Sono nebbia...

Brunetta

Utente di lunga data
Io intendevo che il resto può fare danni analoghi anche senza carenze primarie
Se sono state create le sicurezze di base è molto più agevole superare le altre prove della vita.
Ho conosciuto due donne che hanno avuto momenti difficili con i figli neonati. I figli non ne sapevano nulla.
Ma hanno sempre avuto difficoltà relazionali enormi e disturbi psicologici importanti.
È brutto colpevolizzare i genitori e in particolare la mamma. Le donne di cui parlavo si erano ammalate, mica erano cattive. Non c’è da colpevolizzare nessuno, c’è la necessità di creare una rete sociale, visto che quella familiare non esiste più.
 

gvl

Utente di lunga data
Certamente. Non esistono regole di comportamento in questi casi. Ho descritto cosa probabilmente farei io se mi trovassi nelle circostanze.
Ed è quello che pensavo di fare io ma che poi non ho fatto anche perché era una situazione nuova ed inaspettata e sono stato preso alla sprovvista e ho cercato di recuperare e ci sono riuscito . Adesso sto attento a dichiarare cosa farei se mi trovassi in una situazione grave ma nuova per me perché non potrei sapere come reagirei. Il tradimento non è più un fatto nuovo adesso per me e posso affermare che non ci sarebbe un ulteriore possibilità di recupero in caso di riverificasse.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Se sono state create le sicurezze di base è molto più agevole superare le altre prove della vita.
Ho conosciuto due donne che hanno avuto momenti difficili con i figli neonati. I figli non ne sapevano nulla.
Ma hanno sempre avuto difficoltà relazionali enormi e disturbi psicologici importanti.
È brutto colpevolizzare i genitori e in particolare la mamma. Le donne di cui parlavo si erano ammalate, mica erano cattive. Non c’è da colpevolizzare nessuno, c’è la necessità di creare una rete sociale, visto che quella familiare non esiste più.
Quanto é grosso questo SE? Quanti genitori sono realmente capaci di crearle?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Quanto é grosso questo SE? Quanti genitori sono realmente capaci di crearle?
Mentre mi rileggevo, ho pensato che le difficoltà delle madri potrebbero essere state genetiche e trasmesse ai figli.
 

Brunetta

Utente di lunga data

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Mentre mi rileggevo, ho pensato che le difficoltà delle madri potrebbero essere state genetiche e trasmesse ai figli.
Essere un genitore abbastanza buono non è difficilissimo.
Lo sono state tante madri sole, senza istruzione.
Fatto sta che se il problema è l'autostima di oggi, come penso io, piuttosto che indagare a ritroso da dove arriva il danno dal passato (che è immodificabile) è su questa che bisogna lavorare per non incorrere sempre nelle stesse situazioni. Se tu dici a uno che é stato perfino abusato da piccolo "secondo me il tuo problema è perché hai avuto dei genitori di merda" è difficile che ti risponda "grazie! Non ci avevo fatto caso!"
 

