Olo, stamattina c'ho i residui di un senso forte di colpa.Preferisco le sfogliatelle ricce ma faccio sto sforzo ,a me una fetta
Cioccolato al 90% non direi che è dolcema che avete la mania di mettere il dolce dove non ci va , ricordo mio padre in un viaggio in Francia disse che li mangiano dolce , la coda alla vaccinara di vitellone o di bue con tanto sedano e altro ecco il link
La prima ricetta che ho trovato ma so tutte eguale , solo sentendola assaporo il gusto solo a leggerla![]()
Coda alla Vaccinara: la ricetta romana per eccellenza. | Trapizzino
Scopriamo insieme la ricetta e ripercorriamo la storia della Coda alla Vaccinara, uno dei piatti più famosi della cucina romanesca.www.trapizzino.it
Con la coda ci stanno bene anche le guanceUhm ... buono.
Era un piatto originariamente dal sapore forte. Poi è stato ingentilito ed addolcito.
Una spruzzatina di cacao amaro ci va, secondo la ricetta tradizionale dell'Ottocento .
Delizioso pure il sugo, specie con i bucatini. Un piatto raro, sconosciuto ai non romani.
Li vado a mangiare a Trastevere (ma devo avvisare il giorno prima, almeno).
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Citazione da; Coda alla vaccinara
La coda alla vaccinara è uno squisito piatto della cucina romana povera: la sua origine è da cercare nelle osterie dell’antico quartiere romano in cui abitavano i Vaccinari, cioè coloro che macellavano i bovini.
La coda alla vaccinara si prepara con coda di bue ma in alternativa si può utilizzare anche la coda di vitello, la cui carne resta più tenera e richiede una cottura meno lunga.
La coda in pezzi viene fatta stufare per lungo tempo, a fuoco basso e coperta, con un trito di verdure e pomodori pelati. La lunga cottura permette al sugo di insaporirsi molto bene ed è usanza condire con esso i rigatoni, così da avere con una preparazione un primo ed un secondo piatto.
La ricetta della coda alla vaccinara, essendo una ricetta antica, viene riportata in diversi modi da tanti autori: quella che vi presentiamo è la versione più ricca ed elaborata, proprio come veniva preparata nelle osterie di un tempo, con pinoli, uvetta e il tocco originale del cacao amaro!
Citazione da: Coda alla vaccinara, ricetta originale intensamente romana
Chi ha inventato il piatto tipico romano aggiungendo cacao
L’invenzione della coda alla vaccinara viene comunemente attribuita all’osteria Checchino dal 1887. L’intuizione della sora Ferminia, figlia dei fondatori del locale, fu di introdurre nella ricetta un ingrediente inizialmente tenuto segreto e solo molto svelato ai clienti: il cacao amaro.
Era il lontano 1890, e i lavoratori del mattatoio di Testaccio consegnavano a Ferminia i pezzi di coda ricevuti come paga per passare poi a riprenderli cucinati a fine turno.
Regina del quinto quarto con guancia, trippa e coratella, la coda alla vaccinara si è trasformata negli anni in un piatto ricco, con uvetta, pinoli e cacao, che le conferiscono un gusto agrodolce in grado di ingentilirne il sapore.
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Nota: Per "quinto quarto" (anche detto "quarto nascosto") si intendeva storicamente il complesso di quelle parti degli animali che costituivano gli scarti, in gran parte gli organi interni delle bestie macellate, come lo stomaco, trippa, testa, cervello, coda, lingua, guance, ecc.
Quelle erano le parti che facevano impressione e che nessuno appartenente ai ceti nobili e/o agiati voleva vedere e, tantomeno, mangiare. Venivano dati come compenso per il lavoro di quelli che macellavano le bestie. E avevano mercato solo negli strati più poveri del popolo della città.
Sono state le donne del popolino romano, quelle che cucinavano nelle case e nelle osterie, che ricevevano dagli uomini che lavoravano al Mattatoio (i "vaccinari", anche se il nomignolo tradizionale era gli "scortichini") quegli scarti e li trasformavano in pietanze gustose, dopo lavorazioni e cotture lunghe.
Il tempo di preparazione e cottura della coda alla vaccinara sarebbe di oltre 6 ore ... per dire.
Era una pietanza che serviva per un primo piatto (rigatoni con il sugo della coda alla vaccinara) ed un secondo piatto di carne, da consumare nei giorni di festa.
Contento per te io ora sono astemio per cui non sono neanche tentatoOlo, stamattina c'ho i residui di un senso forte di colpa.
Ieri sera, ne ho fatta fuori quasi la metà.
Delicato, bagnato con acqua di rose. L'ho appena corretto versando sopra al babà madre delle gocce di rhum cubano.
