Per la verità non mi sembra di aver scritto che una persona deve essere grata delle delusioni che arrivano fra capo e collo, ma se lo hai inteso, probabilmente non mi sono spiegata come avrei desiderato
Riprovo, seprando di avere maggiore successo.
Quello che intendevo è che quando certe situazioni vengono svelate non si può pensare di tornare al "prima".
Si deve andare avanti. Non c'è scelta a riguardo.
E tenendo conto di questo, tanto vale guardare la situazione con il ventaglio aperto il più possibile.
Ed è anche questo il motivo per cui secondo me, a botta calda, pensare di prendere decisioni è una opzione. Ma io non penso sia la più "razionale".
A botta calda, per quanto si muova una tempesta di emozioni, la cosa più sensata è rimanere e lasciare che si muovano, e poi si depositino. Di più non si può fare.
Trovo sensato rimanere sulle cose pratiche, le cose quotidiane e intanto prendersi il tempo di digerire. O almeno iniziare.
Quanto alla cosa preziosa data in mano, lo ribadisco.
Ho tradito tacendo, il più delle volte. E ho avuto tempo e modo di dirmi parecchie cose a riguardo nel frattempo.
Mi ricordo che quello che mi raccontavo all'inizio era che non volevo far soffrire l'altro.
Mi permetteva di sentirmi meno cattiva e stronza, di aggirare un dato di fatto.
Ossia che stavo mentendo intenzionalmente.
Il mio silenzio (taccio nonostante me per tutelare lui) mi redimeva, almeno un po', ai miei occhi. Mi stavo sacrificando almeno un po', ovviavo al mio egoismo o almeno lo bilanciavo con una forma della protezione.
Che i cazzi miei poi avessero delle motivazioni importanti per me, era sacrosanto.
Ma raccontandomi che tacevo, mi tenevo il segreto, per non far soffrire, mi sentivo meglio..la mia immagine di me ai miei occhi ne usciva un po' migliore.
E' stato un buon paravento per un bel po' di tempo, in diverse storie.
Col mio ex in particolare...il racconto di me a me si è lentamente ripulito.
Qualcosa, in quel racconto di bontà riparatoria, non mi quadrava.
Qualcosa strideva in quella narrazione di una me che per certi versi si sacrificava al mantenimento del segreto per proteggerlo da un dolore di cui lui non aveva responsabilità.
Quello che strideva era che guardare me che infliggeva dolore non consensuale all'altro non mi piaceva. Guardarmi senza nessun velo intendo.
Non mi piaceva quella me, senza fiocchetti alleggerenti.
E mi sono pure resa conto che usavo una idea di protezione di lui per proteggere prima di tutto me da me.
Per non riconoscermi interamente. Quella che ero.
E con lui, che era stato un motivo di "redenzione" per me...era pesante la cosa.
Con lui credevo che avrei riparato a quel che era venuto prima.
La realtà, che non volevo guardare, era che io stavo mentendo. E che ero semplicemente egoista nel farlo.
Era facile eh.
Evitare il dolore a lui, avrebbe evitato anche a me di scoprirmi prima che ai suoi occhi, ai miei.
Non gliel'ho detto eh. Lui non se ne è nemmeno accorto.
Ma io lo sapevo.
E la realtà è che tacevo per una economia globale di me e della relazione.
Egoismo e calcolo. Semplicemente.
Stronza? Ipocrita? Mentitrice? Calcolatrice?
Esatto. Anche quello.
Avevo semplicemente messo sul piatto della bilancia i diversi aspetti. E avevo scelto di far pendere la bilancia dalla parte del calcolo.
Il suo dolore, veniva dopo.
Veniva dopo il dire la verità a me. E il mostrare a me, e poi anche a lui, Chi ero per davvero.
Veniva dopo il calcolo riguardo una certa pace nella relazione. (lui non sapeva, non si accorgeva. Avrei potuto continuare quanto volevo. Tenendo conto che non mi sentivo minimamente in colpa ed ero già scesa a patti da qualche anno col fatto che sono una egoista e che se devo scegliere fra me e qualcun altro, io scelgo me.)