Brunetta

Utente di lunga data
Fatto sta che se il problema è l'autostima di oggi, come penso io, piuttosto che indagare a ritroso da dove arriva il danno dal passato (che è immodificabile) è su questa che bisogna lavorare per non incorrere sempre nelle stesse situazioni. Se tu dici a uno che é stato perfino abusato da piccolo "secondo me il tuo problema è perché hai avuto dei genitori di merda" è difficile che ti risponda "grazie! Non ci avevo fatto caso!"
Autostima non ha una definizione chiara oggi. Non so cosa intendi.
Anche perché la traduzione nel linguaggio comune diventa credersi sto cazzo, che prevalentemente diventa una forma narcisistica.
Le condizioni per affrontare la vita nascono dalla fiducia che le difficoltà possano essere superate.
Le persone che adesso vediamo affermare di avere autostima sono prevalentemente arroganti, ma fragili di fronte a ogni ostacolo. La divulgazione digerita fa pensare che un buon genitore non debba far altro che applaudire i bambini e difenderli contro tutto e tutti, creando davvero bambini e ragazzi terrorizzati di non poter essere in grado di fare niente.
A partire dallo zaino che deve avere le rotelle, ma comunque viene prontamente tolto dalle spalle e portato dai genitori. Mentre contestualmente gli propongono una merenda.
Non so se mi spiego.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Autostima non ha una definizione chiara oggi. Non so cosa intendi.
Anche perché la traduzione nel linguaggio comune diventa credersi sto cazzo, che prevalentemente diventa una forma narcisistica.
Le condizioni per affrontare la vita nascono dalla fiducia che le difficoltà possano essere superate.
Le persone che adesso vediamo affermare di avere autostima sono prevalentemente arroganti, ma fragili di fronte a ogni ostacolo. La divulgazione digerita fa pensare che un buon genitore non debba far altro che applaudire i bambini e difenderli contro tutto e tutti, creando davvero bambini e ragazzi terrorizzati di non poter essere in grado di fare niente.
A partire dallo zaino che deve avere le rotelle, ma comunque viene prontamente tolto dalle spalle e portato dai genitori. Mentre contestualmente gli propongono una merenda.
Non so se mi spiego.
Si ma non c'entra con quello che intendevo
 

Brunetta

Utente di lunga data

Essere Nebbia

Utente di lunga data
Sembra che siano passati dieci anni.


Magari il resto potesse compensare le carenze primarie!


I
Sembra che siano passati dieci anni.
Non è questione di tempo trascorso. Alla fine della fiera è un punto di vista. L'assurdità di tutto questo sta proprio nella semplicità della situazione. L'intoppo, per chi lo vive, è la perdita di lucidità. Esiste una scala temporale da rispettare per riacquistare la lucidità?
 

Gaia

Utente di lunga data
Autostima non ha una definizione chiara oggi. Non so cosa intendi.
Anche perché la traduzione nel linguaggio comune diventa credersi sto cazzo, che prevalentemente diventa una forma narcisistica.
Le condizioni per affrontare la vita nascono dalla fiducia che le difficoltà possano essere superate.
Le persone che adesso vediamo affermare di avere autostima sono prevalentemente arroganti, ma fragili di fronte a ogni ostacolo. La divulgazione digerita fa pensare che un buon genitore non debba far altro che applaudire i bambini e difenderli contro tutto e tutti, creando davvero bambini e ragazzi terrorizzati di non poter essere in grado di fare niente.
A partire dallo zaino che deve avere le rotelle, ma comunque viene prontamente tolto dalle spalle e portato dai genitori. Mentre contestualmente gli propongono una merenda.
Non so se mi spiego.
Per me autostima significa guardarsi con gentilezza. Riconoscere le innumerevoli fragilità sapendo che non sono queste a definirci.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non è questione di tempo trascorso. Alla fine della fiera è un punto di vista. L'assurdità di tutto questo sta proprio nella semplicità della situazione. L'intoppo, per chi lo vive, è la perdita di lucidità. Esiste una scala temporale da rispettare per riacquistare la lucidità?
Io ci ho messo due anni per ricominciare a ragionare.
Ma è lo stesso tempo di altri nel forum.
Meglio se hai già ritrovato il tuo equilibrio. Del resto non avevate figli insieme e quelli che sono cresciuti anni con te, sono degli estranei.
Meglio stare bene, che male.
 