Una delizia guarnita con riccioli di crema pasticcera e fragole ed un perimetro di piccoli babà.
Ho pensato di sterminare l'intera famiglia (di babà) ...
Ho cenato con quello ed un bicchiere di vino novello abboccato.
PS: il rhum era per aiutare a superare il prevedibile senso di colpa. Dormirci sopra lo ha attenuato ...
Vero ma preferisco distinguere i sapori e assaporarli piano piano , così mescolati mi sembra un guazzabuio o miscuglio , che faccio li gusto assaporandoli e spostandoli di qua e di là nella bocca ?Cioccolato al 90% non direi che è dolce![]()
Il cibo piace anche a me caldo, tiepido almeno, per gustare il sapore.Vero ma preferisco distinguere i sapori e assaporarli piano piano , così mescolati mi sembra un guazzabuio o miscuglio , che faccio li gusto assaporandoli e spostandoli di qua e di là nella bocca ?
Sai il cibo freddo non mi piace , quando mandi giù un boccone diventa tutto tiepido e insipido fatte porta da uno pratico.
Aggiungo mia madre mi diceva sempre non si parla con il cibo in bocca pensa gustarlo piano piano, c'è famo notte per magnà
Quante ne sai!Il cibo piace anche a me caldo, tiepido almeno, per gustare il sapore.
Non bollente, però, come piaceva a mio padre.
Nemmeno come Carlo III di Inghilterra, che vuole persino i biscotti riscaldati nel micro-onde.
A tavola non si perde tempo, si parla e socializza. Quando sono solo guardo la televisione.
E' sempre un momento di relax.
C'è, poi, il detto che "a tavola non si invecchia" ...
Beh, con Carlo III condivido il piacere del the e del consumo dei biscotti.Quante ne sai!
Sei un sorcino di CarloBeh, con Carlo III condivido il piacere del the e del consumo dei biscotti.
Solo che ci dividono alcune fondamentali diverse abitudini.
La principale è che lui beve the con latte e miele, io con limone e senza dolcificanti.
Poi, lui pretende che il the nero (che pure io prediligo) rimanga in infusione per esattamente 5 minuti in piccola teiera. Per me almeno 7, ma anche 10 minuti, in grande teiera.
Lui non mangia biscotti che non siano adeguatamente riscaldati.
Io li consumo freddi, caldi solo se escono dal forno.
Mia madre dice che prima di giudicare bisogna assaggiareVero ma preferisco distinguere i sapori e assaporarli piano piano , così mescolati mi sembra un guazzabuio o miscuglio , che faccio li gusto assaporandoli e spostandoli di qua e di là nella bocca ?
Sai il cibo freddo non mi piace , quando mandi giù un boccone diventa tutto tiepido e insipido fatte porta da uno pratico.
Aggiungo mia madre mi diceva sempre non si parla con il cibo in bocca pensa gustarlo piano piano, c'è famo notte per magnà
Vero che a tavola ma non si invecchia mai,solo se si mangia troppo si hanno problemi ,quindi occhio alle bevande e i cibi ipercalorici , non sei più un ragazzinoIl cibo piace anche a me caldo, tiepido almeno, per gustare il sapore.
Non bollente, però, come piaceva a mio padre.
Nemmeno come Carlo III di Inghilterra, che vuole persino i biscotti riscaldati nel micro-onde.
A tavola non si perde tempo, si parla e socializza. Quando sono solo guardo la televisione.
E' sempre un momento di relax.
C'è, poi, il detto che "a tavola non si invecchia" ...
Brava mamma sai perche lo dice ?Mia madre dice che prima di giudicare bisogna assaggiare![]()
Non sapevo che i sorcini erano per Carletto ma non erano i seguaci di Renato ZeroSei un sorcino di Carlo![]()
Il senso sarebbe quello, con ironia.Non sapevo che i sorcini erano per Carletto ma non erano i seguaci di Renato Zero![]()
Era una battuta.Non sapevo che i sorcini erano per Carletto ma non erano i seguaci di Renato Zero![]()
Ho letto che ha cambiato anche un dottore con uno con specializzazione non tanto per la quale ,va un po' contro la tradizione che ti devo dì Carletto ha le sue regolese è contento lui contenti tuttiIl senso sarebbe quello, con ironia.![]()
Ma Carlo III non mi interessa granché...
Però leggo di tanto in tanto i giornali inglesi, i cui lettori sono estremamente curiosi su cosa l'odierno re fa, le sue abitudini alimentari e non. La notizia sul fatto che voglia biscotti riscaldati e come beva il the mi sembra fosse stata data da The Indipendent.