioni erano relazioni di occultamento.
Da parte di entrambi, ognuno a modo suo.

La fedeltà come patto era un buon modo per infiocchettare l'occultamento.
Quindi veniva da sè che ad un certo punto, per mia costituzione, avrei cercato di scoprire e che sarei andata a farlo fuori da una relazione fondata sull'occultamento.

Era mia la non capacità di costruire relazioni basate sull'autenticità ma, se ci penso adesso, anche le persone con cui ero in relazione non avevano quella capacità. Erano relazioni fondate su un patto di non belligeranza reciproca. Ci si affidava insieme ad un sistema di regolamentazione generalista (il matrimonio, piuttosto che la convivenza, piuttosto che lo stare insieme) ma da parte di entrambi c'era una pigrizia di fondo ad andare oltre la regolamentazione generale, discutere le regole e la morale e mettersi al centro del palcoscenico, nudi sul serio con tutti i rischi che questo comporta nella relazione con se stessi, per riscrivere le cose a misura, condivisa e co-costruita.

L'esclusività, da cui discende quella che si potrebbe forse chiamare fedeltà, per la mia esperienza si può creare soltanto in un luogo relazionale in cui si fa quel lavoro in modo intenzionale senza tirare indietro. Con crudeltà se serve. Fuori dall'idea che amarsi sia non ferirsi e non farsi male. Ma anzi, includendo apertamente la realtà del ferirsi reciprocamente.

Poi, io non riesco ancora a capire il valore della fedeltà SE fedeltà non è appartenere con intenzione nello stesso tempo e nello spazio allo stesso luogo.
È così.
Per il resto, io di onestà e disonestà ne parlo qui, non con me stessa, perché non puoi neppure crearti una visione morale se non sai chi sei, rischi di prenderne a prestito una che ti serve per nasconderti ancora. E non è ciò che voglio.
 

Brunetta

Utente di lunga data
È così.
Per il resto, io di onestà e disonestà ne parlo qui, non con me stessa, perché non puoi neppure crearti una visione morale se non sai chi sei, rischi di prenderne a prestito una che ti serve per nasconderti ancora. E non è ciò che voglio.
L’ho riletta più volte.
Vuoi dire che la morale dipende da te?
 

Lostris

Utente Ludica
Ma la verità è che posso promettere nulla, che ti deluderò e tu non vorrai essere deluso o viceversa, che ci saranno cose che non riusciamo a dirci e se va bene resteranno marginali, se va male si espanderanno sempre di più.
Ma non è vero che non si può promettere nulla.
Si può promettere l’impegno e la condivisione, si può promettere il sostegno e il cercare di fare il proprio meglio.
Certo non si può promettere che non cambierà nulla o che non si proverà mai attrazione per qualcun altro..
 
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