Etta

Utente di lunga data
I miei dubbi sul da farsi, superati adesso, racchiudevano un po' tutto quello che si è detto. C'erano, o almeno era quello che intravedevo nella nebbia, componenti che andavano in tutte le direzioni. Famiglia, figli, sentimenti, rabbia, ira, condizioni economiche e tante altre sensazioni, che un giorno facevano pendere la bilancia da un lato e il giorno dopo dall'altro. Da fuori, non essendoci la parte emotiva "alterata", probabilmente non si può percepire in pieno l'enorme carico emotivo che una situazione del genere causa. Non ho mai pensato, tra le tante cose, a restare con lei per una questione genitoriale, anche perché non ho figli con lei. Il problema vero è che una situazione del genere mina la nostra(mia) stabilità. Ciò che credevo essere come persona è crollato. Mi merito questo? È colpa mia? Ho dato tutto? In quel frangente non esistevano più certezze ma solo dubbi. Ed è questo che destabilizza, che deprime, che ti soffoca. Ti chiedi, nella tua confusione, quanto ci sia di tuo in quel tradimento. E anche se ti rispondi che non è colpa tua, la confusione resta. Non basta pensarlo. Le domande tipo "potevo fare di più" travolgono quella che è la realtà più semplice....lei voleva divertirsi. Ma la nebbia che ti avvolge non te lo fa vedere. Le nubi sono fatte solo di sensi di colpa. In modo assurdo mi sono annichilito perché lei si è voluto scopare un giovanotto. Scrivo adesso e mi viene da sorridere, ma nella nebbia tutto questo io non riuscivo a vederlo.
Quindi è passata sta nebbia?
 

Essere Nebbia

Utente di lunga data
Io ci ho messo due anni per ricominciare a ragionare.
Ma è lo stesso tempo di altri nel forum.
Meglio se hai già ritrovato il tuo equilibrio. Del resto non avevate figli insieme e quelli che sono cresciuti anni con te, sono degli estranei.
Meglio stare bene, che male.
Quindi è passata sta nebbia?
Direi di sì. Voglio precisare però, così che non sembri che dall'oggi al domani, tutto si sia risolto. La differenza oggi è che pensare a quanto successo mi fa meno male. Mentre prima il dolore era lacerante, adesso è come essere graffiato, fastidioso si ma non insopportabile. E ogni giorno il graffio diventa sempre più piccolo. Complice anche una ritrovata vitalità, palestra, passeggiate all'aria aperta, l'aiuto dello psicanalista, la nebbia è diventata più foschia.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Stavo guardando i dinosauri. Forse non ho capito.
In psicologia, in base alle mie letture e ai miei ricordi con la ex ex psicologa, autostima non è un concetto vago né soggettivo, né tanto meno sinonimo di “credersi sto cazzo”, è definita come la valutazione soggettiva e stabile del proprio valore personale, non è solo “sentirsi bravi”, ma sentirsi sufficientemente adeguati ad affrontare la vita, anche nelle imperfezioni. Non ha nulla a che fare con l’arroganza, anzi: molte forme di arroganza nascondono da autostima bassa o instabile (vedi narcisismo compensatorio). Per arrivare a questo un buon genitore non è uno che applaude sempre, è uno che ama in modo realistico, corregge senza umiliare, sostiene senza sostituirsi. La tua critica alla “divulgazione digerita” ha senso in parte: certo, esiste un fraintendimento culturale, dove si scambia la protezione per educazione, ma è un errore opposto dire che l’autostima è solo un’invenzione moderna o un pretesto per crescere mollaccioni. Un bambino che sviluppa una buona autostima (vera, non gonfiata) diventa un adulto che regge meglio la frustrazione, riconosce i propri limiti e sa rialzarsi, e non ha bisogno che gli portino lo zaino né che qualcuno gli faccia la merenda a 12 anni ma che qualcuno, quando fallisce, sia capace di dirgli: “Hai sbagliato, ma non sei uno sbaglio. Proviamo a capire insieme.” E tornando all'osservazione iniziale di @Jacaranda, una persona con una buona autostima, nel senso psicologico del termine, non accetta tutto pur di non essere lasciata, non si piega a tradimenti, mancanze di rispetto, umiliazioni solo per non restare sola perché ha imparato che il proprio valore non dipende da chi la sceglie o la abbandona, ma da una base interna stabile. Non è che non soffre, o che se ne va a cuor leggero, ma sa distinguere tra amore e dipendenza emotiva, tra legame e svendita di sé. E questo non lo impari applaudendo sempre, né portandoti lo zaino, ma quando qualcuno ti fa sentire degno, anche nei tuoi sbagli, e ti insegna che la solitudine non è una condanna, ma una possibilità. Viceversa, se accetti la qualunque pur che l'altro resti, hai evidentemente un problema di autostima e certamente è molto probabile che i genitori abbiano fatto casino, hanno messo le basi, ma hanno sbagliato fondamenta, e ti puoi trovare a mendicare amore, ma ora non è più casa loro che traballa: è la tua. Perciò il problema oggi non sono più loro, ma l’autostima che ti porti dietro e se non ci metti mano, farai sempre lo stesso copione: accetterai briciole, insulti, tradimenti, pur di non rimanere solo. Capire perché sei finito così può aiutare, ma non basta sapere da dove viene il guasto se non lo ripari, perché una volta che ti sei accorto che stai affogando, puoi smettere di dare la colpa a chi non ti ha insegnato a nuotare e imparare a farlo.
 