Veniva dopo la mia pace nella relazione. Che dire avrebbe significato affrontare chiarimenti, musi lunghi, discussioni, spiegazioni etc etc. E detto sinceramente...non ne avevo la minima voglia.
dopo queste cosette veniva il suo dolore.
Sai @
Lostris, uno dei motivi per cui non avevo la minima remora a tradirlo, era che ad un certo punto mi sono detta, senza il paravento di lui, tutta una serie di verità su di me. E mi sono guardata nelle mie brutture e nelle mie mostruosità. Cercando di non farmi troppi sconti. E comunque me ne faccio eh...non pochi.
Tacere un tradimento, da traditore, diciamocelo, è un calcolo di interesse.
Primariamente.
Poi viene tutto il resto. L'amore per il partner ufficiale, o il legame affettivo, il volergli evitare dolore (che è poi evitare di vedere riflesso nel suo dolore le conseguenze di nostre azioni e di nostri dolori), il voler mantenere un equilibrio e un benessere emotivo condiviso magari faticosamente raggiunto dopo anni.
Dire, senza pensare a tutto questo, se da un lato è oggettivamente uno scaricare addosso all'altro il peso delle conseguenze di una nostra azione, chiedendo chissà cosa (assoluzione, punizione, boh) dall'altro è anche rimettere nelle mani dell'altro un potere non indifferente. Lasciando all'altro anche uno spazio di manovra non da poco.
Questo è prezioso. Qualunque sia lo scopo finale.
Non so se sto riuscendo a spiegare meglio la mia prospettiva a riguardo.
Ora come ora, ma ho 40 anni, ho vissuto non poco, e ho avuto modo di fare molteplici tentativi di mediazione fra me e l'immagine di me, sostengo che se dovessi tradire, non parlerei.
Ma non mi racconterei più che è una forma di protezione. perchè sarebbe mentirmi. E la menzogna a me avrebbe conseguenze ben peggiori di quella a chiunque altro. Sarei infedele a me stessa. Perderei la mia Pace.
La realtà sarebbe che farei un calcolo per tenere insieme diverse variabili, materiali, emotive, relazionali.
Ai miei occhi sarei comunque quella che si para il culo tacendo. E non ho vergogna di me stessa a dirmelo.
E non cerco neanche più una forma di giustizia a riguardo.
Non sarebbe il tradimento in sè ad essere il male. Ad essere male sarebbe la montagna di menzogne.
Ma adesso come adesso il male lo farei bene. Senza raccontarmi storie. Bene per me.
E più lo faccio bene, più il mio interesse è tutelato.
Non terrei il silenzio nonostante me, come mi raccontavo. Terrei il silenzio PER me.
Per tutelare me in una situazione a cui, nonostante ci possano essere mancanze, desidero permanere.
Ipocrita? Sì. So di poter essere ipocrita e di poter reggere la mia immagine di persona ipocrita senza fiocchetti addolcenti.
Stronza? Sì. E idem per l'immagine di me a riguardo. Idem per mentitrice e tutto il resto.
Credo che adesso, sarei una traditrice migliore di quanto lo sia stata in passato.
Quindi il mio discorso non è rivolto a chi riceve il tradimento.
Se non nei termini di "guarda, in un modo o nell'altro i fatti sono che questa ti ha tradito. Poteva benissimo tacere. Ma per un motivo o per l'altro, ha deciso di consegnarti in mano il potere di anche prenderla a calci nel culo. O di vendicarti su di lei fino a quando lei regge. O quel che ti viene in mente e che dipende solo dal grado di tolleranza di lei"
I motivi di lei...buh...li sa solo lei.
Ma lui adesso, per quanto stia soffrendo, ha in mano il potere di decidere liberamente per se stesso.
E decidere liberamente non è indolore. In nessuna situazione.
Mi spiego?
EDIT: anche lei adesso è libera. Perlomeno non ha segreti da sostenere. Poi vedrà cosa farsene di questo spiraglio di libertà.
Magari le servirà per ingabbiarsi ancora di più. Buh...chi lo sa.