Nicky

Utente di lunga data
Viceversa, se accetti la qualunque pur che l'altro resti, hai evidentemente un problema di autostima e certamente è molto probabile che i genitori abbiano fatto casino, hanno messo le basi, ma hanno sbagliato fondamenta, e ti puoi trovare a mendicare amore, ma ora non è più casa loro che traballa: è la tua. Perciò il problema oggi non sono più loro, ma l’autostima che ti porti dietro e se non ci metti mano, farai sempre lo stesso copione: accetterai briciole, insulti, tradimenti, pur di non rimanere solo. Capire perché sei finito così può aiutare, ma non basta sapere da dove viene il guasto se non lo ripari, perché una volta che ti sei accorto che stai affogando, puoi smettere di dare la colpa a chi non ti ha insegnato a nuotare e imparare a farlo.
Però a volte sembri dare scontato che una persona decida di proseguire un rapporto solo per mancanza di autostima.
In realtà le persone comparano il bene e il male delle scelte e, appunto, scelgono in base a criteri che spesso sono anche razionali. Ad esempio, se per te avere una famiglia è positivo, perché consente una stabilità e sicurezza maggiore, anche economica o di assistenza, sarai più disposto a proseguire. Non è solo la mancanza di autostima a dettare le scelte
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Però a volte sembri dare scontato che una persona decida di proseguire un rapporto solo per mancanza di autostima.
In realtà le persone comparano il bene e il male delle scelte e, appunto, scelgono in base a criteri che spesso sono anche razionali. Ad esempio, se per te avere una famiglia è positivo, perché consente una stabilità e sicurezza maggiore, anche economica o di assistenza, sarai più disposto a proseguire. Non è solo la mancanza di autostima a dettare le scelte
Se lo dessi per scontato non farei le domande che di solito faccio agli sventurati che capitano qui, per capire il contesto
 

Brunetta

Utente di lunga data
In psicologia, in base alle mie letture e ai miei ricordi con la ex ex psicologa, autostima non è un concetto vago né soggettivo, né tanto meno sinonimo di “credersi sto cazzo”, è definita come la valutazione soggettiva e stabile del proprio valore personale, non è solo “sentirsi bravi”, ma sentirsi sufficientemente adeguati ad affrontare la vita, anche nelle imperfezioni. Non ha nulla a che fare con l’arroganza, anzi: molte forme di arroganza nascondono da autostima bassa o instabile (vedi narcisismo compensatorio). Per arrivare a questo un buon genitore non è uno che applaude sempre, è uno che ama in modo realistico, corregge senza umiliare, sostiene senza sostituirsi. La tua critica alla “divulgazione digerita” ha senso in parte: certo, esiste un fraintendimento culturale, dove si scambia la protezione per educazione, ma è un errore opposto dire che l’autostima è solo un’invenzione moderna o un pretesto per crescere mollaccioni. Un bambino che sviluppa una buona autostima (vera, non gonfiata) diventa un adulto che regge meglio la frustrazione, riconosce i propri limiti e sa rialzarsi, e non ha bisogno che gli portino lo zaino né che qualcuno gli faccia la merenda a 12 anni ma che qualcuno, quando fallisce, sia capace di dirgli: “Hai sbagliato, ma non sei uno sbaglio. Proviamo a capire insieme.” E tornando all'osservazione iniziale di @Jacaranda, una persona con una buona autostima, nel senso psicologico del termine, non accetta tutto pur di non essere lasciata, non si piega a tradimenti, mancanze di rispetto, umiliazioni solo per non restare sola perché ha imparato che il proprio valore non dipende da chi la sceglie o la abbandona, ma da una base interna stabile. Non è che non soffre, o che se ne va a cuor leggero, ma sa distinguere tra amore e dipendenza emotiva, tra legame e svendita di sé. E questo non lo impari applaudendo sempre, né portandoti lo zaino, ma quando qualcuno ti fa sentire degno, anche nei tuoi sbagli, e ti insegna che la solitudine non è una condanna, ma una possibilità. Viceversa, se accetti la qualunque pur che l'altro resti, hai evidentemente un problema di autostima e certamente è molto probabile che i genitori abbiano fatto casino, hanno messo le basi, ma hanno sbagliato fondamenta, e ti puoi trovare a mendicare amore, ma ora non è più casa loro che traballa: è la tua. Perciò il problema oggi non sono più loro, ma l’autostima che ti porti dietro e se non ci metti mano, farai sempre lo stesso copione: accetterai briciole, insulti, tradimenti, pur di non rimanere solo. Capire perché sei finito così può aiutare, ma non basta sapere da dove viene il guasto se non lo ripari, perché una volta che ti sei accorto che stai affogando, puoi smettere di dare la colpa a chi non ti ha insegnato a nuotare e imparare a farlo.
Perfetto.
Hai dato una risposta completa e non da chi era distratta dai dinosauri e in realtà non stava rispondendo a te, ma pensava alle fesserie che si vedono e leggono.
Parlo in terza persona 😳🤭
Resta che confermi la necessità di una base sicura.
 

Jacaranda

Utente di lunga data
Però a volte sembri dare scontato che una persona decida di proseguire un rapporto solo per mancanza di autostima.
In realtà le persone comparano il bene e il male delle scelte e, appunto, scelgono in base a criteri che spesso sono anche razionali. Ad esempio, se per te avere una famiglia è positivo, perché consente una stabilità e sicurezza maggiore, anche economica o di assistenza, sarai più disposto a proseguire. Non è solo la mancanza di autostima a dettare le scelte
Chi non ha avuto la percezione netta del non amore genitoriale fa fatica a capire il senso di soffocamento che si prova quando anche il partner con cui si credeva di aver sopperito quella mancanza originale ti dimostra ancora che non sei nuovamente stato degno d’amore.
Poi ci sono anche tutti gli altri casi che indichi tu che pero’ sono gestiti con un coinvolgimento emotivo molto diverso.
 

Nicky

Utente di lunga data
Chi non ha avuto la percezione netta del non amore genitoriale fa fatica a capire il senso di soffocamento che si prova quando anche il partner con cui si credeva di aver sopperito quella mancanza originale ti dimostra ancora che non sei nuovamente stato degno d’amore.
Poi ci sono anche tutti gli altri casi che indichi tu che pero’ sono gestiti con un coinvolgimento emotivo molto diverso.
No no, io lo capisco eccome.
Poi ho una specie di radar per uomini non accuditi dalle madri.
Ho risposto così perché mi sembrava che fosse generalizzato, mentre riguarda una parte
 
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